Vianočné pozdravy 2023.

Canada_xmas23

Hellenic_Christmas Card Engl 2023-A (3)

EGP Christmas 2023

GP_of_Finland_Christmas_2023

MHOSLJ-NL Christmascard 2023

Ireland_International Members Christmas 2023

Vianočný pozdrav Rytierskeho rádu sv. Václava.

J.Exc. Ing. Holák

Veľkonočné posolstvo 2023 Cirkevného Veľkopriora Vojenského a špitálneho rádu sv. Lazara Jeruzalemského.

MESSAGGIO DI PASQUA 2023 DEL GRAN PRIORE ECCLESIASTICO DELL’ORDINE MILITARE E OSPEDALIERO DI SAN LAZZARO DI GERUSALEMME

(Cristo Risorto – Pietro Ruzzolone – XV sec. – Museo di Palazzo Abatellis – Palermo)

Carissimi Confratelli e Consorelle dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme,

Nel vangelo di Giovanni la risurrezione di Gesù è preceduta dalla resurrezione del suo amico Lazzaro. Gesù è l’unico che davanti alla morte dell’amico continua a sperare. La risurrezione di Lazzaro, non è soltanto simbolo della risurrezione futura, ma è anche segno di un dono che il Signore Gesù già ora fa a chi crede. Il grido con cui Gesù chiama Lazzaro” vieni fuori” è anche la voce di colui che già ora chiama i morti spiritualmente a risorgere e vivere. Non è solo un invito a ciascuno perché esca dalla tomba del proprio egoismo, torpore, grettezza, disperazione; ma è anche parola efficace che libera realmente e dona di gustare il sapore della vita vera, perché la vita è Lui. Gesù Cristo ha pianto per Lazzaro, suo amico carissimo e l’ha risuscitato, ma solo per la vita terrena: anni dopo, infatti, Lazzaro doveva morire di nuovo.

Cristo ha pianto anche per noi, ma piangendo, e morendo, ci ha dato una nuova vita non solo per adesso, ma per sempre. Di fronte a Gesù Cristo, che si presenta come la risurrezione e la vita, dobbiamo convincerci che la morte corporale non è la fine di tutto, che Gesù ha aperto la porta buia della morte una volta per tutte e da quella porta anche noi possiamo passare senza danno. Al di là, perciò, dell’esperienza lacerante della morte, l’unica realtà che sembra vera e definitiva per gli uomini, noi a Pasqua siamo invitati a contemplare la vittoria di Cristo sulla morte.

(Il Gran Priore Ecclesiastico, Mons. Michele Pennisi, GCLJ, al centro nella foto)

La risurrezione di Cristo segna la sua vittoria definitiva sulla morte. Questa certezza è all’origine della speranza cristiana. San Paolo afferma “Se  Cristo non è risorto, vana è la vostra fede” (1Cor 15,17). La resurrezione di Cristo è un avvenimento che coinvolge tutti i cristiani aldilà di ogni differenza confessionale. Il teologo evangelico Dietrich Bonoeffer ucciso dai nazisti scrisse:” se Cristo non è risorto, il punto d’appoggio che regge tutta la nostra vita vacilla e tutto si infrange; la nostra vita declina verso il non senso. Ogni discorso che ha per oggetto Dio è illusorio, ogni speranza evanescente”. Il teologo ortodosso russo P. Florenskij, fucilato l’8 dicembre 1937, in una predica dal titolo “L’inizio della vita” disse: “Nel fluire confuso degli avvenimenti, si è ritrovato un centro, si è rivelato il punto d’appoggio: Cristo è risorto! Se il Figlio di Dio non fosse risorto, allora tutto il mondo sarebbe divenuto completamente assurdo, allora il tesoro più prezioso si sarebbe definitivamente bruciato e la bellezza sarebbe irrevocabilmente morta; allora il ponte fra la terra e il cielo sarebbe crollato per l’eternità. E noi saremmo rimasti senza nessuno dei due, perché non avremmo conosciuto il cielo e non avremmo potuto difenderci dalla distruzione della terra”.

Il professore anglicano N. T. Wright afferma:” Essere afferrati da Gesù risorto nostro contemporaneo significa conoscere e amare colui che ha sconfitto la morte con il potere dell’amore e della nuova creazione. Ogni bicchiere di acqua fresca, ogni minuscola preghiera, ogni confronto con i prepotenti che opprimono i poveri, ogni canto di lode o danza di gioia, ogni opera d’arte e musica niente va sprecato. La risurrezione lo riaffermerà, in un modo che non possiamo immaginare, come parte del nuovo mondo di Dio. La risurrezione non riguarda soltanto un futuro glorioso, riguarda un presente pieno di significato”.

Auguro che la luce di Gesù Cristo Risorto illumini la vita di ogni membro dell’Ordine di San Lazzaro chiamato a contribuire alla guarigione dei lebbrosi e delle persone colpite da ogni specie di malattie, per portare la speranza di un futuro di libertà, giustizia e pace al mondo intero.

Domenica di Pasqua 2023

 

+ Michele Pennisi, GCLJ

Arcivescovo Emerito di Monreale

Gran Priore Ecclesiastico dell’Ordine Militare e Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme


EASTER MESSAGE 2023 OF THE ECCLESIASTICAL GRAND PRIOR OF THE MILITARY AND HOSPITALLER ORDER OF SAINT LAZARUS OF JERUSALEM

(Risen Christ, Pietro Ruzzolone, 1484, Dome of Termini Imerese, Palermo)

Dear Brothers and Sisters of the Order of Saint Lazarus of Jerusalem,

In John’s Gospel the resurrection of Jesus is preceded by the resurrection of his friend Lazarus. Jesus is the only one who, in the face of the death of his friend, continues to hope. The resurrection of Lazarus is not only a symbol of the future resurrection, but it is also a sign of a gift that the Lord Jesus already offers to those who believe. The cry „Come forth“ with which Jesus calls Lazarus is also the voice of the one who already calls the spiritually dead to rise and live. It is not only an invitation to each one to come out of the grave of their own selfishness, torpor, coarseness, despair; but it is also an effective word that really frees us and allows us to taste true life, because life is Him. Jesus Christ wept for Lazarus, his dearest friend, and raised him up, but only for earthly life: years later, in fact, Lazarus was to die again.

Christ wept for us too. By weeping and dying, He gave us new life not only for now, but forever. Faced by Jesus Christ, who presents himself as the resurrection and the life, we must remind ourselves that bodily death is not the end of everything, that Jesus opened the dark door of death once and for all and through that door we too can pass without harm. Beyond the lacerating experience of death, the reality that becomes true for us at Easter is that we are invited to contemplate Christ’s victory over death.

(Ecclesiastical Grand Prior, Monsignor Michele Pennisi, GCLJ, centre in the photo)

Christ’s resurrection marks his definitive victory over death. This certainty is at the origin of Christian hope. Saint Paul says „If Christ is not risen, your faith is vain“ (1 Cor 15:17). The resurrection of Christ is an event that involves all Christians beyond all confessional differences.

The evangelical theologian Dietrich Bonhoeffer, killed by the Nazis, wrote: „If Christ is not risen, the foothold that supports our whole life falters and everything is shattered; our life declines towards meaninglessness. Every discourse concerning God is illusory, every hope evanescent.“

In a sermon entitled „The Beginning of Life“, the Russian Orthodox theologian Fr. Florensky, shot on December 8, 1937, said: „In the confused flow of events, a centre has been found, the point of support is revealed: Christ is risen! If the Son of God had not been resurrected, then the whole world would have become completely absurd, then the most precious treasure would have been definitively burned and beauty would have irrevocably died; then the bridge between earth and heaven would have collapsed for eternity. And we would have been left without either, because we would not have known heaven and we would not have been able to defend ourselves from the destruction of the earth.“

The Anglican professor N. T. Wright states: „To be grasped by our contemporary risen Jesus is to know and love the one who defeated death by the power of love and the new creation. Every glass of fresh water, every tiny prayer, every confrontation with the bullies who oppress the poor, every song of praise or dance of joy, every work of art and music, nothing goes to waste. The resurrection will reaffirm it, in a way we cannot imagine, as part of God’s new world. The resurrection is not only about a glorious future; it is about a present full of meaning.“

I hope that the light of the Risen Jesus Christ will illumine the life of every member of the Order of Saint Lazarus called to contribute to the healing of lepers and people affected by every kind of disease, to bring the hope of a future of freedom, justice and peace to the whole world.

Easter Sunday 2023

 

+ Michele Pennisi, GCLJ

Archbishop Emeritus of Monreale

Ecclesiastical Grand Prior of the Military and Hospitaller Order of St. Lazarus of Jerusalem

Meditácia na Veľký piatok od Rev. Ottar Mikael Myrseth, ECLJ, biskupa severskokatolíckej cirkvi škandinávskej diecézy.

MEDITAZIONE PER IL VENERDI’ SANTO DEL MOLTO REV.DO OTTAR MIKAEL MYRSETH, ECLJ, VESCOVO DELLA CHIESA NORDICA CATTOLICA DIOCESI DI SCANDINAVIA

(Crocifisso dipinto su tavola, di Pietro Ruzzolone, il “Raffaello di Sicilia”, 1484, Duomo di Termini Imerese)

Carissimi Confratelli e Consorelle dell’Ordine Militare ed Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme,

Il segno della croce è il più importante e forte dei simboli cristiani. Oggi è usato e abusato. Nelle bandiere, negli annunci funebri, al collo e come orecchini. Forse non ci strazia più l’anima a vederlo. Si è acclimatato.

Tuttavia, questo mezzo di esecuzione era così terribile che persino gli antichi Romani smisero presto di usarlo. Ma la croce racconta il costo della nostra salvezza.

La verità fondamentale della nostra religione è che siamo salvati da una morte in croce. La vita spirituale non è una questione di buon umore e di luci di candela, ma di sangue, sudore, lacrime e dolore, chiodi e ferite, sottomissione e tremore della morte. Un’esperienza molto corporea.

Gli uomini erano vinti dal peccato e dalla morte. La terra era diventata un luogo dove nessuna preghiera poteva essere ascoltata. Allora la croce di Dio fu eretta su di noi. Per evitare questo la nostra croce doveva essere.

Mileto di Sardi dice questo sul Venerdì Santo nella sua famosa omelia pasquale: „Perché quando il popolo non tremava, la terra tremava. Quando il popolo non temeva, i cieli avevano paura. Quando il popolo non si stracciò le vesti, l’angelo si stracciò le sue. Quando il popolo non si lamentava, il Signore tuonava dal cielo e l’Altissimo dava voce“.

Da allora la croce è un simbolo controverso. Simbolo di esecuzione e ancora oggi il più bel segno di vita. Espressione di due delle sette parole pronunciate da nostro Signore sulla croce.

La prima parola di Gesù sulla croce fu: „Padre, perdona loro, non sanno quello che fanno“. Egli fa della croce un simbolo del volto dell’amore.

Il nostro amore dice: „Ti amo perché“. Questo è l’amore che cerca il suo, quello che può soddisfarlo.

(Molto Reverendo Ottar Mikael Myrseth)

Ma l’uomo sulla croce chiede perdono per gli assassini e rinuncia alla sua vita per gli innocenti. Senza aspettarsi nulla in cambio. Ama, ma non si aspetta di essere amato. Ha rinunciato alla sua vita celeste per un’umiliazione terrena. Ha rinunciato alla sua innocenza per essere crocifisso come colpevole. Ha rinunciato alla sua purezza per essere ucciso come peccatore. Ha lasciato andare i suoi amici mentre lui stesso veniva arrestato. Li lascia vivere mentre lui muore.

L’ultima parola di Gesù sulla croce è stata: „È finita!“. Ha fatto della croce un segno di riconciliazione. Le profezie si sono compiute. Il piano di Dio è stato portato a compimento. Ciò che Mosè ha intravisto quando ha sollevato il serpente di rame sull’asta nel deserto, è diventato realtà. Ciò che Abramo ha intuito quando non ha dovuto sacrificare Isak, ha avuto la sua risposta. L’ultimo dei colpi di Noè nella costruzione dell’arca è stato martellato nella croce del Golgata.

La riconciliazione è possibile per coloro che si lasciano riconciliare.

Questa croce è diventata il segno per i seguaci. „Se qualcuno vuole seguirmi, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia la troverà“. I seguaci di Gesù sono persone che hanno visto il volto dell’amore e hanno sperimentato la forza della riconciliazione nella loro vita.

Nostro Signore, il Portatore di Croce, ci invita a vivere una vita libera da preoccupazioni personali.

Egli insegna che la lussuria è un fardello più pesante dell’amore, l’odio un carico più pesante della riconciliazione e la vendetta più pesante del sacrificio di sé.

Questo è il suo giogo. Questo è il segno di croce del Venerdì Santo.

 

+ Ottar Mikael Myrseth, ECLJ,

Vescovo della Chiesa Cattolica Nordica, Diocesi Scandinava


MEDITATION FOR THE GOOD FRIDAY BY THE RT. REV. OTTAR MIKAEL MYRSETH, ECLJ, BISHOP OF THE NORDIC CATHOLIC CHURCH SCANDINAVIAN DIOCESE

(Crucifixion – 14th century fresco -Monastery of St. Benedict – Sacro Speco of Subiaco)

Dear Confreres and Sisters of the Military and Hospitaller Order of St Lazarus of Jerusalem,

The sign of the cross is the far most important and strongest of Christian symbols. Today used and misused. In flags, in funeral announcements, around the neck and as earrings. It might no longer tear up our soul to see it. It has become acclimatized.

However this means of execution was actually so terrible that even the old Romans early stopped using it. But the cross tells the cost of our salvation.

The basic truth of our religion is that we are saved by a death on a cross. Spiritual life is not a question of good mood and candle lights, but of blood, sweat, tears and pain, nails and wounds, submission and death trembling. A most bodily experience.

Men were overcome by sin and death. The earth had become a place where no prayers could be heard. Then Gods cross was erected over us. To avoid that our cross had to be.

Mileto of Sardes says this about Good Friday in his famous Easter homily:

«For when the people did not tremble, the earth shook. When the people did not fear, the heavens were afraid. When the people did not rend their garments, the angel rent his own. When the people did not lament, the Lord thundered from heaven, and the most high gave voice.»

Since then the cross has stood as a controversial symbol. Symbol of execution and still the most beautiful sign of life. Expressed in two of the seven words of our Lord on the cross:

Jesus’ first word on the cross was: «Father, forgive them, they do not know what they are doing.» He makes the cross a symbol of the face of love.

Our love says «I love you because». This is the love that seeks its own, what can satisfy it.

But the man on the cross asks forgiveness for the murderers and gives up his life for the innocent. Without expecting anything in return. He loves, but does not expect to be loved. He gave up his heavenly life for an earthly humiliation. He gave up his innocence to be crucified as guilty. He gave up his purity to be killed as sinner. He lets his friends go as he himself is arrested. He let them live as he dies.

Jesus last word on the cross was: «It is finished!» He made the cross a sign of reconciliation. The prophecies were fulfilled. Gods plan was lead to completion. What Moses glimpsed when he lifted the copper snake on the pole in the desert, has become true. What Abraham guessed when he did not have to sacrifice Isak, got its answer. The last of the blows of Noah building the ark, was now hammered into the cross at Golgata.

Reconciliation is avilable for those who will be reconciled.

(Rt. Rev. Ottar Mikael Myrseth)

This cross has become the sign for followers. «If anyone desires to follow me, let him deny himself and take his cross up an follow me. For whoever desires to save his life will lose it, but whoever loses his life for my sake will find it.» Jesus-followers are people who has seen the face of love and experienced the power of reconciliation in their own lives.

Our Lord, the Crossbearer, invites us to live a life free from self-concerns.

He teaches that lust is a heavier burden than love, hate a heavier load than reconciliation and revenge heavier than self-sacrifice.

This is how his yoke is. This is the crossmarked Good Friday.

 

+ Ottar Mikael Myrseth, ECLJ,

Bishop of the Nordic Catholic Church, Scandinavian Diocese

Veľkonočné posolstvo 2023.

Veľkonočné posolstvo 2023

Posolstvo Veľkého cirkevného priora na pôstny rok 2023.

MESSAGGIO PER LA QUARESIMA 2023 DEL GRAN PRIORE ECCLESIATICO DELL’ORDINE DI SAN LAZZARO DI GERUSALEMME

(Flagellazione di Cristo – affresco XIV sec. – Monastero di San Benedetto – Sacro Speco di Subiaco)

Carissimi Confratelli e Consorelle dell’Ordine Militare ed Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme,

Durante la Quaresima il Signore ci invita a distaccarci dalle mediocrità e dalle vanità della vita quotidiana per fare esperienza del suo amore misericordioso. Anche se i nostri impegni ordinari ci chiedono di rimanere nei luoghi di sempre, siamo invitati ad entrare nella camera interiore del nostro cuore ed a “salire su un alto monte” insieme a Gesù, per rivivere l’esperienza della Trasfigurazione nella quale la divinità di Cristo appare ai discepoli sotto il segno della Bellezza. Bisogna mettersi in un cammino in salita, che richiede sforzo e concentrazione, come una escursione in montagna. Salendo bisogna tenere lo sguardo ben fisso al sentiero ma puntando verso la meta, dove il panorama che si spalanca alla fine sorprende e ripaga per la sua meraviglia.

La Trasfigurazione di Gesù mostra la bellezza della luce divina che si irradia su Gesù e rivela la sua vera identità e missione di Figlio prediletto. Nei discepoli che salgono al monte vediamo le inquietudini delle persone del nostro tempo sul senso della vita e sui drammi della storia e ci chiediamo “come può la mite bellezza del Crocifisso risorto portare salvezza a questa umanità cinica e crudele?” Nei discepoli che vivono sul monte, vediamo l’esperienza bella della rivelazione del Padre e del Figlio amato, avvolto nella nube dello Spirito. Nei discepoli che scendono dal monte, vediamo, la necessità di vivere la vita di fede con uno slancio sincero di conversione e di rinnovamento nella durezza della vita quotidiana. Gesù Cristo Bellezza di Dio incarnata e crocifissa che si trasfigura fa balenare sullo sfondo ai suoi discepoli la sua passione e morte. La Trasfigurazione, che è uno spiraglio aperto sul futuro per confermare la fede dei discepoli di fronte allo scandalo della Croce, per noi è un invito a non temere perché Dio, bellezza antica e sempre nuova, si rivela come amore che salva e che vince il silenzio e la solitudine della morte. La Trasfigurazione è un’esperienza di pienezza, di armonia, di pace che ci aiuta a mantenere viva la speranza, nonostante la durezza del cammino.

Incoraggio tutti membri dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme a sostenere le strutture sanitarie a servizio dei più poveri ed emarginati nei vari Paesi del Mondo ed in particolare in Turchia e in Siria colpiti dal recente catastrofico terremoto.

Vi benedico di cuore e vi assicuro il ricordo nella preghiera.

 

+ Michele Pennisi, GCLJ, Arcivescovo Emerito di Monreale

Gran Priore Ecclesiastico dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme


MESSAGE FOR LENT 2022 OF THE ECCLESIASTICAL GRAND PRIOR OF THE ORDER OF SAINT LAZARUS OF JERUSALEM

(Flagellation of Christ, sheet detached from a mariegola of the School of St. John the Evangelist, c. 1325,

Paris, Musée Marmottan)

Dear Brothers and Sisters of the Military and Hospitaller Order of St. Lazarus of Jerusalem,

Dear Brothers and Sisters of the Military and Hospitaller Order of Saint Lazarus of Jerusalem

During Lent the Lord invites us to detach ourselves from the mediocrity and vanity of daily life in order to experience his merciful love.

Even if our ordinary commitments force us to remain in the places where we have always been, we are invited to enter the inner chamber of our heart and to „climb a high mountain“ together with Jesus, to relive the experience of the Transfiguration in which the divinity of Christ appears to the disciples under the sign of Beauty. We have to set out on an uphill journey, which requires effort and concentration, like a hike in the mountains. Going up we have to keep our eyes firmly fixed on the path but pointing towards the goal, where the panorama that opens up at the end surprises and rewards by its wonder.

The Transfiguration of Jesus shows the beauty of the divine light that radiates on him and reveals his true identity and mission as the beloved Son. In the disciples who climb the mountain we see the anxieties of the people of our time about the meaning of life and the tragedies of history and we ask ourselves „How can the gentle beauty of the Risen Crucified One bring salvation to this cynical and cruel humanity?“

In the disciples who are present on the mountain, we see the beautiful experience of the revelation of the Father and the beloved Son, wrapped in the cloud of the Spirit.

In the disciples who come down from the mountain, we see the need to live the life of faith through the sincere imperative of conversion and renewal in the harshness of daily life.

Jesus Christ, Beauty of God incarnate foreshadows his passion and death in the background to his disciples through his Transfiguration. This Transfiguration, which is a window open to the future to confirm the faith of the disciples in the face of the scandal of the Cross, is for us an invitation not to fear because God, ancient and ever new beauty, reveals himself as love that saves and conquers the silence and solitude of death. The Transfiguration is an experience of fullness, harmony and peace that helps us to keep hope alive, despite the difficulties of the journey.

Finally, I encourage all members of the Order to support health care facilities at the service of the poorest and most marginalized in the various countries of the world and in particular Turkey and Syria which have been hit by the recent catastrophic earthquakes.

I cordially bless you and assure you of my remembrance in prayer.

 

+ Michele Pennisi, GCLJ, Archbishop Emeritus of Monreale

Ecclesiastical Grand Prior of the Military and Hospitaller Order of St. Lazarus of Jerusalem

VIANOČNÉ POSOLSTVO 2022 OD VEĽKÉHO CIRKEVNÉHO PRIORA RÁDU SVÄTÉHO LAZARA Z JERUZALEMA

VIANOČNÉ POSOLSTVO 2022 OD VEĽKÉHO CIRKEVNÉHO PRIORA RÁDU SVÄTÉHO LAZARA Z JERUZALEMA

(Narodenie Krista, 1148, mozaika Palatínskej kaplnky Kráľovského paláca v Palerme)

Bratia a sestry Vojenského a špitálneho rádu svätého Lazara Jeruzalemského,

Mozaiky katedrály v Monreale a palatínskej kaplnky kráľovského paláca v Palerme zobrazujúce Narodenie Ježiša sú inšpirované orientálnymi ikonami. Dieťa v jaskyni je uložené v kolíske a zavinuté do plienok ako zosnulý uložený do hrobky a zavinutý do obväzov.

Zavinutie novorodenca Ježiša pripomína jeho telo sňaté z kríža a pripravené na pochovanie v jaskyni. Ak to na jednej strane naznačuje spoločný údel Ježiša s každým človekom, ktorého pozemský život sa odohráva od kolísky až po hrob, na druhej strane to pripomína celistvosť evanjelia, ktorá má svoj vrcholný moment vo vzkriesení Krista. v ktorom sa prejavuje jeho božstvo, ktoré víťazí nad smrťou. Od Veľkej noci je pokoj vyliaty na celé ľudstvo a na celé stvorenie ako dar od Boha.

Vianoce Ježiša Krista, v ktorých sa Božia sláva v nebi spája s pokojom na zemi pre ľudí, ktorých miluje, nám dávajú radosť z toho, že nás Boh objíma a že milujeme seba a všetkých našich bratov a sestry. Boží Syn sa narodil ako syn zeme, aby sme sa my mohli narodiť ako deti neba, určené pre večnosť.

V tajomstve Vianoc sú nebo a zem zjednotené v zmluve lásky, ako to predpovedal prorok Izaiáš v hymnách, v ktorých sa nástroje vojny stanú nástrojmi pokoja na kultiváciu zeme (Iz.2,4) a zvieratá budú buďte k sebe nepriateľskí, zmierte sa (Iz.11,6-8) s príchodom Emanuela. V Biblii je darom pokoja plnosť mesiášskych dobier: spravodlivosť, sloboda, zdravie, blahobyt, prosperita, radosť, plnosť života. Ježiš, ktorý je „Knieža pokoja“ (Iz. 9,5) a „náš pokoj“ (Ef 2,14), je prostredníkom pokoja podporovaného nádejou a oživovaného láskou. Pokoj, ktorý nám zanecháva Pán, je celkom odlišný od toho, ktorý dáva svet na základe túžby po politickej a ekonomickej moci, na národnej hrdosti, na zákone najsilnejších, na útlaku slabších.

Pokoj je výzvou, ktorá si vyžaduje byť prijímaná deň čo deň v neoddeliteľných dimenziách pokoja srdca so sebou samým, pokoja s ostatnými v rodine, vo svojom spoločenstve, medzi národmi a pokoja so stvorením. Tí, ktorí túžia po mieri, neničia, ale stavajú mosty solidarity a prijatia.

Tieto Vianoce sa chceme zaviazať modliť sa, aby sa špirála násilia a pád zbraní na Ukrajine a v iných častiach sveta zastavila a aby sa mohli začať podnikať kroky smerom k mieru založenému na spravodlivosti, ktorý obnoviť nádej.

Grammichele, 23. decembra 2022

 

+ Michele Pennisi, GCLJ

Emeritný arcibiskup Monreale

Cirkevný veľkoprior Vojenského a špitálneho rádu svätého Lazara Jeruzalemského


VIANOČNÉ POSOLSTVO 2022 VEĽKÉHO CIRKEVNÉHO PRIORA RÁDU SVÄTÉHO LAZARA Z JERUZALEMA

(Narodenie Krista, 12. storočie, mozaika katedrály v Monreale)

Spolubratia ad consoeurs Vojenského a špitálneho rádu sv. Lazára Jeruzalemského,

Mozaiky katedrály v Monreale a palatínskej kaplnky kráľovského paláca v Palerme zobrazujúce Narodenie Ježiša sú inšpirované orientálnymi ikonami. Dieťa v jaskyni je uložené v kolíske a zavinuté do plienok ako nebožtík uložený v hrobke a zavinutý obväzmi. Obväz novorodenca Ježiša pripomína jeho telo sňaté z kríža a pripravené na pochovanie v jaskyni. Ak to na jednej strane naznačuje zhodu Ježišovho údelu s každou ľudskou osobou, ktorej pozemský život sa odvíja od kolísky až po hrob, na druhej strane to pripomína celistvosť evanjelia, ktorá má svoj vrcholný moment vo vzkriesení Krista. v ktorom sa prejavuje jeho božstvo, ktoré víťazí nad smrťou. Od Veľkej noci sa pokoj vylieva na celé ľudstvo a na celé stvorenie ako Boží dar.

Narodenie Ježiša Krista, v ktorom sa Božia sláva v nebi spája s pokojom na zemi pre ľudí, ktorých miluje, nám dáva radosť z toho, že nás Boh objíma a že milujeme seba a všetkých našich bratov a sestry. Boží Syn sa narodil ako dieťa zeme, aby sme sa my mohli narodiť ako nebeské deti, určené pre večnosť. V tajomstve Vianoc sú nebo a zem zjednotené v zmluve lásky, ako to predpovedal prorok Izaiáš vo svojich proroctvách, v ktorých sa nástroje vojny stanú nástrojmi mieru na kultiváciu zeme (Iz.2,4) a nepriateľov. zvieratá budú zmierené (Iz.11,6-8) s príchodom Emmanuela.

V Biblii je darom pokoja plnosť mesiášskych dobier: spravodlivosť, sloboda, zdravie, blahobyt, prosperita, radosť, plnosť života. Ježiš, ktorý je „Knieža pokoja“ (Iz 9,6) a „náš pokoj“ (Ef 2,14), je sprostredkovateľom pokoja podporovaného nádejou a oživovaného láskou. Pokoj, ktorý nám Pán zanecháva, je veľmi odlišný od toho, ktorý dáva svet na základe túžby po politickej a ekonomickej moci, na národnej hrdosti, na zákone najsilnejších, na útlaku slabších. Nie je to mier vďaka absencii konfliktov; nie je mier založený na hesle „ak chceš mier, priprav sa na vojnu“ alebo na druhom „urobili púšť a nazvali to mier“. Pokoj je výzva, ktorú je potrebné prijímať deň čo deň v neoddeliteľných dimenziách pokoja srdca so sebou samým, pokoj s ostatnými v rodine, vo vlastnom spoločenstve, medzi národmi a pokoj so stvorením. Tí, ktorí túžia po mieri, neničia, ale vytvárajú mosty solidarity a prijatia.

Tieto Vianoce by sme sa mali zaviazať, že sa budeme modliť za ukončenie špirály násilia a hukotu zbraní na Ukrajine a v iných častiach sveta a za začatie krokov k mieru založenému na spravodlivosti, ktorá obnovuje nádej.

Grammichele, 23. december 2022

 

+ Michele Pennisi

Emeritný arcibiskup Monreale

Cirkevný veľkoprior Vojenského a špitálneho rádu svätého Lazára Jeruzalemského

Vianočné pozdravy 2022

 

2022 GPA CHRISTMAS GREETINGS (1)

Christmas greetings PRC 2022 FINAL

CARTÃO DE NATAL 2022_PT

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Advetné posolstvo J.E. Mons. Mgr. Michele Pennisi, Emeritného arcibiskupa z Monreale, Cirkevný Veľkoprior , Vianoce 2022.

Originál :

EGP Advent 2022 EN final

Slovenský preklad:

Drahí bratia a sestry,
dejiny spásy, ku ktorým sa liturgia začína vracať prvou adventnou nedeľou, sú v podstate históriou
Božej iniciatívy, spomienkou na toľké príchody k človeku, ktorý spolu tvoria veľký advent, ktorý sa
rozprestiera od stvorenia až po jeho posledný príchod. Naša história a život každého z nás nečaká na
neistú budúcnosť, ktorá nás napĺňa úzkosťou, ale čaká na Príchod Krista, ktorý plní prorocké
prisľúbenia a napĺňa nás nádejou.
Napriek všetkým dramatickým situáciám prítomným v našom svete (rôzne vojny, násilie postihujúce
maloletých a ženy, nespravodlivosti a nezákonnosti, choroby a znečistenie prírody a ľudského
prostredia), kresťanská nádej nás uisťuje, že nejde o nezvratnú situáciu bez návratu, za predpokladu,
že budeme počúvať Slovo Božie a budeme sa pripravovať na neustále obrátenie.
Boh, práve preto, že je Ten, ktorý je vždy ten istý vo svojom kráľovstve nekonečného svetla, je tiež
Ten, ktorý prichádza, aby osvietil našu temnotu. Nielen dnes, ale vždy. Máme nielen očakávania, ale
aj spomienku na toho, kto už vstúpil do tajomstva Vianoc, na ktoré sa pripravujeme, na slávenie a
istotu prítomnosti Krista, ktorý kráča s nami a je na našej strane.
Nekonečná mesiášska éra spravodlivosti a pokoja, vyvolaná prorokmi, sa nezrodí až tak
z masívnych vojenských operácií a dobre organizovaných diplomatických dohôd, ale z
uctievania jediného Boha zo strany mužov a žien, ktorí sa rozhodnú kráčať vo svetle Slova
nášho Pána, uznávajúc ho ako jediného Otca a tak zakladať pravé univerzálne bratstvo. Naša
existencia má zmysel v tomto očakávaní Pánovho príchodu, ku ktorému sme povolaní byť
pripravený.
Kristov príchod je vždy bezprostredný príchod, ktorý si vyžaduje našu nepretržitú a radostnú bdelosť.
Keď príde Pán, sme povolaní vyjsť mu v ústrety. Boh prichádza k mužom a ženám, ktorí sa k nemu
vydali na cestu, tí, ktorí sú pripravení ho prijať. Naše stretnutie s Pánom nie je cestou vinníkov k
sudcovi, ktorý odsudzuje, ale cesta idúcich panien so zapálenými lampami smerom k Ženíchovi, ktorý
prichádza. Preto už nie je čas na spanie, ale čas pozorovať, rozpoznať znamenia prítomnosti Ježiša,
Krista, v našom živote.
Nemôžeme žiť zvyčajný život – jesť, piť, ženiť či vydávať sa – takto Pán nikdy nebude môcť prísť.
Príchod Pána dáva jedeniu a pitiu nový význam, čo treba robiť na chválu Boha a podeliť sa s tými,
ktorým chýba jedlo alebo oblečenie; nový význam manželstva, ktorý sa stáva znamením, ktoré
odkazuje na Kristovu lásku k Cirkvi, jeho Neveste; a koncepcia života ako cesta ku „Kristovi, ktorý
prichádza“, od ktorého získavame nový život, ako cesta k svätosti, ako neustálej bdelosti ako túžby
páčiť sa jedine Bohu. Aby sa človek nestratil alebo dezorientoval, je potrebné hľadať cesty Pánove a
nechať sa viesť jeho svetlom s vôľou stretnúť sa konaním dobrých skutkov s Pánom, ktorý prichádza.
Pozvanie svätého Pavla obliecť si brnenie svetla je pozvanie obliecť si Krista, aby sme mohli kráčať
v novosti života. Zbrane veriaceho, ktoré uviedol Pavol, sú:
– štít viery,
– prilba nádeje,
– pancier lásky a spravodlivosti,
– pás pravdy,
– topánky horlivosti,
– meč Slova Božieho.
Tvárou v tvár istote, že musíme predstúpiť pred Pána, ktorý nás bude súdiť v láske, nemôžeme
žiť šialený a banálny život pozostávajúci z rozptýlení a únikov, ktoré nás odcudzujú. Sme povolaní
prekonať vlažnosť, kompromis a nerozhodnosť. Sme povolaní šíriť univerzálne bratstvo, byť blízko
našim bratom a sestrám, ktorí potrebujú jedlo, oblečenie a starostlivosť a opustiť túto našu matku
Zem lepšie, ako sme ju našli.
Nech nám k tomu pomáha Pán, ktorý dnes prichádza, a Syn človeka, ktorý sa vráti na konci časov
a nech nám dá silu, aby sme boli bdelí v čakaní a vytrvalí v modlitbe, aktívni v láske, pripravení každý
deň obrátiť sa a byť svedkom toho, ktorý nás vykúpil.
Toto je dobrá správa o Božej láske pre všetkých.

+ Mgr. Michele Pennisi, Emeritný arcibiskup z Monreale, Cirkevný veľkoprior

Adventné posolstvo 2022.

MESSAGGIO DI AVVENTO 2022 DEL GRAN PRIORE ECCLESIATICO DELL’ORDINE DI SAN LAZZARO DI GERUSALEMME

(L’Annunciata – Antonello da Messina – olio su tavola 1475 – Palazzo Abatellis – Palermo)

Carissimi Confratelli e Consorelle dell’Ordine di san Lazzaro di Gerusalemme,

La storia della salvezza, che la liturgia comincia a ripercorrere con la prima domenica di Avvento, è essenzialmente storia d della iniziativa di Dio, memoria di tante sue «venute» verso l’uomo che, insieme riunite, formano il grande Avvento che si estende dalla creazione alla sua venuta finale. La nostra storia e la vita di ciascuno di noi non attende un futuro  incerto che ci riempie di inquietudine, ma attende l’Avvento di Cristo che realizza le promesse profetiche e che ci riempie di speranza.

Nonostante tutte le situazioni drammatiche presenti nella nostra città (le varie guerre, le violenze che riguardano i minori e le donne, le ingiustizie e le illegalità, le malattie e l’inquinamento dell’ambiente naturale e umano), la speranza cristiana ci assicura che non si tratta di una situazione irreversibile e senza ritorno, a condizione che ci poniamo in ascolto della Parola di Dio e ci disponiamo ad una conversione continua. Dio proprio perché è colui che è sempre lo stesso nel suo regno di luce infinita è anche «Colui che viene» per illuminare le nostre tenebre. Non solo oggi ma sempre. La nostra non è solo attesa, ma anche memoria di uno che è già venuto nel mistero del Natale che ci apprestiamo a celebrare e certezza della presenza di Cristo che cammina con noi, al nostro fianco.

L’era messianica di giustizia e di pace, infinita, evocata dai profeti, nascerà non tanto da operazioni militari imponenti e da accordi diplomatici ben orchestrati, ma dal culto dell’unico Dio da parte degli uomini e delle donne che decideranno di camminare nella luce della Parola del Signore riconoscendolo come l’unico Padre e fondando in questo modo la vera fraternità universale. La nostra esistenza ha senso in questa attesa della venuta del Signore, alla quale siamo chiamati ad essere preparati. La venuta di Cristo è una venuta sempre imminente che richiede la nostra vigilanza continua e gioiosa. Se il Signore viene noi siamo chiamati ad andargli incontro. Dio viene verso l’uomo, ma non lo incontra se non chi si fa trovare in cammino verso di lui, chi «sta pronto».

Il nostro andare incontro al Signore non l’andare del colpevole verso il giudice che condanna, ma l’andare delle vergini con le lampade accese verso allo Sposo che viene. Non è più tempo di dormire, ma di vegliare per riconoscere i segni della presenza di Gesù il Cristo nella nostra vita. Non possiamo vivere la solita vita, mangiando, bevendo, prendendo moglie e marito come se il Signore non dovesse venire mai. La venuta del Signore da un significato nuovo al mangiare e al bere che deve essere fatto nella lode a Dio e nella condivisione con chi manca del cibo o del vestito, da un significato nuovo al matrimonio che diventa segno che rimanda all’amore di Cristo per la Chiesa sua Sposa.

Dalla concezione della vita come cammino verso Cristo che viene deriva una vita nuova, come cammino verso la santità, come vigilanza continua, come desiderio di piacere solo a Dio. Per non perdersi o sbandarsi è necessario chiedere di conoscere le vie del Signore e di essere da Lui guidati dalla sua luce con la volontà di andare incontro con le buone opere al Signore che viene.

L’invito di San Paolo ad “ indossare le armi della luce” è l’invito a rivestirsi di Cristo per camminare in novità di vita. Le armi del credente indicate da Paolo sono: lo scudo della fede, l’elmo della speranza, la corazza della carità e della giustizia, la cintura della verità, i calzari dello zelo, la spada della Parola di Dio. Di fronte alla certezza di dover comparire davanti al Signore, che ci giudicherà sull’amore, non possiamo vivere una vita affannosa e banale fatta di dissipazioni che ci distraggono e di evasioni che ci alienano, di azioni sterili e di discussioni inutili. Siamo chiamati a superare la tiepidezza, il compromesso, l’indecisione. Siamo chiamati a diffondere la fratellanza universale, a farci vicini ai nostri fratelli e sorelle bisognosi di cibo, di vestiti e di cure, e a lasciare questa nostra madre terra migliore di come l’abbiamo trovato. 

Il Signore che viene oggi e il Figlio dell’uomo che tornerà alla fine dei tempi ci aiuti a guardare tutte le cose a partire dal loro fine ultimo e ci dia la forza di essere vigilanti nell’attesa ed assidui nella preghiera, operosi nella carità pronti ogni giorno a convertirci e ad essere testimoni della buona notizia dell’amore di Dio verso tutti.

Chiesa Capitolare del Gran Baliato di Sicilia in Monreale, 27 novembre 2022

+ Michele Pennisi Arcivescovo Emerito di Monreale

Gran Priore Ecclesiastico dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme


ADVENT MESSAGE 2022 FROM THE ECCLESIATIC GRAND PRIOR OF THE ORDER OF SAINT LAZARUS OF JERUSALEMM

(Virgin Annunciate – Antonello da Messina – oil on wood 1473 – Alte Pinakothek, Munich)

Beloved Brothers and Sisters of the Order of St Lazarus of Jerusalem,

The history of salvation, which the liturgy begins to retrace with the first Sunday of Advent, is essentially the history of God’s initiative, the memory of so many of his „comings“ to mankind which, together, form the great Advent that stretches from creation to his final coming. Our history and the life of each of us does not await an uncertain future that fills us with anxiety, but awaits the Advent of Christ that fulfils the prophetic promises and fills us with hope.

In spite of all the dramatic situations present in our city (the various wars, violence against children and women, injustice and lawlessness, disease and pollution of the natural and human environment), Christian hope assures us that this is not an irreversible situation with no return, provided that we listen to the Word of God and dispose ourselves to continuous conversion. God precisely because he is the one who is always the same in his reign of infinite light is also ‚the one who comes‘ to illuminate our darkness. Not only today but always. Ours is not only expectation, but also the memory of one who has already come in the mystery of the Christmas we are about to celebrate and the certainty of the presence of Christ who walks with us, at our side.

The messianic era of justice and peace, infinite, evoked by the prophets, will be born not so much by massive military operations and well-orchestrated diplomatic agreements, but by the worship of the one God by men and women who decide to walk in the light of the Word of the Lord, recognising him as the one Father and thus founding true universal brotherhood. Our existence has meaning in this waiting for the coming of the Lord, for which we are called to be prepared. The coming of Christ is an ever imminent coming that requires our constant and joyful vigilance. If the Lord comes, we are called to meet him. God comes towards man, but he does not meet him except he who makes himself available to him, he who ‚stands ready‘.

Our going to meet the Lord is not the going of the guilty man to the judge who condemns, but the going of virgins with lighted lamps to the Bridegroom who comes. It is no longer time to sleep, but to keep watch to recognise the signs of the presence of Jesus the Christ in our lives. We cannot live the usual life, eating, drinking, taking wife and husband as if the Lord would never come. The coming of the Lord gives a new meaning to eating and drinking that must be done in praise of God and in sharing with those who lack food or clothing, it gives a new meaning to marriage that becomes a sign that refers to Christ’s love for the Church his Bride.

From the conception of life as a journey towards Christ who comes comes a new life, as a journey towards holiness, as continuous vigilance, as a desire to please God alone. In order not to lose oneself or go astray, it is necessary to ask to know the ways of the Lord and to be guided by his light with the will to meet the coming Lord with good works.

St Paul’s invitation to „put on the weapons of light“ is an invitation to put on Christ in order to walk in newness of life. The weapons of the believer indicated by Paul are: the shield of faith, the helmet of hope, the breastplate of charity and justice, the belt of truth, the shoes of zeal, and the sword of the Word of God. Faced with the certainty of having to appear before the Lord, who will judge us on love, we cannot live a tedious and banal life made up of dissipations that distract us and evasions that alienate us, of sterile actions and useless discussions. We are called to overcome lukewarmness, compromise, indecision. We are called to spread universal brotherhood, to be close to our brothers and sisters in need of food, clothing and care, and to leave this mother earth of ours better than we found it. 

May the Lord who comes today, and the Son of Man who will return at the end of time, help us to look at all things from their ultimate end, and give us the strength to be vigilant in expectation and assiduous in prayer, industrious in charity, ready each day to convert and to be witnesses of the good news of God’s love for all.

Chapter Church of the Grand Bailiwick of Sicily in Monreale, 27 November 2022

 

+ Michele Pennisi Archbishop Emeritus of Monreale

Grand Ecclesiastical Prior of the Order of St. Lazarus of Jerusalem

Pozdrav a požehnanie od pápeža Tawdrosa II.

MESSAGGIO DI AUGURI DI S.S. PAPA TAWADROS II

In Sicilia, a Catania, da tempo esiste una comunità copta ortodossa che ha sede presso la Chiesa di San Giorgio, in Piazza Carlo Alberto, facente parte del neocostituito Consiglio Ecumenico delle Chiese di Catania.

La Chiesa Copta, di antichissima tradizione, nella sua componente ortodossa fa capo a Sua Santità Papa Tawadros II ed è retta a livello locale da Padre Pola el Akhmimi.

E’ con vero piacere e spirito di fratellanza, pertanto, che pubblichiamo il messaggio augurale inviato da Papa Tawadros II.

“Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Unico Dio. Amen

Tanti auguri di Buon Anno nuovo 2022 e Tanti auguri di Buon Natale.

Invio i miei auguri a tutte le Chiese Copte al di fuori dell’Egitto, in America, a Gerusalemme, in Africa e nei Paesi del Golfo, in Australia e in tutto il mondo.

Auguri a tutti i padri metropoliti ed ai vescovi, ai sacerdoti ed ai diaconi, ai monaci ed alle suore che prestano servizio al di fuori dei loro conventi, a tutte le famiglie copte, ai giovani ed ai bambini e a tutto il popolo copto.

Tanti auguri di Buon Anno nuovo a tutti voi.

La nascita di Gesù Cristo rappresenta una gioia immensa ogni anno e ci permette di osservare i messaggi che riceviamo a partire dalla stalla a Betlemme. E’ tutto un viaggio per compiere il salvataggio dell’animo dell’uomo dal peccato che ebbe origine con Adamo ed Eva: fu a causa di questo peccato che tutto il mondo ha aspettato chi lo salvava.

La nascita di Gesù Cristo ci dona tanti messaggi necessari alla nostra vita.

Il primo messaggio: la nascita è un nuovo inizio. Ricco di gioia e speranza.

Anche se l’anno scorso abbiamo commesso errori e peccati, cominciamo il nuovo anno con nuovi propositi.

Il secondo messaggio: è una nascita che ci dona la luce per la vita.

Il terzo messaggio: è un invito soprattutto ad essere più responsabili in tutte le nostre azioni quotidiane, sapendo bene che la nostra vita ha un senso importante per Dio.

Vi auguro una vita serena ed in salute e che Dio vi benedica in tutti i vostri giorni, anche se in questo momento stiamo affrontando alcune difficoltà a causa della pandemia, ma noi abbiamo grande fiducia e fede, così come disse Davide nel Salmo 27: il Signore è mia luce e mia salvezza, di che avrò paura?

Tanti auguri di Buon Natale a tutti voi, a Dio la gloria e la potenza ora e per sempre, Amen”.


MESSAGE OF GREETINGS FROM S.S. POPE TAWADROS II

In Catania, Sicily, there has long been a Coptic Orthodox community based at the Church of St George, in Piazza Carlo Alberto, which is part of the newly established Ecumenical Council of Churches in Catania.

The Coptic Church, of ancient tradition, in its orthodox component is under the authority of His Holiness Pope Tawadros II and is governed locally by Father Pola el Akhmimi.

It is with true pleasure and a spirit of brotherhood, therefore, that we publish the message of good wishes sent by Pope Tawadros II.

„In the name of the Father, the Son and the Holy Spirit, One God. Amen

Best wishes for a Happy New Year 2022 and a Merry Christmas.

I send my best wishes to all Coptic Churches outside Egypt, in America, in Jerusalem, in Africa and the Gulf countries, in Australia and all over the world.

Best wishes to all Metropolitan Fathers and Bishops, priests and deacons, monks and nuns serving outside their monasteries, all Coptic families, young people and children and all the Coptic people.

Best wishes for a Happy New Year to all of you.

The birth of Jesus Christ is an immense joy every year and allows us to observe the messages we receive from the stable in Bethlehem. It is all a journey to save man’s soul from the sin that originated with Adam and Eve: it was because of this sin that the whole world waited for the one who would save it.

The birth of Jesus Christ gives us many necessary messages for our lives.

The first message: the birth is a new beginning. Full of joy and hope.

Even if we made mistakes and sins last year, let us start the new year with new intentions.

The second message: it is a birth that gives us light for life.

The third message: it is an invitation above all to be more responsible in all our daily actions, knowing well that our life has an important meaning for God.

I wish you a peaceful and healthy life and may God bless you in all your days, even if at this moment we are facing some difficulties because of the pandemic, but we have great trust and faith, as David said in Psalm 27: the Lord is my light and my salvation, of what shall I fear?

Merry Christmas to you all, to God the glory and the power now and forever, Amen“.

Posolstvo Veľkého Sicílskeho Bailiwa pre začiatok roka 2022 J.E. Pino Zigale GCLJ -J.

MESSAGGIO DI CAPODANNO 2022 DEL GRAN BALÌ DI SICILIA DELL’ORDINE MILITARE E OSPEDALIERO DI SAN LAZZARO DI GERUSALEMME

(Cristo Pantocratore, Abside del Duomo di Monreale)

Carissimi Confratelli e Consorelle,

si chiude un altro anno vissuto nell’alternarsi di speranza e sconforto caratterizzato dal protrarsi dell’emergenza pandemica COVID 19 che credevamo di esserci lasciati alle spalle e che, negli ultimi giorni, sembra essersi riacutizzata con una violenza inaspettata.

La natura sembra volerci ricordare ancora una volta ciò che è scritto nel libro del Levitico: «Le terre non si potranno vendere per sempre, perché la terra è mia e voi siete presso di me come forestieri e inquilini» (Lv, 25, 23). Certo, questo non significa che l’uomo sia succube della terra e della vita; egli, per l’appunto, è chiamato ad intervenire su di esse, è chiamato a prendere l’iniziativa e a «coltivare», ma in un certo senso deve compiere un simile gesto – ecco in che cosa consiste la cifra stessa dell’umano – da forestiero e da inquilino, cioè sapendo anche «custodire».

Papa Francesco richiama la nostra attenzione sul fatto che «Noi non siamo Dio. La terra ci precede e ci è stata data» (Laudato si’, 67); insomma, ammesso e non concesso che ci sia un padrone, ammesso e non concesso che la logica del potere e del possesso sia sufficiente per leggere e interpretare il mistero dell’esistenza e della vita, questo padrone non può che essere Dio: l’uomo è un amministratore che riceve e che deve riconsegnare, tra l’altro e ancora una volta – è un tratto fondamentale del logos biblico – non tanto e non solo a Dio (in fondo Egli non ha bisogno di nulla: Dio, creando, ha donato la vita, non l’ha semplicemente prestata) quanto piuttosto agli altri uomini e soprattutto agli ultimi tra gli uomini.

Ma l’uomo, come sovente nella sua storia, è portato a rimuovere tutto ciò che gli ricorda la sua piccolezza e, quando la ragione si addormenta, si inebria del suo io e persegue disegni di effimera gloria, ergendosi a signore della vita e della morte, fino a quando quest’ultima non gli ricorda che anche è polvere ed è destinato a tornare nella polvere.

L’augurio che rivolgo a me stesso ed a Voi tutti è, pertanto, che l’esperienza che stiamo vivendo ci sia di sprone nel prendere coscienza della nostra pochezza e del comune destino che ci unisce come figli di un solo Padre e, per chi come noi è stato chiamato a seguire il Vangelo sotto la bandiera e con il carisma dell’Ordine di San Lazzaro, di sapere riconoscere negli ultimi i propri fratelli maggiori, operando ogni giorno per l’unità visibile della Chiesa di Cristo: Ut Unum sint!

 

Buon 2022!

 

Pino Zingale, GCLJ-J

Gran Balì di Sicilia dell’Ordine Militare e Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme

Priore del Venerando Capitolo dei Cavalieri di San Lazzaro in Monreale


NEW YEAR’S EVE 2022 MESSAGE OF THE GRAND BAILIFF OF SICILY OF THE MILITARY AND HOSPITALLER ORDER OF SAINT LAZARUS OF JERUSALEM

(The Virgin with Jesus and Saint Lazarus, 14th-15th century fresco, Church of San Lazzaro, Fidenza)

Dear Brothers and Sisters,

another year is drawing to a close, one that has been characterised by alternating hope and discouragement due to the continuation of the COVID 19 pandemic emergency, which we thought we had left behind and which, in recent days, seems to have flared up again with unexpected violence.

Nature seems to want to remind us once again of what is written in the book of Leviticus: „The land cannot be sold forever, for the land is mine, and you are with me as strangers and tenants“ (Lev 25:23). Of course, this does not mean that man is a slave to the land and to life; he is called to intervene in them, he is called to take the initiative and to „cultivate“, but in a certain sense he must carry out such a gesture – this is where the very essence of the human consists – as a stranger and as a tenant, that is, knowing how to „guard“ as well.

Pope Francis draws our attention to the fact that „We are not God. The earth precedes us and has been given to us“ (Laudato si‘, 67); in short, granted and not granted that there is a master, granted and not granted that the logic of power and possession is sufficient to read and interpret the mystery of existence and life, this master can only be God: man is a steward who receives and has to give back, among other things and once again – it is a fundamental feature of the biblical logos – not so much and not only to God (after all He does not need anything: God, by creating, gave life, not simply lent it) but rather to other men and especially to the least among men.

But man, as so often in his history, is inclined to remove everything that reminds him of his littleness and, when reason falls asleep, he becomes inebriated with his ego and pursues designs of ephemeral glory, setting himself up as lord of life and death, until the latter reminds him that he too is dust and is destined to return to dust.

My wish for myself and for all of you, therefore, is that the experience we are going through may encourage us to become aware of our own smallness and of the common destiny that unites us as children of one Father, and for those of us who have been called to follow the Gospel under the banner and with the charism of the Order of Saint Lazarus, to know how to recognise our elder brothers and sisters in the least, working every day for the visible unity of the Church of Christ: Ut Unum sint!

 

Happy 2022!

 

Pino Zingale, GCLJ-J

Grand Bailiff of Sicily of the Military and Hospitaller Order of St. Lazarus of Jerusalem

Prior of the Venerable Chapter of the Knights of St. Lazarus in Monreale

Vianočné posolstvo duchovného od ochrancu patriarchu Rádu sv. Lazara z Jeruzalema.

MESSAGGIO DI NATALE 2021 DEL PATRIARCA PROTETTORE SPIRITUALE DELL’ORDINE DI SAN LAZZARO DI GERUSALEMME

Carissime Dame e Cavalieri dell’Ordine di San Lazzaro!

In questo Santo Natale riflettiamo sul compiacimento di Dio di cui parla S. Paolo, dove afferma che: „Se infatti, mentre eravamo nemici di Dio, siamo stati riconciliati con lui mediante la morte del Figlio suo, quanto più, essendo stati riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita“ (Rm 5,10).

Il compiacimento di Dio si esprime attraverso l’incarnazione della Sua Parola per noi, per farci figli e per portare gioia e speranza nei nostri cuori, dove molti di noi, in luoghi diversi, sperimentano difficoltà e dolore.

Il compiacimento di Dio, ci spinge a rallegrarci gli uni verso gli altri, in particolare con quelli più lontani da noi, specialmente quelli che ci hanno fatto un torto, quelli che sono contro di noi, quelli che ci ostacolano.

Questo compiacimento è una opportunità ed occasione per la speranza, per la gioia e per ascoltare l’annuncio celeste: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama“ (Lc 2.14).

 

+ Youssef

Patriarca di Antiochia e di Tutto l’Oriente

della Chiesa Cattolica Greco-Melchita


CHRISTMAS MESSAGE 2021 OF THE PATRIARCH SPIRITUAL PROTECTOR OF THE ORDER OF SAINT LAZARUS OF JERUSALEM

Dear Ladies and Knights of the Order of St. Lazarus!

At Christmas this year, we reflect upon God’s compassion of which speaks St. Paul and says: “For if, while we were God’s enemies, we were reconciled to him through the death of his Son, how much more, having been reconciled, shall we be saved through his life” (Rom. 5: 10).

God’s compassion is expressed through the incarnation of his Word for our sake, to make us sons, and to bring about joy and hope to our hearts where many of us in many different places experience hardship and sorrow.

Let us this year show more compassion towards each other because in this compassion we share in God’s joy and we can sing with the angels: “Glory to God in the highest heaven, and on earth peace for those he favours” (Luke 2: 14).

+ Youssef

Patriarch of Antioch and All the East

of the Melkite Greek Catholic Church

Vianočný pozdrav zaslal Grand Comander Edward While , GCLJ, GLRLJ

Drahí bratia, sestry a priatelia.
Dovoľte mi prosím, aby som Vám i Vaším blízkym a rodinám čo najúprimnejšie poďakoval za vykonanú prácu a poslanie v Ráde svätého Lazára.
Želám Vám príjemné a pokojné prežitie Vianočných sviatkov – narodeninovou oslavou Nášho Pána Ježiša Krista v kruhu svojich najbližších a v Novom roku 2022 predovšetkým pevné zdravie, čo si myslím, že je v tejto neľahkej dobe najdôležitejšie.
V dokonalej úcte
Stanislav Holák
veľkoprior
P.S.: V prílohe Vám posielam Vianočný príhovor nášho veľkokomandéra Edwarda White s prekladom a príhovor cirkevného veľkopriora arcibiskupa J.E. Michele Pennisi.

Vianočné posolstvo 2021 Cirkevného Veľkopriora Rádu Svätého Lazara z Jeruzalema.

MESSAGGIO DI NATALE 2021 DEL GRAN PRIORE ECCLESIASTICO DELL’ORDINE DI SAN LAZZARO DI GERUSALEMME

(Antonello Gagini, Natività, 1526, Duomo di Pollina – Palermo)

Eccellenze, confratelli e consorelle dell’Ordine Militare e Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme,

Il Natale di Gesù che ci apprestiamo a celebrare è la festa che ci dà la certezza di essere amati gratuitamente e per sempre.

Il mistero del Natale del Figlio di Dio, diventato “Figlio dell’uomo”, è il fondamento di un popolo di figli nel Figlio unigenito di Dio e, di conseguenza, un popolo di fratelli e sorelle, che camminano insieme sulla stessa strada verso la stessa meta.

Il Natale non è una festa statica di tranquillità, che possiamo vivere isolati davanti al camino di casa o davanti ad uno schermo che ci fa sperimentare relazioni virtuali, ma una festa che ci mette tutti in movimento e in discussione.

La nascita di Gesù avviene nella modalità più movimentata. Maria e Giuseppe si sono messi in cammino dalla loro casa di Nazaret verso Betlemme, dove si sono dovuti rifugiare in una stalla” perché per loro non c’era posto nell’alloggio” (Lc.2,7).

Con l’angelo che si presenta ai pastori c’è tutta una moltitudine delle schiere celesti che scendono dal cielo sulla terra per lodare Dio e annunciare a tutti che la gloria di Dio nei cieli si coniuga con la pace in terra per gli uomini amati dal Signore.

I pastori, i primi a ricevere l’annuncio della nascita del Salvatore e recarsi senza indugio verso Betlemme, provano una grande gioia quando trovano il Bambino adagiato in una mangiatoia.

I Magi si mettono insieme in cammino da Oriente a Gerusalemme per cercare il re dei Giudei che è nato. Si convertono dai loro studi, lasciano le loro terre e partono dietro a una stella e dopo varie traversie provano una grandissima gioia nel trovare in una casa semplice dell’umile cittadina di Betlemme il Re Bambino a cui offrono i loro preziosi doni: l’oro simbolo della regalità che si pone al servizio degli altri, l’incenso simbolo della divinità che manifesta la sua tenera paternità, la mirra simbolo della umanità sofferente. I Magi rappresentano quanti, da ogni parte della terra, si muovono alla ricerca di Colui che viene a dare senso alla vita e alla storia.

Alla grotta di Betlemme non si va da soli, ma insieme come i pastori, come i magi, come la moltitudine degli angeli. Noi cristiani non siamo camminatori solitari, ma membri del popolo di Dio, compagni di viaggio che camminano insieme agli altri nella gioia dell’incontro fraterno e nella condivisione della propria esperienza di fede.

Anche noi siamo chiamati in questo Natale ad abbandonare le nostre abitudini stanche e le nostre false sicurezze, a metterci in cammino tra di noi e con tutti oltre i confini delle nostre chiese e delle nostre case per raggiungere le donne e gli uomini, che, anche se provati, affaticati, smarriti per la pandemia e per drammi dell’esistenza, coltivano nel proprio cuore la passione per la ricerca della verità, la sete della giustizia, il desiderio di una felicità non effimera.

Noi cristiani, definiti fin dall’inizio “quelli della via” (cfr. At 9, 2), siamo chiamati ad incarnare il metodo di Dio, che cammina nella storia e condivide le vicende tristi e liete dell’umanità, seguendo Gesù Cristo, che è Via, Verità e Vita.

Il Natale sia per tutti noi un tempo di contemplazione nel silenzio adorante del mistero dell’Incarnazione, di incontro con Dio e con i fratelli e sorelle, di ascolto della Parola di Dio e delle parole degli uomini, di discernimento dei segni dei tempi, con l’attenzione concreta agli altri, ai più piccoli, agli ultimi, a coloro che non riescono a camminare come noi e con noi.

Tutti i membri dell’Ordine Ospedaliero di San Lazzaro siamo chiamati ad accogliere e servire Gesù Cristo nei malati, nei lebbrosi, nei piccoli, nei poveri, nei profughi, negli ultimi.

Regaliamo a Gesù nel suo compleanno la nostra testimonianza di vita gioiosa facendoci annunciatori e testimoni della buona notizia dell’amore misericordioso di Dio per tutti.

L’augurio che rivolgo a tutti è quello che ognuno accolga con una grande fede Gesù Cristo, il vero festeggiato, che rischiamo di dimenticare, abbagliati dalle luci artificiali e storditi dai rumori delle nostre città.

Monreale 19 dicembre 2021

Michele Pennisi, GCLJ

Arcivescovo di Monreale e Abate di Santa Maria del Bosco

Gran Priore Ecclesiastico dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme


CHRISTMAS MESSAGE 2021 OF THE GRAND ECCLESIASTICAL PRIOR OF THE ORDER OF SAINT LAZARUS OF JERUSALEM

(Andrea della Robbia, Natività, 1487, Chiesa di Santa Maria, Militello in Val di Catania – Catania)

Your Excellencies, Brothers and Sisters of the Military and Hospitaller Order of St Lazarus of Jerusalem,

The Christmas of Jesus that we are about to celebrate is the feast that gives us the certainty of being loved gratuitously and forever.

The mystery of the Christmas of the Son of God, who became the „Son of Man“, is the foundation of a people of sons in the only Son of God and, consequently, a people of brothers and sisters, walking together on the same road towards the same goal.

Christmas is not a static feast of tranquillity, which we can live isolated in front of the fireplace at home or in front of a screen that lets us experience virtual relationships, but a feast that puts us all in motion and in discussion.

The birth of Jesus takes place in the most animated way. Mary and Joseph set out from their home in Nazareth towards Bethlehem, where they had to take refuge in a stable „because there was no room for them in the dwelling“ (Lk.2,7).

With the angel presenting himself to the shepherds there is a whole multitude of the heavenly hosts descending from heaven to earth to praise God and announce to all that the glory of God in heaven is combined with peace on earth for those loved by the Lord.

The shepherds, the first to receive the announcement of the Saviour’s birth and to go without delay to Bethlehem, feel great joy when they find the Child lying in a manger.

The Magi set out together from the East to Jerusalem to look for the King of the Jews who was born. They converted from their studies, left their lands and set off following a star. After various vicissitudes, they experienced great joy when they found the Child King in a simple house in the humble town of Bethlehem, to whom they offered their precious gifts: gold, the symbol of royalty at the service of others, incense, the symbol of divinity manifesting its tender paternity, and myrrh, the symbol of suffering humanity. The Magi represent all those who, from all parts of the world, are searching for the One who comes to give meaning to life and history.

We do not go to the grotto of Bethlehem alone, but together, like the shepherds, like the Magi, like the multitude of angels. We Christians are not solitary walkers, but members of God’s people, fellow travellers who walk together with others in the joy of fraternal encounter and in sharing our own experience of faith.

This Christmas we too are called to abandon our tired habits and our false security, to set out among ourselves and with everyone beyond the confines of our churches and our homes to reach out to the women and men who, even if tried, fatigued, lost because of the pandemic and the dramas of existence, cultivate in their hearts a passion for the search for truth, a thirst for justice, a desire for a non-permanent happiness.

We Christians, defined from the beginning as „those of the way“ (cf. Acts 9:2), are called to incarnate the method of God, who walks in history and shares the sad and happy events of humanity, following Jesus Christ, who is the Way, the Truth and the Life.

May Christmas be for all of us a time of contemplation in the adoring silence of the mystery of the Incarnation, of encounter with God and with our brothers and sisters, of listening to the Word of God and the words of men, of discerning the signs of the times, with concrete attention to others, to the least, to those who cannot walk like us and with us.

All the members of the Hospitaller Order of St Lazarus are called to welcome and serve Jesus Christ in the sick, the lepers, the little ones, the poor, the refugees, the last ones.

Let us give to Jesus on his birthday our witness of joyful life by being heralds and witnesses of the good news of God’s merciful love for all.

My wish for everyone is that each of us may welcome with great faith Jesus Christ, the true birthday boy, whom we risk forgetting, dazzled by artificial lights and stunned by the noise of our cities.

Monreale 19 December 2021

Michele Pennisi

Archbishop of Monreale and Abbot of Santa Maria del Bosco

Ecclesiastical Grand Prior of the Order of St Lazarus of Jerusalem

Vianočné a novoročné prianie 2021 od Petra Jíleka GCLJ, KMLJ

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Vianočný pozdrav z Veľkopriorátu Maďarsko J.E. Evy Nyáry.

Nový dar školám v pôsobnosti Spišskej diecézy.

V októbri  2021 sme opäť už po tretí krát darovali základným a stredným školám na území Spišskej diecézy učebné pomôcky a učebnice pre učiteľov na podporu výuky  anglického jazyka v období kedy  má Covid výrazne negatívne dopady aj na školstvo a úroveň vzdelávania na Slovensku .

Poďakovanie za pomoc.

Thank You Letter

Poďakovanie od Strednej priemyselnej školy technickej v Sp. Novej Vsi.

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