MESSAGGIO DI NATALE 2020 DEL GRAN PRIORE ECCLESIASTICO DELL’ORDINE MILITARE E OSPEDALIERO DI SAN LAZZARO DI GERUSALEMME
(Natività di Gesù, 1526, Gagini, Duomo di Pollina)
Carissimi Confratelli e Consorelle,
Ci potremmo domandare che senso ha celebrare il Natale in questo periodo di pandemia dal covid-19, in una società caratterizzata dalla mancanza di speranza, dal ripiegamento individualistico, dall’incertezza per il presente e il futuro e dalla diffidenza del prossimo, da desideri individuali trasformati in diritti a prescindere dai doveri, da libertà senza responsabilità.
La pandemia facendoci scoprire le nostre false sicurezze e la nostra incapacità di vivere insieme, tuttavia ci aiuta a comprendere che abbiamo bisogno gli uni degli altri e di Qualcuno che dia un senso profondo alla nostra vita. Anche per noi c’è il rischio di considerare il Natale come una festa tradizionale che dimentica il festeggiato. Nulla uccide l’amore più dell’abitudine, nulla ci distoglie dalla fede più della pigrizia spirituale e di una religiosità disincarnata dalla vita reale.
(L’Annunciazione, 1545, Gagini, Chiesa di Sant’Oliva ad Alcamo)
Dio non permane relegato tra le nuvole, ma si fa uomo con gli uomini e nostro compagno di viaggio per intraprendere con noi un cammino che dà senso alla vita e alla morte. Il Natale, che ci presenta il paradosso di un Dio che si rende visibile in un bambino nato da una donna, non è un evento del passato, ma un mistero che si è reso presente nella storia e che continua, è l’annunzio della nascita di un uomo nuovo, che è venuto a ricostruire un mondo nuovo, dove c’è spazio per tutto ciò che è autenticamente umano, per la santità quotidiana che ci dà la gioia di fare in modo straordinario le cose di tutti i giorni.
Come cristiani siamo chiamati a diffondere la bellezza della musica del Natale che non può esaurirsi nei tradizionali canti natalizi, nei rintocchi delle campane che suonano a festa per riecheggiare il canto degli angeli, ma deve continuare nella testimonianza di una vita rinnovata alla luce della bella notizia dell’amore di Dio per l’umanità. Per papa Francesco “se la musica del Vangelo smette di vibrare nelle nostre viscere, avremo perso la gioia che scaturisce dalla compassione, la tenerezza che nasce dalla fiducia, la capacità della riconciliazione che trova la sua fonte nel saperci sempre perdonati-inviati. Se la musica del Vangelo smette di suonare nelle nostre case, nelle nostre piazze, nei luoghi di lavoro, nella politica e nell’economia, avremo spento la melodia che ci provocava a lottare per la dignità di ogni uomo e donna” (Fratelli tutti, n.277).
Il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio ci dice che la nostra vita è inserita in quella di Dio e ci aiuta a fare memoria della tenerezza e della grandezza dell’amore di Gesù, che ci ama fino a unirsi a noi, perché anche noi possiamo unirci a Lui. Gesù bambino ci porta il sorriso di Dio, venuto a partecipare alle nostre piccole gioie ad asciugare le nostre lacrime. Quel sorriso è la più grande energia per ricominciare a costruire una società a misura d’uomo aperta al futuro, perché conforme al disegno di Dio. A partire dal mistero del Natale siamo invitati a coinvolgerci nella storia della salvezza, a sentirci contemporanei di Gesù Cristo, che è vivo e presente in questo terzo millennio dopo la sua nascita.
Ognuno di noi per rendere credibile il mistero del Natale è chiamato ad essere annunciatore di questa Bella Notizia a tutti, testimoniando il suo amore con concrete azioni di misericordia a servizio dei fratelli e nelle sorelle più bisognosi ed in particolare degli ammalati, secondo la tradizione del nostro Ordine.
Il Natale fonda quella che papa Francesco chiama “la mistica della fraternità”, perché ci dà la certezza e la gioia che Dio è con noi e noi siamo con Lui, tutti figli dello stesso Padre e fratelli e sorelle fra di noi, perché fratelli e sorelle di quel Bambino Figlio di Dio e della Vergine Maria, che genera noi ora ad una novità di vita.
Michele Pennisi
Arcivescovo di Monreale
Gran Priore Ecclesiastico dell’Ordine Militare e Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme
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