Dom sv. Lazára v Martine
Dňa 3.6.2022 sa uskutočnil deň otvorených dverí v Dome sv. Lazara v Martine .
Príhovor J.E. Veľkopriora Capt. Stanislava HolákaPhD. GCLJ počas dňa otvorených dverí pri vysvätení kaplnky sv. Lazara.
Deň otvorených dverí v Dome sv. Lazara .
https://www.martin.sk/den-otvorenych-dveri-v-neziskovej-organizacii-benetrix-n-o/d-83857
Bulharské ortodoxné slávnosti v Ríme svätých Cyrila a Metoda v ekumenickom duchu.
CELEBRAZIONI ORTODOSSE BULGARE A ROMA DEI SANTI CIRILLO E METODIO IN SPIRITO ECUMENICO
Celebrazioni al più alto livello ecclesiastico, politico e diplomatico nelle basiliche pontificie di Roma.
Santa Liturgia nella Basilica Papale di San Clemente e venerazione delle reliquie e la tomba di San Costantino-Cirillo Filosofo, Preghiera sulla tomba di santo papa Giovanni Paolo II e Preghiera di ringraziamento nella Cappella dei Santi Fratelli Cirillo e Metodio e San Benedetto nella Cripta dei papi nella Basilica Vaticana di San Pietro.
Dopo alte trattative diplomatiche e personalmente con il permesso di Sua Santità Papa Francesco e l’assistenza del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani in Vaticano, per il secondo anno consecutivo, il 24 maggio scorso, Giornata dei Santi Fratelli Cirillo e Metodio, l’alfabeto bulgaro, l’istruzione e la cultura e la letteratura slava si sono svolte le le celebrazioni ecclesiastiche e diplomatiche della Chiesa Ortodossa bulgara a Roma.
Queste feste si realizzano come una memoria storia e un riflesso spirituale dell’antica prassi liturgica dal IX sec. del tempo dei Santi Fratelli Cirillo e Metodio, relativa al trasferimento delle reliquie di San Clemente Papa da parte dei Santi fratelli Cirillo e Metodio ed alla consacrazione dei libri slavi sull’altare della Basilica di Santa Maria Maggiore, con l’ordinazione episcopale di San Metodio e sacerdotale dei loro discepoli per il loro ministero ecclesiastico a Roma, Bulgaria e Moravia realizzato con la benedizione e personalmente svolto da papa Adriano II.

Dopo un approfondito studio scientifico delle antiche testimonianze scritte delle fonti, il Prof. Ivan Ivanov, Responsabile per l’Ecumenismo del Gran Baliato di Sicilia dell’Ordine di San Lazzaro, ha proposto al Metropolita Antonio il restauro di questo antico rito che, dopo più di 1200 anni, si realizza a gloria dei Santi Fratelli Cirillo e Metodio e come prova della loro attività diplomatica, ecclesiastica, educativa, liturgica e missionaria, per l’unità della Chiesa e il collegamento tra Oriente e Occidente.
La mattina del 23 maggio Sua Eminenza Antonio, Metropolita dell’Europa Centrale e Occidentale presso la Chiesa Ortodossa Bulgara – Patriarcato Bulgaro insieme all’Arciprete Prof. Dr. Ivan Ivanov ha celebrato la Santa Liturgia nella Basilica Papale di San Clemente a Roma.
All’evento di Roma hanno partecipato il Primo Ministro bulgaro Kiril Petkov, ministri e rappresentanti dei parlamentari bulgaro e italiano, nonché Sua Eccellenza il Sig. Todor Stoyanov, Ambasciatore di Bulgaria presso la Repubblica Italiana, la Repubblica di San Marino e Malta; Sua Eccellenza il Sig. Todor Patashev, Ambasciatore di Bulgaria presso la Santa Sede e l’Ordine di Malta, una delegazione proveniente dalla Bulgaria, clero, diplomatici, ospiti e fedeli cristiani di Bulgaria e di tutta l’Europa.

A nome della Santa Sede erano presenti i rappresentanti del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, delle Pontificie Università, dell’Almo Collegio Capranica e della Comunità Cattolica Bulgara in Bulgaria.
Nello stesso giorno, dopo un’udienza con Papa Francesco, la delegazione governativa ed ecclesiastica bulgara ha reso omaggio alla tomba di Papa Giovanni Paolo II per il suo contributo alla Bulgaria e ha offerto una preghiera comune. Per l’arciprete Ivanov, questa è anche una gioia spirituale personale, perché è stato interprete di papa Giovanni Paolo II in Bulgaria nel 2002 e di papa Francesco nel 2019 durante i loro incontri con l’allora patriarca di Bulgaria Maxim e l’attuale patriarca Neofite ed il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa bulgara.
Il culto della tomba di San Cirillo Filosofo nei giorni intorno al 24 maggio è un evento ecclesiastico e statale di altissimo rango. Nella nuova storia viene tradizionalmente eseguita dopo l’inaugurazione delle reliquie del santo miniatore slavo-bulgaro e diviene una cerimonia di stato ai tempi di papa Giovanni Paolo VI.
La mattina del 24 maggio il Prof. Dr. Arciprete Ivan Ivanov ha pregato nella Cappella dei Patroni d’Europa, Santi Cirillo e Metodio, e di San Benedetto nella Cripta dei Papi nella Basilica Vaticana di San Pietro. Questa preghiera di ringraziamento fa parte delle celebrazioni in occasione della missione di Cirillo e Metodio, che i bulgari in Italia celebrano con grande solennità.
All’evento hanno partecipato Sua Eccellenza il Sig. Bogdan Patashev, Ambasciatore di Bulgaria presso la Santa Sede e l’Ordine di Malta, amministratori della Comunitá ortodossa bulgara a Roma „Sveti Sedmichislenizi“ e bulgari. Allo stesso tempo, tutti i presenti alla Preghiera hanno avuto l’opportunità di venerare le reliquie di San Pietro Apostolo.
L’opera dei Santi Cirillo e Metodio è un vero esempio di missione ecclesiastica, diplomatica, liturgica ed educativa e, contestualmente, di collegamento tra Oriente e Occidente, direttamente collegata alla politica ecclesiastica e statale della Bulgaria nel Medioevo ed è un esempio di unità, unanimità, fratellanza e sacrificio in nome del più perfetto comandamento del Signore Gesù Cristo „amare uno un altro come io ti ho amato“ (cfr Gv 13,34) perché tutti siano un solo Corpo (cfr Gv 17,21) e una sola Chiesa in Cristo.
Questo è il messaggio per tutta l’umanità ed, in particolare, per i bulgari: essere servitori uniti e costanti della volontà salvifica di Dio per la pace, l’uguaglianza e l’unità spirituale in tempi di differenza, guerra e prova, come i Santi Fratelli e i loro discepoli erano nella loro eguale missione apostolica. Questi sono esempi chiari per i cristiani moderni: mettere da parte le differenze, l’orgoglio, la divisione e l’inimicizia tra di loro e, come seguaci di Cristo, dare tutta la loro forza per la salvezza delle anime umane.
BULGARIAN ORTHODOX CELEBRATIONS IN ROME OF SAINTS CYRIL AND METHODIUS IN AN ECUMENICAL SPIRIT

Celebrations at the highest ecclesiastical, political and diplomatic level in the papal basilicas of Rome.
Holy Liturgy in the Papal Basilica of St. Clement and veneration of the relics and the tomb of St. Constantine Cyril the Philosopher, Prayer at the tomb of St. Pope John Paul II and Prayer of Thanksgiving in the Chapel of the Holy Brothers Cyril and Methodius and St. Benedict in the Crypt of the Popes in St. Peter’s Vatican Basilica.
After high diplomatic negotiations and personally with the permission of His Holiness Pope Francis and the assistance of the Pontifical Council for the Promotion of Christian Unity in the Vatican, for the second year in a row, on 24 May, the Day of Saints Brothers Cyril and Methodius, the Bulgarian alphabet, education and Slavic culture and literature, the ecclesiastical and diplomatic celebrations of the Bulgarian Orthodox Church in Rome took place.
These celebrations take place as a historical memory and spiritual reflection of the ancient liturgical practice from the 9th century. of the time of the Holy Brothers Cyril and Methodius, relating to the transfer of the relics of St Clement Pope by the Holy Brothers Cyril and Methodius and the consecration of the Slavic books on the altar of the Basilica of St Mary Major, with the episcopal ordination of St Methodius and priestly ordination of their disciples for their ecclesiastical ministry in Rome, Bulgaria and Moravia carried out with the blessing and personally performed by Pope Adrian II.
After an in-depth scientific study of the ancient written testimonies of the sources, Prof. Ivan Ivanov, Responsible for Ecumenism of the Grand Bailiwick of Sicily of the Order of St. Lazarus, proposed to Metropolitan Anthony the restoration of this ancient rite which, after more than 1200 years, is carried out to the glory of the Holy Brothers Cyril and Methodius and as proof of their diplomatic, ecclesiastical, educational, liturgical and missionary activity, for the unity of the Church and the connection between East and West.

On the morning of 23 May, His Eminence Anthony, Metropolitan of Central and Western Europe at the Bulgarian Orthodox Church – Bulgarian Patriarchate together with Archpriest Prof. Dr. Ivan Ivanov celebrated the Holy Liturgy in the Papal Basilica of St. Clement in Rome.
The event in Rome was attended by the Bulgarian Prime Minister Kiril Petkov, Bulgarian and Italian ministers and parliamentary representatives, as well as His Excellency Mr. Todor Stoyanov, Ambassador of Bulgaria to the Republic of Italy, the Republic of San Marino and Malta; His Excellency Mr. Todor Patashev, Ambassador of Bulgaria to the Holy See and the Order of Malta, a delegation from Bulgaria, clergy, diplomats, guests and Christian faithful from Bulgaria and all over Europe.
Representatives of the Pontifical Council for the Promotion of Christian Unity, the Pontifical Council for Interreligious Dialogue, the Pontifical Universities, the Almo Collegio Capranica and the Bulgarian Catholic Community in Bulgaria were present on behalf of the Holy See.
On the same day, after an audience with Pope Francis, the Bulgarian governmental and ecclesiastical delegation paid homage at the tomb of Pope John Paul II for his contribution to Bulgaria and offered a common prayer. For Archpriest Ivanov, this is also a personal spiritual joy, as he was an interpreter for Pope John Paul II in Bulgaria in 2002 and Pope Francis in 2019 during their meetings with the then Patriarch of Bulgaria Maxim and the current Patriarch Neofite and the Holy Synod of the Bulgarian Orthodox Church.

The cult of the tomb of St Cyril the Philosopher on the days around 24 May is an ecclesiastical and state event of the highest order. In the new history, it is traditionally performed after the unveiling of the relics of the Slavic-Bulgarian illuminator saint and became a state ceremony in the time of Pope John Paul VI.
On the morning of 24 May, Prof. Dr. Archpriest Ivan Ivanov prayed in the Chapel of the Patrons of Europe, Saints Cyril and Methodius, and St. Benedict in the Crypt of the Popes in St. Peter’s Vatican Basilica. This prayer of thanksgiving is part of the celebrations on the occasion of the mission of Cyril and Methodius, which Bulgarians in Italy celebrate with great solemnity.

The event was attended by His Excellency Mr. Bogdan Patashev, Ambassador of Bulgaria to the Holy See and the Order of Malta, administrators of the Bulgarian Orthodox Community in Rome „Sveti Sedmichislenizi“ and Bulgarians. At the same time, all those present at the Prayer had the opportunity to venerate the relics of St. Peter the Apostle.
The work of Saints Cyril and Methodius is a true example of an ecclesiastical, diplomatic, liturgical and educational mission and, at the same time, a link between East and West, directly connected to the ecclesiastical and state policy of Bulgaria in the Middle Ages and an example of unity, unanimity, brotherhood and sacrifice in the name of the most perfect commandment of the Lord Jesus Christ „to love one another as I have loved you“ (cf. Jn 13:34) so that all may be one Body (cf. Jn 17:21) and one Church in Christ.
This is the message for all mankind and, in particular, for Bulgarians: to be united and constant servants of God’s saving will for peace, equality and spiritual unity in times of difference, war and trial, as the Holy Brothers and their disciples were in their equal apostolic mission. These are clear examples for modern Christians: set aside differences, pride, division and enmity among themselves and, as followers of Christ, give all their strength for the salvation of human souls.
Nové memorandum o porozumení podpísané medzi štruktúrami zdravotníctva San Lazzaro Onlus, Samo Onlus a Karol pre poskytovanie domácej starostlivosti.
FIRMATO UN NUOVO PROTOCOLLO D’INTESA TRA LA SAN LAZZARO ONLUS, LA SAMO ONLUS E LA KAROL STRUTTURE SANITARIE PER L’EROGAZIONE DELLE CURE DOMICILIARI
(a sinistra l’avv. Marco Zummo, Presidente della Karol, al centro il dr. Giuseppe Canzone, Presidente della San Lazzaro Onlus
ed a destra il dr. Luigi Zancla, Presidente della Samo)
Il progetto “Sanità Solidale”, avviato nel settembre 2021, ha registrato un ulteriore sviluppo con la firma di un protocollo d’intesa tra la San Lazzaro Onlus, la Karol e la Samo Onlus, avvenuto nei giorni scorsi.
La “San Lazzaro Onlus” e la “Samo Onlus”, Associazione non lucrativa di utilità sociale accreditata SSR, hanno stipulano un protocollo d’intesa finalizzato alla erogazione gratuita di prestazioni sanitarie domiciliari a favore delle persone che non dispongono di una assistenza sanitaria a carico del SSN. Tali prestazioni domiciliari saranno erogate con la piena integrazione dei Confratelli Soci della “San Lazzaro Onlus” e delle Strutture Sanitarie del “Gruppo Karol Strutture Sanitarie” e della Samo Onlus.
Ai fini della individuazione dei soggetti destinatari delle prestazioni ci si avvarrà anche della CARITAS, nelle sue varie articolazioni diocesane, secondo termini e modalità che saranno concordate con le strutture locali.
In particolare, la Samo Onlus erogherà, in accordo ed in sinergia con la San Lazzaro Onlus e la Karol, le seguenti prestazioni sanitarie: assistenza domiciliare ai pazienti affetti da patologie neoplastiche che non si possono più avvalere di cure attive ed ai pazienti affetti da patologie neurodegenerative (es. SLA) o altro tipo di patologie croniche definitive in fase palliativa/terminale.
NEW MEMORANDUM OF AGREEMENT SIGNED BETWEEN SAN LAZZARO ONLUS, SAMO ONLUS AND KAROL HEALTHCARE FACILITIES FOR THE PROVISION OF HOME CARE

(left lawyer Marco Zummo, President of Karol, centre Dr Giuseppe Canzone, President of San Lazzaro Onlus
and on the right Dr Luigi Zancla, President of Samo)
The ‚Sanità Solidale‘ project, launched in September 2021, has undergone a further development with the signing of a memorandum of agreement between San Lazzaro Onlus, Karol and Samo Onlus in recent days.
The ‚San Lazzaro Onlus‘ and the ‚Samo Onlus‘, a non-profit association of social utility accredited by the SSR, have signed a memorandum of agreement aimed at providing free home healthcare services to people who do not have healthcare assistance paid for by the SSN. These home care services will be provided with the full integration of the Brother Members of the „San Lazzaro Onlus“ and the „Karol Group Health Facilities“ and the Samo Onlus.
The CARITAS, in its various diocesan branches, will also be used to identify the recipients of the services, in accordance with terms and procedures to be agreed with the local structures.
In particular, Samo Onlus will provide, in agreement and in synergy with San Lazzaro Onlus and Karol, the following healthcare services: home care for patients suffering from neoplastic pathologies that can no longer avail themselves of active treatment and for patients suffering from neurodegenerative pathologies (e.g. ALS) or other types of definitive chronic pathologies in the palliative/terminal phase.
Výmena posolstiev medzi rímskym pápežom a alexandrijským pápežom pri príležitosti 9. dňa priateľstva medzi koptmi a katolíkmi.
SCAMBIO DI MESSAGGI TRA IL PAPA DI ROMA ED IL PAPA DI ALESSANDRIA IN OCCASIONE DELLA IX GIORNATA DELL’AMICIZIA FRA COPTI E CATTOLICI
(Uno degli incontri tra Papa Francesco e Papa Tawadros)
Lo scorso 10 maggio 2022, in occasione della IX giornata dell’amicizia tra Copti e Cattolici, è avvenuto il consueto scambio di messaggi fra il Papa di Roma ed il Papa di Alessandria.
Messaggio di auguri di Sua Santità Papa Tawadros II a Sua Santità Papa Francesco
Carissimo fratello in Cristo
Sua Santità Papa Francesco
E’ per me un piacere poter fare gli auguri a Vostra Santità per la risurrezione del nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo, che con la sua morte distrusse la nostra morte e con la sua resurrezione ci resuscitò.
È la resurrezione di Cristo che ci guida a sopportare la sofferenza, come fu detto dai profeti: “Il Cristo avrebbe dovuto soffrire e che, primo tra i risorti da morte, avrebbe annunciato la luce al popolo e alle genti” (Atti degli Apostoli 26:23). Quella luce ci illumina per conoscerlo e sperimentarlo nella nostra vita, in ogni giorno e in ogni ora, così Paolo Apostolo: “perché io possa conoscere lui, la potenza della sua resurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte” (Filippesi 3:10).
Ci tengo anche a chiedere della sua salute carissima Santità, prego il nostro buono e amato Dio nel darle forza e salute tanta quanta la sua forza spirituale, e nel concederle lunga vita piena di buoni frutti: trenta, sessanta e cento.
Nell’ambito della nostra celebrazione della Giornata dell’Amore Fraterno, il 10 maggio di ogni anno, mi congratulo con Vostra Santità e l’intera Chiesa cattolica; mi congratulo anche con la mia Chiesa Copta in questo giorno della memoria che è diventato una tradizione, perché è secondo il cuore del Signore Gesù: “L’amore del Cristo infatti ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro.” (2 Corinzi 5:14-15)
Con questa celebrazione fraterna, l’amore di Cristo appare in noi, e ci delinea. La nostra celebrazione resta legata al tempo della Pasqua, durante la quale si è manifestato l’amore di Cristo per tutti noi.
La nostra gioia aumenta in questo giorno di quest’anno perché arriva dopo un lungo fermo degli ultimi due anni a causa della diffusione della pandemia, che ha coinvolto il mondo intero e ha causato milioni di vittime e centinaia di milioni di feriti. Possa il Signore Cristo salvare Vostra Santità da ogni male.
L’amore non si ferma davanti a nessun confine, ma si estende fino a comprendere la nostra società nel quale viviamo insieme, cristiani e musulmani nell’amore reciproco, sia a livello popolare che a livello istituzionale.
La Casa Famiglia è un’istituzione che unisce uomini di religione cristiana e islamica, uomini e donne di pensiero e di influenza con lo scopo di arrivare ad una vicinanza e comprensione raffigurate in una cornice di amore. D’altra parte, gli sforzi del Consiglio delle Chiese d’Egitto fatica a coordinarsi tra le varie Chiese in Egitto per unificare il lavoro di servizio alla nostra società e per diffondere in essa la cultura dell’amore e della pace. Chiedo anche a Vostra Santità di pregare profondamente per il successo della riunione dell’Assemblea Generale del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente (MECC), che si terrà questo mese in Egitto ed è la prima volta che verrà ospitato dalle nostre Chiese Copte Ortodosse.
Preghiamo e chiediamo con fede l’intercessione della Madonna, Regina di tutti, e Orgoglio della Nostra Razza, la Vergine Santa Maria, che l’incontro riesca a sviluppare lo spirito di amore e di pace, soprattutto nelle zone di conflitto, non solo in Medio Oriente, ma in tutto il mondo e nella crisi ucraina, che speriamo finisca presto.
Pertanto, quando sarà il momento: “Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno” (Ebrei 4:16)
Avendo questo stesso desiderio di avanzare con coraggio difronte al trono della grazia e con buona coscienza davanti a Cristo, ci sforziamo con tutte le nostre forze nell’affrontare le debolezze contemporanee e i mali che stanno aumentando di giorno in giorno a causa del mondo che si allontana dal sole della giustizia, il Signore Gesù; che faceva girare il mondo su se stesso in una grande oscurità, senza riconoscere direzioni, ma annegando nel distorcere la sublime natura umana la quale è a immagine e somiglianza di Dio, creando convinzioni deliranti sull’omosessualità, le relazioni impure, il transgenderismo, la disintegrazione familiare e l’ateismo.
“Infatti, le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute. Essi, dunque, non hanno alcun motivo di scusa …Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti” (Romani 1:20-22)
Per questo chiedo anche a Vostra Santità di pregare molto con noi perché Dio tolga dal mondo questi mali e mandi servitori per il raccolto delle sue molteplici generazioni; Servi del Verbo che illumineranno il mondo con la luce della sua resurrezione e guideranno le generazioni con l’esempio e l’amore. Generazioni, della cui salvezza siamo responsabili davanti al Salvatore. Preghiamo per i servi che procedano con l’esempio del loro Maestro con umiltà e amore incondizionato. Preghiamo per i servi nei quali “Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore” (Ebrei 4:12).
Infine, rinnovo i miei auguri a Vostra Santità per Giorno della Resurrezione e per Giorno dell’Amore Fraterno, augurandovi serena Pasqua e abbondante salute. E prego per Lei, poiché confido che anche lei preghi per la mia debolezza.
Papa Tawadros II
Messaggio di auguri di Sua Santità Papa Francesco a Sua Santità Papa Tawadros II
A Sua Santità Tawadros II
Papa di Alessandria
Patriarca della Sede di San Marco
Santità, amato fratello in Cristo,
La nona Giornata dell’amicizia tra copti e cattolici mi offre ancora una volta l’occasione propizia per esprimere viva gratitudine per i legami spirituali che uniscono la Sede di Pietro e la Sede di Marco e per assicurarVi la mia immancabile amicizia in Cristo.
Attenti alle parole di Cristo – „Mi siete amici se fate quello che vi comando“ (Gv 15,14) – continuiamo il nostro pellegrinaggio di fraternità cristiana, soprattutto in preparazione alla celebrazione del prossimo anno del decimo anniversario del nostro memorabile incontro a Roma e del cinquantesimo anniversario dello storico incontro tra papa Paolo VI e papa Shenouda III.
L’amicizia è la via più sicura per realizzare l’unità tra i cristiani, perché in essa vediamo il volto di Cristo stesso, che ci chiama non più servi ma amici (cfr Gv 15,15) e che prega perché „tutti siano una cosa sola“ (Gv 17:21). L’intercessione di sant’Atanasio, la cui vita e il cui insegnamento ispirano entrambe le nostre Chiese, ci guidi nel cammino verso la piena comunione visibile.
Caro fratello in Cristo, mentre ci avviciniamo alla festa di Pentecoste, prego che lo Spirito Santo ci unisca sempre più e conceda i suoi doni di consolazione alla nostra famiglia umana sofferente, specialmente in questi giorni di pandemia e di guerra.
Con la certezza della mia continua vicinanza spirituale, porgo oranti auguri per il vostro benessere e serenità, e scambio cordialmente con Vostra Santità un fraterno abbraccio di pace nel Signore risorto.
Papa Francesco
EXCHANGE OF MESSAGES BETWEEN THE POPE OF ROME AND THE POPE OF ALEXANDRIA ON THE OCCASION OF THE 9TH DAY OF FRIENDSHIP BETWEEN COPTS AND CATHOLICS

(One of the meetings between Pope Francis and Pope Tawadros)
On 10 May 2022, on the occasion of the 9th Day of Friendship between Copts and Catholics, the customary exchange of messages between the Pope of Rome and the Pope of Alexandria took place.
Message of greetings from His Holiness Pope Tawadros II to His Holiness Pope Francis
Dearest Brother in Christ
His Holiness Pope Francis
It is my pleasure to be able to wish Your Holiness the resurrection of our God and Saviour Jesus Christ, who by his death destroyed our death and by his resurrection raised us.
It is the resurrection of Christ that guides us to endure suffering, as was said by the prophets: „Christ was to suffer, and who, first among those raised from the dead, would proclaim the light to the people and to the Gentiles“ (Acts of the Apostles 26:23). That light enlightens us to know him and experience him in our lives, every day and every hour, so Paul the Apostle: „that I may know him, the power of his resurrection, the fellowship of his sufferings, making me conform to his death“ (Philippians 3:10).
I also ask for your health dearest Holiness, I pray to our good and loving God to give you as much strength and health as you have spiritually, and to grant you long life full of good fruits: thirty, sixty and a hundred.
As part of our celebration of the Day of Brotherly Love, on 10 May each year, I congratulate Your Holiness and the entire Catholic Church; I also congratulate my Coptic Church on this day of remembrance, which has become a tradition, because it is according to the heart of the Lord Jesus: „For the love of Christ possesses us; and we know well that one died for all, therefore all died. And he died for all, that those who live should live no longer for themselves, but for him who died and rose again for them.“ (2 Corinthians 5:14-15)
With this fraternal celebration, the love of Christ appears in us, and outlines us. Our celebration remains linked to the time of Easter, during which Christ’s love for all of us was manifested.
Our joy is increased on this day this year because it comes after a long standstill over the past two years due to the spread of the pandemic, which has affected the entire world and claimed millions of lives and injured hundreds of millions. May the Lord Christ save Your Holiness from all evil.
Love stops at no boundary, but extends to encompass our society in which we live together, Christians and Muslims in mutual love, both at the grassroots and institutional level.
The Family House is an institution that unites Christian and Islamic men and women of thought and influence with the aim of achieving closeness and understanding depicted in a framework of love. On the other hand, the efforts of the Council of Churches of Egypt struggle to coordinate between the various Churches in Egypt to unify the work of service to our society and to spread the culture of love and peace in it. I also ask Your Holiness to pray deeply for the success of the meeting of the General Assembly of the Middle East Council of Churches (MECC), which will be held this month in Egypt and is the first time it will be hosted by our Coptic Orthodox Churches.
Let us pray and ask in faith for the intercession of Our Lady, Queen of All, and Pride of Our Race, the Blessed Virgin Mary, that the meeting will succeed in developing the spirit of love and peace, especially in areas of conflict, not only in the Middle East, but throughout the world and in the Ukrainian crisis, which we hope will soon end.
Therefore, when the time comes: „Let us therefore draw near with full confidence to the throne of grace, that we may receive mercy and find grace, that we may be helped at the proper time“ (Hebrews 4:16)
Having this same desire to advance with courage before the throne of grace and with a good conscience before Christ, let us strive with all our might to face the contemporary weaknesses and evils that are increasing day by day due to the world turning away from the sun of righteousness, the Lord Jesus; turning the world in on itself in great darkness, not recognising directions, but drowning in distorting the sublime human nature which is in the image and likeness of God, creating delusional beliefs about homosexuality, impure relationships, transgenderism, family disintegration and atheism.
„Indeed, his invisible perfections, that is, his eternal power and divinity, are contemplated and understood from the creation of the world through the works he has performed. They, therefore, have no excuse …While they declared themselves wise, they became foolish“ (Romans 1:20-22).
That is why I also ask Your Holiness to pray much with us that God will remove these evils from the world and send servants for the harvest of his many generations; Servants of the Word who will enlighten the world with the light of his resurrection and lead generations by example and love. Generations, for whose salvation we are responsible before the Saviour. We pray for the servants who will proceed in the example of their Master with humility and unconditional love. Let us pray for servants in whom „For the word of God is living, and effective, and sharper than any two-edged sword; it penetrates even to the dividing asunder of soul and spirit, even to the joints and marrow, and discerns the feelings and thoughts of the heart“ (Hebrews 4:12).
Finally, I renew my best wishes to Your Holiness for Resurrection Day and the Day of Brotherly Love, wishing you a peaceful Easter and abundant health. And I pray for you, for I trust that you also pray for my weakness.
Pope Tawadros II
Message of greetings from His Holiness Pope Francis to His Holiness Pope Tawadros II
To His Holiness Tawadros II
Pope of Alexandria
Patriarch of the See of Saint Mark
Your Holiness, beloved brother in Christ
The ninth Day of Friendship between Copts and Catholics offers me once again the auspicious occasion to express my heartfelt gratitude for the spiritual bonds that unite the See of Peter and the See of Mark, and to assure you of my unfailing friendship in Christ.
Mindful of Christ’s words – „You are my friends if you do what I command you“ (Jn 15:14) – we continue our pilgrimage of Christian brotherhood, especially in preparation for next year’s celebration of the tenth anniversary of our memorable meeting in Rome and the fiftieth anniversary of the historic meeting between Pope Paul VI and Pope Shenouda III.
Friendship is the surest way to achieve unity among Christians, because in it we see the face of Christ himself, who calls us no longer servants but friends (cf. Jn 15:15) and who prays that „all may be one“ (Jn 17:21). May the intercession of St Athanasius, whose life and teaching inspire both our Churches, guide us on our journey towards full visible communion.
Dear brother in Christ, as we approach the feast of Pentecost, I pray that the Holy Spirit will unite us ever more closely and grant his gifts of consolation to our suffering human family, especially in these days of pandemic and war.
With the assurance of my continued spiritual closeness, I offer prayerful good wishes for your well-being and serenity, and cordially exchange with Your Holiness a fraternal embrace of peace in the Risen Lord.
Pope Francis
Nový Dom sv. Lazára v Martine.
BENETRIX, n.o.- Dom svätého Lazára je zariadenie sociálnych služieb v meste Martin, časť Priekopa s kapacitou sto prijímateľov o ktorých sa stará s úctou a láskou 55 zamestnancov. Snažíme sa o vytvorenie dôstojného a bezpečného prostredia pre našich seniorov, aby im to pripomínalo čo najviac ich vlastný domov. Prihliadame na ich individuálne potreby a schopnosti.
Cirkevný Veľkoprior Mons. Michele Pennisi GCLJ bol menovaný apoštolským administrátorom Arcidiecézy Monreale.
IL GRAN PRIORE ECCLESIASTICO MONS. MICHELE PENNISI NOMINATO AMMINISTRATORE APOSTOLICO DELL’ARCIDIOCESI DI MONREALE
(Mons. Michele Pennisi, GCLJ, Gran Priore Ecclesiastico dell’Ordine di San Lazzaro, Arcivescovo Emerito ed Amministratore Apostolico dell’Arcidiocesi di Monreale)
Mons. Michele Pennisi, GCLJ, Gran Priore Ecclesiastico dell’Ordine di San lazzaro di Gerusalemme, a norma del diritto canonico è cessato, per limiti di età, da Arcivescovo di Monreale, assumendo la carico di Amministratore Apostolico e mantenendo il titolo di Arcivescovo Emerito di Monreale.
Il nuovo Arcivescovo Eletto di Monreale è Mons. Gualtiero Isacchi, nato il 7 settembre 1970 a Lecco. È entrato nel Seminario Minore dell’Arcidiocesi Metropolitana di Milano e successivamente nel Seminario Diocesano di Albano Laziale. Nel 1990 è entrato nel Seminario Filosofico-Teologico Internazionale Giovanni Paolo II a Roma, conseguendo il Baccalaureato in Sacra Teologia presso la Pontificia Università Lateranense.
Il 7 dicembre 1994 è stato ordinato presbitero, incardinandosi nella Diocesi di Albano.
Ha ricoperto i seguenti incarichi: Vicario Parrocchiale di S. Eugenio I Papa (1994-1999); Direttore del Centro Diocesano Oratori e Direttore dell’Ufficio Diocesano di Pastorale Giovanile (1997-2006); Direttore dell’Ufficio di Pastorale Vocazionale (1998-2000); Parroco di S. Eugenio I Papa (1999-2004); Membro del Consiglio Presbiterale Diocesano (dal 2003); Membro del Consiglio Pastorale Diocesano (dal 2004); Direttore del Seminario Vescovile (2004-2006); Direttore ad interim dell’Ufficio Comunicazioni Sociali (2005-2006). Dal 2006 finora è stato Vicario Episcopale per il Coordinamento della pastorale e dal 2010 Economo Diocesano.
Sarà ordinato vescovo e farà il suo ingresso in Monreale nel prossimo mese di luglio.
THE ECCLESIASTICAL GRAND PRIOR MONS. MICHELE PENNISI APPOINTED APOSTOLIC ADMINISTRATOR OF THE ARCHDIOCESE OF MONREALE

(Msgr. Gualtiero Isacchi, Archbishop Elect of Monreale)
Mgr Michele Pennisi, GCLJ, Ecclesiastical Grand Prior of the Order of St Lazarus of Jerusalem, in accordance with canon law has ceased to be Archbishop of Monreale due to age limit, taking on the role of Apostolic Administrator and retaining the title of Archbishop Emeritus of Monreale.
The new Archbishop Elect of Monreale is Mgr Gualtiero Isacchi, born on 7 September 1970 in Lecco. He entered the Minor Seminary of the Metropolitan Archdiocese of Milan and later the Diocesan Seminary of Albano Laziale. In 1990 he entered the John Paul II International Philosophical-Theological Seminary in Rome, obtaining a Baccalaureate in Sacred Theology from the Pontifical Lateran University.
On 7 December 1994 he was ordained a priest, incardinated in the Diocese of Albano.
He has held the following positions: Parish Vicar of S. Eugenio I Papa (1994-1999); Director of the Diocesan Oratory Centre and Director of the Diocesan Youth Pastoral Office (1997-2006); Director of the Vocational Pastoral Office (1998-2000); Parish Priest of S. Eugenio I Papa (1999-2004). Eugene I Pope (1999-2004); Member of the Diocesan Presbyteral Council (since 2003); Member of the Diocesan Pastoral Council (since 2004); Director of the Bishop’s Seminary (2004-2006); Acting Director of the Social Communications Office (2005-2006). Since 2006 he has been Episcopal Vicar for Pastoral Coordination and since 2010 Diocesan Treasurer.
He will be ordained a bishop and will enter Monreale next July.
Začiatok dialógu o znovuzjednotenie Rytierskeho Rádu sv. Lazara z Jeruzalema.
AVVIO DEL DIALOGO PER LA RIUNIFICAZIONE DELL’ORDINE DI SAN LAZZARO DI GERUSALEMME
(Sua Eccellenza Don Francisco de Borbón von Hardenberg e Sua Eccellenza il Conte Jan Dobrzenský z Dobrzenicz)(
Si è svolto la scorsa settimana, presso la Cancelleria dell’Ordine di San Lazzaro a Madrid, un incontro tra Sua Eccellenza Don Francisco de Borbón von Hardenberg e Sua Eccellenza il Conte Jan Dobrzenský z Dobrzenicz, in rappresentanza delle rispettive Obbedienze, per l’avvio del dialogo che dovrebbe condurre alla riunificazione fra i due più importanti rami dell’Ordine di San Lazzaro.C
L’incontro si è svolto in spirito fraterno ed amichevole ed i due Gran Maestri hanno identificato scopi e obiettivi comuni. Entrambe le parti sono determinate a trovare una soluzione e un percorso comune per raggiungere l’obiettivo della riunificazione.
Sono previsti ulteriori incontri.
L’Obbedienza di Orléans, della quale è capo il Conte Jan Dobrzenský z Dobrzenicz, è nata nel 2004, con il distacco di un gruppo di cavalieri da quella di Parigi e con la formazione di un nuovo gruppo sotto la guida del principe Carlo Filippo, duca d’Angiò, con il ripristino della protezione temporale del capo della Casa Reale di Francia, Henri d’Orléans, conte di Parigi, zio del duca d’Angiò.a
Nel 2008 le Obbedienze di Malta e Parigi si sono formalmente riunite con l’elezione del nuovo Gran Maestro Don Carlos Gereda y de Borbón e la conferma della protezione spirituale di Gregorio III Laham, il Patriarca greco-melchita di Antiochia a quel tempo.
Nel 2010, il Duca di Anjou, Gran Maestro dell’obbedienza d’Orléans si dimise da Gran Maestro per diventare Gran Maestro Emerito, e gli successe suo zio materno, il conte Jan Dobrzenský z Dobrzenicz, attuale Gran Maestro.
STARTING THE DIALOGUE FOR THE REUNIFICATION OF THE ORDER
OF SAINT LAZARUS OF JERUSALEM

(H.R.H. Principe Charles-Philippe d’Orléans, Duca d’Anjou, Magnus XLIX Magister Emeritus)
Last week, at the Chancellery of the Order of St. Lazarus in Madrid, a meeting took place between His Excellency Don Francisco de Borbón von Hardenberg and His Excellency Count Jan Dobrzenský z Dobrzenicz, representing their respective Obediences, to start the dialogue that should lead to the reunification of the two most important branches of the Order of St. Lazarus.
The meeting took place in a fraternal and friendly spirit and the two Grand Masters identified common goals and objectives. Both parties are determined to find a solution and a common path to achieve the goal of reunification.

(H.E. Don Francisco de Paula de Borbón y Escasany, V Duke of Seville and Grandee of Spain, Magnus XLVIII Magister Emeritus)
Further meetings are planned.
The Orléans Obedience, of which Count Jan Dobrzenský z Dobrzenicz is the head, was born in 2004, with the detachment of a group of knights from the Paris Obedience and the formation of a new group under the leadership of Prince Charles Philippe, Duke of Anjou, with the restoration of the temporal protection of the head of the Royal House of France, Henri d’Orléans, Count of Paris, uncle of the Duke of Anjou.
In 2008, the Obediences of Malta and Paris were formally reunited with the election of the new Grand Master Don Carlos Gereda y de Borbón and the confirmation of the spiritual protection of Gregory III Laham, the Greek-Melchite Patriarch of Antioch at the time.
In 2010, the Duke of Anjou, Grand Master of the Orléans Obedience resigned as Grand Master to become Grand Master Emeritus, and was succeeded by his maternal uncle, Count Jan Dobrzenský z Dobrzenicz, the current Grand Master.
Slovenský preklad
Veľkonočné posolstvo 2022 cirkevného Veľkopriora Vojenského a špitálskeho rádu sv. Lazara Jeruzalemského .
MESSAGGIO DI PASQUA 2022 DEL GRAN PRIORE ECCLESIASTICO DELL’ORDINE MILITARE E OSPEDALIERO DI SAN LAZZARO DI GERUSALEMME
(Cristo Risorto – affresco XIV sec. – Cripta della Chiesa di Maria Santissima Assunta di Castelbuono – Palermo)
Carissimi Confratelli e Consorelle dell’Ordine Militare di San Lazzaro di Gerusalemme,
La Pasqua di quest’anno porta con sé tante speranze insieme a tante incertezze e sofferenze. Per sentirci tutti fratelli siamo chiamati ad essere portatori di speranza e operatori di pace, a stare vicini alle sofferenze dei malati e delle vittime di tutte le guerre, ad aprirci alla solidarietà e all’accoglienza nei confronti dei profughi Ucraini e di tutte le persone costrette a lasciare la loro patria a causa di guerre, persecuzioni e calamità naturali.
Siamo chiamati ad essere «Pellegrini di speranza». La differenza fra un pellegrino e un vagabondo sta nel fatto che il pellegrino, anche attraverso un cammino contorto non esente di dubbi, smarrimenti ed esitazioni, è mosso dalla speranza di arrivare ad una meta che dia senso alla sua vita; mentre il vagabondo è uno che vaga senza sapere dove andare, ubriacato dalle fuggevoli mode del tempo. Il pellegrino non è un camminatore solitario, ma uno che si mette in cammino insieme ad altri verso una meta comune.
La speranza si distingue dall’ottimismo, che è un atteggiamento acritico, una convinzione infondata che, non ostante la tragicità della realtà, alla fine tutto andrà bene. Nonostante il momento drammatico che stiamo attraversando noi cristiani siamo chiamati a “«sperare contro ogni speranza» (Rm 4,18) come scrive san Paolo ai Romani. Questa speranza non è solo per i vivi ma anche per coloro che sono morti. Lo stesso Paolo ha scritto: “«Se non vi è risurrezione dei morti, neanche Cristo è risorto! Ma se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione vuota anche la vostra fede» (1Cor 15, 13-14). Commentando questo testo il teologo evangelico Dietrich Bonoeffer scrive: “«… se Cristo non è risorto, il punto d’appoggio che regge tutta la nostra vita vacilla e tutto si infrange; la nostra vita declina verso il non senso. Ogni discorso che ha per oggetto Dio è illusorio, ogni speranza evanescente». Si dice abitualmente che “«se c’è vita, c’è speranza». In realtà è il contrario: «È la speranza che tiene in piedi la vita, che la protegge, la custodisce e la fa crescere».
La dinamica della speranza cristiana si sviluppa a partire dal riconoscimento della presenza di Gesù Cristo che si fa nostro compagno di viaggio. La scena dei discepoli di Emmaus, narrata nel Vangelo di Luca (Lc.24,13-35) è un messaggio di speranza, che ci indica il metodo educativo di Gesù Maestro, che cammina lungo la strada da Gerusalemme ad Emmaus assieme ai due discepoli amareggiati che si stanno allontanando dalla comunità; non li abbandona nel momento del dubbio e della delusione e accetta di passare da straniero. Da vero Maestro, si mette con discrezione in ascolto, lascia che emergano tutti i loro dubbi e le loro domande. L’anonimo viandante non si limita ad accompagnare i due discepoli: li stimola, li ammonisce con amore e schiude loro il senso delle Scritture per aprire la loro mente ottusa e il loro cuore inquieto allo stupore della novità inaspettata che Dio opera nella storia realizzando le sue promesse. I due discepoli, carichi di tristi pensieri non immaginano che quello sconosciuto sia proprio il loro Maestro, ormai risorto. Mentre Egli parla con loro sperimentano tuttavia un intimo «ardore», che scioglie la durezza del loro cuore. Tra le ombre del giorno in declino e l’oscurità che incombe nell’animo dei due discepoli, quello strano pellegrino è un raggio di luce che apre i loro animi al desiderio della luce piena. Gesù schiude ai due discepoli un nuovo futuro, aprendo il loro cuore a una speranza affidabile. Il misterioso ospite rimane con loro e durante la cena nel momento in cui spezza il pane e lo dona ai discepoli si aprono loro gli occhi e lo riconoscono, ma egli scompare dai loro sguardi. Quando l’incontro diventa pieno, alla luce della Parola subentra quella che scaturisce dal «Pane di vita», con cui Cristo mantiene la sua promessa di rimanere con i discepoli «tutti i giorni fino alla fine del mondo» (cfr. Mt 28,20). I due discepoli, che da vagabondi ritornano ad essere pellegrini pieni di coraggio e di entusiasmo, tornano sui propri passi verso Gerusalemme a testimoniare agli altri discepoli da cui si erano allontanati l’esperienza gioiosa del loro incontro con il Risorto.
Anche oggi Gesù è pronto ad andare anche con coloro che si stanno allontanando dal Cenacolo e dalla comunione dei fratelli. Da risorto non smette di essere il Pastore buono che va in cerca delle pecore smarrite. Sulla strada dei nostri interrogativi e delle nostre inquietudini, talvolta delle nostre delusioni, Gesù, il divino Viandante, continua a farsi compagno del nostro incerto cammino per aiutarci a comprendere il senso della sacra Scrittura, svelarci il significato della sofferenza e della morte alla luce del Mistero Pasquale. Il racconto dei discepoli di Emmaus assicura tutti noi che, quando ascoltiamo la Scrittura e partecipiamo allo spezzare del pane nella Cena del Signore, ci riconosciamo come comunità riunita nel suo nome e ritroviamo fede, speranza e carità per essere discepoli missionari, testimoni gioiosi di Gesù Cristo Risorto.
Auguro che la luce di Gesù Cristo Risorto illumini la vita di ogni Confratello e Consorella e dei loro familiari, ci rinnovi nello Spirito e porti la speranza di un futuro di libertà, giustizia e pace al mondo intero.
+ Michele Pennisi, GCLJ
Arcivescovo di Monreale
Gran Priore Ecclesiastico dell’Ordine Militare e Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme
EASTER MESSAGE 2022 OF THE ECCLESIASTICAL GRAND PRIOR OF THE MILITARY AND HOSPITALLER ORDER OF SAINT LAZARUS OF JERUSALEM

(Risen Christ, Pietro Ruzzolone, 1484, Dome of Termini Imerese, Palermo)
Dear Brothers and Sisters of the Military Order of St Lazarus of Jerusalem,
This year’s Easter brings with it many hopes together with many uncertainties and sufferings. In order to feel that we are all brothers, we are called to be bearers of hope and peacemakers, to be close to the suffering of the sick and the victims of all wars, to be open to solidarity and to welcome Ukrainian refugees and all those forced to leave their homeland because of wars, persecution and natural disasters.
We are called to be „Pilgrims of hope“. The difference between a pilgrim and a vagabond is that the pilgrim, even through a convoluted path not free of doubts, bewilderment and hesitation, is moved by the hope of arriving at a goal that gives meaning to his life; whereas the vagabond is someone who wanders without knowing where to go, drunk on the fleeting fashions of the time. The pilgrim is not a solitary walker, but one who sets out with others towards a common goal.
Hope differs from optimism, which is an uncritical attitude, an unfounded conviction that, despite the tragic nature of reality, everything will turn out well in the end. Despite the dramatic moment we are going through, we Christians are called to „hope against hope“ (Rom 4:18) as St Paul writes to the Romans. This hope is not only for the living but also for those who have died. Paul himself wrote: „‚If there is no resurrection of the dead, neither is Christ risen! But if Christ is not risen, then our preaching is empty and so is your faith“ (1 Cor 15:13-14). Commenting on this text, the evangelical theologian Dietrich Bonoeffer writes: „“… if Christ is not risen, the point of support that holds our whole life falters and everything shatters; our life declines towards non-sense. All talk of God is illusory, all hope evanescent“. It is usually said that „if there is life, there is hope“. In reality, the opposite is true: „It is hope that holds life up, that protects it, safeguards it and makes it grow“.
The dynamic of Christian hope develops from the recognition of the presence of Jesus Christ who becomes our travelling companion. The scene of the disciples of Emmaus, narrated in Luke’s Gospel (Lk 24, 13-35) is a message of hope, which shows us the educational method of Jesus Master, who walks along the road from Jerusalem to Emmaus together with the two embittered disciples who are leaving the community; he does not abandon them at the moment of doubt and disappointment and accepts to pass as a stranger. He does not abandon them at the moment of doubt and disappointment and accepts to pass as a stranger. As a true Master, he discreetly listens to them and allows all their doubts and questions to emerge. The anonymous traveller did not limit himself to accompanying the two disciples: he stimulated them, admonished them with love and revealed to them the meaning of the Scriptures in order to open their dull minds and restless hearts to the amazement of the unexpected novelty that God brings about in history by fulfilling his promises. The two disciples, full of sad thoughts, do not imagine that the stranger is their Master, now risen. As he speaks to them, however, they experience an intimate „ardour“ that melts the hardness of their hearts. Amidst the shadows of the waning day and the darkness that hangs over the two disciples‘ souls, this strange pilgrim is a ray of light that opens their souls to the desire for full light. Jesus opens up a new future for the two disciples, opening their hearts to a reliable hope. The mysterious guest remains with them and during the meal, when he breaks the bread and gives it to the disciples, their eyes open and they recognise him, but he disappears from their gaze. When the encounter becomes full, the light of the Word is replaced by that which comes from the „Bread of Life“, with which Christ fulfils his promise to remain with the disciples „all days until the end of the world“ (cf. Mt 28:20). The two disciples, who went from being vagabonds back to being pilgrims full of courage and enthusiasm, retraced their steps towards Jerusalem to witness to the other disciples from whom they had left the joyful experience of their encounter with the Risen Lord.
Today too, Jesus is ready to go with those who are leaving the Upper Room and the communion of brothers and sisters. As the Risen One, he does not cease to be the good Shepherd who goes in search of the lost sheep. On the path of our questions and our anxieties, sometimes our disappointments, Jesus, the divine Wayfarer, continues to be a companion on our uncertain journey to help us understand the meaning of the sacred Scriptures, to reveal to us the meaning of suffering and death in the light of the Paschal Mystery. The story of the disciples of Emmaus assures all of us that, when we listen to the Scriptures and participate in the breaking of the bread in the Lord’s Supper, we recognise ourselves as being in the midst of the Paschal Mystery.
The report of the disciples of Emmaus assures all of us that when we listen to the Scripture and participate in the breaking of the bread in the Lord’s Supper, we recognise ourselves as a community gathered in his name and we find faith, hope and charity to be missionary disciples, joyful witnesses of the Risen Jesus Christ.
I wish that the light of the Risen Jesus Christ will illuminate the lives of every Brother and Sister and their families, renew us in the Spirit and bring hope for a future of freedom, justice and peace to the whole world.
+ Michele Pennisi, GCLJ
Archbishop of Monreale
Ecclesiastical Grand Prior of the Military and Hospitaller Order of St. Lazarus of Jerusalem
Slovenský preklad
Madeira – slávnostná pietna spomienka 100 rokov výročia úmrtia J.E. blahoslaveného cisára Karola I.


UKRAJINA, ortodoxná autokefália je považovaná v Moskve za schizmu.
UCRAINA, L’AUTOCEFALIA ORTODOSSA CHE MOSCA CONSIDERA SCISMA
(Sua Beatitudine Epifanij, Metropolita di Kiev e di tutta l’Ucraina)
L’Arcivescovo di Poznan Stanisław Gądecki, Presidente dei Vescovi polacchi, dopo aver incontrato lo scorso 28 aprile Papa Francesco, con cui ha parlato, tra l’altro, dell’impegno della Chiesa per l’accoglienza e l’assistenza dei profughi in fuga dall’Ucraina, ha incontrato il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I in visita in Polonia.
Fin dalle prime fasi del conflitto il Patriarca Ecumenico aveva duramente condannato l’attacco russo contro l’Ucraina, definendolo un “atto di palese violazione di qualsiasi legittimità internazionale”.
La guerra tra Russia e Ucraina vede su fronti opposti due nazioni a stragrande maggioranza ortodossa, unite fino al 2018 quando la Chiesa ortodossa di Kiev “dipendeva di fatto” da quella di Mosca.
Il 15 dicembre 2018 tuttavia la Chiesa Ortodossa ucraina, fondata con un „concilio di riunificazione“ tra la Chiesa ortodossa ucraina – Patriarcato di Kiev e la Chiesa ortodossa autocefala ucraina, decise di staccarsi da quella di Mosca e diventare così indipendente. Tale decisione venne approvata dal Patriarca Ecumenico Bartolomeo che concesse a Kiev l’autocefalia, ovvero la piena autonomia ed indipendenza amministrativa.

(Il Patriarca di Costantinopoli consegna il tomos dell’autocefalia al metropolita Epifanio)
Una posizione quella di Costantinopoli che ha provocato la dura reazione del Patriarcato di Mosca che ha immediatamente rotto le relazioni con Bartolomeo, dichiarando nello stesso tempo scismatica la nuova chiesa ortodossa autocefala ucraina guidata dal giovane – oggi 42enne – metropolita di Kiev e di tutta l’Ucraina Epifanij.
Oltre a quella ucraina, le Chiese ortodosse autocefale sono quelle di Costantinopoli, Alessandria, Antiochia, Gerusalemme, Mosca, Bulgaria, Serbia, Georgia, Romania, Cipro, Grecia, Polonia, Albania, Cechia e Slovacchia.
Le Chiese autocefale di Alessandria, Grecia e Cipro hanno riconosciuto l’autocefalia della Chiesa ortodossa ucraina. Oltre a Mosca, anche Antiochia, Serbia, Romania e Polonia hanno invece negato il loro assenso al riconoscimento dell’autocefalia per Kiev.
UKRAINE, ORTHODOX AUTOCEPHALY CONSIDERED SCHISM BY MOSCOW

(His Holiness Filaret, Honorary Patriarch of Kiev)
The Archbishop of Poznan Stanisław Gądecki, president of the Polish bishops, after meeting Pope Francis on 28 April, with whom he spoke, among other things, about the Church’s commitment to welcoming and assisting refugees fleeing Ukraine, met the Ecumenical Patriarch of Constantinople Bartholomew I on a visit to Poland.
Since the early stages of the conflict, the Ecumenical Patriarch had strongly condemned the Russian attack against Ukraine, calling it an ‚act of blatant violation of any international legitimacy‘.
The war between Russia and Ukraine sees two nations with an overwhelming Orthodox majority on opposite sides, united until 2018 when the Orthodox Church in Kiev was „de facto dependent“ on the one in Moscow.
On 15 December 2018, however, the Ukrainian Orthodox Church, founded by a „reunification council“ between the Ukrainian Orthodox Church-Kiev Patriarchate and the Ukrainian Autocephalous Orthodox Church, decided to break away from the Moscow Orthodox Church and thus become independent. This decision was approved by Ecumenical Patriarch Bartholomew, who granted Kiev autocephaly, i.e. full administrative autonomy and independence.
Constantinople’s position provoked a harsh reaction from the Patriarchate of Moscow, which immediately broke off relations with Bartholomew and at the same time declared the new autocephalous Ukrainian Orthodox Church, led by the young – now 42-year-old – Metropolitan of Kiev and all of Ukraine Epiphany, schismatic.

(His Eminence Onufrij, Primate of the Ukrainian Orthodox Church – Moscow Patriarchate, Metropolitan of Kiev
and All Ukraine)
In addition to Ukraine, the autocephalous Orthodox Churches are those of Constantinople, Alexandria, Antioch, Jerusalem, Moscow, Bulgaria, Serbia, Georgia, Romania, Cyprus, Greece, Poland, Albania, the Czech Republic and Slovakia.
The autocephalous Churches of Alexandria, Greece and Cyprus have recognised the autocephaly of the Ukrainian Orthodox Church. In addition to Moscow, Antioch, Serbia, Romania and Poland have also refused to recognise Kiev’s autocephaly.
Prednáška rev. prof. Ivana Ivanova ,CHLJ, na Pápežskej gregoriánskej univerzite v Ríme.
LEZIONE DEL REV. PROF. IVAN IVANOV, CHLJ, PRESSO LA PONTIFICIA UNIVERSITÀ GREGORIANA DI ROMA
Lo scorso 18 marzo 2022, nell’aula magna della Pontificia Università Gregoriana a Roma, nel contesto della conferenza „Camminare insieme sulla stessa via – la teologia all’ascolto dell’Ecumenismo“ si è tenuta una lezione del Prof. Dr. Ivan Ivanov, ChLJ, Professore di Liturgia eucaristica e sacramentale presso la Facoltà di Teologia dell’Università di Sofia „St. Kliment Ohridski“ e visiting professor della Teologia interconfessionale presso la Pontificia Università Lateranense, responsabile per la Comunità ortodossa bulgara in Italia e responsabile per l’ecumenismo del Gran Baliato di Sicilia dell’Ordine di San lazzaro di Gerusalemme.
La lezione era dedicata al tema della Liturgia, della sinodalità (ecumenicità) e della cattolicità (sobornost) della Chiesa di Cristo.
Moderatore dell’evento è stato il Prof. Riccardo Battocchio, Presidente dell’Associazione Italiana di teologia e Rettore dell’Almo Collegio Capranica a Roma. L’evento è stato trasmesso in diretta ed è stato seguito da oltre 400 studenti, di persona e online.
Dopo la lezione c’è stata una discussione sull’argomento. Ciò ha suscitato un grande interesse per la lezione del Prot. Ivanov, il quale ha ricevuto un invito a incontrare gli studenti della Pontificia Università Lateranense sullo stesso argomento nel maggio prossimo del 2022.
LESSON BY REV. PROF. IVAN IVANOV, CHLJ, AT THE PONTIFICAL GREGORIAN UNIVERSITY OF ROME

On 18 March 2022, in the Aula Magna of the Pontifical Gregorian University in Rome, in the context of the conference „Walking together on the same path – theology listening to Ecumenism“ a lesson was given by Prof. Dr. Ivan Ivanov, ChLJ, Professor of Eucharistic and Sacramental Liturgy at the Faculty of Theology of Sofia University „St. Kliment Ohridski“ and visiting professor of Interfaith Theology at the Pontifical Lateran University, responsible for the Bulgarian Orthodox Community in Italy and responsible for ecumenism of the Grand Bailiwick of Sicily of the Order of St. Lazarus of Jerusalem.
The lecture was dedicated to the theme of the liturgy, synodality (ecumenicality) and catholicity (sobornost) of the Church of Christ.
The moderator of the event was Prof. Riccardo Battocchio, President of the Italian Association of Theology and Rector of the Almo Collegio Capranica in Rome. The event was broadcast live and was followed by over 400 students, in person and online.
After the lecture there was a discussion on the topic. This aroused great interest in Prot. Ivanov’s lesson, and he received an invitation to meet with the students of the Pontifical Lateran University on the same topic in May 2022.
Prvá katolícka omša od roku 1535 slávená v Ženevskej katedrále.
CELEBRATA PRESSO LA CATTEDRALE DI GINEVRA LA PRIMA MESSA CATTOLICA DAL 1535
La prima messa cattolica in quasi 500 anni è stata celebrata nella cattedrale di Ginevra, Svizzera, per la vigilia della prima domenica di Quaresima.
L’ultima messa celebrata nella cattedrale di St. Pierre ebbe luogo nel 1535. Dopo la Riforma, l’edificio fu occupato dalla Chiesa protestante riformata di Giovanni Calvino, che distrusse le statue e i dipinti della cattedrale e vietò il culto cattolico.
Circa 1.500 persone hanno partecipato alla messa. Il celebrante principale era padre Pascal Desthieux, vicario episcopale di Ginevra.
Durante la liturgia, Daniel Pilly, un rappresentante della comunità protestante, ha chiesto perdono per le azioni storiche contro l’unità dei cristiani.
Padre Desthieux ha detto che i cattolici di Ginevra sono stati toccati dall’invito della comunità protestante a celebrare la messa nella cattedrale di St. Pierre ed ha anche chiesto perdono per le „colpe contro l’unità“: atti di derisione, caricatura o sfida alla comunità riformata. Desthieux ha anche sottolineato il desiderio di „arricchirci a vicenda con le nostre differenze“.
Il sacerdote ha salutato le coppie di matrimoni religiosamente misti „che vivono l’ecumenismo nel modo più intimo“. Riferendosi alla tentazione di Gesù da parte di Satana nel deserto, ha invitato i presenti a „resistere alle forze di divisione nella nostra vita tra di noi e tra noi cristiani“.
In una lettera pubblicata sul sito web del vicariato nel 2020, Desthieux ha descritto la cattedrale come il „luogo centrale e simbolico della storia cristiana di Ginevra“.
Dopo la Riforma, la cattedrale è diventata un luogo „emblematico della riforma calvinista“, ha detto.

Giovanni Calvino, il fondatore francese del ramo del protestantesimo noto come calvinismo, visse a Ginevra, e la città fu una destinazione per i protestanti francesi costretti a fuggire a causa delle persecuzioni. Saint-Pierre de Genève era la chiesa natale di Calvino e la sua sedia è esposta accanto al pulpito della cattedrale.
La diocesi di Ginevra fu poi assorbita nella diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo. Oggi, poco meno del 40% della popolazione svizzera è cattolica.
Pur riconoscendo che il ritorno della messa cattolica nella cattedrale è un motivo di gioia, Desthieux ha messo in guardia dal „trionfalismo“, così come da qualsiasi linguaggio che suggerisca che i cattolici stanno cercando di „prendere possesso“ dell’edificio. „Con i nostri fratelli e sorelle protestanti, che ci accolgono nella loro cattedrale, vogliamo semplicemente fare un forte gesto ecumenico, un segno che viviamo tutti insieme a Ginevra“, ha detto, aggiungendo che la messa era un „gesto di ospitalità“ all’interno della comunità cristiana della città.
THE FIRST CATHOLIC MASS SINCE 1535 CELEBRATED IN GENEVA CATHEDRAL

The first Catholic Mass in nearly 500 years was celebrated at a cathedral in Geneva, Switzerland, last week for the vigil of the First Sunday of Lent.
The last Mass celebrated at St. Pierre Cathedral took place in 1535. After the Reformation, the building was taken over by John Calvin’s Reformed Protestant Church, which destroyed the cathedral’s statues and paintings, and banned Catholic worship.
Around 1,500 people attended the Mass. The main celebrant was Father Pascal Desthieux, the episcopal vicar of Geneva.
During the liturgy, Daniel Pilly, a representative of the Protestant community, asked pardon for historic actions against Christian unity.
Father Desthieux said that Geneva’s Catholics were touched by the Protestant community’s invitation to celebrate Mass at St. Pierre Cathedral and also asked for forgiveness for “faults against unity”: acts of mockery, caricature, or challenge to the Reformed community. Desthieux also underlined the desire to “enrich each other with our differences.”
The priest greeted couples from religiously mixed marriages “who live ecumenism in the most intimate way.” Referring to Jesus’ temptation by Satan in the desert, he called on those present to “resist the forces of division in our lives between us and among us Christians.”
In a letter published on the vicariate’s website in 2020, Desthieux described the cathedral as the “central and symbolic location of Geneva’s Christian history.”

Following the Reformation, the cathedral became a location “emblematic of the Calvinist reform,” he said.
John Calvin, the French founder of the branch of Protestantism known as Calvinism, lived in Geneva, and the city was a destination for French Protestants forced to flee due to persecution. Saint-Pierre de Genève was Calvin’s home church and his chair is displayed next to the cathedral’s pulpit.
The diocese of Geneva was eventually absorbed into the diocese of Lausanne, Geneva, and Fribourg. Today, just under 40% of the Swiss population is Catholic.
While acknowledging that the return of Catholic Mass to the cathedral was a cause for rejoicing, Desthieux cautioned against “triumphalism,” as well as any language suggesting that Catholics were looking to “take over” the building. “With our Protestant brothers and sisters, who welcome us in their cathedral, we want simply to make a strong ecumenical gesture, a sign that we all live together in Geneva,” he said, adding that the Mass was a “gesture of hospitality” within the city’s Christian community.
Dar odevov v hodnote 40 000 eur utečencom z Ukrajiny.
DONAZIONE DI VESTIARIO PER 40.000 EURO AI PROFUGHI DELL’UCRAINA
Il Gran Baliato di Sicilia, attraverso la San Lazzaro ONLUS, il proprio braccio operativo in campo assistenziale, ha donato mille abiti nuovi, per un valore di 40.000 euro, destinati ai profughi in fuga dall’Ucraina, che saranno consegnati al confine tra Polonia ed Ucraina con il supporto della Caritas.
In questa occasione il Gran Balì ha ricordato come l’Ordine di San Lazzaro abbia una tradizione millenaria di vicinanza a tutti coloro che si trovano in difficoltà e subiscono ingiustizie e come anche in questo caso, con la ferma condanna del barbaro attacco da parte di Putin al popolo ucraino, il Gran Baliato di Sicilia intendesse dare il proprio modesto contributo per alleviare le sofferenze di chi fugge dalla guerra.
Il Gran Balì ha pure sottolineato come sia intenzione continuare nell’ormai tradizionale impegno ecumenico con le chiese ortodosse, molti rappresentati delle quali fanno parte dell’Ordine, consci del fatto che le dichiarazioni sulla guerra del Patriarca di Mosca, indegne di un pastore di anime, non rappresentano la vera anima dell’ortodossia russa.
Il Presidente della ONLUS, Giuseppe Canzone, ha aggiunto come si tratti di un piccolo sostegno concreto per i fratelli ucraini che stanno vivendo gravi disagi correlati con l’attuale stato di guerra.
40,000 EURO CLOTHING DONATION TO REFUGEES FROM UKRAINE

The Grand Bailiwick of Sicily, through San Lazzaro ONLUS, its charitable arm, donated one thousand new garments, worth 40,000 euro, for the refugees fleeing Ukraine, which will be delivered to the Polish-Ukrainian border with the support of Caritas.
On this occasion, the Grand Bailiff recalled that the Order of St. Lazarus has a millenary tradition of being close to all those in difficulty and suffering injustice and that in this case too, with its firm condemnation of Putin’s barbaric attack on the Ukrainian people, the Grand Bailiff of Sicily wished to make his own modest contribution to alleviating the suffering of those fleeing the war.
The Grand Bailiff also stressed his intention to continue the now traditional ecumenical commitment with the Orthodox churches, many of whose representatives are members of the Order, aware that the declarations on the war by the Patriarch of Moscow, unworthy of a pastor of souls, do not represent the true soul of Russian Orthodoxy.
The President of the ONLUS, Giuseppe Canzone, added that this is a small concrete support for the Ukrainian brothers who are experiencing serious hardships related to the current state of war.
J.E. Mons. Antonino Raspanti , ECLJ bol vymenovaný za prezidenta Biskupskej konferencie Talianska.
NOMINA DI MONS. ANTONINO RASPANTI, ECLJ, A PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE SICILIANA
S.E. Mons. Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale, ECLJ, è stato eletto lo scorso 8 marzo 2022 nuovo Presidente della Conferenza Episcopale Siciliana (CESI).
Mons. Raspanti è nato ad Alcamo il 20 giugno 1959 ed è membro del Gran Baliato di Sicilia fin dalla sua fondazione; dal 26 luglio 2011 è vescovo di Acireale e dal 24 maggio 2017 vicepresidente per l’Italia meridionale della Conferenza Episcopale Italiana.
È membro del Pontificio consiglio della cultura, dall’11 novembre 2019.
APPOINTMENT OF MONS. ANTONINO RASPANTI, ECLJ, AS PRESIDENT OF THE SICILIAN BISHOPS‘ CONFERENCE

H.E. Mgr Antonino Raspanti, Bishop of Acireale, ECLJ, was elected on 8 March 2022 as the new President of the Sicilian Bishops‘ Conference (CESI).
Mgr Raspanti was born in Alcamo on 20 June 1959 and has been a member of the Grand Bailiwick of Sicily since its foundation; he has been Bishop of Acireale since 26 July 2011 and Vice-President for Southern Italy of the Italian Bishops‘ Conference since 24 May 2017.
He has been a member of the Pontifical Council for Culture since 11 November 2019.
Veľký Baili Talianska povýšený do hodnosti Veľkokríža.
NOMINA DEL GRAN BALÌ DI SICILIA A CAVALIERE DI GRAN CROCE DELL’ORDINE AL MERITO DELLA REPUBBLICA ITALIANA
(Insegne di Cavaliere di Gran Croce)
S.E. il Dr. Pino Zingale, GCLJ-J, Gran Balì di Sicilia dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme e Priore del Capitolo dei Cavalieri di San Lazzaro di Gerusalemme in Monreale, con decreto del Presidente della Repubblica è stato nominato Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, la massima onorificenza conferita dallo Stato.
L’Ordine è stato istituito con la Legge 3 marzo 1951, n. 178, è il primo fra gli Ordini nazionali italiani ed è destinato a „ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, della economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari.“.
Il Presidente della Repubblica è il Capo dell’Ordine, il quale è retto da un Consiglio composto di un Cancelliere, che lo presiede, e di dieci membri, ed è articolato nei gradi onorifici di: Cavaliere di Gran Croce, Grande Ufficiale, Commendatore, Ufficiale, Cavaliere.
GRAND BAILIFF OF SICILY APPOINTED KNIGHT OF THE GRAND CROSS OF THE ORDER OF MERIT OF THE ITALIAN REPUBLIC
H.E. Dr. Pino Zingale, GCLJ-J, Grand Bailiff of Sicily of the Order of St. Lazarus of Jerusalem and Prior of the Chapter of the Knights of St. Lazarus of Jerusalem in Monreale, by decree of the President of the Republic was appointed Knight of the Grand Cross of the Order of Merit of the Italian Republic, the highest honour conferred by the State.
The Order was established by Law No. 178 of March 3, 1951, and is the first of the Italian national Orders and is intended to „reward merits acquired towards the Nation in the field of letters, arts, economy and in the performance of public offices and activities carried out for social, philanthropic and humanitarian purposes, as well as for long and distinguished services in civil and military careers“.
The President of the Republic is the Head of the Order, which is governed by a Council composed of a Chancellor, who chairs it, and ten members, and is divided into the honorary grades of: Knight of the Grand Cross, Grand Officer, Commander, Officer, Knight.
Archijerevská svätá liturgia J.E. vladyku Petra Rusnáka .
Archijerejská svätá liturgia pri príležitosti 25. výročia zriadenia Gréckokatolíckeho biskupstva v Košiciach z katedrálneho chrámu presvätej Bohorodičky . Homília k aktuálnej situácii vo svete a spoločnosti začína od 50. minúty.
https://www.rtvs.sk/televizia/archiv/14320/310282#3092
Vyznamenanie „Za zásluhy“ lekárom- Záslužný kríž.
CONCESSO L’ “ORDINE DEL COMPANIONATE OF MERIT” AI MEDICI DEL PROGETTO SANITÀ SOLIDALE
(Insegne di Commendatore di Merito)
Il Gran Magistero ha approvato la concessione, su proposta del Gran Balì di Sicilia, dell’Ordine del “Companionate of Merit” ai medici membri dell’Ordine di San Lazzaro che partecipano attivamente al progetto “Sanità Solidale” che ogni mese offre una vasta serie di prestazioni sanitarie ai meno abbienti.
Il “Companionate of Merit” compare per la prima volta negli statuti dell’Ordine di San Lazzaro del 1929 e veniva concesso solo ai nobili cristiani non cattolici ed alle donne (parimenti nobili) che, all’epoca, non potevano diventare membri „pleno iure“ dell’Ordine di San Lazzaro. Nel 1948, con la modifica degli Statuti, furono introdotti i Cavalieri e le Dame di Merito ed i Medici ad honorem, che ricevevano questa distinzione onorifica per segnalati e rilevanti servizi in favore dell’Ordine. Dal 1979 è stata prevista la possibilità di concessione di questa onorificenza anche a coloro che già siano membri dell’Ordine.
Le concessioni sono così graduate:
Ufficiali: Francesco AMICO, Vincenzo ARGENTINO, Antonio FISCELLA, Marco IACOPINELLI, Paolo SCOLLO, Vincenzo FONTANA, Pietro Luigi MATTA
Commendatori: Giuseppe CANZONE e Marco ZUMMO
“ORDER OF COMPANIONATE OF MERIT” GRANTED TO THE DOCTORS OF THE SOLIDARITY HEALTH PROJECT

(Officer of Merit insignia)
The Grand Magistry has approved the granting, on the proposal of the Grand Bailiff of Sicily, of the Order of Companionate of Merit to doctors who are members of the Order of St. Lazarus and who actively participate in the „Sanità Solidale“ project, which provides a wide range of healthcare services to the poor every month.
The Companionate of Merit first appeared in the statutes of the Order of St Lazarus in 1929 and was only granted to non-Catholic Christian noblemen and women (also noblemen) who, at the time, could not become members „pleno iure“ of the Order of St Lazarus. In 1948, when the Statutes were amended, Knights and Dames of Merit and Honorary Doctors were introduced, who received this honorary distinction for outstanding services to the Order. Since 1979, this honour has also been granted to those who are already members of the Order.
The awards are graded as follows:
Officers: Francesco AMICO, Vincenzo ARGENTINO, Antonio FISCELLA, Marco IACOPINELLI, Paolo SCOLLO, Vincenzo FONTANA, Pietro Luigi MATTA
Commanders: Giuseppe CANZONE and Marco ZUMMO
Katolícka cirkev a východné pravoslávne cirkvi k spoločnému dokumentu o sviatostiach.
(Stemma della Chiesa Apostolica Armena)
Passi avanti verso il terzo documento congiunto di Chiesa Cattolica e Chiese Ortodosse Orientali: il documento sui sacramenti dovrebbe essere definito nei prossimi mesi, e poi discusso alla prossima riunione della Commissione Mista internazionale, che è prevista dal 20 al 24 giugno 2022.
La Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali si è riunita online dal 26 al 28 gennaio, sotto la copresidenza del Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e del vescovo Kyrillos, ausiliare della diocesi ortodossa copta di Los Angeles negli Stati Uniti.
L’ultimo incontro in presenza della Commissione risale alla fine di gennaio del 2020, quando si discusse, appunto, di sacramenti, e si definirono anche le linee guida di quello che sarebbe stato il terzo documento congiunto della Commissione.
Il tema dei sacramenti è centrale per un dialogo cattolico – ortodosso che è tra i dialoghi ecumenici più promettenti. Lo scisma con le Chiese ortodosse orientali aveva infatti avuto luogo per un problema di terminologia: al Concilio di Calcedonia, nel V secolo, si era arrivati a stabilire che Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, era una persona in due nature, “senza confusione, senza cambiamento, senza divisione e senza separazione”.
Ma le Chiese ortodosse orientali, da allora dette pre-calcedonesi, non avevano compreso che la formula “due nature” parlava di due soggetti di Cristo e aveva pensato fosse presentata una dottrina che identificava due figli, e per questo sono rimaste distaccate dalla Chiesa cattolica.
Il dialogo comunque è ripreso con successo, anche grazie a Paolo VI che promosse una serie di incontri. Il primo fu quello del 1971 con Mar Ignatious Yacob III, patriarca siro-ortodosso di Antiochia. Sempre nel 1971, Paolo VI firmò una dichiarazione comune con il patriarca copto ortodosso Shenouda III nel 1971, mentre nel 1996 Giovanni Paolo II siglò una dichiarazione simile con il catholicos armeno Karekin I, e con il catholicos Aram I di Cilicia nel 1997. Così, 1500 dopo il Concilio di Calcedonia, queste dichiarazioni comuni avevano permesso di risolvere le differenze cristologiche tra le Chiese cattoliche e le Chiese ortodosse orientali.
Da qui, la commissione mista internazionale, istituita nel 2003. La commissione comprende rappresentanti della Chiesa cattolica, della Chiesa copta-ortodossa, della Chiesa siro-ortodossa di Antiochia, la Chiesa apostolica armena (Catolicossato di tutti gli armeni – Sede di Etchmiadzin e Catolicossato della Sede di Cilicia), della Chiesa ortodossa etiope e della Chiesa sira-ortodossa Malankarese.
CATHOLIC CHURCH AND EASTERN ORTHODOX CHURCHES TOWARDS A COMMON DOCUMENT ON THE SACRAMENTS

(Coat of arms of the Coptic Orthodox Church)
Progress is being made towards the third joint document of the Catholic Church and the Eastern Orthodox Churches: the document on the sacraments should be defined in the coming months, and then discussed at the next meeting of the International Joint Commission, which is scheduled to take place from 20 to 24 June 2022.
The International Joint Commission for Theological Dialogue between the Catholic Church and the Eastern Orthodox Churches met online from 26-28 January, under the co-presidency of Cardinal Kurt Koch, president of the Pontifical Council for Promoting Christian Unity, and Bishop Kyrillos, auxiliary of the Coptic Orthodox Diocese of Los Angeles in the United States.
The last meeting in the presence of the Commission was at the end of January 2020, when the sacraments were discussed, and the guidelines for what would be the third joint document of the Commission were also defined.
The topic of the sacraments is central to a Catholic-Orthodox dialogue that is among the most promising ecumenical dialogues. The schism with the Eastern Orthodox Churches had in fact taken place over a problem of terminology: at the Council of Chalcedon, in the 5th century, it was established that Jesus Christ, true God and true man, was a person in two natures, „without confusion, without change, without division and without separation“.
But the Eastern Orthodox Churches, since then known as pre-Chalcedonian, had not understood that the formula „two natures“ spoke of two subjects of Christ and had thought it presented a doctrine that identified two sons, and for this reason they remained detached from the Catholic Church.
However, the dialogue was successfully resumed, also thanks to Paul VI who promoted a series of meetings. The first was in 1971 with Mar Ignatious Yacob III, Syrian Orthodox Patriarch of Antioch. Also in 1971, Paul VI signed a joint declaration with the Coptic Orthodox Patriarch Shenouda III in 1971, while in 1996 John Paul II signed a similar declaration with the Armenian catholicos Karekin I, and with the catholicos Aram I of Cilicia in 1997. Thus, 1500 after the Council of Chalcedon, these joint declarations had made it possible to resolve the Christological differences between the Catholic Churches and the Eastern Orthodox Churches.
Hence the international mixed commission, set up in 2003. The commission includes representatives of the Catholic Church, the Coptic Orthodox Church, the Syrian Orthodox Church of Antioch, the Armenian Apostolic Church (Catolicossate of All Armenians – See of Etchmiadzin and Catolicossate of the See of Cilicia), the Ethiopian Orthodox Church and the Malankara Syrian Orthodox Church.
Kostol sv. Lazara vo Valloncello v Umbri.
LA CHIESA DI SAN LAZZARO AL VALLONCELLO IN UMBRIA
(La Chiesa di San Lazzaro al Valloncello)
Di fronte il Castello di Belforte, deserto ed in rovina, sulla destra si apre una stretta valle che ebbe il nome il “Valloncello. Dove il Valloncello si allarga alla Valle del Nera la tradizione locale vuole che San Francesco abbia eretto “una casa” ove trovassero accoglienza quanti erano stati colpiti dalla lebbra, lasciando così all’umanità un messaggio di speranza e di vita, diretto a quelle persone che rimaste infette, erano costrette ad allontanarsi dalla società.
Il lebbrosario di San Lazzaro del Valloncello sarebbe stato fondato da San Francesco – o per San Francesco – il 24 settembre 1218 dal monaco Bono, con la concessione di una vasta area, da parte del signore Razzardo, feudatario di Roccapazza, al sacerdote Bono, rettore della limitrofa chiesa di San Cataldo, per edificarvi una chiesa ed un ospedale ad uso dei lebbrosi, di altri infermi ed anche di persone sane. In loco, è ancora visibile, al di sopra di una porta, la pietra che, in caratteri gotici, documenta tale erezione proprio nel 1218.
L’ospedale visse vita autonoma, forse sotto la protezione dei monaci eutiziani, i quali, in quel periodo, vantavano una larga giurisdizione feudale e disponevano di ottimi medici. Non aveva l’ampiezza e la grandiosità di altri simili ospedali sorti in varie parti d’Italia, ma offriva molti conforti atti a lenire, oltre ai dolori del corpo, quelli dello spirito.
I lebbrosi di San Lazzaro venivano amorevolmente accolti e curati, godevano di una libertà considerevole e le amarezze del loro isolamento venivano in gran parte mitigate. L’ospedale, quindi, rispondeva a perfezione alle necessità di riposo e di svago dei lebbrosi ed offriva ad essi medicine e cibi, compresa la carne di vipera di montagna (alla quale si attribuivano virtù prodigiose). Il complesso, considerato da molti “unico” lebbrosario francescano è un luogo reso irriconoscibile dai continui terremoti che si sono abbattuti su questa terra. Sono ancora riconoscibili le due navate originali coperte da volte ogivali a crociera con costoloni confluenti su un pilastro cilindrico centrale. Un piccolo ambiente adibito ad oratorio vede sul proprio altare una tela del sec. XVII raffigurante la “Madonna con Bambino e Santi”.
San Lazzaro del Valloncello fu diretto a varie riprese dai frati Minori e dai monaci di S. Eutizio e accolse lebbrosi provenienti da una vasta area circostante. Per quanto appartato, si trovava pur sempre lungo un canale viario importante come la valle del Nera.

(Stemma dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro risalente al periodo in cui Chiesa e lazzaretto furono affidati ai due Ordini riuniti)
Nel 1450 l’ospedale fu affidato al comune di Norcia senza che venisse menò la presenza dei monaci eutiziani. Uno di questi, fr. Barnaba Fusconi, fu insignito del titolo di cavaliere e maestro generale (Gran Maestro) di tutto l’Ordine Gerosolimitano di S. Lazzaro “di qua e di là dal mare” (1492) e la Chiesa e l’ospedale furono gestiti dall’Ordine di San Lazzaro (ramo italiano) fino al 1572 quando, dopo la rinuncia del penultimo Gran Maestro Giannotto Castiglioni, il 13 gennaio 1571, in favore del duca Emanuele Filiberto di Savoia, il Papa Gregorio XIII, il 13 novembre 1572 ne decretò la riunione con l’Ordine di San Maurizio (del quale Emanuele Filiberto era già Gran Maestro), furono affidati al neonato “Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro”, il quale ne assegnò le rendite ai vari commendatari, fra cui alcuni cavalieri di casate nursine. Uno stemma di questa fase è visibile ancora sul fabbricato più grande.
Dopo un lungo periodo di decadenza l’istituzione fu soppressa e i beni immobili passarono in mano di privati. Della chiesa francescana trecentesca, divisa e rimaneggiata alla meglio dopo i terremoti del Settecento, sopravvivono alcune strutture architettoniche nella parte interna riconvertita ad uso rurale. Sono due nude volte a crociera innervate da costoloni, una monofora richiusa e un pilastro cilindrico centrale di modello assisiate, uniche testimonianze di un mondo scomparso.
CHURCH OF ST. LAZARUS AL VALLONCELLO IN UMBRIA

(The church of St Lazarus al Valloncello)
Opposite the castle of Belforte, deserted and in ruins, a narrow valley opens up on the right, which was given the name „Valloncello. Where the Valloncello widens into the Valle del Nera, local tradition has it that St Francis built „a house“ where all those infected with leprosy could find shelter, thus leaving humanity a message of hope and life, directed at those people who had become infected and were forced to withdraw from society.
The leprosarium of San Lazzaro del Valloncello is said to have been founded by St Francis – or for St Francis – on 24 September 1218 by the monk Bono, with the concession of a large area by Lord Razzardo, feudal lord of Roccapazza, to the priest Bono, rector of the neighbouring church of San Cataldo, to build a church and a hospital for the use of lepers, other sick people and healthy people. On the site, a stone in Gothic lettering above a door can still be seen, documenting its construction in 1218.
The hospital lived an independent life, perhaps under the protection of the Eutizian monks, who at that time had a large feudal jurisdiction and excellent doctors. It did not have the size and grandeur of other similar hospitals that had sprung up in various parts of Italy, but it offered many comforts to alleviate not only the pains of the body but also those of the spirit.
The lepers of St Lazarus were lovingly received and cared for, they enjoyed considerable freedom and the bitterness of their isolation was largely mitigated. The hospital therefore responded perfectly to the lepers‘ needs for rest and recreation and offered them medicines and food, including the meat of the mountain viper (which was said to have prodigious virtues). The complex, considered by many to be the „only“ Franciscan leper colony, has been rendered unrecognisable by the continuous earthquakes that have struck the area. We can still recognise the two original naves covered by ogival cross vaults with ribs converging on a central cylindrical pillar. A small room used as an oratory has a 17th-century painting of the ‚Madonna with Child and Saints‘ on its altar.
San Lazzaro al Valloncello was run at various times by the Friars Minor and the monks of St Eutizio and took in lepers from a large surrounding area. Although secluded, it was still located along an important road channel such as the Nera valley.
In 1450 the hospital was entrusted to the municipality of Norcia without the presence of the Eutizian monks being mentioned. One of these, Brother Barnaba Fusconi, was awarded the title of Knight and Master General (Grand Master) of the entire Hierosolimitan Order of St. Lazarus „on this side and on the other side of the sea“ (1492), and the Church and hospital were run by the Order of St. Lazarus (Italian branch) until 1572 when, after the penultimate Grand Master Giannotto Castiglioni resigned on 13 January 1571 in favour of Duke Emanuele Filiberto of Savoy, Pope Gregory XIII, on 13 November 1572, decreed its reunion with the Order of St Maurice (of which Emanuele Filiberto was already Grand Master), and entrusted it to the newly founded „Order of Saints Maurice and Lazarus“, which assigned its revenues to the various commendators, including some knights from the House of Nursia. A coat of arms from this phase can still be seen on the largest building.

(The interior of the Church of San Lazzaro al Valloncello)
After a long period of decline, the institution was suppressed and the property passed into private hands. Of the 14th-century Franciscan church, divided and remodelled as best it could after the 18th-century earthquakes, some architectural structures survive in the internal part converted for rural use. There are two bare cross vaults innervated by ribs, a closed single lancet window and a central cylindrical pillar of the Assisian model, the only evidence of a vanished world.
Uzatvorenie týždňa modlitieb za jednotu kresťanov v archidiecéze v Monreale.
RITO DI CHIUSURA DELL’ARCIDIOCESI DI MONREALE PER LA SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI
(I rappresentanti delle varie comunità ecclesiali e la rappresentanza del Gran Baliato di Sicilia dell’Ordine di San Lazzaro)
Si è svolto lo scorso 25 gennaio 2022, presso la Chiesa Madre di Terrasini, il rito di chiusura della Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani, al quale, come ormai di tradizione, ha preso parte una rappresentanza del Gran Baliato di Sicilia dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme, confermando il suo impegno nel dialogo ecumenico.
Il rito, presieduto dall’Arcivescovo di Monreale Mons. Michele Pennisi, GCLJ, Gran Priore Ecclesiastico dell’Ordine di San Lazzaro e Cappellano Maggiore del Gran Baliato di Sicilia, ha visto la partecipazione dei rappresentanti del Patriarcato Ortodosso di Romania, della Chiesa Anglicana, della Chiesa Evangelica Luterana, della Chiesa Evangelica Valdese e Metodista, della Chiesa Evangelica Avventista e di quella Evangelica della Riconciliazione.
CLOSING RITE OF THE ARCHDIOCESE OF MONREALE FOR THE WEEK OF PRAYER FOR CHRISTIAN UNITY

(A moment of the closing celebration of the Week of Prayer for Christian Unity)
On 25 January 2022, the closing rite of the Week of Prayer for Christian Unity was held in the Mother Church of Terrasini. A representative of the Grand Bailiwick of Sicily of the Order of St. Lazarus of Jerusalem took part, confirming its commitment to ecumenical dialogue.
The rite, presided over by the Archbishop of Monreale, Michele Pennisi, GCLJ, Grand Ecclesiastical Prior of the Order of St Lazarus and Senior Chaplain of the Grand Bailiwick of Sicily, was attended by representatives of the Orthodox Patriarchate of Romania, the Anglican Church, the Evangelical Lutheran Church, the Waldensian and Methodist Churches, the Evangelical Adventist Church, and the Evangelical Church of Reconciliation.
Nájdený križiacky meč pripomína mnohé kostoly , ktoré postavili križiaci v Svätej zemi.
RITROVATA UNA SPADA CROCIATA CHE CI RICORDA LE TANTE CHIESE COSTRUITE IN TERRA SANTA DAI CAVALIERI
(La spada crociata ritrovata davanti al Monte Carmelo)
Qualche settimana fa la notizia di un ritrovamento archeologico nel mare di Israele, al largo della costa del Monte Carmelo, ha fatto il giro del mondo. Shlomi Katzin facendo immersioni ha trovato diversi antichi manufatti sul fondo del mare, apparentemente scoperti dalle onde e dalle correnti sotterranee che avevano spostato la sabbia. Il più significativo è una spada con una lama lunga un metro e un’elsa lunga 30 cm.
Le autorità delle antichità israeliane hanno riconosciuto una spada “conservata in perfette condizioni, è un reperto bello e raro ed evidentemente apparteneva a un cavaliere crociato“. La costa del Carmelo ha molte insenature naturali perfetto per riparare le navi dalle tempeste.
I crociati, cavalieri di cui si è scritto tra storia e leggende, quelli che andarono a liberare la Terra Santa dal dominio islamico dei luoghi santi, alcuni dei quali, come la basilica del Santo Sepolcro, erano stati quasi rasi al suolo nel 1009.
I crociati, tra i quali i cavalieri di San Lazzaro, erano non solo guerrieri ma grandi architetti, costruttori di castelli e di chiese. Alcuni costruite ex novo, altre ricostruite dopo le devastazioni magari su antiche vestigia bizantine.
Nel 1113 i cavalieri di San Giovanni, dai quali sarebbero nati, da lì a poco, i cavalieri di San Lazzaro, iniziarono la costruzione della chiesa latina dedicata al proprio santo tutelare a Beirut che, dopo la conquista saracena, divenne la grande moschea di Omar, ma ancora è evidente lo stile crociato. Anche a Tiro la cattedrale era stata costruita dai crociati ed era usata per l’incoronazione dei re latini di Gerusalemme quando, dopo la riconquista islamica della Città Santa, la capitale fu portata nella vicina Acri.

Acri recuperata dai cristiani dopo un lungo assedio dal 1189 al 1191, fu il più importante baluardo crociato in Terra Santa, l’ultimo a tornare, nel 1291, ai musulmani guidati dal sultano al Ashraf ed ebbe il ruolo di capitale del regno che ormai era solo una striscia di costa e il corridoio che permetteva l’arrivo al Santo Sepolcro.
I crociati avevano ad Acri un vero centro di accoglienza per i pellegrini, un castello con una chiesa a pianta ottagonale. A Cesarea all’interno della cinta muraria si trova, oggi tra le rovine, una chiesa a pianta basilicale. Anche questo edificio divenne moschea.
Se si arriva a Ramla, lasciando la costa, la grande moschea di Jami el Kebir altro non è che la cattedrale cristiana dedicata a San Giovanni, il santo prediletto dai cavalieri d’oltremare.
A Sebaste, oggi Sebastiya, nel 1165 venne costruita una chiesa dedicata a San Giovanni Battista, impiantata sulle rovine di un preesistente luogo di culto bizantino, una basilica a tre navate. L’architettura è ormai segnata dal gotico ancora riconoscibile nonostante il riuso come moschea.
Nel cammino verso Gerusalemme si incontra anche un monastero, Abu Gosh, che fu costruito dai crociati su una preesistente cisterna romana. La chiesa conventuale è stata assegnata nel XIX secolo allo stato francese e gestita dall’ordine benedettino di Monte Oliveto.
Interessante la storia degli affreschi romanici abbandonati dai musulmani che ridussero il locale a stalla e che sono stati pazientemente restaurati, con diversi episodi biblici.
A Gerusalemme i cavalieri costruirono moltissimi edifici, ma ovviamente l’edificio più significativo è il complesso del Santo Sepolcro.

Gerusalemme custodisce anche un altro gioiello crociato che ancora è una chiesa: Sant’Anna. Perfettamente conservata anche grazie al fatto che venne donata a Napoleone III dai sultani per l’aiuto avuto nella guerra in Crimea, oggi è gestita dai Padri d’Africa.
Altro luogo simbolo è il Cenacolo, un’ampia aula rettangolare che i crociati ricavarono nel XIII secolo su un precedente luogo di culto di epoca romana. Da non dimenticare la Cappella dell’Ascensione.
La riconquista musulmana portò al riuso di molte strutture anche nei castelli dove, essendo i crociati parte di ordini monastico cavallereschi, grande spazio avevano aule e cappelle che richiamavano le proporzioni del Tempio di Gerusalemme.
E quello che i crociati avevano imparato costruendo in Medio Oriente con cognizioni latine, lo riportarono in Europa diffondendo nella costruzione delle cattedrali gotiche una nuova scienza costruttiva.
Quasi tutte le chiese che i crociati lasciarono in Terra Santa furono convertite in moschee dopo la riconquista saracena, ma conservano la struttura originale tutta latina e cristiana.
A CRUSADER SWORD REDISCOVERED, REMINDING US OF THE MANY CHURCHES BUILT IN THE HOLY LAND BY THE KNIGHTS

(The rediscovered crusader sword )
A few weeks ago, news of an archaeological find in the Israeli sea, off the coast of Mount Carmel, went around the world. While diving, Shlomi Katzin found several ancient artefacts at the bottom of the sea, apparently discovered by waves and underground currents that had shifted the sand. The most significant is a sword with a one-metre long blade and a 30 cm long hilt.
The Israeli antiquities authorities recognised a sword ‚preserved in perfect condition, it is a beautiful and rare find and evidently belonged to a crusader knight‘. The Carmel coast has many natural inlets perfect for sheltering ships from storms.
The crusaders, knights of whom history and legends have been written about, were the ones who went to liberate the Holy Land from Islamic rule of the holy places, some of which, like the basilica of the Holy Sepulchre, had been almost razed to the ground in 1009.
The crusaders, including the Knights of St Lazarus, were not only warriors but also great architects, builders of castles and churches. Some built from scratch, others rebuilt after the devastation, perhaps on top of ancient Byzantine remains.
In 1113, the Knights of St John, from whom the Knights of St Lazarus would shortly be born, began construction of the Latin church dedicated to their patron saint in Beirut which, after the Saracen conquest, became the great mosque of Omar, but the Crusader style is still evident. The cathedral in Tyre was also built by the Crusaders and was used for the coronation of the Latin kings of Jerusalem when, after the Islamic reconquest of the Holy City, the capital was taken to nearby Acre.

Acre, recovered by the Christians after a long siege from 1189 to 1191, was the most important Crusader bulwark in the Holy Land, the last to return, in 1291, to the Muslims led by Sultan al Ashraf, and had the role of capital of the kingdom, which by then was only a strip of coastline and the corridor leading to the Holy Sepulchre.
The Crusaders had in Acre a true reception centre for pilgrims, a castle with an octagonal church. In Caesarea, within the city walls, there is a church with a basilica layout, now in ruins. This building also became a mosque.
If you get to Ramla, leaving the coast, the great mosque of Jami el Kebir is none other than the Christian cathedral dedicated to St John, the favourite saint of the overseas knights.
In Sebaste, now Sebastiya, a church dedicated to St John the Baptist was built in 1165 on the ruins of a pre-existing Byzantine place of worship, a three-nave basilica. The architecture is now marked by the still recognisable Gothic style despite its reuse as a mosque.
On the way to Jerusalem we also come across a monastery, Abu Gosh, which was built by the Crusaders on a pre-existing Roman cistern. The monastery church was assigned to the French state in the 19th century and run by the Benedictine order of Monte Oliveto.
There is an interesting history of Romanesque frescoes abandoned by the Muslims who reduced the place to a stable and which have been patiently restored, depicting various biblical episodes.
In Jerusalem, the Knights built many buildings, but obviously the most significant building is the Holy Sepulchre complex.

Jerusalem is also home to another Crusader jewel that is still a church: St Anne’s. Perfectly preserved, thanks in part to the fact that the church is still a church. Perfectly preserved, thanks also to the fact that it was donated to Napoleon III by the sultans for his help in the Crimean war, it is now run by the Fathers of Africa.
Another symbolic place is the Cenacle, a wide rectangular hall that the crusaders built in the 13th century on a previous place of worship from the Roman era. Don’t forget the Chapel of the Ascension.
The Muslim reconquest led to the reuse of many structures even in the castles where, as the Crusaders were part of monastic orders of chivalry, great space was given to halls and chapels that recalled the proportions of the Temple of Jerusalem.
And what the Crusaders had learnt by building in the Middle East with Latin knowledge, they brought back to Europe, spreading a new construction science in the construction of Gothic cathedrals.
Almost all the churches that the Crusaders left behind in the Holy Land were converted into mosques after the Saracen reconquest, but they retain their original Latin and Christian structure.
Charitatívna pomoc pre sociálne zariadenie Benetrix n.o. .
Posolstvo Cirkevného Veľkopriora Rádu sv. Lazara Jeruzalemského na týždeň modlitieb za jednotu kresťanov .
MESSAGGIO DEL GRAN PRIORE ECCLESIASTICO DELL’ORDINE DI SAN LAZZARO DI GERUSALEMME PER LA SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI
Carissimi Confratelli e Consorelle dell’Ordine Militare di San Lazzaro di Gerusalemme
in occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani di quest’anno viene offerto a tutti noi cristiani, appartenenti a varie Chiese, come spunto di meditazione il versetto: “In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo” (Matteo 2, 2).
La nascita di Cristo, si apre ad una dimensione cosmica e universale.
L’Incarnazione di Cristo e la Sua entrata nello spazio e nel tempo diventano l’occasione in cui angeli e uomini si uniscono in un’unica lode, gli abitanti di Betlemme si abbracciano con i Magi che provengono dal lontano oriente e tutti insieme offrono i loro i doni al Grande Visitatore.
Sin dall’inizio della Sua presenza sulla terra, Cristo apre le porte della fede a tutte le nazioni, invitandole ad adorare il Dio che si è fatto bambino per la nostra salvezza. Uomini di scienza, i Re Magi, obbediscono alla sua chiamata non contrapponendo la loro scienza alla loro fede. Sono molto lontani dalle nostre dispute che oppongono scienza e fede, creando due sfere dell’esperienza umana contrapposte o diversificate tra di loro, perché, forse, abbiamo dimenticato che l’una può diventare un valido aiuto e sostegno per l’altra e insieme collaborare per il bene comune.
La pandemia che ci ha afflitti ha invece mostrato che la fede e la scienza possono stare insieme e devono lavorare l’una accanto all’altra, offrendo sollievo ai mali spirituali e corporali che ci turbano. La stella conduce i Magi dall’oriente a Betlemme. Da un oriente così lontano e così vicino, allora come anche oggi. L’oriente descrive quella vasta area geografica che, agli occhi dell’uomo di oggi, da terra di fascino e sapienza è divenuta sinonimo di luoghi martoriati, ormai teatro di sofferenze, conflitti e guerre.
Oggi l’oriente diventa la culla dove nasce l’Ecumenismo del Martirio. È quella terra che produce martiri che illuminano con i loro bagliori di luce il cielo spirituale dell’intera Chiesa di Cristo. È quella terra che porta alla nostra attenzione l’esempio di una fede viva che riesce a superare le differenze che dividono Cristo, unico fondamento della nostra fede. In questa Settimana, tutti i credenti in Cristo siamo invitati a pregare per la così tanto desiderata, ma così lacerata nei secoli, unità visibile della Chiesa.
Chiudendosi nella loro solitudine esistenziale, gli uomini e le donne di oggi si chiedono: ma che valore può avere la nostra preghiera davanti alle tante divisioni che strappano l’unica tunica di Cristo? Per poter capire e accettare chi è Colui che ci visita e al Quale rivolgiamo la preghiera, ciascuno di noi deve preparare il suo cuore alla a conversione di tutto il nostro essere, aprendoci alla preghiera comune all’unico Signore e all’accoglienza dei fratelli e delle sorelle bisognosi di aiuto ed in modo particolare impegnandoci a prenderci cura dei lebbrosi, secondo la tradizione del nostro Ordine, in occasione della 69° Giornata per i malati di lebbra che si celebra il prossimo 30 gennaio.
Monreale, 16 gennaio 2022
+ Michele Pennisi
Arcivescovo di Monreale
Gran Priore Ecclesiastico dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme
MESSAGE FROM THE ECCLESIASTICAL GRAND PRIOR OF THE ORDER OF SAINT LAZARUS OF JERUSALEM FOR THE WEEK OF PRAYER FOR CHRISTIAN UNITY

Dear Brothers and Sisters of the Military Order of St Lazarus of Jerusalem
On the occasion of this year’s Week of Prayer for Christian Unity, all of us Christians belonging to various Churches are offered the following verse as a starting point for meditation: „In the east we saw his star appear, and we came here to honour him“ (Matthew 2, 2).
The birth of Christ opens up to a cosmic and universal dimension.
The Incarnation of Christ and His entry into space and time become the occasion when angels and men unite in one praise, the inhabitants of Bethlehem embrace the Magi from the far east and all together offer their gifts to the Great Visitor.
From the very beginning of His presence on earth, Christ opened the doors of faith to all nations, inviting them to adore the God who became a child for our salvation. Men of science, the Wise Men, obey his call by not opposing their science to their faith. They are far removed from our disputes that pit science and faith against each other, creating two opposing or different spheres of human experience, because, perhaps, we have forgotten that one can become a valuable aid and support for the other and together work together for the common good.
Instead, the pandemic that has afflicted us has shown that faith and science can and must work together, offering relief to the spiritual and bodily ills that trouble us. The star leads the Magi from the east to Bethlehem. From an East so far and so near, then as now. The East describes that vast geographical area which, in the eyes of today’s man, from a land of charm and wisdom has become synonymous with tortured places, now the scene of suffering, conflicts and wars.
Today, the East becomes the cradle where the Ecumenism of Martyrdom is born. It is that land that produces martyrs who illuminate the spiritual sky of the entire Church of Christ with their glow of light. It is that land that brings to our attention the example of a living faith that succeeds in overcoming the differences that divide Christ, the only foundation of our faith. In this Week, all believers in Christ are invited to pray for the much desired, but so torn apart over the centuries, visible unity of the Church.
Enclosed in their existential solitude, men and women today ask themselves: what value can our prayer have in the face of so many divisions that tear the one tunic of Christ? In order to understand and accept who is the One who visits us and to whom we address our prayer, each one of us must prepare his or her heart for the conversion of our whole being, opening ourselves to common prayer to the one Lord and to the acceptance of brothers and sisters in need of help, and in a special way committing ourselves to care for lepers, according to the tradition of our Order, on the occasion of the 69th Day for Leprosy sufferers, which will be celebrated on 30 January.
Monreale, 16 January 2022
+ Michele Pennisi
Archbishop of Monreale
Ecclesiastical Grand Prior of the Order of St Lazarus of Jerusalem
90 ROKOV MODERNEJ PRÍTOMNOSTI LAZZARITOV V HOLANDSKU
I NOVANTA ANNI DELLA MODERNA PRESENZA LAZZARITA NEI PAESI BASSI
(Maurits Willem Raedinck van Vollenhoven, GCLJ-J, Gran Priore dei Paesi Bassi dell’Ordine di San Lazzaro)
Nel 1932 il diplomatico olandese a Madrid, Maurits Willem Raedinck van Vollenhoven, Signore di Kleverskerke, veniva nominato Gran Priore dei Paesi Bassi. Era sposato con la principessa Marie Christine de Borbón, parente dell’allora Luogotenente Generale e, poi, 44° Gran Maestro Don Francisco de Paula de Borbón y La Torre, IV Duca di Siviglia e Grande di Spagna, il quale nel 1935 gli conferì la Gran Croce dell’Ordine.
Il 29 aprile del 1938 veniva creata la fondazione „ATAVIS ET ARMIS“ all’Aia: mirava a „promuovere la salvezza della comunità nazionale olandese; rafforzare la coscienza nazionale promuovendo la conservazione della tradizione familiare; proteggere i valori spirituali e concedere sostegno in generale e concedere sostegno alla lotta contro le malattie della lebbra in particolare.
Nel 1964 i membri olandesi dell’Ordine di San Lazzaro, con sede a Parigi, fondarono il loro ramo olandese. Il Gran Priore van Vollenhoven ne fu uno dei promotori. L’anno successivo, durante una solenne cerimonia al castello di Moersbergen, vicino a Doorn, il Gran Priorato dei Paesi Bassi fu „reinstallato“ da quello che all’epoca ricopriva la carica di Grande Amministratore, il Duca di Brissac, il quale nel 1973, a seguito dello scisma tra il ramo spagnolo e quello francese, sarebbe diventato Gran Maestro dell’Obbedienza di Parigi. Questo Gran Priorato esiste ancora e, nel 2004, si è schierato con l’Obbedienza di Orleans, rifiutando l’unificazione delle due Obbedienze storiche (Malta e Parigi) conclusasi nel 2008 con l’elezione del 49° Gran Maestro Don Carlos Gereda de Borbon.
Nel frattempo, nel 1990, l’Obbedienza di Malta (spagnola) aveva istituito la Commenda dei Paesi Bassi, la cui inaugurazione ebbe luogo presso il castello di Rhoon. Essa rappresentò nei Paesi Bassi le due vecchie Obbedienze (Parigi e Malta) dopo il primo tentativo di unificazione del 1986. Le attività di carità furono affidate alla Fondazione Atavis et Armis che mirava a „curare l’organizzazione e l’amministrazione nei Paesi Bassi dell’Ordine Militare e Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme, così come la difesa della fede cristiana e la realizzazione della carità cristiana“ e che nel 1991 cambiò il proprio nome in “Fondazione dell’Obbedienza di malta”. L’Ordine, invece, rimase attivo nei Paesi Bassi con il nome di Ordine Militare ed Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme.
Tra il 1998 ed il 1999 furono create le due Commende Sint Willibrord e Sint Servaas, mentre la terza Commenda Holland en Zeeland è stata fondata nel 2021.
Dal 2018 quella che era la vecchia Commenda dei Paesi Bassi è diventata un Gran Baliato affidato al governo di una Dama dell’Ordine, Herma Johanna Wijers, nominata dal Gran Maestro Francisco de Borbón, Conte von Hardenberg, come Gran Balì del Gran Baliato dei Paesi Bassi.
THE NINETY YEARS OF THE MODERN LAZARITE PRESENCE IN THE NETHERLANDS

(Herma Johanna Wijers, Grand Bailiff of the Grand Bailiwick of Holland)
In 1932 the Dutch diplomat in Madrid, Maurits Willem Raedinck van Vollenhoven, Lord of Kleverskerke, was appointed Grand Prior of the Netherlands. He was married to Princess Marie Christine de Borbón, a relative of the then Lieutenant General and later 44th Grand Master Don Francisco de Paula de Borbón y La Torre, 4th Duke of Seville and Grand Master of Spain, who conferred the Grand Cross of the Order on him in 1935.
On 29 April 1938, the foundation ‚ATAVIS ET ARMIS‘ was created in The Hague: it aimed to ‚promote the salvation of the Dutch national community; strengthen national consciousness by promoting the preservation of family tradition; protect spiritual values in general and grant support for the fight against leprosy diseases in particular.
In 1964 the Dutch members of the Order of St. Lazarus, based in Paris, founded their Dutch branch. Grand Prior van Vollenhoven was one of the initiators. The following year, during a solemn ceremony at Moersbergen Castle, near Doorn, the Grand Priory of the Netherlands was „reinstalled“ by the then Grand Administrator, the Duke of Brissac, who in 1973, following the schism between the Spanish and French branches, would become Grand Master of the Obedience of Paris. This Grand Priory still exists and, in 2004, sided with the Orleans Obedience, refusing the unification of the two historic Obediences (Malta and Paris) which ended in 2008 with the election of the 49th Grand Master Don Carlos Gereda de Borbon.
In the meantime, in 1990, the Obedience of Malta (Spanish) had established the Commandery of the Netherlands, whose inauguration took place at Rhoon Castle. It represented the two old Obediences (Paris and Malta) in the Netherlands after the first attempt at unification in 1986. Charitable activities were entrusted to the Atavis et Armis Foundation, which aimed to „take care of the organisation and administration in the Netherlands of the Military and Hospitaller Order of St. Lazarus of Jerusalem, as well as the defence of the Christian faith and the realisation of Christian charity“ and which in 1991 changed its name to „Foundation of the Obedience of Malta“. The Order, however, remained active in the Netherlands under the name of the Military and Hospitaller Order of St. Lazarus of Jerusalem.
Between 1998 and 1999 the two Commendas Sint Willibrord and Sint Servaas were created, while the third Commenda Holland en Zeeland was founded in 2021.
Since 2018, the former Commandery of Holland has become a Grand Bailiwick under the government of a Dame of the Order, Herma Johanna Wijers, appointed by Grand Master Francisco de Borbón, Count von Hardenberg, as Grand Bailiff of the Grand Bailiwick of Holland.
Pozdrav a požehnanie od pápeža Tawdrosa II.
MESSAGGIO DI AUGURI DI S.S. PAPA TAWADROS II
In Sicilia, a Catania, da tempo esiste una comunità copta ortodossa che ha sede presso la Chiesa di San Giorgio, in Piazza Carlo Alberto, facente parte del neocostituito Consiglio Ecumenico delle Chiese di Catania.
La Chiesa Copta, di antichissima tradizione, nella sua componente ortodossa fa capo a Sua Santità Papa Tawadros II ed è retta a livello locale da Padre Pola el Akhmimi.
E’ con vero piacere e spirito di fratellanza, pertanto, che pubblichiamo il messaggio augurale inviato da Papa Tawadros II.
“Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Unico Dio. Amen
Tanti auguri di Buon Anno nuovo 2022 e Tanti auguri di Buon Natale.
Invio i miei auguri a tutte le Chiese Copte al di fuori dell’Egitto, in America, a Gerusalemme, in Africa e nei Paesi del Golfo, in Australia e in tutto il mondo.
Auguri a tutti i padri metropoliti ed ai vescovi, ai sacerdoti ed ai diaconi, ai monaci ed alle suore che prestano servizio al di fuori dei loro conventi, a tutte le famiglie copte, ai giovani ed ai bambini e a tutto il popolo copto.
Tanti auguri di Buon Anno nuovo a tutti voi.
La nascita di Gesù Cristo rappresenta una gioia immensa ogni anno e ci permette di osservare i messaggi che riceviamo a partire dalla stalla a Betlemme. E’ tutto un viaggio per compiere il salvataggio dell’animo dell’uomo dal peccato che ebbe origine con Adamo ed Eva: fu a causa di questo peccato che tutto il mondo ha aspettato chi lo salvava.
La nascita di Gesù Cristo ci dona tanti messaggi necessari alla nostra vita.
Il primo messaggio: la nascita è un nuovo inizio. Ricco di gioia e speranza.
Anche se l’anno scorso abbiamo commesso errori e peccati, cominciamo il nuovo anno con nuovi propositi.
Il secondo messaggio: è una nascita che ci dona la luce per la vita.
Il terzo messaggio: è un invito soprattutto ad essere più responsabili in tutte le nostre azioni quotidiane, sapendo bene che la nostra vita ha un senso importante per Dio.
Vi auguro una vita serena ed in salute e che Dio vi benedica in tutti i vostri giorni, anche se in questo momento stiamo affrontando alcune difficoltà a causa della pandemia, ma noi abbiamo grande fiducia e fede, così come disse Davide nel Salmo 27: il Signore è mia luce e mia salvezza, di che avrò paura?
Tanti auguri di Buon Natale a tutti voi, a Dio la gloria e la potenza ora e per sempre, Amen”.
MESSAGE OF GREETINGS FROM S.S. POPE TAWADROS II

In Catania, Sicily, there has long been a Coptic Orthodox community based at the Church of St George, in Piazza Carlo Alberto, which is part of the newly established Ecumenical Council of Churches in Catania.
The Coptic Church, of ancient tradition, in its orthodox component is under the authority of His Holiness Pope Tawadros II and is governed locally by Father Pola el Akhmimi.
It is with true pleasure and a spirit of brotherhood, therefore, that we publish the message of good wishes sent by Pope Tawadros II.
„In the name of the Father, the Son and the Holy Spirit, One God. Amen
Best wishes for a Happy New Year 2022 and a Merry Christmas.
I send my best wishes to all Coptic Churches outside Egypt, in America, in Jerusalem, in Africa and the Gulf countries, in Australia and all over the world.
Best wishes to all Metropolitan Fathers and Bishops, priests and deacons, monks and nuns serving outside their monasteries, all Coptic families, young people and children and all the Coptic people.
Best wishes for a Happy New Year to all of you.
The birth of Jesus Christ is an immense joy every year and allows us to observe the messages we receive from the stable in Bethlehem. It is all a journey to save man’s soul from the sin that originated with Adam and Eve: it was because of this sin that the whole world waited for the one who would save it.
The birth of Jesus Christ gives us many necessary messages for our lives.
The first message: the birth is a new beginning. Full of joy and hope.
Even if we made mistakes and sins last year, let us start the new year with new intentions.
The second message: it is a birth that gives us light for life.
The third message: it is an invitation above all to be more responsible in all our daily actions, knowing well that our life has an important meaning for God.
I wish you a peaceful and healthy life and may God bless you in all your days, even if at this moment we are facing some difficulties because of the pandemic, but we have great trust and faith, as David said in Psalm 27: the Lord is my light and my salvation, of what shall I fear?
Merry Christmas to you all, to God the glory and the power now and forever, Amen“.
EKUMENICKÉ PASTORÁLNE SMERNICE PRE KATOLÍCKE CIRKVI VO SVÄTEJ ZEMI
LINEE GUIDA PASTORALI ECUMENICHE PER LE CHIESE CATTOLICHE IN TERRASANTA
(Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terrasanta)
Sono entrate in vigore lo scorso 28 novembre, e sono una serie di buone pratiche, norme, osservazioni che aiuteranno le Chiese latine di Terrasanta nel loro percorso ecumenico. Le Linee Guida Pastorali Ecumeniche per le Chiese Cattoliche in Terrasanta entrano, così, a pieno diritto tra quei testi necessari per comprendere il dialogo ecumenico, da leggere sempre alla luce del Direttorio per l’Applicazione dei Principi e delle Norme dell’Ecumenismo pubblicato dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani nel 1993.
Un documento quanto più necessario in Terrasana, definito nel documento un “microcosmo”, lì dove tutte le confessioni si sono incontrate intorno al sepolcro di Gesù, e dove tra l’altro si sono sperimentate anche forti divisioni.
Ma le linee guida sono in realtà piene di ottimismo. Notano che, al di là di ogni polemica, il restauro della chiesa del Santo Sepolcro, e poi quello della Basilica della Natività di Gerusalemme hanno creato ponti ecumenici, collaborazioni preziose. Mettono in luce che gli stessi fedeli agiscono al di là dei confini posti dalle rispettive confessioni, con un senso cristiano ecumenico già vissuto in pratica.
Lo scopo del documento è „illuminare, motivare e guidare le relazioni ecumeniche della Chiesa cattolica“ in questi paesi, ed anche questo superamento dei confini va governato, perché sfocia anche nell’ambito liturgico e sacramentale.
L’intenzione delle linee guida è dunque di dare “discernimento e chiarimento”, delineando anche le Chiese e comunità ecclesiali con le quali esiste “una comunione reale, anche se imperfetta”.
È comunque “importante che tutti i vescovi e sacerdoti, così come tutti i religiosi e i laici impegnati in attività pastorali, abbiano una buona conoscenza dei principi teologici ed ecclesiali che sono alla base di queste linee guida pastorali”.
Si chiarisce anche “in ogni caso, la concelebrazione eucaristica, che è la espressione sacramentale visibile della piena comunione nella fede, culto e vita comunitaria, non è permessa con ministri della Chiesa o comunità ecclesiali che non sono in piena comunione con la Chiesa Cattolica”.
ECUMENICAL PASTORAL GUIDELINES FOR CATHOLIC CHURCHES IN THE HOLY LAND

(Assembly of Catholic Ordinaries of the Holy Land)
They came into force on 28 November last, and are a series of good practices, norms and observations that will help the Latin Churches of the Holy Land in their ecumenical journey. The Ecumenical Pastoral Guidelines for the Catholic Churches in the Holy Land are thus rightfully among those texts necessary for understanding ecumenical dialogue, to be read in the light of the Directory for the Application of Principles and Norms of Ecumenism published by the Pontifical Council for Promoting Christian Unity in 1993.
A document that is all the more necessary in Holy Land, defined in the document as a „microcosm“, where all the confessions met around the tomb of Jesus, and where, among other things, strong divisions were also experienced.
But the guidelines are actually full of optimism. They note that, beyond any controversy, the restoration of the Church of the Holy Sepulchre, and then that of the Basilica of the Nativity in Jerusalem, have created ecumenical bridges, valuable collaborations. They highlight the fact that the faithful themselves are acting beyond the boundaries set by their respective confessions, with a Christian ecumenical sense already lived in practice.
The aim of the document is „to enlighten, motivate and guide the ecumenical relations of the Catholic Church“ in these countries, and this overcoming of boundaries must also be governed, because it also flows into the liturgical and sacramental spheres.
The intention of the guidelines is therefore to provide „discernment and clarification“, also outlining the Churches and ecclesial communities with which there is „real, albeit imperfect, communion“.
It is in any case „important that all bishops and priests, as well as all religious and lay people involved in pastoral activities, have a good knowledge of the theological and ecclesial principles that underlie these pastoral guidelines“.
It is also clarified that „in any case, Eucharistic concelebration, which is the visible sacramental expression of full communion in faith, worship and community life, is not permitted with ministers of the Church or ecclesial communities who are not in full communion with the Catholic Church“.
Posolstvo Veľkého Sicílskeho Bailiwa pre začiatok roka 2022 J.E. Pino Zigale GCLJ -J.
MESSAGGIO DI CAPODANNO 2022 DEL GRAN BALÌ DI SICILIA DELL’ORDINE MILITARE E OSPEDALIERO DI SAN LAZZARO DI GERUSALEMME
(Cristo Pantocratore, Abside del Duomo di Monreale)
Carissimi Confratelli e Consorelle,
si chiude un altro anno vissuto nell’alternarsi di speranza e sconforto caratterizzato dal protrarsi dell’emergenza pandemica COVID 19 che credevamo di esserci lasciati alle spalle e che, negli ultimi giorni, sembra essersi riacutizzata con una violenza inaspettata.
La natura sembra volerci ricordare ancora una volta ciò che è scritto nel libro del Levitico: «Le terre non si potranno vendere per sempre, perché la terra è mia e voi siete presso di me come forestieri e inquilini» (Lv, 25, 23). Certo, questo non significa che l’uomo sia succube della terra e della vita; egli, per l’appunto, è chiamato ad intervenire su di esse, è chiamato a prendere l’iniziativa e a «coltivare», ma in un certo senso deve compiere un simile gesto – ecco in che cosa consiste la cifra stessa dell’umano – da forestiero e da inquilino, cioè sapendo anche «custodire».
Papa Francesco richiama la nostra attenzione sul fatto che «Noi non siamo Dio. La terra ci precede e ci è stata data» (Laudato si’, 67); insomma, ammesso e non concesso che ci sia un padrone, ammesso e non concesso che la logica del potere e del possesso sia sufficiente per leggere e interpretare il mistero dell’esistenza e della vita, questo padrone non può che essere Dio: l’uomo è un amministratore che riceve e che deve riconsegnare, tra l’altro e ancora una volta – è un tratto fondamentale del logos biblico – non tanto e non solo a Dio (in fondo Egli non ha bisogno di nulla: Dio, creando, ha donato la vita, non l’ha semplicemente prestata) quanto piuttosto agli altri uomini e soprattutto agli ultimi tra gli uomini.
Ma l’uomo, come sovente nella sua storia, è portato a rimuovere tutto ciò che gli ricorda la sua piccolezza e, quando la ragione si addormenta, si inebria del suo io e persegue disegni di effimera gloria, ergendosi a signore della vita e della morte, fino a quando quest’ultima non gli ricorda che anche è polvere ed è destinato a tornare nella polvere.
L’augurio che rivolgo a me stesso ed a Voi tutti è, pertanto, che l’esperienza che stiamo vivendo ci sia di sprone nel prendere coscienza della nostra pochezza e del comune destino che ci unisce come figli di un solo Padre e, per chi come noi è stato chiamato a seguire il Vangelo sotto la bandiera e con il carisma dell’Ordine di San Lazzaro, di sapere riconoscere negli ultimi i propri fratelli maggiori, operando ogni giorno per l’unità visibile della Chiesa di Cristo: Ut Unum sint!
Buon 2022!
Pino Zingale, GCLJ-J
Gran Balì di Sicilia dell’Ordine Militare e Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme
Priore del Venerando Capitolo dei Cavalieri di San Lazzaro in Monreale
NEW YEAR’S EVE 2022 MESSAGE OF THE GRAND BAILIFF OF SICILY OF THE MILITARY AND HOSPITALLER ORDER OF SAINT LAZARUS OF JERUSALEM

(The Virgin with Jesus and Saint Lazarus, 14th-15th century fresco, Church of San Lazzaro, Fidenza)
Dear Brothers and Sisters,
another year is drawing to a close, one that has been characterised by alternating hope and discouragement due to the continuation of the COVID 19 pandemic emergency, which we thought we had left behind and which, in recent days, seems to have flared up again with unexpected violence.
Nature seems to want to remind us once again of what is written in the book of Leviticus: „The land cannot be sold forever, for the land is mine, and you are with me as strangers and tenants“ (Lev 25:23). Of course, this does not mean that man is a slave to the land and to life; he is called to intervene in them, he is called to take the initiative and to „cultivate“, but in a certain sense he must carry out such a gesture – this is where the very essence of the human consists – as a stranger and as a tenant, that is, knowing how to „guard“ as well.
Pope Francis draws our attention to the fact that „We are not God. The earth precedes us and has been given to us“ (Laudato si‘, 67); in short, granted and not granted that there is a master, granted and not granted that the logic of power and possession is sufficient to read and interpret the mystery of existence and life, this master can only be God: man is a steward who receives and has to give back, among other things and once again – it is a fundamental feature of the biblical logos – not so much and not only to God (after all He does not need anything: God, by creating, gave life, not simply lent it) but rather to other men and especially to the least among men.
But man, as so often in his history, is inclined to remove everything that reminds him of his littleness and, when reason falls asleep, he becomes inebriated with his ego and pursues designs of ephemeral glory, setting himself up as lord of life and death, until the latter reminds him that he too is dust and is destined to return to dust.
My wish for myself and for all of you, therefore, is that the experience we are going through may encourage us to become aware of our own smallness and of the common destiny that unites us as children of one Father, and for those of us who have been called to follow the Gospel under the banner and with the charism of the Order of Saint Lazarus, to know how to recognise our elder brothers and sisters in the least, working every day for the visible unity of the Church of Christ: Ut Unum sint!
Happy 2022!
Pino Zingale, GCLJ-J
Grand Bailiff of Sicily of the Military and Hospitaller Order of St. Lazarus of Jerusalem
Prior of the Venerable Chapter of the Knights of St. Lazarus in Monreale
Vianočný dar pre Dom na pol ceste „Dobrý pastier v Kláštore pod Znievom“ .
V roku 2007 otec Vladimír Maslák prichýlil desiatich mužov bez domova vo svojej farnosti. Od toho času sa rozsah poskytovanej pomoci stále rástol a v súčasnosti útulok Dobrý pastier v Kláštore pod Znievom poskytuje domov pre 800 ľudí. Vojenský a špitálsky rád sv. Lazara Jeruzalemského Veľkopriorát Slovensko poskytol ako Vianočný dar pre tento útulok 1000 litrov dezinfekčného prípravku Medisan Eko, 3000 ochranných respirátorov , 200 000 ks hostií , omšové víno , oblečenie a iné hygienické potreby v objeme 23000 eur. Vianočný dar odovzdali Rudolf Králik CLJ, Andrej Kylián CLJ. Miroslav Králik OLJ.
Tento svet opustil J.E. Desmond Tutu.
ARCHBISKUP DESMOND TUTUV tento deň svojho pohrebu v Kapskom meste sa Veľký bailiwick rádu svätého Lazára v Južnej Afrike pripája k celosvetovému smútku za arcibiskupom Emeritom Desmondom Tutu.Jeho smrť bola hlbokou stratou pre svet, jeho krajinu, anglikánsku cirkev južnej Afriky a Rád sv. Lazára.Rád je hrdý na svoje spojenie s arcibiskupom Tutuom, ktorý bol investovaný s kaplánom Ecclesiastického veľkríža v roku 2008.Arcibiskup bol nepochybne jedným z najväčších synov juhoafrickej pôdy. Počas celej svojej dlhej a výnimočne distingvovanej kariéry neúnavne pracoval na ukončení zla Apartheidu a nerovnosti v Južnej Afrike a na snahe o národné zmierenie a čestné účtovanie za zlo minulosti. Ale viac než toto, bol exportný majster ľudských práv na celom svete a nebojácny odporca všetkých foriem útlaku.Slávne vyhlásil: „Ak ste neutrálny v neprávosti, zvolili ste si stranu utláčateľa. „Obaja sme bohatší za to, že sme žili po boku tohto veľkého Juhoafričana a chudobnejší o jeho stratu.
Pomoc pre dieťa postihnuté distrofiou.
Päť ročná Veronika z Kokošoviec, okres Prešov, sa narodila so svalovou distrofiou. Dievčatko pre toto ochorenie sa vôbec nemôže pohybovať a je plne odkázaná na elektrický vozík. Medzi domom rodičov a starých rodičov je vybudovaný chodník, ale v zimnom období je pre prudký svah klzký a preto nebezpečný aj pre zdravých. Bolo potrebná pomoc v podobe bezpečnej a protišmykovej plochy prejazdnej pre elektrický vozík. Kompozitné rošty s protišmykovým povrchom problém bezpečnej prepravy na tomto svahu vyriešili.
Rošty sú darom nášho člena – brata Michala, v mene Vojenského a špitalského rytierskeho rádu sv. Lazara Jeruzalemského.
Vianočné posolstvo duchovného od ochrancu patriarchu Rádu sv. Lazara z Jeruzalema.
MESSAGGIO DI NATALE 2021 DEL PATRIARCA PROTETTORE SPIRITUALE DELL’ORDINE DI SAN LAZZARO DI GERUSALEMME
Carissime Dame e Cavalieri dell’Ordine di San Lazzaro!
In questo Santo Natale riflettiamo sul compiacimento di Dio di cui parla S. Paolo, dove afferma che: „Se infatti, mentre eravamo nemici di Dio, siamo stati riconciliati con lui mediante la morte del Figlio suo, quanto più, essendo stati riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita“ (Rm 5,10).
Il compiacimento di Dio si esprime attraverso l’incarnazione della Sua Parola per noi, per farci figli e per portare gioia e speranza nei nostri cuori, dove molti di noi, in luoghi diversi, sperimentano difficoltà e dolore.
Il compiacimento di Dio, ci spinge a rallegrarci gli uni verso gli altri, in particolare con quelli più lontani da noi, specialmente quelli che ci hanno fatto un torto, quelli che sono contro di noi, quelli che ci ostacolano.
Questo compiacimento è una opportunità ed occasione per la speranza, per la gioia e per ascoltare l’annuncio celeste: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama“ (Lc 2.14).
+ Youssef
Patriarca di Antiochia e di Tutto l’Oriente
della Chiesa Cattolica Greco-Melchita
CHRISTMAS MESSAGE 2021 OF THE PATRIARCH SPIRITUAL PROTECTOR OF THE ORDER OF SAINT LAZARUS OF JERUSALEM

Dear Ladies and Knights of the Order of St. Lazarus!
At Christmas this year, we reflect upon God’s compassion of which speaks St. Paul and says: “For if, while we were God’s enemies, we were reconciled to him through the death of his Son, how much more, having been reconciled, shall we be saved through his life” (Rom. 5: 10).
God’s compassion is expressed through the incarnation of his Word for our sake, to make us sons, and to bring about joy and hope to our hearts where many of us in many different places experience hardship and sorrow.
Let us this year show more compassion towards each other because in this compassion we share in God’s joy and we can sing with the angels: “Glory to God in the highest heaven, and on earth peace for those he favours” (Luke 2: 14).
+ Youssef
Patriarch of Antioch and All the East
of the Melkite Greek Catholic Church
Vianočný pozdrav zaslal Grand Comander Edward While , GCLJ, GLRLJ
Drahí bratia, sestry a priatelia.Dovoľte mi prosím, aby som Vám i Vaším blízkym a rodinám čo najúprimnejšie poďakoval za vykonanú prácu a poslanie v Ráde svätého Lazára.Želám Vám príjemné a pokojné prežitie Vianočných sviatkov – narodeninovou oslavou Nášho Pána Ježiša Krista v kruhu svojich najbližších a v Novom roku 2022 predovšetkým pevné zdravie, čo si myslím, že je v tejto neľahkej dobe najdôležitejšie.V dokonalej úcteStanislav HolákveľkopriorP.S.: V prílohe Vám posielam Vianočný príhovor nášho veľkokomandéra Edwarda White s prekladom a príhovor cirkevného veľkopriora arcibiskupa J.E. Michele Pennisi.
Vianočné posolstvo 2021 Cirkevného Veľkopriora Rádu Svätého Lazara z Jeruzalema.
MESSAGGIO DI NATALE 2021 DEL GRAN PRIORE ECCLESIASTICO DELL’ORDINE DI SAN LAZZARO DI GERUSALEMME
(Antonello Gagini, Natività, 1526, Duomo di Pollina – Palermo)
Eccellenze, confratelli e consorelle dell’Ordine Militare e Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme,
Il Natale di Gesù che ci apprestiamo a celebrare è la festa che ci dà la certezza di essere amati gratuitamente e per sempre.
Il mistero del Natale del Figlio di Dio, diventato “Figlio dell’uomo”, è il fondamento di un popolo di figli nel Figlio unigenito di Dio e, di conseguenza, un popolo di fratelli e sorelle, che camminano insieme sulla stessa strada verso la stessa meta.
Il Natale non è una festa statica di tranquillità, che possiamo vivere isolati davanti al camino di casa o davanti ad uno schermo che ci fa sperimentare relazioni virtuali, ma una festa che ci mette tutti in movimento e in discussione.
La nascita di Gesù avviene nella modalità più movimentata. Maria e Giuseppe si sono messi in cammino dalla loro casa di Nazaret verso Betlemme, dove si sono dovuti rifugiare in una stalla” perché per loro non c’era posto nell’alloggio” (Lc.2,7).
Con l’angelo che si presenta ai pastori c’è tutta una moltitudine delle schiere celesti che scendono dal cielo sulla terra per lodare Dio e annunciare a tutti che la gloria di Dio nei cieli si coniuga con la pace in terra per gli uomini amati dal Signore.
I pastori, i primi a ricevere l’annuncio della nascita del Salvatore e recarsi senza indugio verso Betlemme, provano una grande gioia quando trovano il Bambino adagiato in una mangiatoia.
I Magi si mettono insieme in cammino da Oriente a Gerusalemme per cercare il re dei Giudei che è nato. Si convertono dai loro studi, lasciano le loro terre e partono dietro a una stella e dopo varie traversie provano una grandissima gioia nel trovare in una casa semplice dell’umile cittadina di Betlemme il Re Bambino a cui offrono i loro preziosi doni: l’oro simbolo della regalità che si pone al servizio degli altri, l’incenso simbolo della divinità che manifesta la sua tenera paternità, la mirra simbolo della umanità sofferente. I Magi rappresentano quanti, da ogni parte della terra, si muovono alla ricerca di Colui che viene a dare senso alla vita e alla storia.
Alla grotta di Betlemme non si va da soli, ma insieme come i pastori, come i magi, come la moltitudine degli angeli. Noi cristiani non siamo camminatori solitari, ma membri del popolo di Dio, compagni di viaggio che camminano insieme agli altri nella gioia dell’incontro fraterno e nella condivisione della propria esperienza di fede.
Anche noi siamo chiamati in questo Natale ad abbandonare le nostre abitudini stanche e le nostre false sicurezze, a metterci in cammino tra di noi e con tutti oltre i confini delle nostre chiese e delle nostre case per raggiungere le donne e gli uomini, che, anche se provati, affaticati, smarriti per la pandemia e per drammi dell’esistenza, coltivano nel proprio cuore la passione per la ricerca della verità, la sete della giustizia, il desiderio di una felicità non effimera.
Noi cristiani, definiti fin dall’inizio “quelli della via” (cfr. At 9, 2), siamo chiamati ad incarnare il metodo di Dio, che cammina nella storia e condivide le vicende tristi e liete dell’umanità, seguendo Gesù Cristo, che è Via, Verità e Vita.
Il Natale sia per tutti noi un tempo di contemplazione nel silenzio adorante del mistero dell’Incarnazione, di incontro con Dio e con i fratelli e sorelle, di ascolto della Parola di Dio e delle parole degli uomini, di discernimento dei segni dei tempi, con l’attenzione concreta agli altri, ai più piccoli, agli ultimi, a coloro che non riescono a camminare come noi e con noi.
Tutti i membri dell’Ordine Ospedaliero di San Lazzaro siamo chiamati ad accogliere e servire Gesù Cristo nei malati, nei lebbrosi, nei piccoli, nei poveri, nei profughi, negli ultimi.
Regaliamo a Gesù nel suo compleanno la nostra testimonianza di vita gioiosa facendoci annunciatori e testimoni della buona notizia dell’amore misericordioso di Dio per tutti.
L’augurio che rivolgo a tutti è quello che ognuno accolga con una grande fede Gesù Cristo, il vero festeggiato, che rischiamo di dimenticare, abbagliati dalle luci artificiali e storditi dai rumori delle nostre città.
Monreale 19 dicembre 2021
+ Michele Pennisi, GCLJ
Arcivescovo di Monreale e Abate di Santa Maria del Bosco
Gran Priore Ecclesiastico dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme
CHRISTMAS MESSAGE 2021 OF THE GRAND ECCLESIASTICAL PRIOR OF THE ORDER OF SAINT LAZARUS OF JERUSALEM

(Andrea della Robbia, Natività, 1487, Chiesa di Santa Maria, Militello in Val di Catania – Catania)
Your Excellencies, Brothers and Sisters of the Military and Hospitaller Order of St Lazarus of Jerusalem,
The Christmas of Jesus that we are about to celebrate is the feast that gives us the certainty of being loved gratuitously and forever.
The mystery of the Christmas of the Son of God, who became the „Son of Man“, is the foundation of a people of sons in the only Son of God and, consequently, a people of brothers and sisters, walking together on the same road towards the same goal.
Christmas is not a static feast of tranquillity, which we can live isolated in front of the fireplace at home or in front of a screen that lets us experience virtual relationships, but a feast that puts us all in motion and in discussion.
The birth of Jesus takes place in the most animated way. Mary and Joseph set out from their home in Nazareth towards Bethlehem, where they had to take refuge in a stable „because there was no room for them in the dwelling“ (Lk.2,7).
With the angel presenting himself to the shepherds there is a whole multitude of the heavenly hosts descending from heaven to earth to praise God and announce to all that the glory of God in heaven is combined with peace on earth for those loved by the Lord.
The shepherds, the first to receive the announcement of the Saviour’s birth and to go without delay to Bethlehem, feel great joy when they find the Child lying in a manger.
The Magi set out together from the East to Jerusalem to look for the King of the Jews who was born. They converted from their studies, left their lands and set off following a star. After various vicissitudes, they experienced great joy when they found the Child King in a simple house in the humble town of Bethlehem, to whom they offered their precious gifts: gold, the symbol of royalty at the service of others, incense, the symbol of divinity manifesting its tender paternity, and myrrh, the symbol of suffering humanity. The Magi represent all those who, from all parts of the world, are searching for the One who comes to give meaning to life and history.
We do not go to the grotto of Bethlehem alone, but together, like the shepherds, like the Magi, like the multitude of angels. We Christians are not solitary walkers, but members of God’s people, fellow travellers who walk together with others in the joy of fraternal encounter and in sharing our own experience of faith.
This Christmas we too are called to abandon our tired habits and our false security, to set out among ourselves and with everyone beyond the confines of our churches and our homes to reach out to the women and men who, even if tried, fatigued, lost because of the pandemic and the dramas of existence, cultivate in their hearts a passion for the search for truth, a thirst for justice, a desire for a non-permanent happiness.
We Christians, defined from the beginning as „those of the way“ (cf. Acts 9:2), are called to incarnate the method of God, who walks in history and shares the sad and happy events of humanity, following Jesus Christ, who is the Way, the Truth and the Life.
May Christmas be for all of us a time of contemplation in the adoring silence of the mystery of the Incarnation, of encounter with God and with our brothers and sisters, of listening to the Word of God and the words of men, of discerning the signs of the times, with concrete attention to others, to the least, to those who cannot walk like us and with us.
All the members of the Hospitaller Order of St Lazarus are called to welcome and serve Jesus Christ in the sick, the lepers, the little ones, the poor, the refugees, the last ones.
Let us give to Jesus on his birthday our witness of joyful life by being heralds and witnesses of the good news of God’s merciful love for all.
My wish for everyone is that each of us may welcome with great faith Jesus Christ, the true birthday boy, whom we risk forgetting, dazzled by artificial lights and stunned by the noise of our cities.
Monreale 19 December 2021
+ Michele Pennisi
Archbishop of Monreale and Abbot of Santa Maria del Bosco
Ecclesiastical Grand Prior of the Order of St Lazarus of Jerusalem
Najctihodnejší otec Prof. Ivan Ivanov bol povýšený na Veľkňaza.
IL MOLTO REVERENDO IVAN IVANOV, CHLJ, RESPONSABILE PER L’ECUMENISMO DEL GRAN BALIATO DI SICILIA ELEVATO AD ARCIPRETE DAL METROPOLITA PER L’EUROPA DELLA CHIESA ORTODOSSA DI BULGARIA
Il Molto Reverendo Padre Prof. Ivan Ivanov, ChLJ, responsabile per l’Ecumenismo del Gran Baliato di Sicilia dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme, è stato elevato ad Arciprete dal Metropolita per l’Europa della Chiesa Ortodossa di Bulgaria.

Nella Chiesa ortodossa e nelle Chiese cattoliche orientali il grado di Arciprete esiste come grado onorifico. È equivalente ad un protopresbitero della tradizione greca. E’ il grado più alto che il clero sposato può raggiungere. Gli arcipreti si distinguono per la croce pettorale che portano. Nella tradizione slava si tratta specificamente della croce d’oro.
THE MOST REVEREND IVAN IVANOV, CHLJ, RESPONSIBLE FOR ECUMENISM OF THE GRAND BALIATE OF SICILY ELEVATED TO ARCHPRIEST BY THE METROPOLITAN FOR EUROPE OF THE ORTHODOX CHURCH OF BULGARIA

The Most Reverend Father Prof. Ivan Ivanov, ChLJ, responsible for Ecumenism of the Grand Bailiwick of Sicily of the Order of St. Lazarus of Jerusalem, has been elevated to Archpriest by the Metropolitan for Europe of the Orthodox Church of Bulgaria.
In the Orthodox Church and in the Eastern Catholic Churches, the rank of Archpriest exists as an honorary rank. It is equivalent to a proto-presbyter in the Greek tradition. It is the highest rank that married clergy can attain. Archpriests are distinguished by the pectoral cross they wear. In the Slavic tradition it is specifically the golden cross.
Meditácia na Advent biskupa Roalda Nikolaja Flemestada , GCLJ, delegáta Scrantonskej únie pre Európu.
MEDITAZIONE PER L’AVVENTO DEL VESCOVO ROALD NIKOLAI FLEMESTAD, GCLJ, DELEGATO DELL’UNIONE DI SCRANTON PER L’EUROPA
Perché facciamo il segno della croce? Chiaramente, è un modo di aggiungere qualcosa alla preghiera verbale, sigillando con le dita. Allora chiediamoci: qual è il simbolismo intrinseco espresso in questo atto? Per capire il significato dobbiamo considerare che il segno della croce fino al Medioevo si faceva sulla fronte e non sul petto.
Con questo in mente le radici veterotestamentarie dell’usanza diventano chiare. Al profeta Ezechiele viene comandato da Dio di mettere „un segno sulla fronte di coloro che sospirano e gemono per le abominazioni che vengono commesse a Gerusalemme“ (Ez. 9:4). In questo contesto il marchio sulla fronte è un segno di pentimento e di protezione.
Un altro significato, più gioioso, è collegato a questa usanza. I pii ebrei si segnavano sulla fronte l’ultima lettera dell’alfabeto come simbolo della gloria di Dio. L’ultima lettera simboleggia la pienezza e la perfezione della creazione di Dio. Nell’ebraico antico l’ultima lettera, tav, era scritta come + e più tardi come T. Questo simbolismo è espresso anche nel greco arcaico dove la lettera T è scritta o come + o come X.
Di nuovo ci viene ricordato questo simbolismo di lettere nell’Apocalisse quando il Cristo risorto è chiamato „l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine, il Primo e l’Ultimo“ ( 22:13). Tuttavia, il simbolismo delle lettere non era usato solo per esprimere la gloria di Cristo. Segnando la fronte con la lettera T o +, cioè la croce, i giudeo-cristiani della Chiesa primitiva confermavano allo stesso tempo la loro fede e testimoniavano al mondo che vivevano nella nuova realtà della risurrezione di Cristo. Così il marchio sulla fronte simboleggiava la croce di Cristo come segno di pentimento e serviva anche come espressione della gioia della salvezza.
Ora questo doppio significato si riflette anche nel rituale battesimale come San Cirillo di Gerusalemme spiega il significato dell'“unzione della fronte“ ai catecumeni: „Grande davvero è il battesimo che vi viene offerto. Esso è il riscatto dei prigionieri; la remissione delle offese; la morte del peccato; la rigenerazione dell’anima; la veste di luce; il santo sigillo indelebile“ (Catechesi Mistagogiche III, 16, Protocatechesi 16). Infatti, la comprensione del battesimo come un’unzione e un sigillo nello Spirito è di uso comune tra i Padri della Chiesa, ma è già stata usata da San Paolo e anche dall’Apocalisse (2 Cor. 1:21 f; Ef. 1:13 -15; Apoc. 7:4).
San Giovanni Crisostomo incoraggia i fedeli a farsi il segno della croce con queste parole: „Quando, dunque, ti fai il segno della croce sulla fronte, armati di una santa audacia e reinserisci la tua anima nella sua vecchia libertà; perché non ignori che la croce è un premio oltre ogni prezzo. Considera qual è il prezzo dato per il tuo riscatto, e non sarai mai più schiavo di nessun uomo sulla terra. Questa ricompensa e riscatto è la croce. Non devi quindi fare il segno sulla fronte con noncuranza, ma devi imprimerlo nel tuo cuore con l’amore di una fede fervente. Niente di impuro oserà molestarvi vedendo l’arma che vince ogni cosa“.
Un ulteriore significato del marchio è la protezione e il servizio. Dopo il sigillo battesimale apparteniamo al Signore come sua proprietà. Siamo come pecore marchiate con il marchio del Buon Pastore, come soldati che portano il marchio del Re. Il sigillo battesimale è un segno del nostro arruolamento nel Suo esercito. Questa comprensione del sigillo battesimale è ripetutamente usata dai Padri della Chiesa.
Le metafore della proprietà e del servizio ci sono particolarmente utili per comprendere anche il tempo dell’Avvento. La parola „avvento“ deriva dalla terminologia militare che significa originariamente „ispezione“. Così, l’Avvento è il tempo stabilito per coloro che portano il marchio del Re. Essi si preparano alla venuta del Signore. Lo facciamo segnandoci umilmente con un segno di pentimento e allo stesso tempo sapendo che in Cristo siamo protetti con un sigillo santo indissolubile. In breve, facciamo il segno della croce perché apparteniamo a Cristo Re.
MEDITATION FOR ADVENT BY BISHOP ROALD NIKOLAI FLEMESTAD, GCLJ, SCRANTON UNION DELEGATE FOR EUROPE

Why do we make the sign of the cross? Clearly, it is a way of adding to the verbal prayer by sealing with our fingers. So let us ask what is the inherent symbolism expressed in this act? In order to understand the significance we must take into consideration that the sign of the cross until the Middle Ages was made on the forehead and not over the breast.
With this in mind the Old Testament roots of the custom becomes clear. The prophet Ezekiel is commanded by God to put «a mark on the forehead of those who sigh and groan over the abominations that are committed in Jerusalem» (Ez. 9:4). In this context the mark on the forehead is a sign of repentance and protection.
Yet another, more joyous meaning, is also connected with this custom. Pious Jews would mark themselves on the brow with the last letter of the alphabet as a symbol of God’s glory. The last letter is to symbolise the fullness and perfection of God’s creation. In Old Hebrew the last letter, tav, was written as + and later as T. This symbolism is also expressed in archaic Greek where the letter T is written either as + or as X.
Again we are reminded of this letter symbolism in the Apocalypse when the risen Christ is called «the Alpha and the Omega, the beginning and the End, the First and the Last» ( 22:13). However, the letter symbolism was not only used to express Christ’s glory. Marking the forehead with the letter T or +, that is the cross, Judeo-Christians in the Early Church at the same time confirmed their faith and witnessed to the world that they lived in the new reality of the Resurrection of Christ. Thus the mark on the forehead would symbolise the cross of Christ as a sign of repentance and also serve as an expression of the joy of salvation.
Now this double meaning is also reflected in the baptismal ritual as St Cyril of Jerusalem explains the meaning of «the anointing of the forehead» to the cathecumens: «Great indeed is the baptism which is offered you. It is the ransom to captives; the remissions of offences; the death of sin; the regeneration of the soul; the garment of light; the holy indelible seal» (Mystagogical Catechises III:16, Protocatechesis 16). In fact, the understanding of baptism as an anointing and a sealing in the Spirit is common usage among the Church Fathers but has already been used by St Paul and also the Apocalypse (2 Cor. 1:21 f; Eph. 1:13 -15; Apoc. 7:4).
St. John Chrysostom encourages the faithful to cross themselves with these words: “When, then, you make the sign of the cross on the forehead, arm yourself with a saintly boldness, and reinstall your soul in its old liberty; for you are not ignorant that the cross is a prize beyond all price. Consider what is the price given for your ransom, and you will never more be slave to any man on earth. This reward and ransom is the cross. You should not then, carelessly make the sign on the forehead, but you should impress it on your heart with the love of a fervent faith. Nothing impure will dare to molest you on seeing the weapon, which overcometh all things.”
A further meaning of the marking is protection and service. After the baptismal sealing we belong to the Lord as his property. We are like sheep branded with the mark of the Good Shepherd, like soldiers bearing the mark of the King. The baptismal seal is a sign of our enlistment in His army. This understanding of the baptismal seal is repeatedly used by the Church Fathers.
The metaphors of ownership and service is especially of help to us in understanding also the time of Advent. The word «advent» stems from military terminology meaning originally «inspection». So, Advent is the time set a part for those bearing the mark of the King. They shall prepare themselves for the coming of the Lord. We do this humbly marking ourselves with a sign of repentance and at the same time knowing that we in Christ are protected with an indissoluble holy seal. In short, we make the sign of the cross because we belong to Christ the King.
Vianočné a novoročné prianie 2021 od Petra Jíleka GCLJ, KMLJ
V Damasku bola inaugurovaná prvá teologická fakulta v prítomnosti duchovného ochrancu rádu patriarchu al- Absí.
DAMASCO, INAUGURATA LA PRIMA FACOLTÀ DI TEOLOGIA ALLA PRESENZA DEL PATRIARCA PROTETTORE DELL’ORDINE DI SAN LAZZARO
Il 20 novembre è stata inaugurata la Facoltà Privata di Teologia, considerata la prima di quel tipo in Siria per lo studio della Teologia Cristiana, dando così vita ad un nuovo centro intellettuale di proprietà della Chiesa Greco Cattolico Melchita che fornisce una laurea in teologia. Anzi, ad un centro in cui “la teologia orientale contemporanea possa interagire con il suo ambiente”, ha detto il Patriarca al-Absi della Chiesa Cattolica Greco Melchita, Protettore Spirituale dell’Ordine di San Lazzaro.
Che fosse un evento importante, era testimoniato dal parterre, che includeva, oltre al Patriarca, anche Mansour Azzam, ministro degli Affari Presidenziali, e Bassam Ibrahim, Ministro dell’Alta Educazione e della ricerca scientifica, nonché un buon numero di rappresentanti ecclesiastici.
Il Patriarca al-Absi ha detto che la facoltà è stata stabilità sotto il decreto legislativo n. 6 per l’anno 2019, e che l’apertura dell’edificio arriva a coronare “il lungo percorso verso la virtù e la scienza che è cominciato anni fa e non si è fermato”.
Motto della nuova facoltà è “Virtù e Scienza”, e questo motto – ha detto il patriarca al Absi – si “riflette nell’apertura a tutte le religioni, libri santi e sacri insegnamenti cristiani”.
Il ministro dell’Alta Educazione ha voluto rimarcare l’unicità del corso, che non ha pari in termine di livello teologico e specializzazione.
Succede così che la Siria prova a lanciare una facoltà di teologia che ha anche lo scopo di sviluppare un dialogo tra le religioni. Il ministro ha detto che la Siria “ha respinto tutte le forme di sottomissioni”, ed è ora “culla di cristianità, incubatore dell’Islam e minareto della moderazione nella sua profondità culturale, rifiuto dell’estremismo, violenza, odio e discriminazione tra tutti i componenti della società siriana.
DAMASCUS, INAUGURATION OF THE FIRST FACULTY OF THEOLOGYIN THE PRESENCE OF THE PATRIARCH PROTECTOR OF THE ORDER OF SAINT LAZARUS

On 20 November, the Private Faculty of Theology, considered the first of its kind in Syria for the study of Christian Theology, was inaugurated, creating a new intellectual centre owned by the Melkite Greek Catholic Church that provides a degree in theology. Indeed, to a centre where ‚contemporary Eastern theology can interact with its environment‘, said Patriarch al-Absi of the Melkite Greek Catholic Church, Spiritual Protector of the Order of St Lazarus.
That it was an important event was evidenced by the audience, which included, in addition to the Patriarch, Mansour Azzam, Minister of Presidential Affairs, and Bassam Ibrahim, Minister of Higher Education and Scientific Research, as well as a good number of ecclesiastical representatives.
Patriarch al-Absi said the faculty has been established under Legislative Decree No. 6 for the year 2019, and that the opening of the building comes to crown „the long path towards virtue and science that began years ago and has not stopped“.
The new faculty’s motto is „Virtue and Science“, and this motto – said the patriarch to Absi – is „reflected in its openness to all religions, holy books and sacred Christian teachings“.
The Minister of Higher Education wanted to emphasise the uniqueness of the course, which has no equal in terms of theological level and specialisation.
Thus, Syria is trying to launch a theology faculty that also aims to develop a dialogue between religions. The minister said that Syria „has rejected all forms of subjugation“, and is now „the cradle of Christianity, the incubator of Islam and the minaret of moderation in its cultural depth, rejection of extremism, violence, hatred and discrimination among all components of Syrian society.
Ortodoxný arcibiskup Elpidophoros mal historický prejav na Zhromaždení USCCB.
L’ARCIVESCOVO ORTODOSSO ELPIDOPHOROS FA UN DISCORSO STORICO ALL’ASSEMBLEA DELL’USCCB
(Sua Eminenza l’Arcvivescovo Elpidophoros)
Sua Eminenza l’Arcivescovo Elpidophoros, Presidente dell’Assemblea dei Vescovi ortodossi canonici degli Stati Uniti, ha parlato di un „dialogo d’amore“ tra le due fedi e del potenziale per una maggiore unità in un discorso storico all’Assemblea Generale d’Autunno della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti.
Elpidophoros ha detto di avere „una gioia sincera“ di essere con i suoi „fratelli vescovi della USCCB“ e che martedì 16 novembre ha segnato la prima volta nella storia degli Stati Uniti che la leadership ortodossa è stata presente all’assemblea generale della USCCB. Egli è stato raggiunto da diversi altri vescovi ortodossi che erano presenti come osservatori.
L’arcivescovo Jose Gomez, il presidente dell’USCCB, e il vescovo David Talley, presidente del comitato per gli affari ecumenici e interreligiosi, hanno organizzato la partecipazione della delegazione ortodossa all’assemblea. Gomez ha invitato Elpidophoros a parlare all’assemblea.
„Come ben sapete, alcune settimane fa abbiamo avuto l’onore e la benedizione di accogliere Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo per una visita storica in questo paese, durante la quale ha incontrato alcuni di voi a Washington, DC, o a New York City“, ha detto Elphidoros. Ha ringraziato i vescovi per la loro „calda ed ecumenica presenza“ con il patriarca.
Elphidoros ha citato il discorso del patriarca Bartolomeo al ricevimento ecumenico al Consiglio Nazionale delle Chiese, dove il patriarca ha dichiarato che un „dialogo d’amore“ tra le fedi è il futuro per le due chiese, e che il 21° secolo „dovrebbe diventare il secolo del ripristino dell’unità“.
„Oggi, sono convinto, mentre mi presento davanti ai miei fratelli gerarchi, che questo dialogo d’amore, iniziato da Papa Paolo VI e dal Patriarca Ecumenico Athenagoras nel 1964 a Gerusalemme, continua con una densità particolare in questo paese benedetto“, ha detto Elphidoros.
Questo „dialogo d’amore“ dovrebbe essere modellato dalla relazione di Papa Francesco e del Patriarca Bartolomeo, ha spiegato l’arcivescovo. Nel 2013, Bartolomeo è diventato il primo arcivescovo di Costantinopoli a partecipare a un’intronizzazione papale, e i due hanno lavorato insieme, insieme ad altri leader di fede, per discutere i migliori approcci su questioni sociali.
Questo dialogo tra cattolicesimo e ortodossia „è una chiara manifestazione del nostro comune desiderio di unità e comunione sia a livello globale che locale“, ha detto Elphidoros, e ha detto che la Consulta teologica ortodosso-cattolica nordamericana „non dovrebbe essere timida“ su ciò che ha realizzato nella sua esistenza.
„Dal 1965 – nella felice coincidenza del ristabilimento delle relazioni cattolico-ortodosse e del Concilio Vaticano II – questa Consulta ha prodotto trentadue documenti, rapporti e dichiarazioni“, ha detto. „Alcuni di essi sono diventati dei veri riferimenti per i teologi, e per le nostre Chiese per camminare insieme verso l’unità“.
Questi scritti, ha detto, sono i „veri frutti“ della collaborazione tra Ortodossia e Cattolicesimo, frutti che servono a „nutrire entrambe le nostre comunità“.
Oltre alle pubblicazioni, Elphidoros ha detto che il miglioramento delle relazioni tra le due fedi produce anche frutti spirituali.
„Ogni anno l’Assemblea dei Vescovi insieme alla USCCB offrono la preghiera di apertura alla Marcia per la Vita“, ha detto. „Solo pochi mesi fa, l’Assemblea dei Vescovi ha anche firmato un Amicus brief a sostegno della santità della vita“.
Guardando avanti, Elphidoros ha detto che i cristiani ortodossi sono „molto interessati“ al processo sinodale, in particolare al Sinodo dei vescovi cattolici dell’ottobre 2023, e sarebbero interessati a fornire un contributo all’inizio della preparazione del sinodo.
„Sono convinto che il futuro e la missione delle relazioni cattolico-ortodosse negli Stati Uniti è di continuare a testimoniare la presenza di Dio nel mondo, fedeli allo Spirito di Gerusalemme che abbiamo ricevuto in eredità“, ha detto.
„Il dialogo ecumenico porta in sé una dimensione sinodale che esplora il significato e la prassi della natura stessa della struttura e della missione della Chiesa“, ha detto Elphidoros, aggiungendo che, mentre il dialogo internazionale sta studiando l’interdipendenza tra sinodalità e primato, „forse, nel nostro contesto americano, se dedichiamo la nostra energia e il nostro tempo a condividere questa importante questione e a riflettere insieme, porterà frutto a tempo debito“.
Elphidoros ha chiuso il suo discorso ringraziando i vescovi, dicendo che spera che „ci saranno molte altre occasioni per unirsi come fratelli“.
Poi ha dato all’arcivescovo Gomez una croce pettorale d’argento di Hagia Sophia, „la cattedrale universale della cristianità“, come simbolo del suo „amore e apprezzamento“.
ORTHODOX ARCHBISHOP ELPIDOPHOROS MAKES HISTORIC ADDRESS TO USCCB ASSEMBLY

(His Excellency Archbishop Jose Gomez and His Eminence Archbishop Elpidophoros)
His Eminence Archbishop Elpidophoros, Chairman of the Assembly of Canonical Orthodox Bishops of the United States, spoke of a “dialogue of love” between the two faiths and the potential for increased unity in a historic address to the Fall General Assembly of the United States Conference of Catholic Bishops.
Elpidophoros said he had “heartfelt joy” being with his “brother bishops of the USCCB,” and that Tuesday, Nov. 16, marked the first time in the history of the United States that Orthodox leadership had been present at the USCCB’s general assembly. He was joined by several other Orthodox bishops who were present as observers.
Archbishop Jose Gomez, the president of the USCCB, and Bishop David Talley, chairman of the committee on ecumenical and interreligious affairs, arranged for the Orthodox delegation to join the assembly. Gomez invited Elpidophoros to address the assembly.
“As you are well aware, a few weeks ago we had the honor and blessing to welcome His All-Holiness Ecumenical Patriarch Bartholomew for a historic visit to this country during which he met some of you either in Washington, DC, or in New York City,” said Elphidoros. He thanked the bishops for their “warm and ecumencial presence” with the patriarch.
Elphidoros quoted Patriarch Bartholomew’s address to the Ecumenical Reception at the National Council of Churches, where the patriarch stated that a “dialogue of love” between the faiths was the future for the two churches, and that the 21st century “should become the century of the restoration of unity.”
“Today, I am convinced, as I present myself in front of my brother hierarchs, that this dialogue of love, initiated by Pope Paul VI and Ecumenical Patriarch Athenagoras in 1964 in Jerusalem, continues with a particular density in this blessed country,” said Elphidoros.
This “dialogue of love” should be modeled by the relationship of Pope Francis and Patriarch Bartholomew, explained the archbishop. In 2013, Bartholomew became the first Archbishop of Constantinople to attend a papal enthronement, and the two have worked together, along with other faith leaders, to discuss the best approaches on societal issues.
This dialogue between Catholicism and Orthodoxy “is a clear manifestation of our common desire for unity and communion on both a global and local level,” said Elphidoros, and he said that the North American Orthodox-Catholic Theological Consultation “should not be shy” about what it has accomplished in its existence.
“Since 1965 — at the happy coincidence of the reestablishment of Catholic-Orthodox relations and the Second Vatican Council — this Consultation has produced thirty-two documents, reports, and statements,” he said. “Some of them became real references for theologians, and for our Churches to walk together towards unity.”
These writings, he said, are the “real fruits” of the collaboration between Orthodoxy and Catholicism, fruits that serve to “nourish both our communities.”
In addition to the publications, Elphidoros said that the improving relationships between the two faiths produce spiritual fruits as well.
“Every year the Assembly of Bishops together with the USCCB offer the opening prayer at the March for Life,” he said. “Just a few months ago, the Assembly of Bishops also signed on to an Amicus brief supporting the sanctity of life.”
Looking ahead, Elphidoros said that the Orthodox Christians are “very interested” in the synodal process, particularly the October 2023 Catholic Synod of Bishops, and would be interested in providing input as the preparations for the synod begin.
“I am convinced that the future and mission of Catholic-Orthodox relations in the USA is to continue to bear witness to God’s presence in the world, faithful to the Spirit of Jerusalem that we received as a legacy,” he said.
“Ecumenical dialogue bears in itself a synodal dimension that explores the meaning and praxis of the very nature of the Church structure and mission,” said Elphidoros, adding that while international dialogue is studying the interdependence between synodality and primacy, “perhaps, in our American context, as we dedicate our energy and time to sharing this important issue and reflecting together, it will bear fruit in due course.”
Relácia “ Na blízku ľuďom bez domova“ odvysielaná TV Lux dňa 10.12.2021.
Vianočný pozdrav z Veľkopriorátu Maďarsko J.E. Evy Nyáry.
Jeho Excelencia Rytier Vincent Keaveny, GCLJ, GCRLJ bol zvolený ako 693. primátor London City.
SUA ECCELLENZA IL CAVALIERE VINCENT KEAVENY, GCLJ, GCRLJ ELETTO 693° LORD MAYOR DELLA CITY DI LONDRA
Sua Eccellenza Vincent Keaveny, Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme, appartenente al Gran Priorato di Inghilterra e Galles, è stato eletto 693° Lord Mayor della City di Londra.
Irlandese di Dublino, cattolico, si è laureato all’University College con un Bachelor of Civil Law e successivamente un Master of Letters al Trinity College di Dublino.
E’ un partner dello studio legale internazionale DLA Piper. Fornisce consulenza sui mercati dei capitali di debito, sulla finanza strutturata e sulle operazioni di cartolarizzazione nel Regno Unito e su banche, istituzioni finanziarie e clienti aziendali nel Regno Unito e a livello internazionale su operazioni bancarie, finanziarie e sui mercati dei capitali.
È elencato come un professionista leader nella sua area di pratica da tutte le principali directory legali ed è incluso nella Hall of Fame legale ‚500‘ per i professionisti della cartolarizzazione. Fino a maggio 2019 è stato Co-Chair internazionale del settore dei servizi finanziari presso DLA Piper.
Nel 2014/15 è stato presidente della City of London Law Society.
È un Bencher onorario di Gray’s Inn.
E’ stato Sceriffo della Città di Londra nel 2018-19. Dalla sua elezione, ha fatto parte di diversi comitati della City of London Corporation.
È anche un governatore della City of London School ed è co-presidente della HMT & BEIS Socio-Economic Diversity Taskforce.
HIS EXCELLENCY VINCENT KEAVENY, GCLJ, GCRLJ, ELECTED THE 693RD LORD MAYOR OF THE CITY OF LONDON

His Excellency Vincent Keaveny, Knight Grand Cross of the Order of St. Lazarus of Jerusalem, belonging to the Grand Priory of England and Wales, has been elected the 693rd Lord Mayor of the City of London.
A Dublin Irish Catholic, he graduated from University College with a Bachelor of Civil Law and later a Master of Letters from Trinity College Dublin.
He is a partner in the international business law firm, DLA Piper. He advises on debt capital markets, structured finance and securitisation transactions in the UK and banks, financial institutions and corporate clients in the UK and internationally on banking, finance and capital markets transactions.
He is listed as a leading practitioner in his area of practice by all of the principal legal directories and is included in the legal ‘500’ Hall of Fame for securitisation practitioners. Until May 2019 he was International Co-Chair of the Financial Services Sector at DLA Piper. In 2014/15 he served as President of the City of London Law Society.
He is an Honorary Bencher of Gray’s Inn.
He served as Sheriff of the City of London in 2018-19. Since his election, he has served on a number of City of London Corporation Committees.
He also a Governor of the City of London School and Co-Chair of the HMT & BEIS Socio-Economic Diversity Taskforce.
Delegácia bulharskej pravoslávnej cirkvi na audiencii u pápeža Františka.
UDIENZA CON PAPA FRANCESCO DELLA DELEGAZIONE DELLA CHIESA BULGARA ORTODOSSA
(Papa Francesco, il Metropolita Antonio ed il Presbitero Ivan Ivanov, CHLJ)
Una delegazione della Chiesa Bulgara Ortodossa è stata ricevuta da Papa Francesco lo scorso 27 novembre 2021 presso il Palazzo Apostolico, nella Città del Vaticano.
All’udienza erano presenti il Metropolita Antonio dell’Europa Occidentale e Centrale presso la Chiesa Bulgara Ortodossa – Patriarcato di Bulgaria ed il Presbitero Prof. Dr. Ivan Ivanov, Docente della Facoltà di Teologia dell’Università di Sofia e della Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense a Roma, Rappresentante ecclesiastico-diplomatico della Chiesa Bulgara Ortodossa per i rapporti con la Santa Sede, parroco della Comunità ecclesiastica ortodossa bulgara a Roma e a Milano e Responsabile per l’ecumenismo del Gran Baliato di Sicilia dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme.
La visita è stata un incontro di buona volontà tra papa Francesco ed i rappresentanti della Chiesa ortodossa bulgara, che lo hanno accolto in Bulgaria durante la visita apostolica (5-7 maggio 2019) in occasione dell’incontro con il Santo Patriarca bulgaro Neofita e il Santo Sinodo della Chiesa Bulgara Ortodossa.
La delegazione ha portato a Papa Francesco i saluti ed i ringraziamenti del Patriarca bulgaro Neofita. Sono state discusse questioni generali riguardanti il dialogo fraterno e amichevole tra la Chiesa bulgara e la Chiesa cattolica nel campo della comunione diplomatica, sociale, culturale, storica, educativa, liturgica e pastorale.

Questa comunione fraterna è una prova della giusta direzione delle relazioni ecumeniche in via di sviluppo, specialmente in questo difficile periodo di pandemia e di problemi mondiali per tutta l’umanità e i cristiani, in cui tutti hanno bisogno di comunione e di testimonianza del comune servizio cristiano davanti al Signore Gesù Cristo.
AUDIENCE WITH POPE FRANCIS OF THE DELEGATION OF THE BULGARIAN ORTHODOX CHURCH

(Priest Ivan Ivanov, CHLJ, and Pope Francis)
A delegation from the Bulgarian Orthodox Church was received by Pope Francis on 27 November 2021 at the Apostolic Palace in Vatican City.
Present at the audience were Metropolitan Anthony of Western and Central Europe at the Bulgarian Orthodox Church – Patriarchate of Bulgaria and Presbyter Prof. Dr. Ivan Ivanov, Professor at the Faculty of Theology of the Bulgarian Orthodox Church. Ivan Ivanov, Professor at the Faculty of Theology of the University of Sofia and at the Faculty of Theology of the Pontifical Lateran University in Rome, ecclesiastical-diplomatic representative of the Bulgarian Orthodox Church for relations with the Holy See, parish priest of the Bulgarian Orthodox Ecclesiastical Community in Rome and Milan and responsible for ecumenism of the Grand Bailiwick of Sicily of the Order of St. Lazarus of Jerusalem.
The visit was a goodwill meeting between Pope Francis and representatives of the Bulgarian Orthodox Church, who welcomed him to Bulgaria during the apostolic visit (5-7 May 2019) on the occasion of the meeting with the Bulgarian Holy Patriarch Neophyte and the Holy Synod of the Bulgarian Orthodox Church.
The delegation brought to Pope Francis the greetings and thanks of Bulgarian Patriarch Neofita. General issues concerning the fraternal and friendly dialogue between the Bulgarian Church and the Catholic Church in the field of diplomatic, social, cultural, historical, educational, liturgical and pastoral communion were discussed.

This fraternal communion is a proof of the right direction of the developing ecumenical relations, especially in this difficult period of pandemic and world problems for all humanity and Christians, in which all need communion and witness to the common Christian service before the Lord Jesus Christ.
BENEDIKT XVI. VZDAL HOLD PRAVOSLÁVNEMU METROPOLITOVI DAMASKINOSOVI PAPANDREOVI PRI DESIATOM VÝROČÍ JEHO SMRTI
BENEDETTO XVI HA RESO OMAGGIO AL METROPOLITA ORTODOSSO DAMASKINOS PAPANDREOU NEL DECIMO ANNIVERSARIO DELLA SUA MORTE
(Sua Eminenza il Metropolita Damaskinos Papandreou)
Il Papa emerito Benedetto XVI ha reso omaggio al metropolita ortodosso Damaskinos Papandreou nel decimo anniversario della sua morte.
In una lettera datata 11 ottobre, il papa emerito ha detto che sembrava „inconcepibile“ che fosse passato un decennio dalla morte del metropolita Damaskinos Papandreou, il primo metropolita greco-ortodosso della Svizzera, nel 2011.
Benedetto XVI ha fatto il commento in un messaggio ad una conferenza tenuta in onore del metropolita il 5 novembre all’Università di Friburgo, in Svizzera.
Il metropolita Damaskinos, vescovo del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, è nato a Thermo, Grecia, il 23 febbraio 1936. È stato eletto primo metropolita della Svizzera nel 1982.
Autore di numerose opere sull’ecumenismo, è stato vescovo metropolita di Adrianopoli dal 2003 fino alla sua morte, avvenuta il 5 novembre 2011, all’età di 75 anni.
„Che siano già trascorsi 10 anni dalla morte del metropolita Damaskinos Papandreou di Svizzera è abbastanza inconcepibile per me“, ha scritto il papa emerito nel suo messaggio, indirizzato al metropolita Maximos di Svizzera e al professor Stefanos Athanasiou.
La lettera è stata letta in un video messaggio alla conferenza dal cardinale Kurt Koch, il presidente svizzero del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.
Benedetto, che ha servito come papa dal 2005 al 2013, ha detto che è stato „un dono molto speciale della Provvidenza“ che poco dopo essere stato nominato professore all’Università di Bonn, in Germania, nel 1959, due archimandriti ortodossi hanno iniziato a studiare presso le facoltà teologiche cattolica e protestante dell’università.
„Questo fu qualcosa di nuovo e inaspettato, perché fino ad allora gli studenti ortodossi non studiavano mai nelle facoltà cattoliche, ma esclusivamente in quelle protestanti e nella cosiddetta facoltà cattolica cristiana (= vetero cattolica) di Berna [Svizzera]“, ha spiegato.
„Entrambi gli archimandriti sono diventati miei amici. Sfortunatamente, il mio amico Stylianos Harkianakis, che divenne poi Metropolita d’Australia, prese in seguito una posizione rigorosa che raffreddò la nostra amicizia“, ha scritto il 94enne.
„L’amicizia con il metropolita Damaskinos Papandreou è cresciuta ancora di più per me, e quindi la tristezza per la sua morte troppo prematura“.
„Ma il frutto di una vivace relazione interiore con l’Ortodossia è rimasto e continua a crescere nell’amicizia che mi unisce sempre più al Patriarca Ecumenico“.
BENEDICT XVI PAID TRIBUTE TO ORTHODOX METROPOLITAN DAMASKINOS PAPANDREOU ON THE TENTH ANNIVERSARY OF HIS DEATH

(His Eminence Metropolitan Damaskinos Papandreou)
Pope emeritus Benedict XVI has paid tribute to an Orthodox leader on the 10th anniversary of his death.
In a letter dated Oct. 11, the retired German pope said it seemed “inconceivable” that a decade had passed since the death of Metropolitan Damaskinos Papandreou, the first Greek Orthodox metropolitan of Switzerland, in 2011.
Benedict XVI made the comment in a message to a conference held in the metropolitan’s honor on Nov. 5 at the University of Fribourg, Switzerland.
Metropolitan Damaskinos, a bishop of the Ecumenical Patriarchate of Constantinople, was born in Thermo, Greece, on Feb. 23, 1936. He was elected as the first metropolitan of Switzerland in 1982.
The author of numerous works on ecumenism, he served as the metropolitan bishop of Adrianople from 2003 until his death on Nov. 5, 2011, at the age of 75.
“That 10 years have already passed since the death of Metropolitan Damaskinos Papandreou of Switzerland is quite inconceivable to me,” the pope emeritus wrote in his message, addressed to Metropolitan Maximos of Switzerland and Professor Stefanos Athanasiou.
The letter was read out in a video message to the conference by Cardinal Kurt Koch, the Swiss president of the Pontifical Council for Promoting Christian Unity.
Benedict, who served as pope from 2005 to 2013, said it was “a very special gift of Providence” that shortly after he was appointed a professor at the University of Bonn, Germany, in 1959, two Orthodox archimandrites began studying at the university’s Catholic and Protestant theological faculties.
“This was something new and unexpected, because until then Orthodox students never studied at Catholic faculties, but exclusively at the Protestant and the so-called Christian Catholic (= Old Catholic) faculty in Bern [Switzerland],” he explained.
“Both archimandrites became friends of mine. Unfortunately, my friend Stylianos Harkianakis, who later became Metropolitan of Australia, subsequently took a rigorous position that cooled our friendship,” the 94-year-old wrote.
“The friendship with Metropolitan Damaskinos Papandreou grew all the more for me, and thus the sadness over his all-too-early death.”
“But the fruit of a lively inner relationship with Orthodoxy has remained and continues to grow in the friendship that unites me more and more with the Ecumenical Patriarch.”
Modlitby za jednotu kresťanov a investitúra dvoch biskupov.
RITO DI CHIUSURA DELLA SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI ED INVESTITURA DI DUE VESCOVI
(Basilica Abbaziale di San Martino delle Scale, VI sec – 1595)
Avrà luogo presso la Basilica Abbaziale di San Martino delle Scale, alle ore 18.30 del 23 gennaio 2022, il rito di chiusura della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, durante il quale sarà pure celebrata l’investitura di due Vescovi non cattolici che entreranno a fare parte dell’Ordine di San Lazzaro.
La tradizione vuole il primitivo monastero di San Martino fondato da papa Gregorio I nel VI secolo. L’Abbazia fu rasa al suolo dai Saraceni nel 820 e ricostruita in epoca normanna. L’atto di rifondazione del 1347, redatto dalla cancelleria di Emanuele Spinola arcivescovo di Monreale, attesta la ricostruzione in epoca medievale.
Il primo Abate fu Angelo Sinisio, dal 26 luglio 1352 al 27 novembre del 1386. Federico IV di Sicilia elargisce concessioni, ed anche Papa Gregorio XI concede alcune prerogative.
Nel 1564 ha inizio la riedificazione dell’attuale chiesa abbaziale, termine dei lavori nel 1595. L’Abate occupava il 50° seggio del Parlamento di Sicilia.
Con l’emanazione delle leggi eversive, la confisca dei beni del 1866 e la conseguente spoliazione del patrimonio storico – artistico causano il declino dell’istituzione, riducendo la comunità monastica ormai decimata e indebolita.

(Basilica Abbaziale di San Martino delle Scale, VI sec – 1595)
Nel 1946, raggiunto il numero di monaci previsto dalle Costituzioni cassinesi, è determinato il ripristino di alcune attività proprie della comunità monastica, la quale prenderà sede in una parte dell’antico complesso monumentale: l’insegnamento nel collegio e nell’alunnato monastico, l’allestimento di un laboratorio di restauro del libro, l’apertura al pubblico della ricostituita biblioteca e la rivendita di alcuni prodotti tipici del monastero.
L’attuale Abate di San Martino delle Scale è il Molto Reverendo Dom Vittorio Rizzone, OSB, recentemente ammesso nell’Ordine di San Lazzaro e che nella prossima estate riceverà l’investitura alla presenza dell’Abate Primate Emerito dei benedettini, Dom Notker Wolf, anch’egli membro dell’Ordine di San Lazzaro.
Durante il rito avrà luogo la cerimonia di investitura di due Vescovi che nello scorso mese di luglio non avevano potuto presenziare a causa dell’emergenza sanitaria. Si tratta di Sua Eccellenza il Molto Reverendo Kevin Francis Donlon, Vescovo Ausiliare della Diocesi Anglicana di Zanzibar e Vicario Episcopale del Prefetto dell’Unione Anglicana per la diffusione del Vangelo, una confraternita sotto l’autorità del Concistoro dei Vescovi in comunione con la Sede di Canterbury, con l’incarico di coordinatore di tutti i dialoghi ecumenici; e di Sua Eccellenza il Molto Reverendo Ottar Svein Mikael Myrseth, Vescovo Ordinario della Diocesi scandinava della Nordic Catholic Church (Unione di Scranton).
CLOSING RITE OF THE WEEK OF PRAYER FOR CHRISTIAN UNITY AND INVESTITURE OF TWO BISHOPS

(Abbey Basilica of San Martino delle Scale, 6th century – 1595)
The closing rite of the Week of Prayer for Christian Unity will take place at the Abbey Basilica of San Martino delle Scale at 6.30 p.m. on 23 January 2022, during which the investiture of two non-Catholic bishops who will become members of the Order of St Lazarus will also be celebrated.
Tradition has it that the primitive monastery of St Martin was founded by Pope Gregory I in the 6th century. The Abbey was razed to the ground by the Saracens in 820 and rebuilt in Norman times. The act of re-foundation of 1347, drawn up by the chancellery of Emanuele Spinola, archbishop of Monreale, attests to the reconstruction in medieval times.
The first Abbot was Angelo Sinisio, from 26 July 1352 to 27 November 1386. Frederick IV of Sicily bestowed concessions, and Pope Gregory XI also granted some prerogatives.
In 1564, the rebuilding of the present abbey church began, and work was completed in 1595. The Abbot occupied the 50th seat in the Parliament of Sicily.
With the enactment of the subversive laws, the confiscation of property in 1866 and the consequent spoliation of the historical and artistic heritage caused the decline of the institution, with the monastic community now decimated and weakened.

(Abbey Basilica of San Martino delle Scale, 6th century – 1595)
In 1946, having reached the number of monks envisaged by the Cassinese Constitutions, it was decided to re-establish some of the monastic community’s own activities, which were to be based in a part of the ancient monumental complex: teaching in the college and in the monastic alumniate, setting up a book restoration workshop, opening the re-established library to the public and selling some of the monastery’s typical products.
The current Abbot of San Martino delle Scale is the Very Reverend Dom Vittorio Rizzone, OSB, recently admitted into the Order of St Lazarus, who will receive his investiture next summer in the presence of the Abbot Primate Emeritus of the Benedictines, Dom Notker Wolf, also a member of the Order of St Lazarus.
During the ceremony there will be the investiture of two bishops who were unable to attend last July because of the health emergency. They are: His Excellency the Very Reverend Kevin Francis Donlon, Auxiliary Bishop of the Anglican Diocese of Zanzibar and Episcopal Vicar to the Prefect of the Anglican Union for the Spreading of the Gospel, a brotherhood under the authority of the Consistory of Bishops in communion with the See of Canterbury, in charge of coordinating all ecumenical dialogues; and His Excellency the Very Reverend Ottar Svein Mikael Myrseth, Ordinary Bishop of the Scandinavian Diocese of the Nordic Catholic Church (Union of Scranton).
Primátorom Londýna sa stal J.E. Alderman Vincent Keaveny GCLJ a GCRLJ.
Vaše Excelencie, drahí bratia, sestry a priatelia.
CELEBRATA LA SECONDA GIORNATA DEL PROGETTO SANITA’ SOLIDALE IN COLLABORAZIONE CON LA KAROL S.P.A.
CELEBRATA LA SECONDA GIORNATA DEL PROGETTO SANITA’ SOLIDALE IN COLLABORAZIONE
CON LA KAROL S.P.A.
(Il Gruppo di medici dell’Ordine impegnato nella seconda giornata dell’iniziativa, con l’Imam della comunità musulmana di Palermo)
Si è svolta il 23 ottobre 2021 la seconda giornata di prestazioni sanitarie gratuite agli indigenti, presso la Clinica Cosentino, in collaborazione con la KAROL s.p.a. e con il patrocinio della Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo, che ha visto impegnati i medici membri dell’Ordine di San Lazzaro accanto a quelli della KAROL ed altri volontari.

L’iniziativa, programmata per i mesi di settembre, ottobre e novembre ha riscontrato un enorme successo con già oltre trecento richieste di visite specialistiche e, pertanto, verrà istituzionalizzata e diventerà permanente.
La giornata di solidarietà ha avuto anche il supporto della Caritas Diocesana di Monreale e Palermo, del Centro di Accoglienza Padre Nostro ETS del Beato Giuseppe Puglisi e del Centro Speranza e Carità di Biagio Conte.
THE SECOND DAY OF THE PROJECT
SOLIDARITY HEALTH PROJECT IN COLLABORATION
WITH KAROL S.P.A.

On 23 October 2021, the second day of free medical services for the needy was held at the Cosentino Clinic, in cooperation with KAROL s.p.a. and under the patronage of the Provincial Health Authority of Palermo, with the participation of doctors from the Order of St. Lazarus alongside KAROL doctors and other volunteers.
The initiative, scheduled for the months of September, October and November, was a huge success with over three hundred requests for specialist visits and, therefore, it will be institutionalised and become permanent.

The day of solidarity was also supported by the Caritas Diocesan of Monreale and Palermo, the Padre Nostro ETS Reception Centre of Blessed Giuseppe Puglisi and the Biagio Conte Hope and Charity Centre.
OPÁTSTVO SVÄTÉHO LAZARA VO ŠVAJČIARSKU
L’ABBAZIA DI SAN LAZZARO A SEEDORF NEL CANTONE DI URI IN SVIZZERA
(L’Abbazia di San Lazzaro a Seedorf)
L’Abbazia di San Lazzaro è un monastero delle monache benedettine a Seedorf, nel cantone di Uri in Svizzera. Il monastero appartiene alla Federazione Benedettina Svizzera.
Il monastero di Seedorf è il più antico monastero del cantone di Uri ed anche l’unico le cui origini risalgono al Medioevo.
Nel 1197 il Lazariterhaus fu costruito a Seedorf ed apparteneva all’Ordine di San Lazzaro. Anche questo, come tutti gli altri fondati dal lazzariti, nacque come monastero doppio, con una casa di fratelli e sorelle.
Con la fine delle crociate e il declino della cura dei lebbrosi, i lazzariti decaddero. Nel 1413 il monastero maschile fu chiuso, mentre il convento di suore continuò ad esistere fino alla sua definitiva estinzione intorno al 1526 nella crisi generale del XVI secolo, dopo che molte suore erano morte di peste nel 1518. Secondo la legge dell’epoca, gli edifici e la proprietà passarono alla terra di Uri.
Come segno della Controriforma, nel 1559 fu costruita a Seedorf un’abbazia benedettina con le monache del monastero di Claro, nel Canton Ticino. Spiritualmente il nuovo monastero fu curato prima dal vescovo di Costanza, poi dai monasteri benedettini Einsiedeln e Muri, dal 1642 fino ad oggi dal monastero Einsiedeln.

(Maria Anna Eberlin, XII Abbess 1700–1727)
Dato che gli edifici lazzariti inutilizzati (costituiti da una piccola chiesa, un ospedale, una casa per le infermiere e una casa per i fratelli) erano caduti in rovina, la costruzione dell’attuale monastero iniziò alla fine del XVII secolo. La chiesa abbaziale fu consacrata nel 1700 e l’intero edificio fu completato nel 1727.
Le 11 sorelle che oggi vi risiedono si guadagnano da vivere con l’artigianato, l’agricoltura e l’accoglienza degli ospiti; nel 2009 l’abbazia benedettina ha celebrato il suo 450° anniversario.
ST. LAZARUS ABBEY IN SWITZERLAND

(The interior of the church of St Lazarus Abbey)
St. Lazarus Abbey is a monastery of Benedictine nuns in Seedorf, in the canton of Uri in Switzerland. The monastery belongs to the Swiss Benedictine Federation.
The Seedorf monastery is the oldest monastery in the canton of Uri and the only one whose origins date back to the Middle Ages.
In 1197, the Lazariterhaus was built in Seedorf and belonged to the Order of St. Lazarus. Like all the others founded by the Lazarites, it too began as a double monastery, with a house of brothers and sisters.

(Resurrection of Lazarus, with Martha and Mary, Dionys Calvaert, 1598, high altar in the Church of the Abbey of St. Lazarus)
With the end of the Crusades and the decline of leprosy care, the Lazarites declined. In 1413, the men’s monastery was closed, while the nuns‘ convent continued to exist until its final extinction around 1526 in the general crisis of the 16th century, after many nuns had died of the plague in 1518. According to the law of the time, the buildings and property passed to the land of Uri.
As a sign of the Counter-Reformation, a Benedictine abbey was built in Seedorf in 1559 with nuns from the monastery of Claro in Canton Ticino. Spiritually, the new monastery was first taken care of by the Bishop of Constance, then by the Benedictine monasteries Einsiedeln and Muri, from 1642 until today by the Einsiedeln monastery.
Since the unused Lazarite buildings (consisting of a small church, a hospital, a house for nurses and a house for brothers) had fallen into disrepair, construction of the present monastery began at the end of the 17th century. The abbey church was consecrated in 1700 and the whole building was completed in 1727.
The 11 sisters who live there today earn their living from handicrafts, agriculture and welcoming guests; in 2009 the Benedictine abbey celebrated its 450th anniversary.
VÍŤAZSTVO PRE ANGLICKÉ SESTRY SESTRY SANTA MARIA: NAJVYŠŠÍ SÚD NARIADIL NOVÉ VYŠETRENIE POVINNÉHO POTRATU V NEW YORKU
VITTORIA PER LE SUORE ANGLICANE DELLA SORELLANZA DI SANTA MARIA: LA CORTE SUPREMA ORDINA UN NUOVO ESAME PER LA COPERTURA OBBLIGATORIA DELL’ABORTO A NEW YORK
(La Sorellanza di Santa Maria con i vescovi della Diocesi del Living Word della Chiesa Anglicana del Nord America)
I nemici della copertura obbligatoria dell’aborto nella legge sulle assicurazioni dello stato di New York avranno un’altra udienza dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha ordinato a un tribunale dello stato di New York di riconsiderare la loro decisione.
Un gruppo di suore anglicane è tra gli obiettori.
„Noi crediamo che ogni persona sia fatta a immagine di Dio“, ha detto Madre Miriam della Sorellanza di Santa Maria, un organismo anglicano. „Ecco perché crediamo nella santità della vita umana, e perché cerchiamo di servire quelli di tutte le fedi – o di nessuna fede – nella nostra comunità. Siamo grati che la Corte Suprema sia intervenuta nel nostro caso e speriamo che, questa volta, la Corte d’Appello di New York preservi la nostra capacità di servire e incoraggiare i nostri vicini“.
La Sorellanza di Santa Maria, conosciuta anche come le Suore della Comunità di Santa Maria, è allineata con la Chiesa Anglicana del Nord America. È stata fondata nel 1865 e sostiene di essere il più antico ordine religioso anglicano degli Stati Uniti.
Le suore anglicane fanno parte di una coalizione di gruppi religiosi che sfidano il mandato dello Stato di New York che richiede ai datori di lavoro di coprire gli aborti nei loro piani sanitari.
„Siamo grati che la Corte Suprema non permetterà che la cattiva sentenza della Corte d’Appello di New York sia l’ultima parola sul diritto dei ministeri religiosi di servire i newyorkesi di tutte le fedi“.
Il 1° novembre, la Corte Suprema ha annullato la sentenza della corte d’appello statale nel caso Diocesi di Albany contro Lacewell. Il tribunale inferiore deve ora riconsiderare la decisione alla luce di Fulton v. Philadelphia, un caso in cui la Corte Suprema ha stabilito all’unanimità che la città di Filadelfia ha violato il libero esercizio della religione di un’agenzia cattolica di affidamento richiedendo di certificare coppie dello stesso sesso come genitori affidatari.
Le Suore della Comunità di Santa Maria, Provincia Orientale, hanno due case: una a Greenwich, New York, e una a Luwinga, Malawi. Rivendicano un ethos benedettino, cercando di „avvicinarsi a Gesù Cristo attraverso una vita disciplinata di preghiera all’interno di un semplice stile di vita agricolo e un ministero attivo nelle loro comunità locali“.
Per oltre 150 anni, la provincia delle suore è stata legata alla Chiesa Episcopale. Nel 2021 si sono affiliate alla Chiesa anglicana in Nord America dopo le controversie nella Chiesa episcopale, tra cui la punizione di un vescovo episcopale di Albany che ha rifiutato di benedire le coppie dello stesso sesso.
Il mandato del 2017 del sovrintendente del Dipartimento dei Servizi Finanziari dello Stato di New York ha richiesto che i datori di lavoro coprano gli aborti „medicalmente necessari“ nei loro piani di assicurazione sanitaria dei dipendenti. Gli aborti necessari dal punto di vista medico includerebbero gli aborti di gravidanze concepite in stupro o incesto o quelle in cui il nascituro è malformato.
La coalizione dei firmatari contro il mandato di New York include anche le diocesi cattoliche di Albany e Ogdensburg; i loro affiliati di Catholic Charities, così come Catholic Charities, Diocesi di Brooklyn; e le Suore Carmelitane per gli anziani e gli infermi. Anche la First Bible Baptist Church di Hilton, New York ne è firmataria.
IN WIN FOR ANGLICAN NUNS (SISTERHOOD OF SAINT MARY), SUPREME COURT ORDERS NEW SCRUTINY FOR NEW YORK MANDATORY ABORTION COVERAGE

(Anglican Nuns of Sisterhood of Saint Mary)
Foes of mandatory coverage of abortion in New York State insurance law will have another hearing after the U.S. Supreme Court ordered a New York state court to reconsider their decision. The law’s narrow religious exemption wrongly disqualifies many religious groups which object to providing abortion, critics said.
A group of Anglican nuns is among the objectors.
“We believe that every person is made in the image of God,” said Mother Miriam of the Sisterhood of Saint Mary, an Anglican body. “That’s why we believe in the sanctity of human life, and why we seek to serve those of all faiths—or no faith at all—in our community. We’re grateful that the Supreme Court has taken action in our case and hopeful that, this time around, the New York Court of Appeals will preserve our ability to serve and encourage our neighbors.”
The Sisterhood of Saint Mary, also known as the Sisters of the Community of St. Mary, is aligned with the Anglican Church in North America. It was founded in 1865 and claims to be the oldest Anglican religious order in the United States.
The Anglican sisters are part of a coalition of religious groups challenging the New York State mandate requiring employers to cover abortions in their health plans. They are represented by attorneys from the religious freedom legal group Becket and the law firm Jones Day.
On Nov. 1, the Supreme Court vacated the state appellate court’s judgment in the case Diocese of Albany v. Lacewell. The lower court must now reconsider the decision in light of Fulton v. Philadelphia, a case in which the Supreme Court unanimously ruled that the City of Philadelphia violated a Catholic foster care agency’s free exercise of religion by requiring it to certify same-sex couples as foster parents.
The Sisters of the Community of St. Mary, Eastern Province have two houses: one in Greenwich, New York, and one in Luwinga, Malawi. They claim a Benedictine ethos, seeking to “draw near to Jesus Christ through a disciplined life of prayer set within a simple agrarian lifestyle and active ministry in their local communities,” their website says.
For over 150 years, the sisters’ province was linked to the Episcopal Church. In 2021 they affiliated with the Anglican Church in North America after controversies in the Episcopal Church, including the disciplining of an Episcopal Bishop of Albany who refused to bless same-sex couples.
The 2017 mandate from the superintendent of the New York State Department of Financial Services required that employers cover “medically necessary” abortions in their employee health insurance plans. Medically necessary abortions would include abortions of pregnancies conceived in rape or incest or those in which the unborn child is malformed.
The coalition of petitioners against the New York mandate also includes the Catholic dioceses of Albany and Ogdensburg; their Catholic Charities affiliates, as well as Catholic Charities, Diocese of Brooklyn; and the Carmelite Sisters for the Aged and Infirm. The First Bible Baptist Church of Hilton, New York is also a petitioner.
Heraldická spoločnosť o vývoji erbu Vojenského a špitálneho Rádu sv. Lazara Jeruzalemského.
https://drive.google.com/file/d/1ZP53fTRPQhfacywPj50a9URl0PlWQRKZ/view?fbclid=IwAR2t27rNxYnstvuTwOCqRLzDC2icWeKm5WtC7_FHqgLFZMLJfTPXhT5hChc
SUA GRAZIA MICHAEL NAZIR-ALI, EX VESCOVO ANGLICANO DI ROCHESTER, ENTRA IN PIENA COMUNIONE CON LA CHIESA CATTOLICA
SUA GRAZIA MICHAEL NAZIR-ALI, EX VESCOVO ANGLICANO DI ROCHESTER, ENTRA IN PIENA COMUNIONE CON LA CHIESA CATTOLICA
(Sua Grazia Michael Nazir-Ali, ex Vescovo anglicano di Rochester)
Un vescovo anglicano di alto profilo si è unito alla Chiesa cattolica in quella che è stata descritta come „una delle conversioni politicamente più significative da molto tempo“.
L’accoglienza di Michael Nazir-Ali, ex vescovo anglicano di Rochester, rappresenta il terzo trasferimento episcopale inglese a Roma quest’anno e il quarto negli ultimi due anni.
Il vescovo Nazir Ali è stato ricevuto nella fede cattolica il 29 settembre, festa di San Michele e tutti gli angeli, da monsignor Keith Newton, l’ex anglicano che ora guida l’Ordinariato personale di Nostra Signora di Walsingham.
Egli presterà servizio nell’Ordinariato, un’organizzazione cattolica istituita da Papa Benedetto XVI un decennio fa per l’accoglienza corporativa degli anglicani, dopo essere stato ordinato diacono all’Oscott College il 28 ottobre dal Rev.mo Bernard Longley, arcivescovo di Birmingham, e poi come sacerdote dal cardinale Vincent Nichols nella cattedrale di Westminster il 30 ottobre.
Il dottor Nazir-Ali è il primo ex vescovo diocesano anglicano ad essere ricevuto nella Chiesa cattolica dal vescovo Graham Leonard di Londra e dal vescovo Richard Rutt di Leicester nel 1994.
Il dottor Nazir-Ali è nato in Pakistan nel 1949 e ha sia la cittadinanza britannica che pakistana. Ha molti riconoscimenti accademici, tra cui quelli delle Università di Karachi, Oxford e Cambridge, così come un Lambeth Doctor of Divinity.
Ha insegnato e fatto ricerca in diverse istituzioni e continua a insegnare e a supervisionare la ricerca. È stato ordinato sacerdote anglicano nel 1976 e ha servito in Inghilterra e in Pakistan prima di essere consacrato vescovo di Raiwind nel 1984.
È stato segretario generale della Church Missionary Society (1989-94) prima della sua nomina a vescovo di Rochester nel 1994.
Come tale, è entrato nella Camera dei Lord nel 1999 ed è stato attivo nei settori delle relazioni internazionali, del dialogo tra persone di fede diversa, della libertà di espressione e di parola e della difesa della dignità umana in ogni fase della vita.
Da quando si è dimesso nel 2009, è stato direttore dell’Oxford Centre for Training, Research, Advocacy and Dialogue, che prepara i cristiani al ministero in situazioni in cui la Chiesa è sotto pressione e in pericolo di persecuzione.
Il vescovo Nazir-Ali, 72 anni, è nato a Karachi, in Pakistan, da una madre metodista e un padre convertito al cristianesimo dall’Islam sciita. È stato mandato in una scuola cattolica e vi ha partecipato alle messe.
Ha iniziato a definirsi cristiano dall’età di 15 anni ed è stato formalmente ricevuto nella Chiesa anglicana all’età di 20 anni.
Dopo l’ordinazione nel 1976 ha servito nelle parrocchie di Karachi e Lahore ed è diventato il più giovane vescovo della Comunione anglicana quando è stato nominato vescovo di Raiwind nel Punjab occidentale nel 1984.
È stato portato nel Regno Unito dall’arcivescovo Robert Runcie quando la sua vita è stata considerata in pericolo e presto è diventato una delle voci più riconosciute nella Chiesa d’Inghilterra, considerandosi sia cattolico che evangelico, fermamente pro-vita e un fermo sostenitore del matrimonio e della famiglia. È sposato e ha due figli.
Il vescovo ha servito per molti anni come membro della Commissione internazionale anglicano-cattolica romana e anche della Commissione internazionale anglicano-cattolica romana per l’unità e la missione.
HIS GRACE MICHAEL NAZIR-ALI, FORMER ANGLICAN BISHOP OF ROCHESTER, ENTERS INTO FULL COMMUNION WITH THE CATHOLIC CHURCH

(His Grace Michael Nazir-Ali, the former Anglican Bishop of Rochester)
A high-profile Anglican bishop has joined the Catholic Church in what has been described as “one of the most politically significant conversions for a very long time”.
The reception of Michael Nazir-Ali, the former Anglican Bishop of Rochester, represents the third English episcopal move to Rome this year and the fourth in the last two years.
Bishop Nazir Ali was received into the Catholic faith on September 29, the feast of St Michael and All Angels by Monsignor Keith Newton, the former Anglican who now leads the Personal Ordinariate of Our Lady of Walsingham.
He will serve in the Ordinariate, a Catholic organisation set up by Pope Benedict XVI a decade ago for the corporate reception of Anglicans, after he is ordained deacon at Oscott College on October 28 by the Most Rev. Bernard Longley, the Archbishop of Birmingham, and then as priest by Cardinal Vincent Nichols in Westminster Cathedral on October 30.
Dr Nazir-Ali is the first former diocesan Anglican bishop to be received into the Catholic Church since Bishop Graham Leonard of London and Bishop Richard Rutt of Leicester in 1994.
Dr Nazir-Ali was born in Pakistan in1949 and has both British and Pakistani citizenship. He holds many academic awards including from the Universities of Karachi, Oxford and Cambridge, as well as a Lambeth Doctor of Divinity.
He has taught and researched at a number of institutions and continues to teach and supervise research. He was ordained an Anglican priest in 1976 and served in England and Pakistan before being consecrated Bishop of Raiwind in 1984.
He was the General Secretary of the Church Missionary Society (1989-94) before his appointment as Bishop of Rochester in 1994.
As such, he entered the House of Lords in 1999 and was active in the areas of international relations, dialogue among people of different faiths, freedom of expression and speech and defence of human dignity at every stage of life.
Since resigning in 2009, he has been Director of Oxford Centre for Training, Research, Advocacy and Dialogue, which prepares Christians for ministry in situations where the Church is under pressure and in danger of persecution.
Bishop Nazir-Ali, 72, was born in Karachi, Pakistan, to a Methodist mother and a father who converted to Christianity from Shia Islam. He was sent to a Catholic school and attended Masses there.
He started to call himself a Christian from the age of 15 and was formally received into the Anglican Church at the age of 20.
After ordination in 1976 he served in parishes in Karachi and Lahore and became the youngest bishop in the Anglican Communion when he was appointed Bishop of Raiwind in West Punjab in 1984.
He was brought to the UK by Archbishop Robert Runcie when his life was deemed to be danger and soon became one of the best recognised voices in the Church of England, considering himself both Catholic and Evangelical, staunchly pro-life and a firm believer in marriage and the family. He is married with two children.
The bishop has served for many year as a member of the Anglican-Roman Catholic International Commission and also of the International Anglican-Roman Catholic Commission for Unity and Mission.
CONSACRAZIONE EPISCOPALE DEL MOLTO REVERENDO OTTAR SVEIN MIKAEL MYRSETH, ECLJ, VESCOVO DELLA CHIESA CATTOLICA NORDICA (NCC) ORDINARIO DELLA DIOCESI SCANDINAVA
CONSACRAZIONE EPISCOPALE DEL MOLTO REVERENDO OTTAR SVEIN MIKAEL MYRSETH, ECLJ,
VESCOVO DELLA CHIESA CATTOLICA NORDICA (NCC) ORDINARIO DELLA DIOCESI SCANDINAVA
(Il Molto Reverendo Ottar Svein Mikael Myrseth, Vescovo Ordinario della Diocesi scandinava della NCC)
Lo scorso mese di ottobre Ottar Mikael Myrseth, ECLJ, che nel prossimo mese di gennaio riceverà l’investitura come membro dell’Ordine presso il Gran Baliato di Sicilia, è stato finalmente ordinato vescovo della Chiesa cattolica nordica. L’ordinazione, originariamente prevista per aprile 2020 negli Stati Uniti, era stata rinviata più volte a causa della pandemia ed è stata infine spostata in Norvegia con il vescovo Roald Nikolai come consacratore, come pure era stata rinviata la sua investitura nell’Ordine già prevista per il mese di luglio di quest’anno.
Nel suo saluto, il vescovo Ottar Mikael, che ha assunto il ruolo di Ordinario della Diocesi scandinava della NCC, ha evidenziato una triplice visione per la Chiesa: „Risvegliare le persone alla fede cristiana, aiutare i credenti a sopravvivere come minoranza cristiana, e mostrare la strada alla fede della Chiesa universale“.
Il nuovo vescovo è stato celebrato con i saluti e i doni dei rappresentanti del Consiglio Cristiano Norvegese, della Chiesa Cattolica Romana e della Chiesa Norvegese, così come della famiglia, degli amici, delle congregazioni e dei consacratori.
Ottar Mikael Myrseth ha compiuto gli studi teologici presso la Norwegian School of Theology, Religion and Society di Oslo e nel 1978 ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale nella Chiesa di Norvegia (luterana).

Nel 2001 ha lasciato la Chiesa di Norvegia e si è unito alla Chiesa cattolica nordica, assumendo le funzioni di Vicario della parrocchia di Sant’Olav ad Aalesund.
Eletto eletto vescovo nel 2020 e come arciprete mitrato aveva già la responsabilità amministrativa della NCC in Scandinavia.
EPISCOPAL CONSECRATION OF THE MOST REVEREND
OTTAR SVEIN MIKAEL MYRSETH, ECLJ,
BISHOP OF THE NORDIC CATHOLIC CHURCH (NCC)
ORDINARY OF THE SCANDINAVIAN DIOCESE

Last October, Ottar Mikael Myrseth, ECLJ, who will be invested as a member of the Order at the Grand Bailiwick of Sicily in January, was finally ordained bishop of the Nordic Catholic Church. The ordination, originally scheduled for April 2020 in the United States, had been postponed several times because of the pandemic and was finally moved to Norway with Bishop Roald Nikolai as consecrator, as well as his investiture in the Order, already scheduled for July this year.
In his greeting, Bishop Ottar Mikael, who has assumed the role of Ordinary of the NCC Scandinavian Diocese, highlighted a threefold vision for the Church: ‚To awaken people to the Christian faith, to help believers survive as a Christian minority, and to show the way to the faith of the universal Church‘.
The new bishop was celebrated with greetings and gifts from representatives of the Norwegian Christian Council, the Roman Catholic Church and the Norwegian Church, as well as family, friends, congregations and consecrators.
Ottar Mikael Myrseth completed his theological studies at the Norwegian School of Theology, Religion and Society in Oslo and was ordained a priest in the Church of Norway (Lutheran) in 1978.

In 2001 he left the Church of Norway and joined the Nordic Catholic Church, taking up the position of Vicar of St. Olav’s parish in Aalesund.
He was elected bishop in 2020 and as a miter archpriest already had administrative responsibility for the NCC in Scandinavia.
40. výročie založenia Veľkopriorátu Austrália.
IL GRAN PRIORATO D’AUSTRALIA CELEBRA IL 40° ANNIVERSARIO DALLA FONDAZIONE
(Il Gran Priore Emerito d’Australia, Chevalier Willoughby Bailey AO GCLJ GCMLJ GCrLJ, a sx, il Gran Maestro, al centro, e l’attuale Gran Priore, The Hon. Chevalier Gavin L. Fielding AM GCLJ KMLJ, a dx)
Il Gran Priorato d’Australia dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme celebra quest’anno i suoi primi 40 anni di vita.
L’Ordine di San Lazzaro iniziò il suo cammino in Australia con il Gran Cancelliere dell’epoca Sua Eccellenza il Cavaliere Guy Coutant de Saisseval, il quale nominò il Cavaliere Alderman Ray Bagdonas, CLJ, venendo, quest’ultimo, incaricato nel 1980, dal Gran Maestro dell’Obbedienza di Parigi, Sua Eccellenza Pierre de Cossé-Brissac, 12° Duke of Brissac, di formare una delegazione dell’Ordine in Australia.S
Il primo incontro tra i membri scelti da Alderman Ray Bagdonas avvenne a Sydney, nel New South Wales, nel 1981, e la prima investitura ebbe luogo il 17 ottobre 1981 presso la Chiesa Anglicana di San Giovanni.
Nel 1982 la Delegazione Nazionale divenne Commenda del New South Wales e, gradatamente, si estese in altri Stati australiani: nel 1982 la Victorian Commandery, nel 1983 la Queensland Commandery, nel 1984 la Australian Capital Territory e la South Australian Commandery, nel 1986 la Western Australian Commandery e nel 1988 la Tasmanian Commandery. Nel 1999 è stata elevata a Gran Priorato.
Nel 2013 è stata creata la Order of Saint Lazarus of Jerusalem Australia Foundation (OLJ Australia Foundation) per lo svolgimento delle attività caritative ed assistenziali.
Tra i personaggi più illustri del Gran Priorato spicca il cardinale George Pell, Arcivescovo Metropolita emerito di Sidney, membro dell’Ordine da oltre trent’anni.

(L’Arciprete Mitrato Molto Reverendo Dr Michael Protopopov, OAM, ChLJ, della Chiesa Ortodossa Russa, Vice Cappellano Nazionale del Gran Priorato d’Australia)
THE GRAND PRIORY OF AUSTRALIA CELEBRATES THE 40TH
ANNIVERSARY OF ITS FOUNDATION

(The Grand Master and the National Chaplain of the Grand Priory of Australia, Right Reverend Richard Hurford OAM KStJ ECLJ, Anglican Bishop Emeritus of Bathurst)
The Grand Priory of Australia of the Order of St Lazarus of Jerusalem celebrates its first 40 years of existence this year.
The Order of St. Lazarus began its journey to Australia with the then Grand Chancellor, His Excellency Knight Guy Coutant de Saisseval, who appointed Knight Alderman Ray Bagdonas, CLJ, who was appointed in 1980 by the Grand Master of the Obedience of Paris, His Excellency Pierre de Cossé-Brissac, 12th Duke of Brissac, to form a delegation of the Order to Australia.
The first meeting of the members selected by Alderman Ray Bagdonas took place in Sydney, New South Wales, in 1981, and the first investiture took place on 17th October 1981 at St. John’s Anglican Church.
In 1982 the National Delegation became the Commandery of New South Wales and gradually expanded into other Australian States: in 1982 the Victorian Commandery, in 1983 the Queensland Commandery, in 1984 the Australian Capital Territory and the South Australian Commandery, in 1986 the Western Australian Commandery and in 1988 the Tasmanian Commandery. In 1999 it was elevated to Grand Priory.
In 2013 the Order of Saint Lazarus of Jerusalem Australia Foundation (OLJ Australia Foundation) was established to carry out charitable and welfare activities.

(Cardinal George Pell, GCLJ, Metropolitan Archbishop Emeritus of Sydney)
Among the most distinguished members of the Grand Priory is Cardinal George Pell, Metropolitan Archbishop Emeritus of Sydney, who has been a member of the Order for over 30 years.
Organový festival.
RASSEGNA ORGANISTICA REGIONALE CON IL PATROCINIO DELL’ACCADEMIA LAZZARITA SAN LUIGI IX
E’ in corso, come ogni anno, la tradizionale Rassegna Organistica Regionale, con il patrocinio dell’Accademia Lazzarita San Luigi IX Re di Francia e la direzione artistica del Maestro Diego Cannizzaro, KLJ, interrotta lo scorso anno a causa dell’emergenza sanitaria.
Cinque concerti, dal 16 ottobre al 25 novembre 2021, in diverse chiese delle province di Messina, Caltanissetta, Agrigento, Catania e Palermo, con il patrocinio anche dell’Associazione Filarmonica Santa Cecilia, quest’ultima decorata con la medaglia di merito dell’Ordine di San Lazzaro.
REGIONAL ORGAN REVIEW UNDER THE PATRONAGE OF THE LAZZARITA
SAN LUIGI IX ACADEMY
As every year, the traditional Rassegna Organistica Regionale (Regional Organ Review) is underway, under the patronage of the Accademia Lazzarita San Luigi IX Re di Francia and the artistic direction of Maestro Diego Cannizzaro, KLJ, interrupted last year due to the health emergency.
Five concerts, from 16 October to 25 November 2021, in various churches in the provinces of Messina, Caltanissetta, Agrigento, Catania and Palermo, under the patronage also of the Philharmonic Association Santa Cecilia, the latter decorated with the medal of merit of the Order of Saint Lazarus.
Veľkopriorát Ameriky oslavuje 50. výročie založenia.
IL GRAN PRIORATO D’AMERICA CELEBRA IL 50°
ANNIVERSARIO DALLA FONDAZIONE
Il Gran Priorato d’America, che include Stati Uniti d’America e Messico, una delle giurisdizioni più vaste ed attive nel campo sanitario ed assistenziale dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme, festeggia quest’anno i suoi primi 50 anni di vita.
Fondato nel 1971, già nel 1972 ricevette la visita dell’allora Gran Maestro dell’Ordine, la prima di un Gran Maestro lazzarita nel nuovo mondo.
Al Gran Priorato d’America fanno capo varie giurisdizioni regionali: 6 Gran Commende, la Delegazione Imperiale di Calcasieu e la Delegazione del Messico, quest’ultima dotata di ampia autonomia.

(Sua Eccellenza il Cavaliere Kenneth P. Moritsugu, GCLJ, GCMLJ, MD, Gran Priore d’America)
La carica di Gran Priore è ricoperta, dal 2012, da Sua Eccellenza il Cavaliere Kenneth P. Moritsugu, GCLJ; prima di lui lo erano stati Sua Eccellenza il Cavaliere Hans von Leden GCLJ, MD, fino al 2006, Sua Eccellenza il Cavaliere Bruce M. Harrington GCLJ, JD, fino al 2012.

(Sua Eminenza il Cardinale Norberto Cardinal Rivera Carrera, GCLJ, Arcivescovo Metropolita Emerito di Città del Messico, Consigliere Spirituale del Gran Priorato d’America dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme)
Presso il Gran Priorato d’America due arcivescovi cattolici ricoprono la carica di Consiglieri Spirituali: Sua Eminenza il Cardinale Norberto Cardinal Rivera Carrera, GCLJ e Sua Eminenza il Cardinale Alberto Suárez Inda, GCLJ, KMLJ.
THE GRAND PRIORY OF AMERICA CELEBRATES THE 50TH
ANNIVERSARY OF ITS FOUNDATION
(University medical students working in the Mexican Delegation’s Dermatology Centre)
The Grand Priory of America, which includes the United States of America and Mexico, one of the largest and most active health and welfare jurisdictions of the Order of St. Lazarus of Jerusalem, celebrates its first 50 years this year.
Founded in 1971, it received a visit from the then Grand Master of the Order in 1972, the first visit by a Lazarite Grand Master to the New World.
The Grand Priory of America is made up of various regional jurisdictions: 6 Grand Commanderies, the Imperial Delegation of Calcasieu and the Delegation of Mexico, the latter with a large degree of autonomy.
The office of Grand Prior is held, since 2012, by His Excellency Knight Kenneth P. Moritsugu, GCLJ; before him were His Excellency Knight Hans von Leden GCLJ, MD, until 2006, His Excellency Knight Bruce M. Harrington GCLJ, JD, until 2012.

(His Eminence Cardinal Alberto Suárez Inda, GCLJ, KMLJ, Metropolitan Archbishop Emeritus of Morella, Spiritual Counsellor of the Grand Priory of America of the Order of St Lazarus of Jerusalem)
At the Grand Priory of America two Catholic Archbishops serve as Spiritual Counsellors: His Eminence Cardinal Norberto Rivera Carrera, GCLJ and His Eminence Cardinal Alberto Suárez Inda, GCLJ, KMLJ.
Nový dar školám v pôsobnosti Spišskej diecézy.
V októbri 2021 sme opäť už po tretí krát darovali základným a stredným školám na území Spišskej diecézy učebné pomôcky a učebnice pre učiteľov na podporu výuky anglického jazyka v období kedy má Covid výrazne negatívne dopady aj na školstvo a úroveň vzdelávania na Slovensku .
Pasovanie do rytierskeho stavu.
Dňa 20.10.2021 po dlho trvajúcej chorobe bol povýšený do rytierskeho stavu Dr. Ján Rosocha M.D.
Prezentácia interkonfesionálneho slovníka “ Slová viery“ – Valdešská teologická fakulta.
PRESENTAZIONE PRESSO LA FACOLTA’ VALDESE DI TEOLOGIA DEL VOLUME “PAROLE DELLA FEDE, GLOSSARIO TEOLOGICO INTERCONFESSIONALE”
Si è svolta nei giorni scorsi la cerimonia di presentazione presentazione del primo libro della collana σταχυς (spiga) di San Paolo, dedicata ai libri della teologia interconfessionale, a cui collaboreranno diversi professori della licenza/diploma della Pontificia Università Lateranense e altri professori e scrittori delle diverse confessioni, tra i quali il Molto Reverendo Padre Prof. Ivan Stoyanov Ivanov, ChLJ, rappresentante presso la Santa Sede del Patriarcato Ortodosso di Bulgaria e responsabile per l’ecumenismo presso il Gran Baliato di Sicilia dell’Ordine di San Lazzaro.
Questo primo libro è a tutti gli effetti uno strumento prezioso per gli studenti ma anche per gli operatori pastorali e coloro che si occupano di comunicazione inerenti all’ambito ecumenico e interconfessionale.
Gli interventi dei Proff. Bruno, Monda, Ivanov, Maggi e Lorizio possono essere ascoltati cliccando i link di seguito indicati.
PRESENTATION AT THE VALDESE FACULTY OF THEOLOGY OF THE BOOK „WORDS OF FAITH, INTERDENOMINATIONAL THEOLOGICAL GLOSSARY”
A few days ago, a ceremony was held to present the first book in the St Paul’s σταχυς (ear) series, dedicated to books on interdenominational theology, in which several professors of the Licentiate/Diploma of the Pontifical Lateran University and other professors and writers of the various confessions will collaborate, including the Very Reverend Father Prof. Ivan Stoyanov Ivanov, ChLJ, representative to the Holy See of the Orthodox Patriarchate of Bulgaria and responsible for ecumenism at the Grand Bailiwick of Sicily of the Order of St Lazarus. Ivan Stoyanov Ivanov, ChLJ, representative to the Holy See of the Orthodox Patriarchate of Bulgaria and responsible for ecumenism at the Grand Bailiwick of Sicily of the Order of St. Lazarus.
This first book is to all intents and purposes a valuable tool for students but also for pastoral workers and those involved in communication related to the ecumenical and interfaith sphere.
The interventions of Professors Bruno, Monda, Ivanov, Maggi and Lorizio can be listened to by clicking on the links below.
Poďakovanie za pomoc.
PRIZE FOR INTERDENOMINATIONAL THEOLOGY SAINT PIO X
PRIZE FOR INTERDENOMINATIONAL THEOLOGY SAINT PIO X
(Pope St Pius X)
In 1895 Pope Leo XIII, in his Brief Providae Matris, recommended the introduction of a Week of Prayer for Christian Unity in the week before Pentecost. Two years later, in his encyclical Divinum illud munus, the Pope spoke of a prayer in which he asked that the good of Christian unity might mature.
When the Society of the Atonement, born in the Episcopal Church of the United States, became a member of the Catholic Church, Pope Pius X gave his official blessing to the January Week of Prayer in 1909. Benedict XV supported it and introduced it permanently into the Catholic Church. Pius XI also promoted it and Pius XII, in his encyclical Mystici Corporis (1943) reiterated that, following the example of Christ, he would pray for the unity of the Church.

(The Servant of God Fr Paul Wattson (1863-1940), founder of the Congregation of Franciscan Friars and Sisters of the Atonement)
The Government Council of the Grand Bailiwick of Sicily of the Order of St. Lazarus of Jerusalem, faithful to its ecumenical vocation, has decided to establish a prize for interdenominational theology, consisting of a sum of money, which will be awarded every year at the Archbishop’s Palace in Monreale.
The Pontifical Lateran University in Rome is the only university that currently awards academic degrees in Interfaith Theology.
The Grand Bailiff has accepted the request of the Order’s Chaplain Major and Grand Ecclesiastical Prior, Monsignor Michele Pennisi, Archbishop of Monreale, to disseminate the academic course in Interchurch Theology among the Order’s members worldwide, inviting all those interested to register by 31 October 2021, thus confirming its charisma of promoting Christian unity.
The course will be conducted electronically, including the examinations, and in various languages, and will also be available on demand without time constraints.
The study programme in Italian, English and Spanish can be downloaded by clicking on the button at the bottom of the news.
Investitúra Velehrad 1. až 3. 10. 2021.
V prvých októbrových dňoch sa konala spoločná investitúra Veľkobailiviku Českej republiky a Veľkopriorátu Slovensko Vojenského a špitálneho rádu sv. Lazara Jeruzalemského na Velehrade. Svätú omšu celebrovali J.E. Mons. Jan Graubner arcibiskup olomoucký a metropolita moravský a J.E. arcibiskup michalovsko- košický Juraj Stránsky.
Účastníci položili veniec pred Bazilikou Nanebovzatia Panny Márie a svätých Cyrila a Metoda ako prejav úcty k pamiatke Tomáša Jozefa kardinála Špidlíka a arcibiskupa Antonína Cyrila Stojana.
Počas investitúry Veľkopriorátu Slovensko boli do Vojenského a špitálneho rádu prijatí noví členovia PhDr. Miroslav Králik a Milan Čavajda.
Do dôstojníckych hodností boli povýšení Capt. Mgr. Rudolf Králik a Andrej Kylián.
Do rytierskeho stavu bol povýšený MVDr. Ján Rosocha Csc.
IL PROF. PAOLO SCOLLO, OLJ PRESIDENTE DELLA SEZIONE DI SIRACUSA DELL’ASSOCIAZIONE MEDICI CATTOLICI ITALIANI (AMCI)
IL PROF. PAOLO SCOLLO, OLJ PRESIDENTE DELLA SEZIONE DI SIRACUSA DELL’ASSOCIAZIONE MEDICI CATTOLICI ITALIANI (AMCI)
(Il Prof. Paolo Scollo, OLJ, nel 2019, con il Gran Maestro emerito il giorno dell’investitura)
Il Prof. Paolo Scollo, OLJ, è stato nominato Presidente della Sezione di Siracusa dell’Associazione Medici Cattolici Italiani.
Paolo Scollo è direttore della Divisione di Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda Ospedaliera Cannizzaro di Catania, una delle più importanti del SSN in Italia.
Nel 1995 ha conseguito il Diploma Europeo di Eccellenza in Ostetricia e Ginecologia bandito dall’European Board in Obstetric and Gynecology, dall’UPIGO e dall’UEMS.
Ha prestato la sua opera presso la Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università di Edimburgo, la Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università di Erlangen (Germania), ed il Dipartimento di Oncologia Ginecologica degli Ospedali St Bartholomew’s e Royal Marsden di Londra.Il
Paolo Scollo, ginecologo di livello internazionale, è stato presidente della Società Italiana di Oncologia Ginecologica e della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia. S
Nell’agosto del 2020 ha seguito, con successo, il primo trapianto di utero in Italia presso il Centro Trapianti del Policlinico di Catania, in collaborazione con l’Azienda ospedaliera Cannizzaro.
E’ membro dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme dal 2019.
L’AMCI è stata fondata a Roma nel 1944 ed è attualmente presieduta dal prof. Filippo Maria Boscia, Direttore del Dipartimento Materno-Infantile e Fisiopatologia della riproduzione umana presso l’Azienda Ospedaliera di Bari – Ospedale Di Venere, professore associato e titolare della cattedra di Fisiopatologia della Riproduzione Umana presso la facoltà di medica dell’Università di Bari, nonché Presidente della Società italiana di Bioetica e comitati etici.
PROF. PAOLO SCOLLO, OLJ PRESIDENT OF THE SYRACUSE SECTION OF THE ITALIAN CATHOLIC MEDICAL ASSOCIATION (AMCI)
(Prof. Paolo Scollo, OLJ, at the awarding of the special ‚Bianca Cannizzaro‘ prize in 2020 for the first uterus transplant in Italy)
Prof. Paolo Scollo, OLJ, has been appointed President of the Syracuse Section of the Italian Catholic Medical Association.
Paolo Scollo is Director of the Division of Obstetrics and Gynaecology at the Cannizzaro Hospital in Catania, one of the most important NHS hospitals in Italy.
In 1995 he was awarded the European Diploma of Excellence in Obstetrics and Gynaecology by the European Board in Obstetric and Gynecology, UPIGO and UEMS.
He has worked at the Obstetric and Gynaecological Clinic of the University of Edinburgh, the Obstetric and Gynaecological Clinic of the University of Erlangen (Germany), and the Department of Gynaecological Oncology of St Bartholomew’s and Royal Marsden Hospitals in London.
Paolo Scollo, an internationally renowned gynaecologist, is a former president of the Italian Society of Gynaecological Oncology and the Italian Society of Gynaecology and Obstetrics.
In August 2020, he successfully performed the first uterus transplant in Italy at the Transplant Centre of the Policlinico di Catania, in collaboration with the Azienda Ospedaliera Cannizzaro.
He has been a member of the Order of St. Lazarus of Jerusalem since 2019.
The AMCI was founded in Rome in 1944 and is currently chaired by Prof. Filippo Maria Boscia, Director of the Maternal and Child Department and Physiopathology of Human Reproduction at the Azienda Ospedaliera di Bari – Di Venere Hospital, associate professor and holder of the chair of Physiopathology of Human Reproduction at the Faculty of Medicine of the University of Bari, as well as President of the Italian Society of Bioethics and Ethics Committees.
Investitúra v Hejniciach 25.9.2021.
Dňa 25.9.2021 tradične v čase sviatku svätého Václava štátneho sviatku Českej republiky sa konala v kláštore v Hejniciach investitúra Rytierskeho Rádu svätého Václava a Vojenského a špitálskeho rádu svätého Lazara Jeruzalemského. Investitúru podporili svojou účasťou aj kancelária prezidenta Českej republiky a predseda poslaneckej snemovne ČR. Svätú omšu celebroval J.E. Mons. Mgr. Ján Baxant biskup litoměřický.
Počas investitúry bol do Vojenského a špitálskeho rádu sv. Lazara Jeruzalemského Veľkopriorátu Slovensko prijatý Ing. Vladimír Švehla. Počas investitúry boli odovzdané vyznamenania „Za zásluhy a celoživotný morálny postoj jednotlivca na poli kultúrno-spoločenskom“ od Rytierskeho rádu svätého Václava udelené v roku 2020 a v roku 2021 ich prevzali J.E.Veľkoprior Chev. Capt. Ing. Stanislav Holák PhD. GCLJ, Col. Ing. Ján Vitko CLJ a Capt. Mgr. Rudolf Králik OLJ.
ELETTO IL NUOVO PATRIARCA DI CILICIA DEGLI ARMENI SUA BEATITUDINE RAPHAËL BEDROS XXI MINASSIAN
ELETTO IL NUOVO PATRIARCA DI CILICIA DEGLI ARMENI SUA BEATITUDINE RAPHAËL BEDROS XXI MINASSIAN
(Sua Beatitudine Raphaël Bedros XXI Minassian, Patriarca di Cilicia degli Armeni)
Il Sinodo dei Vescovi della Chiesa Patriarcale di Cilicia degli Armeni (i cattolici armeni) – convocato dal Papa – ha eletto Patriarca Raphaël François Minassian, finora Arcivescovo titolare di Cesarea di Cappadocia degli Armeni e Ordinario per i fedeli armeni cattolici dell’Europa Orientale.
L’eletto, che è il 21° Patriarca di Cilicia degli Armeni, ha assunto il nome di Sua Beatitudine Raphaël Bedros XXI Minassian.
Nato il 24 novembre 1946 a Beirut, ha studiato a Roma presso le università Gregoriana e Salesiana. Il 24 giugno 1973 è stato ordinato sacerdote. Parroco, insegnante di liturgia, si è poi trasferito negli Stati Uniti.
Nel 2005 è stato nominato Esarca Patriarcale di Gerusalemme ed Amman per gli Armeni. Il 24 giugno 2011 è stato nominato Ordinario per i Fedeli Armeni Cattolici dell’Europa Orientale e Vescovo titolare vescovile di Cesarea di Cappadocia degli Armeni.
Succede al Patriarca Krikor Bedros XX Ghabroyan, scomparso lo scorso maggio.
Il Patriarcato di Cilicia degli Armeni, eretto il 26 novembre 1742, estende la sua giurisdizione su tutti i fedeli armeno-cattolici che dimorano nel territorio proprio della Chiesa armeno-cattolica, ossia nelle regioni che tradizionalmente sono riconosciute come il luogo di origine di questa Chiesa sui iuris.
La sede del patriarcato si trova a Bzoummar nel distretto di Kisrawan in Libano. L’arcieparchia di Beirut è la sede propria del patriarca; qui si trova la cattedrale patriarcale dei Santi Elia e Gregorio Illuminatore.
NEW PATRIARCH OF ARMENIAN CILICIA ELECTED HIS BEATITUDE RAPHAËL BEDROS XXI MINASSIAN
(His Beatitude Raphaël Bedros XXI Minassian, Patriarch of Cilicia of the Armenians)
The Synod of Bishops of the Patriarchal Church of Cilicia of the Armenians (Armenian Catholics) – convoked by the Pope – has elected Patriarch Raphaël François Minassian, hitherto Titular Archbishop of Caesarea of Cappadocia of the Armenians and Ordinary for the Armenian Catholic faithful of Eastern Europe.
The elected, who is the 21st Patriarch of Cilicia of the Armenians, has taken the name of His Beatitude Raphaël Bedros XXI Minassian.
He was Born on 24 November 1946 in Beirut and studied in Rome at the Gregorian and Salesian Universities. He was ordained a priest on 24 June 1973. A parish priest and liturgy teacher, he then moved to the United States.
In 2005 he was appointed Patriarchal Exarch of Jerusalem and Amman for the Armenians. On 24 June 2011 he was appointed Ordinary for the Armenian Catholic Faithful of Eastern Europe and titular Bishop of Caesarea of Cappadocia for the Armenians.
He succeeds Patriarch Krikor Bedros XX Ghabroyan, who passed away last May.
The Patriarchate of Cilicia of the Armenians, erected on 26 November 1742, extends its jurisdiction over all the Armenian Catholic faithful living in the territory of the Armenian Catholic Church, i.e. in the regions traditionally recognised as the place of origin of this Church sui iuris.
The seat of the Patriarchate is in Bzoummar in the Kisrawan district of Lebanon. The archieparchy of Beirut is the proper seat of the patriarch; the patriarchal cathedral of Saints Elijah and Gregory the Illuminator is located here.
Najstaršie známe zobrazenie vzkriesenia sv. Lazara.
Najstaršie známe zobrazenie vzkriesenia svätého Lazara sa nachádza v rímskych katakombách a pochádza z 2. storočia po Kristovi.
Z rovnakého obdobia pochádza aj vyobrazenie rozmnoženia chlebov.
THE RT. REV. JONATHAN GOODALL, ANGLICAN BISHOP OF EBBSFLEET, HAS RESIGNED TO ENTER INTO FULL COMMUNION WITH THE CATHOLIC CHURCH
IL MOLTO REVERENDO JONATHAN GOODALL, VESCOVO ANGLICANO DI EBBSFLEET, SI È DIMESSO PER ENTRARE IN PIENA COMUNIONE CON LA CHIESA CATTOLICA
(Il Molto Reverendo Jonathan Goodall)
Il Molto Reverendo Jonathan Goodall, vescovo anglicano di Ebbsfleet, si è dimesso per entrare in piena comunione con la Chiesa cattolica.
„Sono arrivato alla decisione di dimettermi da vescovo di Ebbsfleet, per essere ricevuto in piena comunione con la Chiesa cattolica romana, solo dopo un lungo periodo di preghiera, che è stato tra i periodi più difficili della mia vita“, ha detto in una dichiarazione il 3 settembre, la festa di San Gregorio Magno, il papa del sesto secolo che ha lanciato una missione per convertire l’Inghilterra al cristianesimo. „La vita nella comunione della Chiesa d’Inghilterra ha formato e nutrito il mio discepolato di cristiano cattolico per molti decenni. È qui che ho ricevuto per la prima volta – e per metà della mia vita ho amministrato, come sacerdote e vescovo – la grazia sacramentale della vita e della fede cristiana. Ne farò sempre tesoro e ne sarò grato“. „Confido che tutti voi crediate che ho preso la mia decisione come un modo per dire sì alla chiamata e all’invito attuale di Dio, e non per dire no a ciò che ho conosciuto e sperimentato nella Chiesa d’Inghilterra, verso la quale ho un debito così profondo“.
Il vescovo 60enne ha servito come vescovo di Ebbsfleet dal 2013, un ruolo in cui ha agito come visitatore episcopale provinciale, sostenendo le congregazioni della Chiesa d’Inghilterra che non riconoscono le donne prete e vescovo.
È stato cappellano e segretario ecumenico dell’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, dal 2005 al 2012. Ha forti legami con l’Abbazia di Westminster, la chiesa reale di Londra. È stato canonico minore, cappellano e sacrestano dal 1992 al 1998. Dal 2004 in poi, è stato sacerdote vicario dell’Abbazia di Westminster. Un comunicato stampa del 3 settembre ha detto che l’attuale arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, ha accettato la decisione di Goodall „con rammarico“.
Goodall è il secondo vescovo di Ebbsfleet a cercare la piena comunione con la Chiesa cattolica. Nel 2010, il Molto Reverendo Andrew Burnham si è dimesso dopo 10 anni di incarico ed è stato ricevuto nella Chiesa cattolica nel 2011 e poi ordinato sacerdote cattolico, servendo nel nuovo Ordinariato Personale di Nostra Signora di Walsingham. Oggi, mons. Burnham è parroco della parrocchia cattolica di Hendred nell’Oxfordshire, nel centro-sud dell’Inghilterra.
Oltre a Burnham, anche altri due vescovi della Chiesa d’Inghilterra sono stati ricevuti nella Chiesa cattolica: il Molto Reverendo Keith Newton, vescovo di Richborough, ed il Molto Reverendo John Broadhurst, vescovo di Fulham.
Nel 2019 è stato ricevuto anche il Reverendo Gavin Ashenden, un ex cappellano onorario della Regina nella Chiesa d’Inghilterra che era stato consacrato come vescovo in una comunità ecclesiale anglicana continuativa.
Il Rev. Graham Leonard, vescovo di Londra dal 1981 al 1991, è diventato il più anziano ecclesiastico della Chiesa d’Inghilterra a diventare cattolico dopo la Riforma, quando è entrato in piena comunione nel 1993.
THE RT. REV. JONATHAN GOODALL, ANGLICAN BISHOP OF EBBSFLEET, HAS RESIGNED TO ENTER INTO FULL COMMUNION WITH THE CATHOLIC CHURCH
(The Righ Reverend Jonathan Goodall)
The Rt. Rev. Jonathan Goodall, Anglican Bishop of Ebbsfleet, has resigned to enter into full communion with the Catholic Church.
“I have arrived at the decision to step down as Bishop of Ebbsfleet, in order to be received into full communion with the Roman Catholic Church, only after a long period of prayer, which has been among the most testing periods of my life,” he said in a statement on Sept. 3, the feast of St. Gregory the Great, the sixth-century pope who launched a mission to convert England to Christianity. “Life in the communion of the Church of England has shaped and nourished my discipleship as a Catholic Christian for many decades. This is where I first received — and for half my life have ministered, as priest and bishop — the sacramental grace of Christian life and faith. I shall always treasure this and be thankful for it.” “I trust you all to believe that I have made my decision as a way of saying yes to God’s present call and invitation, and not of saying no to what I have known and experienced in the Church of England, to which I owe such a deep debt.”
The 60-year-old bishop has served as bishop of Ebbsfleet since 2013, a role in which he acted as a provincial episcopal visitor, or “flying bishop,” supporting Church of England congregations that do not recognize women priests and bishops. He was chaplain and ecumenical secretary to the Archbishop of Canterbury, Rowan Williams, from 2005 to 2012. He has strong ties to Westminster Abbey, London’s royal church. He was a minor canon, chaplain, and sacrist from 1992 to 1998. From 2004 onwards, he has been a Priest Vicar of Westminster Abbey. A Sept. 3 press release said that the current Archbishop of Canterbury, Justin Welby, accepted Goodall’s decision “with regret.”
Goodall is the second bishop of Ebbsfleet to seek full communion with the Catholic Church. In 2010, the Rt. Rev. Andrew Burnham stepped down after 10 years in the post. He was received into the Catholic Church in 2011 and then ordained a Catholic priest, serving in the newly established Personal Ordinariate of Our Lady of Walsingham. Today, Msgr. Burnham is pastor of Hendred Catholic Parish in Oxfordshire, south-central England.
Alongside Burnham, two other Church of England bishops were also received into the Catholic Church: the Rt. Rev. Keith Newton, bishop of Richborough, and the Rt. Rev. John Broadhurst, the bishop of Fulham.
In 2019, Gavin Ashenden, a former Honorary Chaplain to the Queen in the Church of England who was consecrated as a bishop in a Continuing Anglican ecclesial community, was also received.
The Rt. Rev. Graham Leonard, bishop of London from 1981 to 1991, became the most senior Church of England cleric to become a Catholic since the Reformation when he entered into full communion in 1993.
CATHOLICS AND EASTERN ORTHODOX UNITED BY THEIR COMMON FAITH IN THE REAL PRESENCE OF CHRIST IN THE EUCHARIST
CATTOLICI ED ORTODOSSI ORIENTALI UNITI DALLA COMUNE FEDE NELLA PRESENZA REALE DI CRISTO NELL’EUCARESTIA
(Il Metropolita russo Hilarion al Congresso Eucaristico Internazionale di Budapest, 8 settembre 2021)
Il Metropolita Hilarion, uno dei più importanti leader ortodossi russi, ha dichiarato che la fede nella Presenza Reale di Cristo nell’Eucaristia unisce cattolici e ortodossi orientali nonostante le loro divisioni.
Tenendo la catechesi di apertura al 52° Congresso Eucaristico Internazionale a Budapest, Ungheria, il 6 settembre, il metropolita Hilarion ha delineato la comprensione ortodossa orientale dell’Eucaristia.
„I cattolici e gli ortodossi non sono uniti nell’Eucaristia, ma sono uniti nella convinzione che nel pane e nel vino eucaristici dopo la loro consacrazione non abbiamo solo la presenza simbolica di Cristo, ma la sua presenza piena e reale“, ha detto il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca.
„Noi crediamo che il pane e il vino dell’Eucaristia siano il vero corpo e sangue di nostro Signore Gesù Cristo. La celebrazione eucaristica non è solo una commemorazione dell’Ultima Cena, ma anche la sua attualizzazione per ogni credente che vi partecipa.“
„E il celebrante non agisce nell’Eucaristia per conto proprio. È a nome di Gesù Cristo stesso che egli pronuncia le parole originariamente pronunciate da Cristo nella sua Ultima Cena. Ed è Cristo stesso che amministra il sacramento per i suoi seguaci, non un prete o un vescovo“.
Il 52° Congresso Eucaristico Internazionale si è aperto il 5 settembre con un coro di 1.000 persone e una messa con prime comunioni.
CATHOLICS AND EASTERN ORTHODOX UNITED BY THEIR COMMON FAITH IN THE REAL PRESENCE OF CHRIST IN THE EUCHARIST
(Russian Metropolitan Hilarion at the International Eucharistic Congress in Budapest, 8 September 2021)
Metropolitan Hilarion, one of the most important Russian Orthodox leaders, stated that faith in the Real Presence of Christ in the Eucharist unites Catholics and Eastern Orthodox despite their divisions.
Delivering the opening catechesis at the 52nd International Eucharistic Congress in Budapest, Hungary, on Sept. 6, Metropolitan Hilarion outlined the Eastern Orthodox understanding of the Eucharist.
“The Catholics and the Orthodox are not united in the Eucharist, but they are united in the conviction that in the Eucharistic bread and wine after their consecration we have not just the symbolic presence of Christ, but his full and real presence,” said the chairman of the Department for External Church Relations of the Moscow Patriarchate.
“We believe that the bread and wine of the Eucharist are the true body and blood of our Lord Jesus Christ. The Eucharistic celebration is not only a commemoration of the Last Supper, but also its actualization for each believer who participates in it.”
“And the celebrant does not act in the Eucharist on his own behalf. It is on behalf of Jesus Christ himself that he pronounces the words originally uttered by Christ at his Last Supper. And it is Christ himself who administers the sacrament for his followers, not a priest or a bishop.”
The 52nd International Eucharistic Congress opened on Sept. 5 with a 1,000-strong choir and a Mass featuring First Communions.
Začal projekt zdravia a solidarity s Karolom.
AVVIATA L’ATTIVITA’ DEL PROGETTO Projket SANITA’ SOLIDALE IN COLLABORAZIONE CON LA KAROL
Si è svolta il 18 settembre 2021 la prima giornata di prestazioni sanitarie gratuite agli indigenti, presso la Clinica Cosentino, in collaborazione con la KAROL s.p.a. e con il patrocinio della Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo. Che ha visto impegnati i medici membri dell’Ordine di San Lazzaro accanto a quelli della KAROL ed altri volontari.
L’attività, organizzata dalla San Lazzaro onlus, braccio operativo del Gran Baliato di Sicilia dell’Ordine di San lazzaro, ha visto affluire circa un centinaio di persone presso le strutture della KAROL, molti di religione musulmana.
L’iniziativa, programmata per i mesi di settembre, ottobre e novembre, che ha riscontrato un grande successo con già oltre trecento richieste di visite specialistiche, verrà istituzionalizzata e diventerà permanente.
La giornata di solidarietà ha avuto anche il supporto della Caritas Diocesana di Monreale e Palermo, del Centro di Accoglienza Padre Nostro ETS del Beato Giuseppe Puglisi e del Centro Speranza e Carità di Biagio Conte.
Di seguito il video con un servizio sulla giornata di solidarietà.
PROJECT ACTIVITIES STARTED
SOLIDARITY HEALTH IN COLLABORATION WITH KAROL
(Two of the Order’s doctors involved in the initiative: on the left Dr Giuseppe Canzone, gynaecologist, president of San Lazzaro onlus, and on the left Dr Vincenzo Fontana, surgeon)
On 18 September 2021, the first day of free healthcare services for the needy was held at the Cosentino Clinic, in collaboration with KAROL s.p.a. and under the patronage of the Provincial Health Authority of Palermo. The event involved doctors from the San Lazzaro Order alongside KAROL doctors and other volunteers.
The activity, organised by the San Lazzaro onlus, the operational arm of the Grand Bailiwick of Sicily of the Order of San Lazzaro, attracted around a hundred people to the KAROL facilities, many of whom are Muslim.
The initiative, planned for the months of September, October and November, which has been a great success with over three hundred requests for specialist visits, will be institutionalised and become permanent.
The day of solidarity was also supported by the Caritas Diocesan of Monreale and Palermo, the Padre Nostro ETS Reception Centre of Blessed Giuseppe Puglisi and the Biagio Conte Hope and Charity Centre.
Below is the video with a report on the day of solidarity.
Kostol svätého Lazara malomocných v Ríme.
LA CHIESA DI SAN LAZZARO DEI LEBBROSI A ROMA
(Chiesa di San Lazzaro al borgo o dei lebbrosi, sec. XII)
La chiesa di San Lazzaro, anche conosciuta come San Lazzaro dei lebbrosi o San Lazzaro in Borgo, è un luogo di culto cattolico di Roma situato nel quartiere della Vittoria, in via Borgo San Lazzaro.
La chiesa sorge in una strada laterale della via Trionfale, che rappresentava la parte finale della via Francigena, seguita dai pellegrini di tutta Europa per giungere a Roma e pregare sulle tombe degli apostoli. Conosciuta oggi col nome di San Lazzaro in Borgo o San Lazzaro dei lebbrosi, risale alla fine del XII secolo, quando un pellegrino francese, per ringraziare Dio della guarigione dalla lebbra, raccolse offerte e fondò una chiesa, dedicata a santa Maria Maddalena (su un preesistente oratorio o edicola sacra risalente al X secolo); accanto alla chiesa esisteva una locanda, ove i pellegrini si ristoravano per l’ultima volta prima di giungere in città.
Una “ecclesiam sancte Marie Magdalene ad pedem Montis Mali” (oggi Monte Mario) è attestata in un documento dell’11 maggio 1278, mentre atti notarili del 1480 attestano la fondazione di un lazzaretto adiacente alla chiesa: è in questa occasione che la chiesa mutò il suo nome in quello attuale.
Gravemente danneggiata dai Lanzichenecchi nel 1527, fu restaurata nel 1536 ed eretta a parrocchia. Lo rimase fino al 1828; in seguito la chiesa cadde in rovina; e ciò che rimaneva del lazzaretto (un portale, alcune colonne e qualche muro) crollò definitivamente nel 1937. Solo nella seconda metà del XX secolo sono iniziate opere di recupero dell’edificio sacro, che sono culminate con i restauri effettuati dal 1997 al 2004, che hanno portato al rifacimento del tetto e della pavimentazione interna. La chiesa fu riaperta al pubblico ed al culto nel 1981.
La chiesa è ricordata nelle antiche cronache per diversi motivi: i papi che venivano eletti fuori Roma, iniziavano il loro corteo di presa di possesso della città a partire da questa chiesa; gli imperatori che scendevano a Roma per farsi incoronare dal papa, sostavano in questa chiesa in attesa di ricevere i messi pontifici che li accompagnavano in San Pietro; l’ubicazione della chiesa rappresentava infine una specie di “cordone sanitario” per la quarantena quando scoppiavano gravi epidemie.
Delle strutture medievali rimangono la chiesa e l’antica locanda, mentre sul luogo dell’antico lazzaretto di Roma è stato edificato, negli anni settanta del XX secolo, un posteggio.
THE CHURCH OF SAINT LAZARUS OF THE LEPERS IN ROME
(Church of Saint Lazarus of lepers, sec. XII)
The Church of Saint Lazarus, also known as Saint Lazarus of the lepers or Saint Lazarus in Borgo, is a Catholic place of worship in Rome located in the Vittoria district, in via Borgo San Lazzaro.
The church stands on a side street of the Via Trionfale, which was the final part of the Via Francigena, followed by pilgrims from all over Europe to reach Rome and pray at the tombs of the apostles. Known today as Saint Lazarus in Borgo or Saint Lazarus of the lepers, it dates back to the end of the 12th century, when a French pilgrim, in order to thank God for the cure of his leprosy, collected donations and founded a church, dedicated to Saint Mary Magdalene (on a pre-existing oratory or shrine dating back to the 10th century); next to the church there was an inn, where pilgrims refresh themselves for the last time before reaching the city.
An „ecclesiam sancte Marie Magdalene ad pedem Montis Mali“ (today known as Monte Mario) is attested in a document dated 11 May 1278, while notarial acts of 1480 attest to the foundation of a lazaretto next to the church: it is on this occasion that the church changed its name to the present one.
Badly damaged by the Landsknechts in 1527, it was restored in 1536 and made a parish church. It remained a parish until 1828, after which the church fell into disrepair, and what remained of the lazaret (a portal, some columns and a few walls) finally collapsed in 1937. It was only in the second half of the 20th century that work began to restore the sacred building, culminating in the restorations carried out from 1997 to 2004, which led to the reconstruction of the roof and interior flooring. The church was reopened to the public and to worship in 1981.
The church is remembered in ancient chronicles for several reasons: popes who were elected outside Rome would start their procession to take possession of the city from this church; emperors who came down to Rome to be crowned by the pope would stop in this church while waiting to receive the papal messengers who would accompany them to St Peter’s; finally, the location of the church represented a sort of ‚cordon sanitaire‘ for quarantine when serious epidemics broke out.
The church and the old inn remain from the Middle Ages, while a car park was built in the 1970s on the site of the old Roman lazaret.
Apoštolská návšteva Svätého otca na Slovensku.
Svätý Otec František prišiel na Slovensko ako Peter dnešných dní povzbudiť bratov a sestry vo viere. Prišiel, aby nás Pán skrze neho povzbudil k obnove našej viery, k odhodlaniu žit podľa evanjelia a nachádzať nové cesty ohlasovania radostnej zvesti ľuďom dnešného sveta s osobitným akcentom na slabých a núdznych i v odvahe čeliť výzvam, s ktorými dnešný svet zápasí. Všetko toto je umocnené svedectvom jeho služby a osobitnej charizmy i sily slova, ktorým sa nám prihovára.
Vo viacerých mediách je možné sledovať príhovory Svätého Otca. Prinášame odkazy na jeho príhovory a homílie.
https://www.abuba.sk/abuba/papez-prihovory
Záverečnej svätej omše v Šaštíne medzi pútnikmi mal svoje zastúpenie aj Vojenský a Špitálsky Rytiersky Rád svätého Lazara Jeruzalemského Veľkopriorát Slovensko , Rytierskeho Rádu svätého Jána, Rytierskeho Rádu svätého Huberta .
LA CHIESA CATTOLICA FILIPPINA FIRMA DOCUMENTI CON LA CHIESA NAZIONALISTA PER LA RICONCILIAZIONE E IL BATTESIMO COMUNE
LA CHIESA CATTOLICA FILIPPINA FIRMA DOCUMENTI CON LA CHIESA NAZIONALISTA PER LA RICONCILIAZIONE E IL BATTESIMO COMUNE
(Il Molto Reverendo Rhee Millena Timbang, Obispo Maximo – Iglesia Filipina Independiente)
I leader della Chiesa cattolica nelle Filippine hanno firmato dei documenti con la Iglesia Filipina Independiente (IFI), o Chiesa Indipendente Filippina, „per una maggiore cooperazione ecumenica in mezzo alla diversità“.
In una dichiarazione congiunta firmata il 3 agosto, i leader di entrambe le chiese hanno detto che insieme „chiedono e pregano per il perdono reciproco per qualsiasi ferita inflitta in passato“.
„Ci impegneremo per la guarigione e la purificazione delle memorie tra i nostri membri“, si legge nella dichiarazione rilasciata in occasione della celebrazione del 500° anniversario dell’arrivo del cristianesimo nel paese.
L’IFI si staccò formalmente da Roma e si dichiarò come chiesa nazionalista nel 1902 „nel mezzo di un periodo turbolento della lotta dei filippini per l’indipendenza contro il dominio coloniale della Spagna e degli Stati Uniti“, dice la dichiarazione.
Le Filippine sono state sotto il controllo della Spagna per 300 anni fino al 1898, quando il paese ha dichiarato la sua indipendenza. Gli Stati Uniti hanno poi governato il paese fino al 1945.
„La formazione dell’IFI non era contro la Chiesa cattolica, ma piuttosto contro la continua dominazione dei vescovi e dei sacerdoti spagnoli nelle diocesi e nelle parrocchie della colonia“, si legge nella dichiarazione congiunta firmata dai leader della conferenza episcopale filippina e dai vescovi dell’IFI.
„Come parte di una rivoluzione nazionalista, la creazione dell’IFI significava anche una ‚rivoluzione religiosa‘ che faceva appello ai sentimenti patriottici del popolo che aspirava alla nascita di una nazione“, ha aggiunto.
Dal periodo coloniale americano ad oggi, il cristianesimo nelle Filippine si è evoluto con una varietà di tradizioni, hanno detto i leader della chiesa.
L’IFI ha stipulato un „Patto di partenariato“ con la Chiesa Unita di Cristo nelle Filippine ed è diventata una delle chiese-membro del Consiglio Nazionale delle Chiese nelle Filippine e del Consiglio Mondiale delle Chiese.
Ha anche stabilito concordati di piena comunione con le chiese episcopali e con diverse chiese della Comunione anglicana, le chiese vetero-cattoliche dell’Unione di Utrecht, e con la Chiesa di Svezia.
L’IFI ha anche accettato le donne nel ministero ordinato della Chiesa.
(S.E. Mons. Pablo Virgilio Siongco David, Presidente della Conferenza Episcopale Cattolica delle Filippine)
La Chiesa cattolica nel paese è cresciuta anche con la nomina di numerosi vescovi filippini insieme alla diminuzione del ruolo dei missionari stranieri. Nel corso degli anni, la Chiesa ha aperto le sue porte alla comunione ecumenica con altre chiese cristiane.
Il Secondo Consiglio Plenario delle Filippine del 1991 ha anche approvato il „vero valore dell’ecumenismo … nell’area della fede, della giustizia, della pace e dello sviluppo … per i fedeli laici, il clero e i religiosi“.
La dichiarazione congiunta di questa settimana ha anche chiesto il „mutuo riconoscimento dei battesimi“ tra l’IFI e la Chiesa cattolica. La formula battesimale trinitaria dell’IFI è già stata riconosciuta dalla Chiesa cattolica nella sua lista di battesimi validamente amministrati da altre chiese cristiane.
„Riconosciamo questo dono di Fede in Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo, come espresso nel Credo degli Apostoli e nel Credo Niceno“, si legge nella dichiarazione.
„Condividiamo lo stesso Battesimo, usando la formula trinitaria. Questa iniziazione sacramentale ci incorpora tutti nell’unico corpo di Cristo“, si aggiunge.
„Inoltre, entrambe le chiese manifestano una forte devozione alla Beata Vergine Maria, invocando la sua materna intercessione per tutti i suoi figli a riunirsi e per sostenere la dignità delle donne“, si legge nella dichiarazione, che è stata firmata da due vescovi episcopaliani come testimoni.
PHILIPPINE CATHOLIC CHURCH INKS DOCUMENTS WITH NATIONALIST CHURCH FOR RECONCILIATION, COMMON BAPTISM
(The Most Reverend Rhee Millena Timbang, Obispo Maximo – Iglesia Filipina Independiente)
Catholic Church leaders in the Philippines signed documents with the Iglesia Filipina Independiente (IFI), or Philippine Independent Church, „for more ecumenical cooperation amidst diversity.“
In a joint statement signed on Aug. 3, leaders of both churches said that together they „ask and pray for mutual forgiveness for any injuries inflicted in the past.“
„We shall strive for the healing and purification of memories among our members,“ read the statement released on the occasion of the 500th anniversary celebration of the arrival of Christianity in the country.
The IFI formally broke away from Rome and declared itself a nationalist church in 1902 „in the midst of a turbulent period of the Filipinos’ struggle for independence against the colonial rule of Spain and the United States,” the statement said.
The Philippines was under the control of Spain for 300 years until 1898 when the country declared its independence. The United States then ruled the country until 1945.
„The formation of the IFI was not against the Catholic Church, but rather against the continued domination of Spanish bishops and priests in the dioceses and parishes of the colony,“ read the joint statement signed by leaders of the Philippine Catholic bishops‘ conference and the IFI bishops.
„As part of a nationalist revolution, the creation of the IFI also signified a ‚religious revolution‘ that appealed to the patriotic sentiments of the populace aspiring for the birth of a nation,“ it added.
Since the American colonial period up to the present, Christianity in the Philippines has evolved with a variety of traditions, said the church leaders.
The IFI entered into a „Partnership Covenant“ with the United Church of Christ in the Philippines and became one of the member-churches of the National Council of Churches in the Philippines, and the World Council of Churches.
It has also established concordats of full communion with the Episcopal churches and with several churches in the Anglican Communion, the Old Catholic Churches of the Union of Utrecht, and with the Church of Sweden.
The IFI has also accepted women in the ordained ministry of the Church.
(H.E. Msgr. Pablo Virgilio Siongco David, President of the Catholic Bishops Conference of the Philippines)
The Catholic Church in the country has also grown with the appointment of numerous Filipino bishops together with the diminishing role of foreign missionaries. Through the years, the Church has opened its doors to ecumenical fellowship with other Christian churches.
The Second Plenary Council of the Philippines in 1991 has also endorsed the „true value of ecumenism … in the area of faith, justice, peace and development … for lay faithful, clergy and religious.”
This week’s joint statement also called for “mutual recognition of baptisms” between the IFI and the Catholic Church. The Trinitarian baptismal formula of the IFI has already been recognized by the Catholic Church in its list of validly administered baptisms by other Christian churches.
„We acknowledge this gift of Faith in God who is Father, Son and Holy Spirit, as expressed in the Apostles’ Creed and the Nicene Creed,“ read the statement.
„We share the same Baptism, using the Trinitarian formula. This sacramental initiation incorporates us all in the one Body of Christ,“ it added.
„Moreover, both churches manifest a strong devotion to the Blessed Virgin Mary, invoking her maternal intercession for all her children to come together and for upholding the dignity of women,“ read the statement, which was signed by two Episcopalian bishops as witnesses.
LA CHIESA CAPITOLARE DEL SACRO CUORE NELLE VIE DEI TESORI
LA CHIESA CAPITOLARE DEL SACRO CUORE NELLE VIE DEI TESORI
(La facciata della Chiesa Capitolare del Sacro Cuore, sede del Gran Baliato dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme
e del Capitolo dei Cavalieri di San Lazzaro in Monreale)
La Chiesa Capitolare del Sacro Cuore, Sede del Gran Baliato di Sicilia dell’Ordine Militare ed Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme e del Capitolo dei Cavalieri di San Lazzaro in Monreale, a seguito di un protocollo d’intesa firmato con la Fondazione “Le Vie dei Tesori”, è stata inserita nei percorsi artistico monumentali e sarà visitabile, con una guida che ne illustrerà storia e bellezze artistiche, dall’11 al 26 settembre 2021.
Ad Alessandro Farnese, arcivescovo di Monreale dal 1536 al 1573, si deve la decisione di costruire la chiesa del Sacro Cuore e i locali accanto, affidandoli ai Gesuiti: siamo all’indomani del Concilio di Trento, il nuovo Ordine è presente a Monreale dal 1552 e il Collegio arriva ad avere 240 alunni. Passano due secoli, nel 1767 i Gesuiti vengono espulsi dai regni cattolici e quindi anche dalla Sicilia. La chiesa diventa rettoria e viene affidata a un sacerdote secolare. Nel 1792, l’arciprete Benedetto Grimaldi fonda l’Educatorio del Santissimo Cuore di Gesù, offrendo un ricovero gratuito a 60 ragazze povere. L’edificio ha attraversato varie vicissitudini, restaurato è stato riaperto al culto nel 2000. Prima sede dell’Ordine Teutonico, dopo il suo allontanamento di quest’ultimo da Monreale è divenuta, dal 2019, chiesa capitolare sede dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme.
Le Vie dei Tesori è un grande Festival nato a Palermo nel 2006 che trasforma le città in grandi musei diffusi, aprendo contestualmente tesori in parte di solito chiusi, visitabili con un coupon unico. Un modello basato su una logica partecipativa, condivisa e responsabile, che costruisce una comunità accogliente e che si realizza attraverso una rete virtuosa pubblico-privato. Il Festival mette a rete oltre trecento tra istituzioni, enti, associazioni, cooperative. Ad affiancare gli esperti nelle visite guidate, ci sono studenti universitari e liceali in alternanza scuola-lavoro.
La chiave del Festival è quella di raccontare la cultura, l’arte e la storia a interlocutori di target culturale e sociale trasversale, pur nel rigore scientifico dei contenuti, diffondendo “in strada” curiosità intellettuale e sete di conoscenza.
Per i cittadini un percorso di appropriazione e di identificazione su basi nuove: gli spazi della cultura diventano spazi di riferimento, di nuova aggregazione, di interconnessione. Per visitatori e turisti un’occasione unica di conoscere una città aperta in tutti i sensi, dalle dimore degli aristocratici ai luoghi multietnici: un itinerario turistico-culturale che si nutre dello spessore dei luoghi, degli echi letterari e storici, degli incontri e delle performance teatrali a tema che vi si sviluppano dentro, della vocazione a uno storytelling che può trasformare anche un rudere in un luogo imperdibile.
THE CAPITULAR CHURCH OF THE SACRED HEART IN THE STREETS OF TREASURES
(Virgin and Jesus, 15th-century wooden sculpture, venerated in the Sacred Heart Chapter Church)
The Chapter Church of the Sacred Heart, Seat of the Grand Bailiwick of Sicily of the Military and Hospitaller Order of St. Lazarus of Jerusalem and the Chapter of the Knights of St. Lazarus in Monreale, following a memorandum of understanding signed with the Foundation „Le Vie dei Tesori“, has been included in the artistic and monumental routes and will be open to visitors, with a guide that will illustrate its history and artistic beauty, from 11 to 26 September 2021.
Alessandro Farnese, archbishop of Monreale from 1536 to 1573, was responsible for the decision to build the church of the Sacred Heart and the adjacent premises, entrusting them to the Jesuits: this was the day after the Council of Trent, the new Order had been present in Monreale since 1552 and the College had 240 pupils. Two centuries passed, and in 1767 the Jesuits were expelled from the Catholic kingdoms and therefore from Sicily. The church became a rectory and was entrusted to a secular priest. In 1792, archpriest Benedetto Grimaldi founded the Educatorio del Santissimo Cuore di Gesù (School of the Sacred Heart of Jesus), offering free shelter to 60 poor girls. The building went through various vicissitudes, and was restored and reopened for worship in 2000. Initially the seat of the Teutonic Order, after its removal from Monreale it became, in 2019, the capitular church of the Order of Saint Lazarus of Jerusalem.
Le Vie dei Tesori is a great festival born in Palermo in 2006 that transforms cities into large diffuse museums, opening at the same time treasures that are usually closed, which can be visited with a single coupon. It is a model based on a participatory, shared and responsible logic, which builds a welcoming community and is achieved through a virtuous public-private network. The Festival brings together over three hundred institutions, organisations, associations and cooperatives. Alongside the experts on the guided tours are university students and high school students on an alternating school-work scheme.
The key to the Festival is to tell the story of culture, art and history to people with a transversal cultural and social target, while maintaining the scientific rigour of the content, spreading intellectual curiosity and a thirst for knowledge „in the street“.
For citizens it is a process of appropriation and identification on new bases: cultural spaces become spaces of reference, of new aggregation, of interconnection. For visitors and tourists it is a unique opportunity to get to know a city that is open in all senses, from the homes of aristocrats to multi-ethnic places: a tourist-cultural itinerary that is nourished by the depth of the places, the literary and historical echoes, the meetings and themed theatrical performances that take place within them, the vocation for storytelling that can transform even a ruin into an unmissable place.
Pastiersky list Konferencie biskupov Slovenska k návšteve Sv. Otca Františka v septembri 2021
PL k návšteve Svätého Otca v SR (4)
TRE MEMBRI DEL GRAN BALIATO AMMESSI NELLA REAL MAESTRANZA DI CAVALLERIA DELL’AVANA
TRE MEMBRI DEL GRAN BALIATO AMMESSI NELLA REAL MAESTRANZA DI CAVALLERIA DELL’AVANA
Il Gran Balì di Sicilia S.E. Dr. Pino Zingale, GCLJ-J, il Segretario Generale del Gran Baliato Prof. Antonino Longo, KCLJ ed il Rev.mo Mons. Chihade Abboud, CHLJ, Aprocrisacrio presso la Santa Sede del Patriarca Greco Melkita di Antiochia, tutti membri del Gran Baliato di Sicilia, sono stati ammessi nella Real Maestranza di Cavalleria dell’Avana nel corso di una breve cerimonia svoltasi presso la Cappella del Crocefisso detta anche “Cappella del Roano”, da Giovanni Roano, arcivescovo spagnolo alla guida della diocesi di Monreale tra il 1673 e il 1703 che ne volle la costruzione, desiderandovi ospitare il crocifisso ligneo quattrocentesco che una tradizione considerava dono del re Guglielmo II d’Altavilla, cui si deve la costruzione nel XII secolo del Duomo.
La cerimonia, durante la quale sono state consegnate le insegne ed i diplomi ai nuovi membri, è stata presieduta da S.E. Don Alfredo Garcia Til, Cavaliere Gran Croce di Giustizia e Commendatore Emerito di Andalusia dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme, membro del Venerando Capitolo dei Cavalieri di San Lazzaro di Gerusalemme in Monreale e della Real Maestranza di cavalleria dell’Avana, su delega Excmo. Sr. D. José Gonzalo Ruiz De Bucesta Y Mora, Marqués de Monasterio, Teniente de Hermano Mayor della Real Maestranza.
La Real Maestranza de Caballería de La Habana (MCH), l’unica fondata in una capitale d’oltremare, fu creata nel 1709, sotto l’ispirazione del sivigliano Don Laureano de Torres Ayala (1649-1725), cavaliere dell’Ordine di Santiago e marchese di Casa Torres.
Le Reali Maestranze di Cavalleria sorsero in diverse città andaluse e levantine durante il regno di Don Carlos II, come corporazioni cavalleresche private con un carisma sportivo. La Corona li sosteneva perché servivano a migliorare l’allevamento dei cavalli e ad addestrare i futuri ufficiali di cavalleria per gli eserciti reali. La prima fu a Ronda (creata nel 1572), seguita da Siviglia (1670), Granada (1686), Valencia (1690) sulla terraferma, e L’Avana (1709) oltremare. In una seconda fase, le Reales Maestranzas furono istituite come corporazioni ufficiali poste sotto l’autorità reale, e dotate di giurisdizione e privilegi militari, dedicate alla promozione dell’allevamento di cavalli come riserva della Cavalleria. A partire dal 1725, la Corona e lo Stato concessero alla Maestranza importanti privilegi che diedero loro un riconoscimento giuridico, elevandole a corporazioni nobiliari rappresentative.
Una volta scomparso questo dominio reale nel XIX secolo, la Real Maestranza ammette come membro qualsiasi persona senza bisogno di alcun legame con Cuba, nonostante. Ai membri viene dato il titolo di Ilustrísimo o Ilustrísima.
Ne fa parte il Gran Maestro Emerito dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme, Excmo. Sr. D. Francisco de Borbón y Escanasy, Duca di Siviglia e Grande di Spagna, e vi ricopre la carica di Cappellano d’Onore Sua Eminenza Reverendissima l’Arcivescovo dell’Avana.
THREE MEMBERS OF THE GRAND BAILIWICK ADMITTED TO
THE ROYAL MAESTRANZA OF CHIVALRY OF HAVANA
The Grand Bailiff of Sicily H.E. Dr. Pino Zingale, GCLJ-J, the Secretary General of the Grand Bailiwick Prof. Antonino Longo, KCLJ and the Most Reverend Mons. Chihade Abboud, CHLJ, Aprocrisy to the Holy See of the Greek Melkite Patriarch of Antioch, all members of the Grand Bailiwick of Sicily, were admitted to the Royal Maestranza of Chivalry of Havana during a brief ceremony held at the Chapel of the Crucifix also known as the „Chapel of Roano“ (Giovanni Roano), the Spanish archbishop who led the diocese of Monreale between 1673 and 1703, and who commissioned the construction of the chapel, as he wished to house the 15th-century wooden crucifix that tradition considers a gift from King William II of Altavilla, who was responsible for the construction of the cathedral in the 12th century.
The ceremony, during which the insignia and diplomas were presented to the new members, was presided over by H.E. Don Alfredo Garcia Til, Knight Grand Cross of Justice and Commander Emeritus of Andalusia of the Order of St. Lazarus of Jerusalem, member of the Venerable Chapter of the Knights of St. Lazarus of Jerusalem in Monreale and of the Royal Maestranza of Chivalry of Havana, by delegation of Excmo. D. José Gonzalo Ruiz De Bucesta Y Mora, Marqués de Monasterio, Teniente de Hermano Mayor of the Royal Maestranza.
The Royal Maestranza of Havana (MCH), the only one founded in an overseas capital, was created in 1709, under the inspiration of the Sevillian Don Laureano de Torres Ayala (1649-1725), Knight of the Order of Santiago and Marquis of Casa Torres.
The Royal Maestranza sprang up in several Andalusian and Levantine cities during the reign of Don Carlos II, as private chivalric guilds with a sporting charisma. The Crown supported them because they served to improve horse breeding and to train future cavalry officers for the royal armies. The first was in Ronda (created in 1572), followed by Seville (1670), Granada (1686), Valencia (1690) on land, and Havana (1709) overseas. In a second phase, the Royal Maestranzas were established as official guilds placed under royal authority, and endowed with military jurisdiction and privileges, dedicated to the promotion of horse breeding as a reserve for the Chivalry. From 1725 onwards, the Crown and the State granted the Maestranzas important privileges that gave them legal recognition, elevating them to representative noble guilds.
Once the Cuba’s royal dominion disappeared in the 19th century, the Real Maestranza admitted as a member any person without any connection to Cuba, notwithstanding. Members are given the title of Ilustrísimo or Ilustrísima.
Its members include the Grand Master Emeritus of the Order of St. Lazarus of Jerusalem, Excmo. D. Francisco de Borbón y Escanasy, Duke of Seville and Grand Duke of Spain, and His Reverend Eminence the Archbishop of Havana as Chaplain of Honour.
Investitúra Veľkého Bailiwicku Sicílie 2021.
CAPITOLO PER LE INVESTITURE 2021 DEL GRAN BALIATO DI SICILIA
Lo scorso 9 e 10 luglio 2021 si è celebrato il capitolo per le investiture del Gran Baliato di Sicilia presso la Chiesa Capitolare Lazzarita del Sacro Cuore in Monreale, presieduto dal Gran Balì di Sicilia S.E. Dr. Pino Zingale, GCLJ-J e dal Cappellano Maggiore del Gran Baliato e Gran Priore Spirituale dell’Ordine S.E. Mons. Michele Pennisi, GCLJ, Arcivescovo Abate di Monreale.
La solenne cerimonia di investitura è stata preceduta, il giorno prima, dalla consueta Veglia di Preghiera.
Durante il Capitolo hanno ricevuto l’investitura i nuovi confratelli Avv. Angelo Infantino, MLJ, il Prof. Avv. l’avv. Sebastiano Liccardello, OLJ, l’avv. Francesco Greco, OLJ, l’avv. Giovanni Immordino, OLJ e l’avv. Marco Zummo, OLJ, come membri laici, nonché il Molto Reverendo Padre Prof. Ivan Ivanov, ChLJ, rappresentante del Patriarcato Ortodosso di Bulgaria in Italia e presso la Santa Sede e S.E. Padre Notker Wolf, Abate Primate Emerito dei Benedettini.
Nel corso della cerimonia hanno ricevuto le insegne di Cavaliere Compagno di merito il Presidente dell’Associazione Filarmonica Santa Cecilia di Agrigento, Signor Giuseppe Montana Lampo ed il Direttore del Coro dell’Associazione Filarmonica Santa Cecilia di Agrigento Maestro Alfonso Lo Presti, mentre la Medaglia di bronzo di merito è stata consegnata all’Associazione Filarmonica Santa Cecilia di Agrigento il cui coro accompagna sempre le cerimonie liturgiche del Gran Baliato.
Durante la cerimonia il Gran Balì, nella sua qualità di Priore, ha proceduto all’ammissione di S.E. Don Alfredo Garcia Til, Cavaliere Gran Croce di Giustizia e Commendatore Emerito di Andalusia dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme nel Venerando Capitolo dei Cavalieri di San Lazzaro di Gerusalemme in Monreale, associazione di diritto canonico alla quale appartengono tutti i membri cattolici del Gran Baliato di Sicilia ed alla quale possono chiedere di essere ammessi anche i membri cattolici di altre giurisdizioni.
Alla fine della cerimonia, l’Arcivescovo Pennisi ha presieduto un solenne pontificale nel corso del quale, per la prima volta, è stata celebrata la memoria propria di San Lazzaro, solo recentemente inserita da Papa Francesco nel calendario universale della Chiesa Cattolica.
Subito dopo la messa, tutti i cavalieri si sono recati in processione presso la tomba di San Luigi IX Re di Francia, nella cattedrale di Monreale, dove l’arcivescovo Pennisi ha guidato una breve preghiera per tutto l’Ordine di San Lazzaro, i cui cavalieri accompagnarono il corpo del Re San Luigi, protettore all’epoca dell’Ordine lazzarita, dalla Terra Santa alla Francia, tumulando, durante la sosta a Monreale, il suo cuore nel Duomo.
CHAPTER FOR THE INVESTITURE 2021
OF THE GRAND BAILIWICK OF SICILY
On 9 and 10 July 2021, the Chapter for the investiture of the Grand Bailiwick of Sicily was celebrated at the Chapter Church of the Sacred Heart in Monreale, presided over by the Grand Bailiff of Sicily H.E. Dr. Pino Zingale, GCLJ-J and by the Senior Chaplain of the Grand Bailiwick and Grand Spiritual Prior of the Order H.E. Mgr Michele Pennisi, GCLJ, Archbishop Abbot of Monreale.
The solemn investiture ceremony was preceded the day before by the customary Prayer Vigil.
During the Chapter, the new confreres Avv. Angelo Infantino, MLJ, Prof. Avv. Sebastiano Liccardello, OLJ, Avv. Francesco Greco, OLJ, Avv. Giovanni Immordino, OLJ and Avv. Marco Zummo, OLJ, as lay members received the investiture, as well as the Very Reverend Father Prof. Ivan Ivanov, ChLJ, representative of the Bulgarian Orthodox Patriarchate in Italy and at the Holy See and H.E. Father Notker Wolf, Abbot Primate Emeritus of the Benedictines.
During the ceremony, the President of the Santa Cecilia Philharmonic Association of Agrigento, Mr Giuseppe Montana Lampo, and the Choirmaster of the Saint Cecilia Philharmonic Association of Agrigento, Maestro Alfonso Lo Presti, received the insignia of Knight Companion of Merit, while the Bronze Medal of Merit was awarded to the Santa Cecilia Philharmonic Association of Agrigento, whose choir always accompanies the liturgical ceremonies of the Grand Bailiwick.
During the ceremony, the Grand Bailiff, as Prior, proceeded to the admission of H.E. Don Alfredo Garcia Til, Knight Grand Cross of Justice and Commander Emeritus of Andalusia of the Order of St. Lazarus of Jerusalem in the Venerable Chapter of the Knights of St. Lazarus of Jerusalem in Monreale, an association of canon law to which all catholic members of the Grand Bailiwick of Sicily belong and to which catholic members of other jurisdictions may also apply for admission.
At the end of the ceremony, Archbishop Pennisi presided over a solemn pontifical ceremony during which, for the first time, the memory of Saint Lazarus, only recently included by Pope Francis in the universal calendar of the Catholic Church, was celebrated.
Immediately after the mass, all knights went in procession to the tomb of St. Louis IX, King of France, in the cathedral of Monreale, where Archbishop Pennisi led a short prayer for the whole Order of St. Lazarus, whose knights accompanied the body of King St. Louis, protector at the time of the Lazarite Order, from the Holy Land to France, burying his heart in the cathedral during the stop in Monreale.
CHEVALIER MANFRED ERDENBERGER KCLJ OF THE HUMANITARIAN GRAND PRIORY OF EUROPE (GPEU), WHO HAS BEEN AWARDED THE ORDER OF MERIT OF THE FEDERAL REPUBLIC OF GERMANY
IL CAVALIERE MANFRED ERDENBERGER KCLJ DEL GRAN PRIORATO UMANITARIO D’EUROPA (GPEU)
INSIGNITO DELL’ORDINE AL MERITO DELLA REPUBBLICA FEDERALE DI GERMANIA
(Chevalier Manfred Erdenberger KCLJ)
Il Cavaliere Manfred Erdenberger KCLJ del Gran Priorato Umanitario d’Europa (GPEU), è stato insignito dell’Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania.
Il premio riconosce l’impegno decennale di Erdenberger per la riconciliazione in e con il Medio Oriente, in particolare per il dialogo apartitico e interreligioso. Come caporedattore e responsabile della programmazione politica della WDR (Westdeutscher Rundfunk) e come corrispondente principale per il Medio Oriente, si è recato più volte, dal 1995, nei paesi del Medio Oriente per raccontare la politica e l’economia, ma anche la difficile situazione delle popolazioni colpite dalla guerra.
Il Sindaco ha apprezzato in particolare l’impegno del Cavaliere Erdenberger nei confronti dell’Ordine di San Lazzaro e dell’organizzazione assistenziale Lazarus fin dal 1981, iniziando con il lavoro in Polonia. Nel 2014 è stato nominato nel Capitolo del Gran Priorato Umanitario d’Europa dell’Ordine e tuttora sostiene un progetto di aiuto alla Siria dell’Ordine.
Nel 2006 ha fondato l’Iniziativa tedesca per il Medio Oriente (DINO) a Münster. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di promuovere tra la popolazione la volontà di studiare la storia e lo sviluppo del Medio Oriente, sostenendo così il rinnovamento e la pace nella regione. Nel 2007 è stato insignito della medaglia dei crociati e nel 2013 ha ricevuto il premio per la pace Mohammad Nafi Chelebi, che onora le persone e i gruppi che lottano per la pace e promuovono il dialogo tra ebrei, cristiani e musulmani.
CHEVALIER MANFRED ERDENBERGER KCLJ OF THE HUMANITARIAN GRAND PRIORY OF EUROPE (GPEU), WHO HAS BEEN AWARDED THE ORDER OF MERIT OF THE FEDERAL REPUBLIC OF GERMANY
(Chevalier Manfred Erdenberger KCLJ)
Chevalier Manfred Erdenberger KCLJ of the Humanitarian Grand Priory of Europe (GPEU), who has been awarded the Order of Merit of the Federal Republic of Germany
The award recognises Erdenberger’s decades-long commitment to reconciliation in and with the Middle East, especially to non-partisan as well as interfaith dialogue. As editor-in-chief and head of the (Westdeutscher Rundfunk) WDR Politics programming and as chief Middle East correspondent, he has travelled several times since 1995 to the countries of the Middle East to report on politics and economics, but also on the plight of the war-torn population.
The Mayor appreciated in particular the commitment of Chevalier Erdenberger to the Order of St Lazarus and the Lazarus welfare organization since 1981, beginning with work in Poland. He was appointed to the Order’s Chapter of the Humanitarian Grand Priory of Europe in 2014, and still supports a Syrian aid project in the Order.
In 2006, he founded the German Initiative for the Middle East (DINO) in Münster. The goal of the initiative is to promote a willingness among the population to study the history and development of the Middle East, thus supporting renewal and peace in the region. In 2007 he was awarded the Crusaders Medal, and in 2013 received the Mohammad Nafi Chelebi Peace Award, which honors people and groups who strive for peace and promote talks between Jews, Christians and Muslims.
LECTIO MAGISTRALIS DEL MOLTO REVERENDO PROF. IVAN IVANOV, CHLJ SULLA CHIESA ORTODOSSA BULGARA
LECTIO MAGISTRALIS DEL MOLTO REVERENDO PROF. IVAN IVANOV, CHLJ SULLA CHIESA ORTODOSSA BULGARA
(Il Gran Balì di Sicilia ed il Molto Reverendo Prof. Ivan Ivanov alla fine della lectio magistralis)
Il Molto Reverendo Ivan Ivanov, ChLJ, nel corso delle celebrazioni per le investiture 2021 del Gran Baliato di Sicilia, ha tenuto, nella sua qualità di accademico ordinario dell’Accademia Lazzarita San Luigi IX Re di Francia, una lectio magistralis sulla Chiesa Ortodossa Bulgara, della quale è rappresentante in Italia e presso la Santa Sede.
Era presente un folto gruppo di cavalieri ed ospiti, oltre all’Arcivescovo di Monreale Mons. Michele Pennisi, GCLJ, Gran Priore Spirituale dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme e Cappellano Maggiore del Gran Baliato di Sicilia, il Molto Reverendo Mons. Chihade ABBOUD, CHLJ, Apocrisario presso la Santa Sede del Patriarcato Greco-Melkita di Antiochia ed il Molto Reverendo Abate Notker Wolf, ECLJ, Primate Emerito dei Benedettini.
Il testo della lectio magistralis in italiano può essere scaricato cliccando sul tasto.
LECTIO MAGISTRALIS OF THE VERY REV.
PROF. IVAN IVANOV, CHLJ
ON THE BULGARIAN ORTHODOX CHURCH
The Very Reverend Ivan Ivanov, ChLJ, during the celebrations for the 2021 investiture of the Grand Bailiwick of Sicily, gave a lectio magistralis on the Bulgarian Orthodox Church, of which he is the representative in Italy and at the Holy See, in his capacity as ordinary academician of the Lazarus Academy of St Louis IX King of France.
A large group of knights and guests were present, in addition to the Archbishop of Monreale Monsignor Michele Pennisi, GCLJ, Grand Spiritual Prior of the Order of St Lazarus of Jerusalem and Senior Chaplain of the Grand Bailiwick of Sicily, the Very Reverend Monsignor Chihade ABBOUD, CHLJ, Apocrisary to the Holy See of the Greek-Melkite Patriarchate of Antioch and the Very Reverend Abbot Notker Wolf, ECLJ, Primate Emeritus of the Benedictines.
The text of the lectio magistralis in Italian can be downloaded by clicking on the button.
Pamätník cisára Karola I. v karmelitánskom kostole v St. Polten v Rakúsku.
Slávnosť investitúry Veľkopriorátu Austrálie.
CELEBRATO IL CAPITOLO NAZIONALE DEL GRAN PRIORATO DI AUSTRALIA
(Cavalieri e Dame del Gran Priora di Australia)
Si è tenuto a Melbourne il Capitolo Nazionale del Gran Priorato d’Australia.
Una commovente Veglia del venerdì sera ha introdotto nell’Ordine otto postulanti. La cerimonia si è tenuta nella chiesa cattolica di Nostra Signora del Monte Carmelo ad Albert Park. L’omelia è stata pronunciata dal Cappellano Nazionale in carica, il Canonico Dr. Ray Cleary AM ChLJ OMLJ.
I cappellani delle Commende hanno guidato le meditazioni sulle Beatitudini, seguite dal canonico Ray che ha fatto prestare il giuramento di fedeltà ai postulanti. Questo è stato seguito da una cena tenuta presso l’Australian Club nel centro di Melbourne.
La mattina del sabato è stata occupata dall’Assemblea Generale Annuale del Capitolo Nazionale (AGM) e dalle riunioni associate del Cancelliere e del Consiglio Nazionale, tenute nella St. Joseph’s Parish Hall, a Port Melbourne. Un’interessante collezione privata di paramenti ecclesiastici era in mostra.
I punti salienti delle riunioni sono state le raccomandazioni per ampliare la portata e la funzionalità del sito web del Gran Priorato e la decisione unanime del Consiglio Nazionale di raccomandare al Gran Maestro che l’attuale Gran Priore (Hon. Chev. Gavin Fielding AM GCLJ KMLJ) e il Cancelliere (Chev. David Slater AM KCLJ OMLJ) siano rinominati per un secondo mandato nei loro ruoli. La Referendaria (Hon. Dame Margaret White AO DCLJ CMLJ SCrLJ) si è ritirata in occasione del raduno e il Consiglio Nazionale ha raccomandato al Gran Maestro di nominare Anthony Gissing CLJ come suo successore. Dopo nove anni come Segretario Generale (Chev. Peter Bennison OAM KCLJ CMLJ) è andato in pensione e il suo successore è la signora Bernadette Azizi CLJ. Il Chev. Dr John Donovan ED KLJ OMLJ è andato in pensione come Almoner Nazionale e gli è succeduta la signora Margaret Heathcote CLJ. E‘ stato presentato il rapporto finanziario dell’Ordine, insieme alle relazioni di tutti i portatori di cariche e di tutte le commende di Stato. L’AGM non ha sollevato questioni controverse ed è stata condotta con competenza dal Gran Priore. E‘ stato deciso che il Gran Priorato d’Australia farà una donazione di 10.000 dollari australiani al Progetto Ospedaliero Internazionale.
Il sabato sera il servizio di investitura si è tenuto presso la chiesa anglicana di San Pietro, Eastern Hill, ai margini del CBD di Melbourne. Questo servizio includeva l’investitura degli otto postulanti, la promozione di undici membri a Commendatore, la promozione di cinque Commendatori a Dama o Cavaliere e la promozione del Cancelliere a Cavaliere Commendatore. Il Cappellano Nazionale è stato promosso a Commendatore Ecclesiastico. Sei membri sono stati ammessi al Companionate of Merit. Il sermone è stato pronunciato dal Cappellano Nazionale, il Rev.do Richard Hurford OAM KStJ ECLJ.
Il servizio è stato seguito da un’eccellente cena capitolare al Lyceum Club, dove i discorsi sono stati presentati dal Chev John Molnar OAM KLJ OMLJ, Presidente della Commenda di Vittoria (l’ospite), il Gran Priore (Hon. Chev. Gavin Fielding AM GCLJ KMLJ), il Cancelliere (Chev. David Slater AM KCLJ OMLJ) e il Right Rev.do Dr Peter Hollingworth AC OBE ChLJ GCMLJ, già Governatore Generale dell’Australia e Primate della Chiesa Anglicana di Australia. Era presente anche il Gran Priore Emerito Dame Primrose, Lady Potter AC GClrLJ GCLJ DGCMLJ GCrLJ GMLJ.
Nonostante le limitazioni imposte dalla pandemia, l’opportunità per i membri di incontrarsi faccia a faccia e di godere di una comunione significativamente ritardata è stata molto apprezzata da tutti i partecipanti.
NATIONAL CHAPTER CELEBRATED OF THE GRAND PRIORY OF AUSTRALIA
(Catholic Church of our Lady of Mount Carmel, Richardson Street, Middle Park, Melbourne)
National Chapter of the Grand Priory of Australia held in Melbourne.
A moving Vigil service on the Friday evening introduced eight postulants to the Order. This was held at Our Lady of Mount Carmel Catholic Church in Albert Park. The Homily was delivered by the Acting National Chaplain, Canon Dr. Ray Cleary AM ChLJ OMLJ.
The Commandery Chaplains led the Meditations on the Beatitudes, followed by Canon Ray taking the Oath of Allegiance from the Postulants. This was followed by a dinner held at the Australian Club in central Melbourne.
Saturday morning was occupied by the National Chapter Annual General Meeting (AGM) and associated meetings of the Chancellor and the National Council, held in St. Joseph’s Parish Hall, Port Melbourne. An interesting private collection of ecclesiastical vestments was on show.
Highlights of the meetings were recommendations to widen the scope and functionality of the Grand Priory website and the unanimous decision of the National Council to recommend to the Grand Master that the current Grand Prior (Hon Chev Gavin Fielding AM GCLJ KMLJ) and Chancellor (Chev David Slater AM KCLJ OMLJ) be re-appointed to serve a second term in their roles. The Referendary (Hon Dame Margaret White AO DCLJ CMLJ SCrLJ) retired at the gathering and National Council has recommended that the Grand Master appoint Mr Anthony Gissing CLJ to succeed her. After nine years as Secretary-General (Chev Peter Bennison OAM KCLJ CMLJ) retired and his successor is Mrs Bernadette Azizi CLJ. Chev Dr John Donovan ED KLJ OMLJ retired as National Almoner and Mrs Margaret Heathcote CLJ has succeeded him. The financial report of the Order was presented along with reports from all office bearers and all State commanderies. The AGM raised no controversial matters and was expertly led by the Grand Prior. It was agreed that the Grand Priory of Australia would make a donation of A$10,000 to the International Hospitaller Project.
(St. Peter’s Anglican Church, Eastern Hill, Melbourne)
On Saturday evening the Investiture service was held at St. Peter’s Anglican Church, Eastern Hill on the edge of the Melbourne CBD. This service included the Investiture of the eight Postulants, the promotion of eleven members to Commander, the promotion of five Commanders to Dame or Knight and the promotion of the Chancellor to Knight Commander. The National Chaplain was promoted to Ecclesiastical Commander. Six members were admitted to the Companionate of Merit. The sermon was delivered by the National Chaplain, the Right Rev’d Richard Hurford OAM KStJ ECLJ.
The service was followed by an excellent Chapter dinner at the Lyceum Club, where speeches were presented by the Chev John Molnar OAM KLJ OMLJ, President of the Victorian Commandery (the Host), the Grand Prior (Hon Chev Gavin Fielding AM GCLJ KMLJ), the Chancellor (Chev David Slater AM KCLJ OMLJ) and the Right Rev’d Dr Peter Hollingworth AC OBE ChLJ GCMLJ, formerly Governor-General of Australia and Primate of the Anglican Church of Australia. Also present was Grand Prior Emerita Dame Primrose, Lady Potter AC GClrLJ GCLJ DGCMLJ GCrLJ GMLJ.
Despite the constraints imposed by the pandemic, the opportunity for members to meet face-to-face and enjoy significantly delayed fellowship was much appreciated by all attendees.
Ukrajinská Grekokatolícka cirkev a Konštantínopol , medzi minulosťou a budúcnosťou.
CHIESA GRECO CATTOLICA UCRAINA E COSTANTINOPOLI, TRA PASSATO E FUTURO
(Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk con il Patriarca Bartolomeo)
La Chiesa Greco Cattolica Ucraina non è solo la più grande delle Chiese sui iuris. Unita a Roma, ha una tradizione ortodossa precedente, legata al Patriarcato di Costantinopoli. Ed ha intenzione di mantenere queste radici, e di mostrarle al mondo, dando segno che la Chiesa Greco Cattolica Ucraina ha una storia, una profondità e una dignità che tutti possono riconoscere.
L’occasione per rinsaldare i rapporti è stata, lo scorso 11 giugno, la presentazione a Kiev della biografia su “Bartolomeo: Apostolo e Visionario” scritta dal portavoce del patriarcato ecumenico John Chryssavgis. La presentazione si è tenuta presso la residenza del metropolitan Epifaniy, prima della Chiesa Ortodossa Ucraina – la autocefalia concessa da Costantinopoli tra le proteste del Patriarcato di Mosca.
L’arcivescovo maggiore Shevchuk ha parlato della “cultura dell’incontro e della comunicazione tra Roma e Costantnopoli, e la ha definite “un buon esempio per costruire le relazioni a Kiev”, e ha poi definite il Patriarca Bartolomeo come una delle grandi personalità intellettuale dei nostri tempi.
„Siamo rimasti tutti colpiti dal momento in cui Papa Francesco, visitando personalmente Sua Santità, ha chinato il capo davanti a lui chiedendo la sua benedizione. È qualcosa di più di un semplice riconoscimento reciproco. Questa è una vicinanza spirituale speciale e profonda che apre nuove opportunità per ogni dialogo”, ha detto Shevchuk.
Sua Beatitudine ha poi ricordato l’ultimo suo incontro personale in Vaticano, alla Domus Sanctae Marthae, e sottolineato che presto Bartolomeo sarà in Ucraina in occasione del 30esimo anniversario di indipendenza. Venti anni fa, poi, Giovanni Paolo II era stato in Ucraina, definendola “laboratorio di ecumenismo”.
Sua Beatitudine Shevchuk riprende questa definizione, e sottolinea che “il Consiglio panucraino delle chiese e delle organizzazioni religiose quest’anno si aspetta un incontro ugualmente importante con il patriarca di Costantinopoli“.
La Chiesa Greco Cattolica Ucraina si riunì a Roma con l’Unione di Brest del 1595, ma prima era stata anche fedele a Costantinopoli, sebbene lo scisma di Oriente non portò subito alla scelta di stare dalla parte bizantina. È una storia complessa, quella della Chiesa Greco Cattolica, che prima dell’unione con Roma si ritrovò sotto il tiro di influenze incrociate, anche russe, che ne rivendicavano il diritto ad evangelizzarla per via di un decreto sempre emesso da Costantinopoli.
Il Patriarca Bartolomeo, al termine dell’incontro con Shevchuk il 16 settembre 2019, aveva dichiarato poi di essere felice che i figli della Chiesa di Kiev conservino ancora la memoria della loro Chiesa madre di Costantinopoli.
UKRAINIAN GREEK CATHOLIC CHURCH AND CONSTANTINOPLE,
BETWEEN PAST AND FUTURE
The Ukrainian Greek Catholic Church is not only the largest of the Churches sui iuris. United with Rome, it has an earlier Orthodox tradition, linked to the Patriarchate of Constantinople. And it intends to maintain these roots, and to show them to the world, giving a sign that the Ukrainian Greek Catholic Church has a history, a depth and a dignity that everyone can recognize.
The occasion to strengthen relations was, on June 11, the presentation in Kiev of the biography on „Bartholomew: Apostle and Visionary“ written by the spokesman of the Ecumenical Patriarchate John Chryssavgis. The presentation was held at the residence of Metropolitan Epifaniy, before the Ukrainian Orthodox Church – the autocephaly granted by Constantinople amid protests of the Moscow Patriarchate.
Senior Archbishop Shevchuk spoke of the „culture of meeting and communication between Rome and Constantinople, and called it „a good example for building relations in Kiev,“ and then defined Patriarch Bartholomew as one of the great intellectual personalities of our times.
„We were all struck by the moment when Pope Francis, personally visiting His Holiness, bowed his head before him and asked for his blessing. It is more than just a mutual recognition. This is a special and deep spiritual closeness that opens new opportunities for any dialogue,“ Shevchuk said.
His Beatitude then recalled his last personal meeting in the Vatican, at the Domus Sanctae Marthae, and stressed that Bartholomew will soon be in Ukraine on the occasion of the 30th anniversary of independence. Twenty years ago, then, John Paul II had been in Ukraine, calling it a „laboratory of ecumenism.“
His Beatitude Shevchuk echoes this definition, and emphasizes that „the Pan-Ukrainian Council of Churches and Religious Organizations expects an equally important meeting with the Patriarch of Constantinople this year.“
The Ukrainian Greek Catholic Church was reunited with Rome by the Union of Brest in 1595, but before that it had also been loyal to Constantinople, although the schism of the East did not immediately lead to the choice of being on the Byzantine side. It is a complex history, that of the Greek Catholic Church, which before the union with Rome found itself under the fire of cross-influences, including the Russians, who claimed the right to evangelize it because of a decree also issued by Constantinople.
Patriarch Bartholomew, at the end of his meeting with Shevchuk on September 16, 2019, had then stated that he was happy that the children of the Church of Kiev still preserve the memory of their mother Church in Constantinople.
Poďakovanie od Strednej priemyselnej školy technickej v Sp. Novej Vsi.
Mariánska púť v Levoči 2021.
Levoča je najstarším pútnickým miestom východného Slovenska. Korene mariánskeho kultu siahajú až do 13. storočia. V roku 1995 na ňu zavítal aj svätý Ján Pavol II. Každoročne príde na hlavnú odpustovú púť, ktorá trvá za bežných okolností týždeň, okolo pol milióna mariánskych pútnikov.
V piatok 2.7.2021 sa začala tradičná púť, ktorá sa koná pravidelne pri príležitosti júlového sviatku Navštívenia Panny Márie v Bazilike na Mariánskej hore v Levoči. Vlani bola zrušená, tentoraz sa uskutočnila, avšak v obmedzenom režime. Medzi pútnikmi mal zastúpenie aj náš rád .
Homília J.E. spišského emeritného biskupa Mons. Andreja Imricha na Mariánskej hore 2.7.2021.
Zverejnená správa Veľkého špitálnika o charitatívnych a iných činnostiach Rádu za rok 2021.
PUBBLICATO IL REPORT 2021 DEL GRANDE OSPEDALIERE SULLE ATTIVITA’ CARITATIVE ED ASSISTENZIALI DELL’ORDINE DI SAN LAZZARO DI GERUSALEMME

(Professor Charles Savona-Ventura, GCLJ, Grande Ospedaliere ad interim dell’Ordine di San Lazzaro)
È stato pubblicato il Rapporto Ospedaliero Internazionale del 2021.
L’Ordine di San Lazzaro vide le sue origini all’inizio del V secolo come un’istituzione situata fuori dalle mura di Gerusalemme al servizio delle vittime della lebbra. Dopo la prima crociata del 1099, l’istituto divenne un Ordine monastico ospedaliero. Questa funzione ospedaliera continuò per tutto il XII-XIII secolo, ampliando il suo ruolo in tutta l’Europa cristiana. Gli statuti dell’Ordine in questo periodo menzionano che nel „monastero di Gerusalemme ci saranno cinquantadue confratelli malati e, in aggiunta a questi, si dovrebbero ammettere almeno altrettanti malati quanti sono gli spazi lasciati dai confratelli. …. Ad essi saranno dati abiti e cibo dalla Casa fino alla morte“.
Le epidemie di peste nera del XIV secolo hanno visto un’apparente diminuzione del numero di lebbrosi. Insieme ad un cambiamento di atteggiamento nei confronti dei lebbrosi, questo portò a una diminuzione del numero di istituzioni lebbrose necessarie. In Inghilterra il lebbrosario di San Giles a Holborn ospitò 40 detenuti quando fu trasferito alla direzione dell’Ordine. Nel 1345, il personale di otto badanti si occupava di 14 lebbrosi, mentre nel 1402 si occupava solo di quattro vittime. Nel 1479, a Burton Lazars in Inghilterra, l’Istituto era obbligato a sostenere 14 lebbrosi che, se non istituzionalizzati, erano sostenuti pagando loro „una somma di denaro settimanale per le necessità della vita“.
(Lebbrosario di San Lazzaro a Rapallo, Sec. XV, con, da sinistra, San Giacomo, San Lazzaro, la Vergine con Bambino e San Biagio)
I disordini politici del XVI secolo hanno visto l’Ordine diviso in componenti regionali con fedeltà ai governanti locali. Inoltre, gradualmente assunse un ruolo più militare per diventare, entro la fine del XVI secolo, un ordine cavalleresco onorifico premiato per i servizi resi dal re di Francia. Tuttavia, il ruolo di Ospedaliere è stato mantenuto anche durante questi tremendi secoli. Un rapporto del 1690 sulle entrate provenienti dai possedimenti dell’Ordine in Francia elenca un numero significativo di strutture ospedaliere – maladerie, hôpitaux e maison/hôtel-Dieu. Nel 1722 il re di Francia cercò di rafforzare la funzione ospedaliera dell’Ordine e di porre tutti gli ospedali del regno sotto la gestione dell’Ordine.
La Rivoluzione Francese mise la filantropia in secondo piano. Tuttavia, in seguito alla restaurazione borbonica e alla perdita della protezione reale nel 1830, l’Ordine francese assunse un nuovo ruolo ospedaliero a sostegno delle attività filantropiche in Terra Santa – una ragion d’essere che si è poi consolidata negli statuti dell’Ordine del 1910 – „i cavalieri ospedalieri adempiono alla loro missione. Quando possibile, e senza alcun obbligo per la loro coscienza, e con pietà donano la loro persona al servizio della Chiesa, ai poveri, ai lebbrosi e ad altri malati, ai viaggiatori e ai pellegrini. … L’autorità patriarcale assicura che i doni siano distribuiti tra i loro ospizi, le missioni e le opere per la maggior gloria della Santa Chiesa, l’evangelizzazione degli infedeli e il conforto dei poveri e dei malati“ con una prospettiva internazionale.
Ciò è esemplificato dalla vasta gamma di attività filantropiche descritte nel Rapporto del Grande Ospedaliere che può essere scaricato cliccando sul seguente pulsante.
Poďakovanie za podporu výuky ZŠ s MŠ sv. Kríža Kežmarok.
Slávnosť investitúry Veľkého Baliátu Sicílie júl 2021 .
CERIMONIA DI INVESTITURA 2021 DEL GRAN BALIATO DI SICILIA

(I membri del Gran Baliato di Sicilia in occasione della investitura del 2019)
Avranno luogo nei giorni 9 e 10 luglio, nel pieno rispetto delle norme anti Covid19, le cerimonie per l’investitura dei nuovi membri, laici e religiosi, del Gran Baliato di Sicilia e l’ammissione nel Venerando Capitolo dei Cavalieri di San Lazzaro in Monreale di un membro cattolico di un’altra giurisdizione dell’Ordine.
I riti saranno preceduti da una lectio magistralis su “La Chiesa Ortodossa Bulgara”, tenuta dal Prof. Rev.do Ivan Stoyanov Ivanov, rappresentante diplomatico ecclesiastico della Chiesa Ortodossa Bulgara presso la Santa Sede, Accademico Ordinario dell’Accademia Lazzarita San Luigi IX Re di Francia, il quale in questa occasione sarà anche ricevuto nell’Ordine di San Lazzaro.
La lectio magistralis avrà luogo il 9 luglio, presso la Chiesa Capitolare del Sacro Cuore di Monreale, alle ore 17.00.
Le cerimonie si terranno presso la Chiesa Capitolare del Sacro Cuore ed avranno il seguente svolgimento:
9 luglio – ore 18: Solenne Veglia di preghiera
10 luglio ore 10: Investitura dei nuovi membri ed ammissione dei capitolari appartenenti ad altre giurisdizioni.
Alla fine della investitura avrà luogo la celebrazione della messa alla cui fine i cavalieri si recheranno presso il Duomo di Monreale per una breve preghiera sulla tomba di San Luigi IX Re di Francia, titolare dell’Accademia Lazzarita di Sicilia e Patrono del Capitolo dei Cavalieri di San Lazzaro in Monreale.
I riti saranno presieduti dal Gran Balì di Sicilia e dall’Arcivescovo di Monreale, Cappellano Maggiore del Gran Baliato di Sicilia e Gran Priore Ecclesiastico dell’Ordine di San Lazzaro.
Poďakovanie za pomoc od ZŠ svätého Michala v Spišských Tomášovciach.
Ďakovný list ZŠ Ing. Kožucha Spišská Nová Ves
COSTANTINO NON ARRIVA!
COSTANTINO NON ARRIVA!
(LE SFIDE DI ESSERE CHIESA IN UNA CULTURA ANTAGONISTA)

(Flavius Valerius Constantinus, Pius Felix Invictus Maximus, Germanicus Maximus IV, Sarmaticus Maximus III, Gothicus Maximus II, Dacicus Maximus, Adiabenicus, Arabicus Maximus, Armeniacus Maximus, Britannicus Maximus, Medicus Maximus, Persicus Maximus.)
LA STORIA SI RIPETE!
Fin dai tempi apostolici, l’espressione spesso usata per identificare coloro che seguivano Gesù Cristo di Nazareth era come uno che seguiva „La Via“. Nel primo secolo dopo la morte e la risurrezione di Gesù, questi seguaci della Via testimoniavano Gesù e i suoi insegnamenti con le loro labbra e le loro vite, mentre venivano trasformati dalla sua morte e risurrezione. Questi individui erano così soggiogati che i suoi amici più stretti vagarono per quella parte del mondo e fondarono comunità cristiane in lungo e in largo, piantando i semi del cristianesimo per le generazioni future anche durante le grandi persecuzioni.
La persecuzione dei cristiani non era un atto automatico, nonostante ciò che alcuni possono pensare. Il fatto è che le nuove religioni e i culti non erano automaticamente un problema. I romani si preoccupavano del cristianesimo perché lo percepivano come sovversivo, dato che la maggior parte dei cristiani, una volta convertiti, non partecipavano alla vita religiosa pubblica dell’impero. Si sforzavano di essere „stranieri residenti“, il che significa che la comunità cristiana non aveva bisogno dell’apparato sociale e politico dell’impero romano per il suo significato e scopo. La sua raison d’être non si trovava nelle strutture dell’Impero. Quando i cristiani si riunivano per il culto, le riunioni erano chiuse a coloro che non erano di fede e quindi venivano percepite come una riunione segreta che sollevava ulteriori sospetti. Forse questo è meglio illustrato nella corrispondenza di Plinio il Giovane nell’anno 112. Facendo un giro per conto di Traiano, chiese come dovevano essere trattati i cristiani. L’imperatore ha esortato a punire coloro che sono accusati di tradimento o sovversione dai loro vicini con prove concrete in mano. Questo tipo di tolleranza sarebbe rapidamente caduto nel dimenticatoio e la persecuzione aggressiva sarebbe durata fino ai giorni di Costantino.
Si presume spesso che la persecuzione avrebbe unito le comunità cristiane nel pensiero e negli scopi. Mentre c’è molta verità in questo per quanto riguarda le opere di carità, nei primi giorni della chiesa non c’era unità di pensiero su ciò in cui si credeva e su come la chiesa sarebbe andata avanti. Mentre le varie eresie e controversie non dovrebbero essere facilmente liquidate, si dovrebbe notare che abbiamo chiuso il cerchio. Mentre l’attuale divisione di pensiero e di intenti può non riguardare la natura di Dio, c’è ancora la minaccia di nuovi pensieri su come essere un cristiano derivanti da un affidamento alla teoria sociale piuttosto che alla teologia. Inoltre, l’antagonismo della cultura era chiaramente da una fonte primaria nei primi giorni, mentre oggi l’assalto viene da diversi formidabili nemici. Sempre più spesso, come nei primi tre secoli, la chiesa attuale non possiede una base chiara per inquadrare come essere semplicemente un cristiano. Perché come allora e come adesso ci sono voci discordanti sia all’interno che all’esterno della chiesa che rendono l’essere un seguace della „Via“ più complesso che semplice.
QUALI SONO LE PAROLE GIUSTE PER DOVE SIAMO?
Ci sono numerosi aggettivi per descrivere lo spostamento dalla visione del mondo impregnata di teologia e immaginario cristiano che ha creato gran parte del pensiero filosofico, etico, politico ed educativo degli ultimi 600 anni. Per alcuni risuona il termine „post-cristiano“, suggerendo che il mondo era cristiano nella sua valutazione e ora se ne è liberato. Questo forse ha valore in Occidente, ma meno nel Sud del mondo. Per altri, il termine „secolare“ dal latino „saeculum“ che significa „di una generazione, alla fine adattato a significare del mondo distinto dalla chiesa. Remi Brague suggerisce che questo termine è un po‘ una sciocchezza perché l’ideale di laicità è subordinato alla fioritura della società. Sembra però che senza una visione trascendente del mondo la storia dimostra che la società non fiorisce (per esempio, l’ascesa e la caduta del comunismo). Sembra che sia giunto il momento di riconoscere che siamo di fronte a qualcosa di piuttosto virulento, e dovremmo semplicemente chiamarlo per quello che è….Antagonismo Ateo. Quelli della Chiesa cristiana devono riconoscere e strategizzare che questa visione è molto al di là dell’idea secolare che le considerazioni religiose dovrebbero essere escluse dagli affari civili o dall’educazione pubblica. Il defunto Kenneth Minogue, professore emerito di scienze politiche alla London School of Economics, suggerì nel 2003 che questa visione del mondo partiva da semi di cristofobia (cfr. Christo phobia“ and the West di Kenneth Minogue, New Criterion, giugno 2003). La paura si è trasformata in un antagonismo che cerca non solo di escludere, ma di esorcizzare ed estromettere dal flusso e riflusso ordinario della vita. Oltre ad affrontare questa minaccia, la chiesa affronta l’ascesa del fondamentalismo islamico radicale.
Coloro che professano questa espressione dell’Islam cercano un Islam autoritario dove si dovrebbe essere costretti ad abbracciare le tradizioni del Profeta Maometto e come risultato creare un mondo in cui l’Islam è la visione del mondo dominante dove tutti i governi dovrebbero essere posti sotto la shari’a e l’hadith. Per raggiungere questo obiettivo, „ogni forma esistente di autorità deve essere sostituita con il dominio della legge islamica“. Mentre noi nella Chiesa occidentale possiamo non sentire le pressioni di questo, le comunità cristiane orientali come i siriani e i copti lo affrontano quotidianamente. Poiché fanno parte della Chiesa cattolica, le loro sfide sono le nostre (Matt 25:31-46). Dobbiamo comportarci come tali!
Non tutte le forze che sfidano il futuro stesso della Chiesa cattolica sono esterne. Anche le forze dall’interno della chiesa offrono una minaccia significativa. Una è il consumismo cristiano. Il Vangelo del consumismo ha trovato una casa accanto al Vangelo di Cristo. „Church Shopping“ e „cosa ne ricaverò?“ sono criteri fondamentali per il perché e il come le persone possono partecipare alla chiesa e noi nella chiesa a nostra volta ci rivolgiamo a questi punti di vista quando creiamo ministeri della chiesa per soddisfare i desideri dichiarati creando un Wal-Mart ecclesiastico. Le persone nella cultura scelgono le chiese che si adattano a quelle che sono le loro esigenze di shopping per il momento, con la loro lista di preferenze in mano, proprio come si sceglierebbe una macchina o un nuovo paio di jeans.
Le mega chiese si sono adattate a questo e hanno spremuto le comunità di fede Mom-and-Pop (con questo intendo quelle chiese locali con una partecipazione inferiore a 50-100). Le chiese storiche che professano la fede cattolica devono parlare con la stessa audacia contro questo tipo di cristianesimo e dimostrare che la comunità di fede è dove i membri di un corpo si riuniscono per scopi che vanno oltre se stessi! La vocazione del Corpo di Cristo è una chiamata a unirsi a Cristo in ciò che sta già facendo nel mondo, non è un invito per Cristo ad affermare la nostra auto-realizzazione con un’appropriata colonna sonora cristiana.
Questa mentalità consumistica alleva anche la propria spiritualità, che è una spiritualità dell’autonomia al di sopra della comunità. Mentre le minacce esterne sono significative, la minaccia interna di una spiritualità dell’autonomia crea una mentalità pervasiva che gli individui sono gli unici arbitri e ingegneri della loro identità, moralità e destino. Il „sii e fai quello che ti sembra giusto“, purché sia cristiano, è semplicemente una filosofia di individualismo espressivo che è fondamentalmente in contrasto con il cristianesimo, che ci chiama a inchinarci alla signoria di Cristo e all’umiltà nella comunità. Le chiese devono contrastare questo, e chiamare i membri della comunità di fede a sottomettersi a una spiritualità che è trascendente e comunitaria in opposizione a quella immanente e autodeterminata.
Poiché le persone si allontanano dagli sforzi di costruire il corpo di Cristo attraverso la comunità e cercano la propria ricerca individuale, la chiesa si troverà di fronte a una diminuzione delle risorse: spirituali, temporali e umane. Alcune denominazioni stanno affrontando non solo la continua diminuzione delle risorse e delle persone, ma la possibilità di estinzione. Per esempio, se l’attuale tasso di declino non viene arrestato, la Chiesa Metodista del Regno Unito avrà zero membri entro il 2037, mentre la Chiesa di Scozia chiuderà la sua ultima congregazione nel 2033. Chiaramente, la minaccia che stiamo affrontando non è solo delle comunità di fede locali, ma quella di particolari chiese in tutto il mondo. Con le minacce esterne combinate con i dinamismi interni, la chiesa cattolica in Occidente deve ripensare a come svolge il lavoro di proclamare la fede una volta consegnata ai santi.
ECCLESSIOLOGIA ECUMENICA DI FRONTE ALL’ANTAGONISMO
In vista del ministero in un mondo che sta attraversando una pandemia dove la fede non è stata necessariamente rafforzata e dove la testimonianza della chiesa è stata trovata carente, è chiaro che un nuovo approccio alla testimonianza cristiana da parte delle chiese storiche è necessario se ci deve essere un rinnovamento che sia coinvolgente ed ecumenico per la chiesa e la faccia della terra. È tempo di un „ecumenismo carismatico“ che chiami ogni tradizione cristiana storica a riconoscere i propri carismi come espressione della chiesa cattolica, al fine di offrire un elemento costitutivo per una rinnovata espressione di communio. Si tratta di un’invenzione in due parti in cui si cerca di imparare gli uni dagli altri ma anche di contribuire alla tradizione dell’altro. „L’espressione carismatica richiesta qui è quella di creare ciò che Margaret O’Gara chiama un mosaico, dove ogni pezzo è prezioso, e ogni pezzo è necessario per il quadro completo dell’unica chiesa di Cristo“.
Con la continua frattura delle varie espressioni della fede cattolica che è la nostra realtà vissuta, siamo oltre il tentativo di salvaguardare noi stessi e i nostri feudi ecclesiastici individuali. C’è poca scelta se non quella di immaginare un futuro preferenziale per coloro che rivendicano una proclamazione ortodossa della fede per creare un’espressione della chiesa cattolica in comunione dinamica con gli altri!
Come spiega l’ecumenista Paul Murray nel suo trattato sull’Accoglienza: „Perché questo accada è necessario assumersi la responsabilità, prendere l’iniziativa, … indipendentemente dal fatto che gli altri siano pronti a ricambiare“. Una tale espressione permetterebbe per esempio ai cattolici non papali (luterani scandinavi, ortodossi, vecchi cattolici ortodossi e anglicani) di unirsi con quei doni unici. È un tale approccio unitario che parlerebbe a quelli nelle nostre chiese così come alla Chiesa di Roma come espressione della fede cattolica che cerca di riconquistare ciò che il mondo ha perso. Come comunità di fedeli cristiani, tale ecumenismo carismatico offrirebbe al mondo un modello collegiale di clero e laici in grado di attenersi a principi di vita ecclesiale che costruirebbero il Corpo di Cristo pur funzionando come organismi sui iuris. Se ci fossero chiese cattoliche storiche coraggiose e disposte ad affrontare le sfide a portata di mano, esse potrebbero offrire al mondo un’unica espressione locale della Chiesa, cercando allo stesso tempo di testimoniare il concetto di essere una comunione ecumenica cattolica che ontologicamente e temporalmente partecipa alla vita comune della Chiesa locale proprio come faceva la Chiesa apostolica e patristica prima dell’arrivo di Costantino.
Questo ecumenismo carismatico è essenziale per il futuro della Chiesa, poiché non c’è nessun imperatore dei giorni nostri che chiamerà le Chiese a riunirsi in concilio e ad affrontare le sfide del giorno. Non c’è nessun imperatore che legittimerà la Chiesa e le darà un posto di rilievo nel mondo come lo conosciamo! In questo approccio la Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica si manifesta come un’unica espressione di chiese, ognuna delle quali è sia una parte che un tutto. È una parte perché solo nell’unità con tutte le chiese e nel vivere le più piene doti può essere la Chiesa. Allo stesso tempo, è anche un tutto perché in ogni chiesa, in virtù della sua unità con la Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica, il Cristo è presente, la pienezza della grazia è data, la promessa biblica di vita nuova è rivelata.
L’ecumenicità carismatica di tutte le chiese come Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica si esprime e si conserva nei doni dati per l’unità di fede, l’unità della struttura sacramentale e l’unità di vita. L’unità di fede ha la sua norma e il suo contenuto nella tradizione universale. L’unità della struttura sacramentale si conserva attraverso la successione apostolica, che è la continuità visibile e oggettiva della vita e dell’ordine della Chiesa nel tempo e nello spazio. L’unità di vita si manifesta nella preoccupazione attiva di tutte le chiese tra loro e di tutte insieme per la missione della Chiesa nel mondo.
La sfida per il futuro non è per le chiese che stanno lottando per aggrapparsi l’una all’altra e tenersi per la vita. C’è piuttosto l’opportunità di dare nuova vita ad alcuni degli elementi essenziali a cui coloro che hanno a cuore la fede cattolica hanno dato priorità, ma che si sono persi. Nel cercare di abbracciare un ecumenismo carismatico, dobbiamo essere consapevoli del fatto che nel costruire questo mosaico ci sono gli schemi di vita cristiana che hanno servito bene la comunità. Ma ci saranno nuovi colori aggiunti a questo mosaico che possono permettere una migliore donazione (forse questo è esemplificato nella Dichiarazione 3 del Quadrilatero di Lambeth dove l’Episcopato Storico è confermato pur essendo anche adattato localmente). A questo punto, se gli adattamenti che non cambiano l’essenza dell’essere chiesa cattolica non possono essere applicati, allora l’espressione della fede storica perderà completamente il suo colore. L’ecumenismo carismatico dovrebbe onorare la pienezza della storia della cattolicità e allo stesso tempo ricominciare da capo nel contesto di vivere in un’espressione ecumenica dell’essere chiesa che può affrontare le sfide dell’avversità e dell’antagonismo con le proprie doti e la propria storia senza chiedersi se arriverà un imperatore a salvare la situazione.
Senza Costantino all’orizzonte, il cambio di paradigma per essere dotati ma emarginati, è un’opportunità per offrire una testimonianza che farà sì che il mondo ne prenda atto. Nel suo saggio „From the Palace to the Streets“, Steve Toshio Yamaguchi sostiene che il futuro della chiesa risiede nelle chiese immigrate e perseguitate che hanno dovuto imparare come sopravvivere e prosperare nelle strade, senza il favore dello stato. Il futuro della chiesa non sarà un cristianesimo di palazzo, dice Yamaguchi, ma un „cristianesimo di strada“.
In epoche precedenti a quella attuale, l’identità nazionale e il cristianesimo si sono intrecciati con la cultura e i valori. Le identità nazionali e culturali erano associate a particolari tradizioni cristiane (ad esempio, la Chiesa greco-ortodossa). Mentre a un certo punto era plausibile che il culto e i costumi sarebbero diventati parte della vita comune, dato che varie culture occidentali avevano i loro Costantino per servire come campioni della fede (ad esempio, i monarchi europei), quel giorno è passato. Mentre le diverse identificazioni nazionali diventano parte di un crogiolo culturale occidentale, è ora chiaro che la parte integrale del cristianesimo nella cultura occidentale sta rapidamente scomparendo. Ora ai margini e rimosso dai palazzi degli imperatori e dei re, il cristianesimo non è più la forza di influenza nel mondo del pensiero e dell’azione dei governanti di questo mondo.
Gli edifici ecclesiastici si stanno svuotando. Il clero si dimena. L’importanza del nostro messaggio sta sprofondando in una relativa insignificanza in larga misura perché la Chiesa ha sperato che un Costantino stia arrivando. Egli non sta arrivando e noi nella Chiesa dovremmo essere grati; così da cogliere l’opportunità di essere veramente controculturali ad ogni livello della nostra esistenza forse per la prima volta dal periodo apostolico.
+ Kevin Francis Donlon, ECLJ, LLM. Ph.D
Vescovo Anglicano
CONSTANTANTINE IS NOT COMING!
(THE CHALLENGES OF BEING A MARGINALIZED CHURCH IN AN ANTAGONISTIC CULTURE)
(Flavius Valerius Constantinus, Pius Felix Invictus Maximus, Germanicus Maximus IV, Sarmaticus Maximus III, Gothicus Maximus II, Dacicus Maximus, Adiabenicus, Arabicus Maximus, Armeniacus Maximus, Britannicus Maximus, Medicus Maximus, Persicus Maximus.)
HISTORY IS REPEATING ITSELF!
Since apostolic times, the expression often used to identify those who followed Jesus Christ of Nazareth was as one who followed „The Way.“ In the first century following the Death and Resurrection of Jesus, these followers of the Way witnessed to Jesus and his teachings with their lips and their lives; as they were transformed by his death and Resurrection. So compelled were these individuals that his closest friends wandered that part of the world established Christian communities far and wide planting the seeds of Christianity fur future generations even during great persecution.
The persecution of Christians was not an automatic act despite what some may think. The fact is that new religions and cults were not automatically a problem. The Romans became concerned about Christianity because they perceive it as subversive given that most Christians once converted did not participate in the public religious life of the empire. They endeavored to be “Resident Aliens”, meaning that the Christian community did not need the social and political apparatus of the Roman Empire for its meaning and purpose. Its raison d’ê·tre was not found in the structures of the Empire[1]. As Christians gathered together for worship gatherings were closed to those not of the faith and thus perceived to be a secret gathering which raised suspicions further. Perhaps this is best illustrated in correspondence of Pliny the Younger in the year 112. In making a tour on behalf of Trajan, he asked how Christians should be handled. The emperor urged that he punish those who stand accused of treason or subversion by their neighbors with hard evidence in hand. This was type of toleration would quickly fall by the wayside and aggressive persecution would last until the days of Constantine[2].
It is often assumed that persecution would unite the Christian communities in thought and purposes. While there is much truth to that as it pertains to works of charity in the early days of the church there was not unity of thought about what was believed and how the church would move forward. While the various heresies and controversies should not be easily dismissed, it should be noted we have come full circle. While present division of thought and purpose may not be about the nature of God, there is still the threat of new thoughts on how to be a Christian resulting from a reliance on social theory rather than theology. Additionally, the antagonism of the culture was clearly from one primary source in the earliest of days, where today the assault comes from several formidable foes. Increasingly, as it was in the first three centuries the present church does not possess a clear basis to frame how to simply be a Christian. For as it was then and is now there are discordant voices both from inside and outside the church that make being a follower of “ the Way” more complex than simple.
WHAT ARE THE RIGHT WORDS FOR WHERE WE ARE?
There are numerous adjectives to describe the shift from the world view imbued with Christian theology and imagery that has created much of the philosophical, ethical, political, and educational thinking of the last 600 years. For some the term “Post-Christian” resonates, suggesting that the world was Christian in its valuing and now it has shed that. That perhaps has merit in the West but less so in the Global South. For others, the term “secular” from the Latin „saeculum“ meaning “of a generation, ultimately adapted to mean of the world distinctive from the church. Remi Brague suggests that this term is a bit of a canard because the ideal of secularity is contingent upon society flourishing. It seems however without a transcendent world view history shows society does not flourish[3] ( e.g., the rise and fall of communism). It seems the time has come to recognize that we are facing something rather virulent, and we should simply name it for what it is.…Atheistic Antagonism. Those in the Christian Church must recognize and strategize that this view is far beyond the secular idea that religious considerations should be excluded from civil affairs or public education. The late Kenneth Minogue, Emeritus Professor of Political Science at the London School of Economics suggested in 2003 that this worldview was starting with seeds of Christo-phobia (cf. Christo phobia” and the West by Kenneth Minogue, New Criterion, June 2003). The fear has transformed to an antagonism that seeks to not just exclude but exorcise and extricate from the ordinary ebb and flow of life.
In addition to facing this threat, the church faces the rise of Radical Islamic Fundamentalism. Those who profess this expression of Islam seek an authoritarian Islam where one should be compelled to embrace the traditions of the Prophet Muhammad and as a result create a world in which Islam is the dominant worldview where all governments should be placed under shari’a and hadith. For this to be achieved, “every extant form of authority must be replaced with the rule by Islamic law[4]. While we in the Western Church may not feel the pressures of this, the Oriental Christian Communities such as the Syrians and Copts face this daily. As they are part of the Church catholic, their challenges are ours (Matt 25:31-46). We need to act like it!
Not all the forces that challenge the very future of the church catholic are external. Forces from within the church also offer a significant threat. One is Christian Consumerism. The Gospel of Consumerism has found a home alongside the Gospel of Christ [5] “Church Shopping” and “what will I get out of this?” are foundational criterial for why and how people may participate in the church and we in the church in turn cater to these very views as we create church ministries to meet the stated desires creating an ecclesiastical Wal-Mart. People in the culture choose churches that fit what their shopping needs are for the time with their checklist of preferences in hand just as one would choose a car or a new pair of jeans.
The Mega Churches have catered to this and have squeezed out the Mom-and-Pop faith communities (by this I mean those local churches with attendance of less than 50- 100). Historic churches that profess the catholic faith must speak as boldly against this type of Christianity and demonstrate that the faith community is where members of a body come together for purposes beyond themselves! The vocation of the Body of Christ is a call to join Christ in what he is already doing in the world, it is not an invitation for Christ to affirm our self-actualization with an appropriate Christian soundtrack.
This consumeristic mentality breeds its own spirituality as well which is a spirituality of Autonomy over and above community. While the external threats are significant, the internal threat of a spirituality of autonomy creates a pervasive mindset that individuals are the sole arbiters and engineers of their identity, morality, and destiny. The “be and do whatever feels right to you” as longs as it is Christian is simply a philosophy of expressive individualism that is fundamentally at odds with Christianity, which calls us to bow to the lordship of Christ and to humility in community. Churches must counter this, and call members of the faith community to submit to a spirituality that is transcendent and communal as opposed to immanent and self-determined.
As people shy away from the efforts of building up the Body of Christ through community and seek their own individual quest, the church will be faced with a lessening of resources: spiritual, temporal, and human. Some denominations are facing not just the continuing lessening of resources and persons but the possibility of extinction. For example, if the current rate of decline is not arrested, the Methodist Church, UK will have zero membership by 2037 while the Church of Scotland will close its last congregation in 2033[6]. Clearly, the threat we are facing is not just of the local faith communities but that of particular churches around the world. With the external threats combined with the internal dynamisms the church catholic in the West must rethink how it goes about the work of proclaiming the faith once delivered to the saints.
ECUMENICAL ECCLESSIOLOGY IN THE FACE OF ANTAGONISM
In view of the ministry in a world coming through a pandemic where faith has not necessarily been strengthened and where the witness of the church was found to be wanting, it is clear that a new approach to Christian witness by the historic churches is needed if there is to be a renewal that is engaging and ecumenical for the church and the face of the earth. It is time for a “Charismatc Ecumenism” which calls each historic Christian tradition to recognize its charisms as an expression of the church catholic in order to offer a building block for a renewed expression of communio.
This is a two-part invention where we seek to learn from each other but also contribute to each other’s tradition[7]. “The charismatic expression called for here is to create what Margaret O’Gara calls a mosaic, where every piece is valuable, and every piece is needed for the full picture of the one church of Christ”[8].
With the continued fracturing of the various expressions of the catholic faith being our lived reality, we are beyond trying to safeguard ourselves and our own individual ecclesiastical fiefdoms. There is little choice but to envision a preferred future for those who claim an orthodox proclamation of the faith to create an expression of the church catholic in dynamic fellowship with others! As Ecumenist Paul Murray explains in his treatise on Receptionism: “For this to happen it requires to take responsibility, to take the initiative, … regardless of whether others are ready to reciprocate”[9].
Such an expression would allow for example the non-papal catholics (Scandinavian Lutherans, Orthodox, Orthodox Old Catholics and Anglicans) to come together with those unique gifts. It is such a united approach that would speak to those in our churches as well as to the Church in Rome as an expression of the catholic faith that seeks to regain what the world has lost. As communities of the Christian faithful, such Charismatic Ecumenism would offer to the world a collegial model of clergy and laity able to abide by principles of ecclesial life that would build up the Body of Christ while still functioning as sui iuris bodies. If there were bold historic catholic churches willing to face the challenges at hand, they could offer to the world a unique local expression of the Church, while seeking to witness to the concept of being an ecumenical catholic communion which ontologically and temporally shares in the common life of the local Church just as the Apostolic and Patristic Church did before Constantine arrived.
This Charismatic Ecumenism is essential for the future of the church as there is no modern-day Emperor who will call the Churches together to be in Council and face the challenges of the day. There is no Emperor who will legitimize the Church and give it a place of prominence in the world as we know it! In this approach the One, Holy, Catholic, and Apostolic Church manifests itself as a unique expression of churches, each one of which is both a part and a whole. It is a part because only in unity with all churches and in living out the fullest giftedness can it be the Church. At the same time, it is also a whole because in each church, by virtue of her unity with the One, Holy, Catholic, and Apostolic Church, the Christ is present, the fullness of grace is given, the biblical promise of new life is revealed.
The charismatic ecumenicity of all churches as the One, Holy, Catholic, and Apostolic Church is expressed and preserved in the gifts given for the unity of faith, the unity of sacramental structure, and the unity of life. The unity of faith has its norm and content in the universal tradition. The unity of sacramental structure is preserved through the apostolic succession, which is the visible and objective continuity of the Church’s life and order in time and space. The unity of life manifests itself in the active concern of all churches for each other and of all them together for the Church’s mission in the world.
The challenge going forward is not for the churches that are struggling to grab hold of each other and hold on for dear life. Rather there is an opportunity to give new life to some of the very essentials that those who cherish the catholic faith have given priority to but has become lost[10].
In seeking to embrace a Charismatic Ecumenism, we must be mindful in that constructing this mosaic there are Christian Life Patters that have served the community well. But there will be new colors added to this mosaic that may allow for better gifting (perhaps this is exemplified in Statement 3 of the Lambeth Quadrilateral where the Historic Episcopate is confirmed while also being locally adapted). To that point, if adaptations which do not change the essence of being church catholic cannot be applied, then expression of the historic faith will lose its color altogether. Charismatic Ecumenism should honor the fullness of history of catholicity while starting a new in the context of living into an ecumenical expression of being church that can meet the challenges of adversity and antagonism with its own gifted ness and story without wondering if an Emperor will come and save the day.
With no Constantine on the horizon, the paradigm shift to being gifted but marginalized, is an opportunity to offer a witness that will make the world take notice. In his essay “From the Palace to the Streets,” Steve Toshio Yamaguchi claims that the future of the church lies with immigrant and persecuted churches which have had to learn how to survive and thrive in the streets, without favor from the state. The future of the church will not be a palace Christianity, says Yamaguchi, but a “street Christianity.” [11]
In ages prior to our present time, national identity and Christianity became intertwined with culture and values. National and cultural identities were associated with particular Christian traditions (e.g., Greek Orthodox Church). While at one point it was plausible that worship and customs would become part of common life as various western cultures had their own Constantine to serve as champions for the faith (e.g., European Monarchs) that day has passed. As different national identifies become part of a western melting pot cross culturally, it is now clear that the integral part of Christianity played in Western Culture is waning quickly. Now at the margins and removed from the Palaces of Emperors and Kings, Christianity is no longer the force of influence in the world of thought and action by the rulers of this world.
The church buildings are emptying. The clergy are flailing. The import of our message is sinking into relative insignificance in large measure because the Church has been hoping a Constantine is coming. He is not coming and we in the Church should be thankful; so that we take the opportunity to be truly counter cultural on every level of our existence perhaps for the first time since the Apostolic Period.
+ Kevin Francis Donlon, ECLJ, LLM. Ph.D
Anglican Bishop
__________________________
[3] Rémi Brague, The Impossibility Of Secular Society, First Things, October 2013.
[4] cf. Martin Kramer, “Fundamentalist Islam at Large: The Drive for Power,” Middle East Quarterly (June 1996), pp. 37-49.
[5] John Kavanaugh, S,J, Following Christ in a Consumer Society: The Spirituality of Cultural Resistance Maryknoll: Orbis Books; 25th Anniversary Edition, 2006
[6] cf. Callum Brown; The Death of Christian Britain London: Routledge, 2001
[7] Paul Murray, Receptive Ecumenism, and the Call to Catholic Learning. Exploring a Way for Contemporary Ecumenism, Oxford: Oxford University Press, 2008
[8] Margaret O’Gara, The Ecumenical Gift Exchange, Minnesota: The Liturgical Press, 1998. p.288
[9] Ibid p.290
[10] see https://www.anglicancommunion.org/resources/document-library/lambeth-conference/1920/resolution-9-reunion-of-christendom?author=Lambeth+Conference
[11] Steve Toshio Yamaguchi From the Palace to the Streets https://fullerstudio.fuller.edu/from-the-palace-to-the-streets/
Ďakovný list Stredná odborná škola ekonomická ,Stojan 1, Spišská Nová Ves
Ďakovný list ZŠ Levočská 11 , Spišská Nová Ves
Pomoc školám , žiakom a rodičom pri zvládaní korona krízy v oblasti vzdelávania.
Už dva roky trápi celú spoločnosť tzv korona kríza . Vybrala si obete na životoch, na zdraví, na ekonomike a aj na vzdelávaní študentov a žiakov na školách . V snahe zmierniť dopady v školstve rokoch 2020 a 2021 Veľkopriorát Slovensko Vojenského a Špitálskeho Rytierskeho rádu sv. Lazara Jeruzalemského doviezol a rozdal v troch sériách učebné pomôcky, učebnice, návody na používanie študijných pomôcok a CD nosiče na podporu výuky anglického jazyka pre najmä regiony Kysúc, Turca, Oravy, Liptova, Spiša, Śariša a Zemplína pre prvý a druhý stupeň základných škôl a tiež pre stredné školy . Dňa 15. 6. a 17. 6. 2021 sa uskutočnila odovzdanie daru na Základnej škole sv. Cyrila a Metoda v Spišskej Novej Vsi . Odozdania daru sa zúčastnili primátor Mesta Spišská Nová Ves Ing. Pavol Bečarik, kaplán farnosti Sp. Nová Ves Mgr. Anton Durčák , riaditeľ školskej správy pri biskupskom úrade na Spišskej Kapituli PaedDr. Maroš Labuda, riaditeľka ZŚ sv. Cyrila a Metoda Mgr. Slavomíra Michlíkova a zástupcovia základných a stredných škôl , zástupkyňa gr. katol. charity z Košíc Mgr. Anna Ivanková a ďalší. Za Veľkopriorát Slovensko odovzdal dar špitálnik Veľkopriorátu Ján Vitko CLJ.
Informáciu o odovzdaní daru priniesola FB stránka Mesta Spišská Nová Ves dňa 15. 6. 2021.
https://www.facebook.com/mestosnv
TV Reduta
https://www.snv.sk/spravy/?video=210616-1
Na foto zľava Ing. Pavol Bečarik primátor Mesta SNV, Ján Vitko CLJ , PaedDr. Maroš Labuda , Mgr. Anton Dučák kaplán farnosti SNV
Memorandum o porozumení pri poskytovaní bezplatnej zdravotnej starostlivosti .

(Zľava, právnik Zummo, dr. Zingale, mons. Pennisi, dr. Faraoni a dr. Canzone)
Memorandum o porozumení bolo podpísané 16. júna 2021 v hale arcibiskupského paláca Monreale medzi skupinou Sanitarius Karol Structures, ktorej predsedal Marco Zummo, a San Lazzaro Onlus zastúpeným Giuseppe Canzone, KLJ, pod záštitou Asp Palerma pre bezplatnú zdravotnú starostlivosť pre ľudí v núdzi a pre tých, ktorí majú ťažkosti s prístupom k liečbe.
Podujatie sa uskutočnilo za prítomnosti arcibiskupa z Monreale, monsignora Michele Pennisiho, GCLJ, veľkého priora rádu jeruzalemského San Lazzaro a prezidenta Karola Marca Zumma a prezidenta San Lazzaro Onlusa, Giuseppe Canzoneho, KLJ. , a Daniela Faraoni, ktorá vedie ASP v Palerme, ktorá dala iniciatívu sponzorstvu.
Prítomní boli aj Pino Zingale, GCLJ-J, sicílsky Grand Balì vojenského a špitálskeho rádu San Lazzaro di Gerusalemme a riaditeľ diecéznej charity Monreale don Ferdinando Toia.
Cieľom memoranda o porozumení s názvom „Zdravie solidarity“ je zaručiť štyri dni určené na bezplatnú zdravotnú starostlivosť pre ľudí v núdzi a ťažko prístupných k liečbe.
Cieľom tejto iniciatívy je realizácia projektu charitatívnej solidarity a humanitárnej pomoci prostredníctvom medziinštitucionálnej spolupráce medzi zúčastnenými subjektmi.
Počiatočná fáza predpokladá spoluprácu s diecéznou Charitou s cieľom zistiť potreby pomoci pre dané územie. Zdravotnícke zariadenia poskytnú tejto iniciatíve pohostinnosť vďaka poskytnutiu potrebného vybavenia Karolom, zatiaľ čo rád San Lazzaro bude spolupracovať vďaka svojim vnútorným zdrojom dobrovoľníkov, ktorí sú k dispozícii na dobrovoľnícke účely.
Od najjednoduchších liečebných postupov, ako je skríning, až po vyšetrenia na identifikáciu chirurgických patológií, gynekologické a kardiologické vyšetrenia, budú činnosti vychádzať z tohto cieľa opatrení zameraných na rozvoj hlbších služieb neskôr a po počiatočnom období skutočného začatia činnosti. aktivity.
„Ďakujem všetkým prítomným – vyhlásil Marco Zummo z Karola – a sme radi, že môžeme pri tejto iniciatíve spolupracovať. Týmto aktivitám sme venovali časť svojich zdrojov. Začne to experimentálnou fázou v priebehu nasledujúcich dvoch mesiacov, ale aktivity môžu byť inštitucionalizované najmenej raz mesačne pre tých, ktorí nemajú prístup k asistenčnej starostlivosti “.
„Ďakujem – vyhlásila Daniela Faraoni – za príležitosť poskytnutú ASP zúčastniť sa na realizácii princípu prístupu k spravodlivosti starostlivosti. Tieto iniciatívy nám umožňujú identifikovať slabé skupiny našej populácie, ktoré musíme vedieť zapojiť do prítomnosti a aktívnej účasti na ochrane zdravia. Zdravotnícke spoločnosti vykonávajú funkciu sociálneho zabezpečenia a sú nevyhnutným nástrojom, pretože nevykonávajú iba liečebné, ale aj preventívne činnosti podporujúce aktívnu účasť občanov. Projektu dávame plnú dostupnosť “.
„Ďakujem právnikovi Zummoovi – povedal Pino Zingale – za možnosť, že náš príkaz dohliada na túto iniciatívu v plnej spolupráci s partnermi projektu. V rámci našej objednávky máme veľa lekárov, ktorí sa rozhodli uskutočniť iniciatívu ako je táto, aby konkrétnym spôsobom prispeli komunite. Výhodou tejto iniciatívy je nezaviazanie verejných prostriedkov, ale podpora dobrovoľníctva s cieľom vytvoriť zásadu zdravej a konštruktívnej spolupráce v prospech najviac znevýhodneného obyvateľstva. “
„Som vďačný za toto stretnutie – uzavrel monsignor Michele Pennisi – ktoré nám ako arcidiecéze umožňuje čoraz viac sa zapájať do pastorácie zdravia, a snažiť sa tak byť nablízku verejným štruktúram, ale aj ľuďom v ťažkostiach. Rád svätého Lazara sa v priebehu storočí vyvinul ako ekumenický rád zameraný na zdravotnú starostlivosť. Iniciatíva je užitočná na vyplnenie medzery, ktorá často charakterizuje stav tých, ktorí nevedia, na koho sa obrátiť s potrebnou starostlivosťou. Ďakujem tiež ASP v Palerme a Karolovi “.
PODPÍSALI ZDRAVOTNÝ PROTOKOL SOLIDARITY
MEDZI LÁZNAMI SAN LAZZARO ONLUS A KAROL
(Zľava, pán Zummo, Dr. Zingale, mons. Pennisi, Dr. Faraoni a Dr. Canzone)
Bolo podpísané 16. júna 2021 v hale arcibiskupského paláca Monreale Memorandum o porozumení medzi zdravotníckymi zariadeniami skupiny Karol Group, ktorému predsedal Marco Zummo, a San Lazzaro Onlus zastúpeným Giuseppe Canzone, KLJ, pod záštitou Asp Palerma za bezplatnú zdravotnú starostlivosť pre chudobných, ktorí majú ťažkosti s prístupom k starostlivosti.
Podujatie sa uskutočnilo za prítomnosti arcibiskupa z Monreale, monsignora Michele Pennisiho, GCLJ-J, veľkého priora rádu jeruzalemského svätého Lazara a prezidenta Karola Marca Zumma a prezidenta San Lazzaro Onlus, Giuseppe Canzone a Daniela Faraoni, ktorá stojí na čele Asp z Palerma, ktorá nad iniciatívou prevzala záštitu.
Prítomní boli aj Pino Zingale, GCLJ-J, sicílsky exekútor vojenského a špitálskeho rádu San Lazzaro v Jeruzaleme a riaditeľ diecéznej charity Monreale don Ferdinando Toia.
Cieľom memoranda o porozumení s názvom „Zdravie solidarity“ je zabezpečiť štyri dni času na bezplatnú zdravotnú starostlivosť pre chudobných ľudí, ktorí majú ťažkosti s prístupom k starostlivosti.
Cieľom tejto iniciatívy je realizácia projektu solidarity a humanitárnej charitatívnej pomoci prostredníctvom medziinštitucionálnej spolupráce medzi zúčastnenými subjektmi.
Počiatočná fáza zahŕňa spoluprácu s diecéznou Charitou s cieľom zistiť potreby blaha územia. Zdravotnícke zariadenia poskytnú tejto iniciatíve pohostinnosť vďaka poskytnutiu potrebného vybavenia Karolom, zatiaľ čo rád San Lazzaro bude spolupracovať vďaka svojim vnútorným zdrojom dobrovoľníkov, ktorí sú k dispozícii na dobrovoľnícke účely.
Od najjednoduchších liečebných postupov, ako je skríning, až po vyšetrenia na zistenie chirurgických patológií, gynekologické a kardiologické vyšetrenia, budú činnosti vychádzať z tohto cieľa opatrení, aby sa podruhé vyvinuli podrobnejšie služby a až po počiatočnom období skutočného začatia aktivity.
„Ďakujem všetkým prítomným ľuďom – vyhlásil Marco Zummo z Karola – a sme radi, že môžeme na tejto iniciatíve spolupracovať. Na tieto aktivity sme určili časť svojich zdrojov. V nasledujúcich dvoch mesiacoch začneme s experimentálnou fázou, ale tieto činnosti môžu byť inštitucionalizované najmenej raz mesačne pre tých, ktorí nemajú prístup k sociálnej starostlivosti “.
„Ďakujem – povedala Daniela Faraoni – za príležitosť poskytnutú Aspu podieľať sa na implementácii princípu prístupu k spravodlivosti starostlivosti. Tieto iniciatívy nám umožňujú identifikovať slabé segmenty našej populácie, ktoré musíme vedieť zapojiť do prítomnosti a aktívna účasť na ochrane zdravia. Zdravotnícke spoločnosti zohrávajú úlohu sociálneho zabezpečenia a sú nepostrádateľným nástrojom, pretože nielen vykonávajú opatrovateľské činnosti, ale aj prevenciu propagujú aktívnu účasť občanov. Projekt poskytujeme v plnom rozsahu. “ .
„Ďakujem právnikovi Zummoovi – povedal Pino Zingale – za možnosť, že náš Rád dohliada na túto iniciatívu v plnej spolupráci s partnermi projektu. V našom ráde máme veľa lekárov, ktorí sa rozhodli uskutočniť takúto iniciatívu, aby konkrétnym spôsobom prispeli Prednosťou tejto iniciatívy nie je viazanie verejných prostriedkov, ale podpora dobrovoľníctva s cieľom dosiahnuť zásadu zdravej a konštruktívnej spolupráce v prospech najviac znevýhodneného obyvateľstva. ““
„Som vďačný za toto stretnutie – uzavrel monsignor Michele Pennisi – ktoré nám ako arcidiecéze umožňuje čoraz viac sa angažovať v pastorácii zdravia, a tým sa snažiť byť nablízku verejným zariadeniam, ale aj ľuďom v núdzi. storočia sa vyvinuli ako ekumenický rád zaviazaný k zdravotnej starostlivosti. Iniciatíva je užitočná na vyplnenie medzery, ktorá často charakterizuje stav tých, ktorí nevedia, kam sa obrátiť na potrebnú liečbu. Ďakujem tiež Aspovi z Palerma a Karolovi „.
Zriadenie Ekumenickej Duchovnej Rady Veľkého Baliáta Sicílie.
ISTITUZIONE DEL CONSIGLIO SPIRITUALE ECUMENICO DEL GRAN BALIATO DI SICILIA

(Mons. Michele Pennisi, GCLJ, Arcivescovo di Monreale e Gran Priore Spirituale dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme,
Cappellano Maggiore del Gran Baliato di Sicilia)
A seguito delle modifiche allo statuto del Gran Baliato introdotte dall’Assemblea Generale dello scorso 15 aprile 2021, il Gran Balì ha proceduto alla costituzione del Consiglio Spirituale Ecumenico, presieduto dal Cappellano Maggiore del Gran Baliato Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale, del quale fanno parte di diritto tutti gli ecclesiastici membri del Gran Baliato, S.E. Rev.ma Mons. Antonino Raspanti, ECLJ, Vescovo di Acireale, S.E. Rev.ma Mons. Frederick Haas, SCHLJ, Vescovo della Diocesi Anglicana Cattolica di Cristo Redentore, il Molto Rev.do Archimandrita Chihade Abboud, CHLJ, Aprocrisacrio presso la Santa Sede del Patriarca Greco Melkita di Antiochia ed il Rev.do Don Nicola Gaglio, ACHLJ, Parroco del Duomo di Monreale.
(Mons. Antonino Raspanti, ECLJ, Vescovo di Acireale)
A far parte del Consiglio sono stati pure chiamati, come membri d’onore, S. E. Rev.ma Kevin Francis Donlon, LL.M., Ph.D., Vescovo Ausiliare della Diocesi Anglicana di Zanzibar e Vicario Episcopale per gli affari ecclesiastici dell’Unione Anglicana per la propagazione del Vangelo;
(S. E. Rev.ma Kevin Francis Donlon, Vescovo Ausiliare della Diocesi Anglicana di Zanzibar)
S. E. il Molto Reverendo Abate Notker Werner Wolf, OB, Abate Primate Emerito dei Benedettini;
(S. E. il Molto reverendo Dom Notker Wolf, OB, Abate Primate Emerito dei Benedettini)
il Molto Reverendo Padre Prof. Ivan Stoyanov Ivanonv, Rappresentante presso la Santa Sede del Patriarcato Ortodosso di Bulgaria;
(Molto Reverendo Padre Prof. Ivan Stoyanov Ivanonv, Rappresentante presso la Santa Sede del Patriarcato Ortodosso di Bulgaria)
il Molto Reverendo Don Vittorio Benedetto Rocca, Canonico Decano della Basilica Collegiata di San Sebastiano Martire ad Acireale e S. E. Rev.ma il Vescovo Eletto ed Arciprete Mitrato fr. Ottar Mikael Myrseth, Ordinario della Diocesi di Scandinavia della Chiesa Cattolica Nordica, in attesa di diventarne membri ordinari a seguito dell’investitura nell’Ordine di San Lazzaro che riceveranno nel prossimo mese di luglio.
(S. E. Rev.ma Mons. Roald Nikolai Flemestad, GCLJ, Vescovo Emerito della Diocesi di Scandinavia della NCC
e Delegato per l‘Europa dell’Unione di Scranton)
Infine, quale appartenente al Priorato di Norvegia, ma legato da antica consuetudine con la Sicilia presso la quale ha esercitato le funzioni di Vescovo Ordinario della Chiesa Vecchio Cattolica, dipendente dalla Chiesa Cattolica Nordica, nominato membro d’onore S. E. Rev.ma Mons. Roald Nikolai Flemestad, GCLJ, Vescovo Emerito della Diocesi di Scandinavia della NCC e Delegato per l‘Europa dell’Unione di Scranton.
ESTABLISHMENT OF THE ECUMENICAL SPIRITUAL COUNCIL
OF THE GRAND BAILIWICK OF SICILY
(Mgr Michele Pennisi, GCLJ, Archbishop of Monreale and Grand Spiritual Prior of the Order of St Lazarus of Jerusalem,
Senior Chaplain of the Grand Bailiwick of Sicily)
Following the amendments to the statutes of the Grand Bailiwick introduced by the General Assembly on 15 April 2021, the Grand Bailiff has proceeded to the constitution of the Ecumenical Spiritual Council, chaired by the Senior Chaplain of the Grand Bailiwick, His Excellency Most Reverend Excellency Mgr Michele Pennisi, Archbishop of Monreale. His Excellency Most Reverend Monsignor Antonino Raspanti, ECLJ, Bishop of Acireale, His Excellency Most Reverend Monsignor Frederick Haas, SCHLJ, Bishop of the Anglican Catholic Diocese of Christ the Redeemer, the Most Reverend Archimandrite Chihade Abboud, CHLJ, Aprocrix to the Holy See of the Greek Melkite Patriarch of Antioch and the Most Reverend Don Nicola Gaglio, ACHLJ, Parish Priest of the Cathedral of Monreale.
(Mons. Antonino Raspanti, ECLJ, Bishop of Acireale)
Also called to join the Council, as honorary members, H.E. Rev. Kevin Francis Donlon, LL.M., Ph.D., Auxiliary Bishop of the Anglican Diocese of Zanzibar and Episcopal Vicar for Ecclesiastical Affairs of the Anglican Union for the Propagation of the Gospel;
(Most Rev. Kevin Francis Donlon, Auxiliary Bishop of the Anglican Diocese of Zanzibar)
The Most Reverend Abbot Notker Werner Wolf, OB, Abbot Primate Emeritus of the Benedictines;
(H. E. the Very Reverend Dom Notker Wolf, OB, Abbot Primate Emeritus of the Benedictines)
Very Reverend Father Prof. Ivan Stoyanov Ivanonv, Representative of the Orthodox Patriarchate of Bulgaria to the Holy See;
(Very Reverend Father Prof. Ivan Stoyanov Ivanonv, Representative to the Holy See of the Orthodox Patriarchate of Bulgaria, with Pope Francis)
The Very Reverend Father Vittorio Benedetto Rocca, Canon Dean of the Basilica Collegiata di San Sebastiano Martire in Acireale, Italy, and His Most Reverend Eminence the Bishop Elect and Mitered Archpriest, Brother Ottar Mikael Myrseth, Ordinary of the Diocese of Scandinavia of the Nordic Catholic Church, who are waiting to become Ordinary Members following their investiture in the Order of St Lazarus, which they will receive next July.
(His Excellency Mgr Roald Nikolai Flemestad, GCLJ, Bishop Emeritus of the NCC Diocese of Scandinavia and Delegate for Europe of the NCC and Delegate for Europe of the Union of Scranton)
Finally, as a member of the Priory of Norway, but linked by ancient custom with Sicily where he exercised the functions of Ordinary Bishop of the Old Catholic Church, dependent on the Nordic Catholic Church, appointed as honorary member H.E. Most Rev. Msgr. Roald Nikolai Flemestad, GCLJ, Bishop Emeritus of the Diocese of Scandinavia of the NCC and Delegate for Europe of the Union of Scranton.
Slávnosť svätých Cyrila a Metoda v európskej Vatikánskej kaplnke prvý krát s účasťou bulharskej pravoslávnej cirkvi .
LA BASILICA DI SAN PIETRO HA OSPITATO UNA LITURGIA ORTODOSSA PER I SANTI CIRILLO E METODIO

(La Divina Liturgia ortodossa celebrata dal Molto Reverendo Padre Ivan Ivanov nella Cappella dell’Europa in San Pietro il 24 maggio 2021)
Nell’ambito dei festeggiamenti per i Santi Cirillo e Metodio, la Chiesa Ortodossa Bulgara ha potuto celebrare il 24 maggio nella Cappella dell’Europa delle Grotte vaticane. È la prima volta che una celebrazione ortodossa si tiene nella Basilica Vaticana.
La celebrazione è parte di un fitto calendario stabilito dalla Chiesa Ortodossa Bulgara in Italia in vista della tradizionale visita dei presidenti di Bulgaria e Macedonia in occasione della ricorrenza. I Santi Cirillo e Metodio, patroni d’Europa, sono festeggiati dalle Chiese ortodosse il 24 maggio. I presidenti saranno in udienza dal Papa il prossimo 27 maggio.
Giovanni Paolo II proclamò i Santi Cirillo e Metodio patroni dell’Europa il 31 dicembre 1980, e il 2 novembre 1981 benedisse la “Cappella d’Europa”, che si trova nella cripta della Basilica papale, situata sotto il baldacchino del Bernini e accanto alla tomba del Bernini. Nella cappella vi è anche un bassorilievo in bronzo che raffigura i Cirillo e Metodio e San Benedetto, anche lui patrono d’Europa.
La celebrazione ortodossa nella cappella d’Europa ha ricevuto il supporto del Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e del Cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica di San Pietro, nonché di Bogdan Patashev, ambasciatore di Bulgaria presso la Santa Sede, e dell’arcivescovo Anselmo Pecorari, nunzio in Bulgaria.
Il sacerdote Ivan Ivanov, che ha presieduto la celebrazione e nel mese di luglio diventerà membro del Gran Baliato di Sicilia dell’Ordine di San Lazzaro, ha sottolineato che l’evento è “particolarmente importante, poiché non ci siamo limitati a eseguire la prima preghiera di ringraziamento dedicata ai Santi Cirillo e Metodio, ma per la prima volta abbiamo svolto una intera celebrazione ortodossa in un luogo sacro per la Chiesa Cattolica, dove si trovano le reliquie di San Pietro, e questo è un grande onore per noi”.
Spiega il sacerdote Ivanov, si devono eseguire le orme dei Santi Cirillo e Metodio, che hanno svolto a Roma una serie di attività “ecclesiastico diplomatiche per costruire un ponte tra Oriente e Occidente” e ricorda che è stato nel XIX secolo che è rinata la tradizione dell’omaggio a Roma ai Santi Cirillo e Metodio, proprio con la riscoperta dell’opera dei Santi fratelli a Roma.
“Papa Pio IX – dice Ivanov – aveva ricevuto dal vescovo croato Josip Strossmayer, grande amico del popolo bulgaro, la richiesta di iniziare uno studio per trovare le reliquie di San Cirillo. Il papa ha accolto favorevolmente la proposta e autorizzato gli scavi archeologici presso la Basilica di San Clemente dal celebre archeologo De Rossi. Il suo lavoro fu proseguito dall’archeologo Maruli, che nel 1862 trovò il presunto sito della tomba di San Costantino-Cirillo e scoprì gli unici affreschi paleocristiani raffiguranti il trasferimento delle reliquie di San Clemente da parte di educatori slavi alla presenza di Papa Adriano e l’intero clero e il popolo di Roma, come testimoniano le fonti scritte medievali”.
Il 30 settembre 1880 Papa Leone XIII pubblica l’enciclica „Grande munus“, che commemora i meriti dei Santi Fratelli per l’evangelizzazione dell’Europa e determina la celebrazione liturgica della loro memoria nella Chiesa cattolica romana il 7 luglio, e nel 1881 c’è la prima celebrazione a Roma dei Santi Cirillo e Metodio, che attira a Roma più di 1400 pellegrini.
Ivanov racconta che “la prima celebrazione ufficiale documentata dai bulgari il 24 maggio a Roma fu nel 1924”, su idea del professor Lubomir Miletic, presidente dell’Accademia bulgara delle scienze e docente all’università di Sofia, e la celebrazione fu molto solenne.
L’anno successivo, per il Giubileo, nei mesi di luglio e ottobre, la Chiesa organizzò un pellegrinaggio a Roma nella Basilica di San Clemente, guidato dall’allora visitatore apostolico di Bulgaria Angelo Giuseppe Roncalli, che sarebbe stato poi eletto Papa con il nome di Giovanni XXIII.
Ivanov sottolinea che tutto cambia con l’arrivo del comunismo e del regime ateo in Bulgaria, e si arriva ad una totale separazione tra le celebrazioni di Stato e quello di Chiesa. La prima – dice Ivanov – “è formale: una delegazione selezionata a caso di dipendenti dell’ambasciata secondaria si reca nella prigione di San Clemente, viene posta una corona di fiori a nome della direzione del partito della Repubblica popolare di Bulgaria, che gli emigranti bulgari buttano via senza tante cerimonie durante la loro visita alla tomba. Molte volte presso la tomba del santo si sono svolte manifestazioni aggressive tra la delegazione ufficiale e gli emigranti”.
All’inizio degli anni Sessanta, il Cardinale Amleto Cicognani, titolare della basilica di San Clemente, riapre la questione della ricerca delle reliquie in occasione del 1100° anniversario della loro missione evangelizzatrice. Le reliquie vengono scoperte nell’estate nel 1963, e il 15 novembre dello stesso anno Paolo VI presentò la reliquie in Cappella Sistina a 250 prelati a Roma per la seconda sessione del Concilio Vaticano II.
Nel 1977, è stato celebrato a Roma il 1150° anniversario della nascita di san Cirillo, e questo portò alla creazione di una delegazione ufficiale mista tra Statto e Chiesa per la celebrazione. È una tradizione che continua ancora oggi.
International Hospitaller Report 2021.
2021 International Hospitaller Report
Príspevok Rytierskeho Rádu Maršala Radeckého k spoločnej histórii národov Rakúsko-Uhorskej monarchie .
Autorom článku je Prof. Reinhard Knittel . Blízkosť Cisára Karola I. a Poľného Maršala J. Radeckého a oddanosť Poľného maršala Radeckého cisárovi aj po rokoch ukazuje skutočnosť , že ako jediný kto nebol Habsburg je pochovaný v hrobke Habsburgovcov . Cisár Karol I. ho chcel mať pri sebe aj na večnosti .
Koptsko katolícke priateľstvo je posilnené.
SI RAFFORZA L’AMICIZIA COPTO-CATTOLICA

(Uno degli incontri tra Papa Francesco e Papa Tawadros)
Il desiderio, reciproco, è quello di incontrarsi di nuovo dopo la pandemia. Papa Francesco e Papa Tawadros, si sono sentiti al telefono in occasione della giornata dell’Amicizia Copto Cattolica, per una cordiale conversazione. La telefonata, poco pubblicizzata se non sui media egiziani, è arrivata insieme alla consueta lettera di Papa Francesco a Papa Tawadros, in cui quest’anno il Papa esprime la sua gioia per i legami tra la Sede di Pietro e quella di San Marco.
La giornata di amicizia copto-cattolica si tiene il 10 maggio. È stata istituita dopo il primo incontro tra Papa Francesco e Papa Tawadros nel 2013 in Vaticano, giorno che è anche anniversario del primo storico incontro tra un Papa e un patriarca copto, Paolo VI e Papa Shenouda III, che si incontrarono il 10 maggio 1973.
Anche lo scorso anno, Papa Francesco inviò un messaggio e fece una telefonata. Secondo i media egiziani, Papa Francesco avrebbe fatto riferimento ai copti ortodossi martiri in Libia e avrebbe espresso il desiderio di incontrare Papa Tawadros una volta che la pandemia avrebbe avuto fine. Papa Tawadros avrebbe detto di avere lo stesso desiderio, e avrebbe ringraziato il Papa per il suo recente viaggio in Iraq, che ha “ricordato la visita di Papa Francesco in Egitto nel 2017”.
Da parte sua, Papa Francesco avrebbe descritto il viaggio in Iraq come un segno di amore e di affetto per le persone che hanno sofferto molto.
Papa Francesco e Papa Tawadros avrebbero infine pregato per la Chiesa, per il mondo, per il Medio Oriente, e perché la situazione in Etiopia si risolva.
Nel messaggio, invece, Papa Francesco ha ricordato i 21 martiri copti uccisi sulle spiagge libiche il 15 febbraio 2015, “il cui sangue non è solo seme dei cristiani, ma anche, ne sono fortemente convinto, un seme che porterà molto frutto all’unità dei cristiani”.
Il Pontefice ha quindi aggiunto che nel percorso verso la piena comunione tra le nostre Chiese, “siamo come i discepoli che camminano verso Emmaus, accompagnati da Cristo stesso, che ci guida al desiderato giorno in cui celebreremo insieme sullo stesso altare la sua morte e resurrezione”.
Il 16 maggio, il vescovo Brian Farrell ha partecipato alla liturgia copto ortodossa presieduta dal vescovo della Chiesa Copta Ortodossa in Italia Barnaba El Soriani.
“In questo periodo di pandemia e di ‘distanziamento sociale” – ha detto – ci rendiamo conto a che punto sono preziosi i nostri legami di amicizia. Tra noi cristiani, la nostra amicizia è radicata nell’amicizia di Gesù Cristo stesso con tutti i suoi discepoli. Mi viene in mente la celebre “Icona dell’amicizia” copta del VI secolo raffigurante il Signore che pone la sua mano sulla spalla del suo amico, il santo monaco Mena d’Egitto”.
Il segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani ha chiesto di sviluppare i sentimenti di amicizia, perché “dare la vita per i propri amici è proprio quello che fanno i santi e i martiri. E quello che siamo anche noi chiamati a fare sul cammino verso la piena unità tra le nostre Chiese”. E quindi ha pregato perché “in questo giorno non solo celebriamo la nostra amicizia, ma approfondiamo la nostra amicizia in Cristo per essere in grado di rispondere sempre di più alla preghiera che il Signore Gesù ha espresso alla vigilia della sua Passione: “che siano una sola cosa”.
RITORNO ALLA CASA DEL PADRE DI S.E. GEOFF FOSBERRY, GCLJ GRAN CANCELLIERE EMERITO DELL’ORDINE DI SAN LAZZARO
RITORNO ALLA CASA DEL PADRE DI S.E. GEOFF FOSBERRY, GCLJ GRAN CANCELLIERE EMERITO
DELL’ORDINE DI SAN LAZZARO

Geoff Fosberry era nato il 5 gennaio 1929 ed è entrato nella Royal Navy alla fine degli anni ’40.
Si è sposato nel 1950 con Mavis Parker dalla quale ha avuto due figli, Lindsay e Tim.
Nel 1959 fece un corso di meteorologia alla Naval Meteorology School a Dale, a ovest di Milford Haven, per qualificarsi come ufficiale metereologo della Royal Navy e prese parte ai test nucleari di Christmas Island alla fine degli anni ’50 ed all’inizio degli anni ’60.
Alla fine del 1965 fu promosso Comandante e inviato a Malta con l’incarico nazionale di Ufficiale Meteorolo della Flotta del Mediterraneo e con l’incarico NATO di Capo Met e Oceanografico al COMNAVSOUTH.
Seguì un corso intensivo di lingua italiana in Italia che gli permise di diventare un interprete qualificato della RN, e fu chiamato quando militari di alto livello erano in visita a Malta.
Nel 1972 finì un giro di servizio come Ufficiale Senior Met a Yeovilton.
Collocato a riposo dalla RN si stabilì a Yeovil, una città della contea del Somerset, in Inghilterra, dove successivamente fondò due scuole di lingue.
Nel 1994 entrò nell’Ordine Militare e Ospedaliero di San Lazzaro e divenne membro della Gran Commenda del Castello, con sede al Castello Lanzun di Mensija, a Malta, della quale divenne Cancelliere e, poco dopo, Commendatore. Assunse anche il ruolo di Gran Cancelliere dell’Ordine ed ebbe una grande influenza nel plasmare il suo futuro. E’ stato uno dei membri più decorati ed è stato nominato Cavaliere di Gran Croce e insignito del Gran Collare, che è la più alta decorazione che può essere conferita a qualsiasi membro.
Ha fatto parte del Gran Comitato Esecutivo e del Gran Consiglio Magistrale.
Dal 2012 si era stabilito in Romania, dove è deceduto dopo una breve malattia.
Posolstvo J.E. Mons. Michele Pennisiho arcibiskupa v Moreale Cirkevného Veľkopriora k sviatku Ducha svätého .
MESSAGGIO DI PENTECOSTE DEL GRAN PRIORE ECCLESIASTICO DELL’ORDINE DI SAN LAZZARO

(Pentecoste, Libro d’Ore di Étienne Chevalier, 1452 – 1460, miniato da Jean Fouquet, Museo Condé, Chantilly)
Carissimi Confratelli e Consorelle dell’Ordine di san Lazzaro di Gerusalemme,
La Pentecoste è la festa dello Spirito, il dono per eccellenza del Risorto, che viene effuso con abbondanza sulla comunità dei primi credenti e ci viene donato perché siamo sostenuti nell’impegnativo compito di liberare il mondo dalle malattie e da ogni forma di male, per farci prendere coscienza di essere figli di Dio e fratelli e sorelle in Cristo.
Lo Spirito Santo costituisce l’anima, la linfa vitale della Chiesa e di ogni singolo cristiano: è l’Amore di Dio che fa del nostro cuore la sua dimora ed entra in comunione con noi. Lo Spirito Santo sta sempre con noi, sempre è in noi, nel nostro cuore. Il mistero profondo dello Spirito è quello di essere «dono».
Lo Spirito santo è il dono della vita piena; il dono dell’amore che noi non saremmo capaci di vivere; il dono della gioia che spegneremmo ogni giorno; il dono che ci permette di respirare in comunione con i fratelli e le sorelle, confessando con loro una sola fede e una sola speranza; il dono che ci fa parlare a nome di tutte le creature come voce che loda e confessa il Creatore e Signore
La vita cristiana, per svilupparsi e giungere a maturazione, esige una assistenza speciale dello Spirito santo e dei suoi doni.
S. Agostino afferma che «lo Spirito santo è il dono di Dio a tutti coloro che per mezzo suo amano Dio».
Lo Spirito stesso è il dono di Dio” per eccellenza (cfr Gv 4,10), è un regalo di Dio, e a sua volta comunica a chi lo accoglie diversi doni spirituali.
La Chiesa ne individua sette, numero che simbolicamente dice pienezza, completezza; I doni dello Spirito Santo sono: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio.
Attribuiti in prima istanza al Messia (cf. Is 11,1-2)2, nel quale si realizzano in pienezza, questi doni perfezionano le virtù del battezzato, rendendolo docile e obbediente a seguire le mozioni dello Spirito.
Il dono della sapienza, ci permette di gustare la presenza di Dio e ci introduce alla contemplazione dell’amore di Dio per noi.
Il dono dell’intelletto, ci fa penetrare nell’intimo del progetto di salvezza di Dio con gli occhi della fede e ci introduce all’esperienza intuitiva di Dio.
Il dono del consiglio ci aiuta a conoscere il giudizio di Dio nelle vicende umane alla luce della sua Parola ed è un sostegno forte nella pratica del discernimento.
Il dono di scienza ci fa valutare la realtà a partire dall’incontro con Cristo e ci fa interpretare i segni dei tempi e cogliere i semi del Verbo presenti nella realtà.
Il dono della fortezza: ci rende fedeli e perseveranti nella fede e ci aiuta ad andare contro corrente rispetto alle mode passeggere e alla mentalità mondana e a essere testimoni coraggiosi del Vangelo.
Il dono della pietà: suscita in noi il bisogno ad affidarsi al Padre ricco di misericordia, suscita in noi la preghiera di ringraziamento e di lode e ci rende disponibili alle necessità del prossimo.
Il dono del santo timore di Dio non è paura di Dio, ma gratitudine per essere sotto lo sguardo di Dio, è coscienza di essere avvolti dall’abbraccio di Dio.
Nella misura in cui accogliamo i doni dello Spirito siamo chiamati a realizzare nella nostra vita quello che san Paolo nella lettera ai galati chiama “il frutto dello Spirito” (Gal. 5,22). Le varie sfaccettature dell’unico frutto dello Spirito sono: l’amore di Dio e del prossimo infuso dallo Spirito Santo anima e fondamento di tutte le virtù; la gioia piena capace di superare tutte le tribolazioni; la pace frutto della giustizia; la pazienza da cui deriva la perseveranza; la benevolenza che ci fa diventare più affettuosi, gentili, capaci di incoraggiare, consolare; la bontà che ci fa essere magnanimi e misericordiosi verso il prossimo; la fedeltà che ci rende persone affidabili per Dio e per gli altri; la mitezza che ci fa agire con amore e umiltà in qualsiasi situazione e ci fa resistere contro il male; il dominio di se stessi che non ci rende schiavi dei desideri della carne e ci fa vivere la libertà dei figli di Dio.
In questo periodo di pandemia dobbiamo lasciarci guidare dallo Spirito Santo, che ci fa vincere ogni paura e ci rende capaci di fare della nostra vita un dono d’amore che supera persino lo sgomento della morte.
+ Michele Pennisi
Arcivescovo di Monreale
Gran Priore Ecclesiastico dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme
Maestro della Pentecoste (Mario da Laurito?), sec. XVI, Palazzo Abatellis Palermo
Dear Confreres and Consoeurs of the Order of Saint Lazarus of Jerusalem,
Pentecost is the feast of the Spirit, the gift par excellence of the Risen One, spread with abundance on the community of first believers and is given to us to strengthen us in the demanding task of freeing the world from diseases and all forms of evil and to make us aware that we are children of God and brothers and sisters in Christ.
The Holy Spirit constitutes the soul, the lifeblood of the Church and of every single Christian: it is the Love of God which makes our hearts His home and enters into communion with us. The Holy Spirit is always with us, always in us, in our hearts. The profound mystery of the Spirit is to be a „gift“.
The Holy Spirit is the gift of full life; the gift of love which we would not otherwise be able to show in our lives; the gift of joy which would be absent from our lives; the gift that allows us to breathe in communion with our brothers and sisters, confessing with them one faith and one hope; the gift that makes us speak on behalf of all creatures with a voice that praises and confesses the Creator and Lord.
Christian life, in order to develop and mature, requires special assistance from the Holy Spirit and his gifts. St Augustine affirms that „the Holy Spirit is God’s gift to all who love God through him „.
The Spirit himself is God’s “gift“ (cf. Jn 4:10) and, in turn, communicates different spiritual gifts to those who receive Him. The Church identifies seven of them, a number that symbolically says fullness and completeness.
The gifts of the Holy Spirit are: wisdom, intellect, counsel, fortitude, science, piety and fear of God. Attributed in the first instance to the Messiah (Cf. Is 11:1-2) in whom they are realized in fullness, these gifts perfect the virtues of the baptized, making us meek and obedient to follow the motions of the Spirit.
The gift of wisdom allows us to taste the presence of God and introduces us to the contemplation of God’s love for us.
The gift of the intellect makes us penetrate the depths of God’s plan of salvation with the eyes of faith and introduces us to God’s intuitive experience.
The gift of counsel helps us to know God’s judgment in human affairs in the light of his Word and is a strong support in the practice of discernment.
The gift of fortitude makes us faithful and persevering in faith and helps us to go against the current with respect to passing fashions and the worldly mentality and to be courageous witnesses of the Gospel.
The gift of science makes us evaluate reality starting from the encounter with Christ and helps us to interpret the signs of the times and grasp the seeds of the Word present in reality.
The gift of piety arouses in us the need to entrust ourselves to the Father who is rich in mercy, stimulates our prayers of thanksgiving and praise and makes us available to the needs of others.
The gift of God’s holy fear is not fear of God, but gratitude to be under God’s gaze; it is the awareness of being enveloped by God’s embrace.
To the extent that we accept the gifts of the Spirit, we are called to realize in our lives what Saint Paul calls in his letter to the Galatians „the fruit of the Spirit“ (Gal. 5:22). The various facets of the one fruit of the Spirit are: the love of God and neighbour infused by the Holy Spirit, soul and foundation of all virtues; full joy capable of overcoming all tribulations; peace, the fruit of justice; the patience from which perseverance derives; the benevolence that makes us more affectionate, kind, capable of encouraging, consoling; the goodness that makes us magnanimous and merciful towards others; the fidelity that makes us reliable people for God and for others; the meekness that makes us act with love and humility in any situation and makes us resist evil; the domination of oneself that does not enslave us to the desires of the flesh and makes us live the freedom of God’s children.
In this period of pandemic, we must allow ourselves to be guided by the Holy Spirit, who enables us to overcome all fear and makes us capable of making our lives a gift of love that even conquers the dread of death.
+ Michele Pennisi
Archbishop of Monreale
Ecclesiastical Grand Prior of the Order of Saint Lazarus of Jerusalem
Slovenský preklad :
Slovenský preklad pripravil Mons. Michal Baláž SCLJ
Kostol a hrobka sv. Lazara v Larnake.
LA CHIESA E LA TOMBA DI SAN LAZZARO A LARNACA

(La Chiesa di San Lazzaro a Larnaca)
La chiesa di San Lazzaro (in greco: Ιερός Ναός Αγίου Λαζάρου) è una chiesa della fine del IX secolo a Larnaca, Cipro. Appartiene alla Chiesa di Cipro, una chiesa greco-ortodossa autocefala.
La chiesa di San Lazzaro prende il nome dalla figura del Nuovo Testamento Lazzaro di Betania, il soggetto di un miracolo raccontato nel Vangelo di Giovanni, in cui Gesù lo risuscita dai morti, titolare del nostro Ordine.
Secondo la tradizione ortodossa, qualche tempo dopo la risurrezione di Cristo, Lazzaro fu costretto a fuggire dalla Giudea a causa di voci di complotti sulla sua vita e venne a Cipro. Lì fu nominato da Paolo e Barnaba come primo vescovo di Kition (l’attuale Larnaca). Si dice che abbia vissuto per altri trent’anni e che alla sua morte sia stato sepolto lì per la seconda e ultima volta. La chiesa di San Lazzaro fu costruita sulla presunta (seconda) tomba di Lazzaro.
(La Tomba di San Lazzaro nella omonima Chiesa a Larnaca)
La tradizione dice che il luogo della tomba di Lazzaro fu perso durante il periodo della dominazione araba a partire dal 649. Nell’890, una tomba fu trovata a Larnaca con l’iscrizione „Lazzaro, morto da quattro giorni, amico di Cristo“. L’imperatore Leone VI di Bisanzio fece trasferire i resti di Lazzaro a Costantinopoli nell’898. Il trasferimento fu apostrofato da Arethas, vescovo di Cesarea, e viene commemorato dalla Chiesa ortodossa ogni anno il 17 ottobre. Le reliquie trasferite furono poi saccheggiate dalla quarta crociata all’inizio del XIII secolo e furono portate a Marsiglia, ma in seguito perse.
Come ricompensa a Larnaca per la traslazione, l’imperatore Leone fece erigere la Chiesa di San Lazzaro sulla tomba di Lazzaro tra la fine del IX e l’inizio del X secolo.
Sotto il dominio franco e veneziano (dal XIII al XVI secolo), la chiesa divenne cattolica. Un portico coperto in pietra (stoa) di stile gotico fu aggiunto sul suo lato sud durante questo periodo.
Le tre imponenti cupole di questa basilica ortodossa e il campanile originale furono distrutti, probabilmente nei primi anni del dominio ottomano (1571 d.C.), quando la chiesa fu trasformata in moschea. Nel 1589, gli ottomani la rivendettero agli ortodossi, probabilmente a causa del suo cimitero cristiano. Per i successivi duecento anni fu usata sia per le funzioni ortodosse che per quelle cattoliche. Il portico porta tracce di iscrizioni greche, latine e francesi. Nel 1857, dopo che le autorità ottomane permisero nuovamente alle chiese cipriote di avere campanili, il campanile della chiesa fu ricostruito in stile latineggiante.
(Iconostasi della Chiesa di San Lazzaro a Larnaca)
La scultura in legno dell’unica iconostasi barocca della chiesa fu fatta tra il 1773 e il 1782 da Chatzisavvas Taliadorou. L’iconostasi fu placcata in oro tra il 1793 e il 1797. Alcune delle icone furono dipinte verso la fine del XVIII secolo da Michael Proskynetes di Marathasa. Il pittore di icone Hatzimichael completò l’iconografia dell’iconostasi nel 1797. Alcuni dei mobili intagliati in legno (compreso un pulpito rococò su un pilastro per uso cattolico) e le icone sulle pareti sono del XVII secolo.
Un incendio nel 1970 ha danneggiato gran parte dell’interno, compresi danni estesi ad una sezione dell’iconostasi insieme alle icone corrispondenti. L’iconostasi è stata parzialmente restaurata ed è stata ri-placcata in oro tra il 1972 e il 1974. Durante i successivi restauri della chiesa, il 2 novembre 1972, furono scoperti dei resti umani in un sarcofago di marmo sotto l’altare, e furono identificati come parte delle reliquie del santo (non essendo state tutte rimosse a Costantinopoli, a quanto pare).
Vatikánska pracovná skupina sa bude zaoberať exkomunikáciou mafiánov.
Exkomunikáciou mafiánov sa bude zaoberať vatikánska pracovná skupina , ktorej členom je aj J.E. arcibiskupom Mons. Michele Pennisim cirkevným Veľkopriorom Vojenského Rytierskeho Śpitálskeho Rádu sv. Lazara z Jeruzalemského , ktorý zakázal aby mafiáni mohli byť krstnými alebo birmovnými otcami .
Vatikán 10. mája (RV) Dikastérium pre integrálny ľudský rozvoj zriadilo Pracovnú skupinu pre exkomunikáciu mafií. Iniciatíva, ktorá vznikla práve v čase, keď Cirkev blahorečila sudcu Rosaria Livatina pre jeho kresťanský príklad a charakternosť v zápase s mafiou, je ďalším krokom v angažovanosti sa vatikánskeho úradu v tejto problematike.
„Ku cti Rosaria Livatina, prvého blahoslaveného sudcu v dejinách Cirkvi, ktorý svoju profesiu vykonával odvážne ako poslanie laika, zriadilo Dikastérium pre integrálny ľudský rozvoj pracovnú skupinu pre ´exkomunikáciu mafií´ s cieľom prehĺbiť tému, spolupracovať s biskupmi sveta, propagovať a podporovať iniciatívy.“
Takto o zriadení skupiny informovalo dikastérium 9. mája 2021, v deň slávnosti blahorečenia sicílskeho sudcu v Agrigente, ktorý bol zabitý mafiou v roku 1990. Už v auguste 2018 dal prefekt dikastéria kardinál Peter Turkson zrod medzinárodnej globálnej sieti proti korupcii, organizovanému zločinu a mafiám.
Táto téma je predmetom pozornosti magistéria pápeža Františka. Vo svojej nedávnej sociálnej encyklike Fratelli tutti upozorňuje, ako „samota, obavy a neistota mnohých ľudí, ktorí sa cítia opustení systémom, spôsobujú, že sa vytvára úrodná pôda pre mafiu“ (č. 28). V texte pápež pripomína, ako sa mafia vnucuje predstavovaním sa ako „ochrankyňa“ zabudnutých, „zatiaľ čo sleduje svoje vlastné kriminálne záujmy“. Toto konštatovanie sa zdá byť výzvou nepodceňovať ani súčasné riziko súvisiace so sociálno-ekonomickou krízou vyvolanou pandémiou.
Od historického energického apelu Ján Pavol II. na obrátenie mafiánov, ktorý vyhlásil vo Valle dei Tempi v Agrigente v máji 1993, cez zadefinovanie mafie ako „cesty smrti“ Benediktom XVI. v roku 2010 v Palerme, prichádzame k poslednej „exkomunikácii“ mafiánov pápežom Františkom v Sibari, v Kalábrii, v roku 2014. Pri tej príležitosti Svätý Otec v homílii pri svätej omši slávenej 21. júna na otvorenom priestranstve v Ex Insud definoval „Ndranghetu“ ako „klaňanie sa zlu a pohŕdanie spoločným dobrom“ a dodal, že mafiáni „nie sú v spoločenstve s Bohom: sú exkomunikovaní“.
Pracovná skupina „pre exkomunikáciu mafií“ vznikla práve preto, aby dala pastoračný podklad slovám pápeža Františka a umožnila Cirkvi s jej univerzálnosťou odpovedať na celosvetový charakter mafií vyjasnením, že patriť k nim je nezlučiteľné s evanjeliom. Ciele novovzniknutej pracovnej skupiny vysvetlil pre Vatican News koordinátor iniciatívy Vittorio V. Alberti, oficiál Dikastéria pre integrálny ľudský rozvoj:
„Komisia bola zriadená ako pokračovanie práce, ktorú sme začali pred štyrmi rokmi v záležitosti mafie a korupcie. V istom bode sme si totiž uvedomili, že v Sociálnej náuke Cirkvi, v Kánonickom práve, ani v Katechizme sa nespomína exkomunikácia mafiánov. Uvedomili sme si, že na posilnenie tejto exkomunikácie, vyhlásení a náuky pápeža Františka k tejto téme, bolo potrebné niečo podniknúť. Z tohto vzišlo vytvorenie pracovnej skupiny.“
Ako vysvetlil Vittorio Alberti, pracovná skupina bude spolupracovať a podporovať biskupov sveta, ktorí už pracujú v týchto záležitostiach. Ďalej bude propagovať a podporovať iniciatívy v tejto oblasti a koordinovať ich. Je potrebné definitívne vylúčiť akúkoľvek možnosť kompromisu určitého „katolicizmu“ s mafiami, a venovať sa i doktrinálnym a kánonicko-právnym aspektom, uviedol Vittorio Alberti. Priblížil aj zloženie skupiny s menami siedmich osobností:
„Súčasťou skupiny sú arcibiskup Monrealu Mons. Michele Pennisi, predseda Tribunálu Mestského štátu Vatikán Giuseppe Pignatone, ďalej prezident Asociácie Libera otec Luigi Ciotti a tiež vedúca Parlamentnej protimafiánskej komisie Rosy Bindiová.
Potom sú tam generálny inšpektor kaplánov talianskych väzníc otec Raffaele Grimaldi, docent na Lateránskej univerzite don Marcello Cozzi, ktorý má dlhodobú skúsenosť s týmito témami, a je tam tiež Mons. Ioas Alexandru Pop z Pápežskej rady pre legislatívne texty. Ako dikastérium sme si totiž určili, že zapojíme aj ďalšie dikastériá, od ktorých už máme úplnú podporu. Je to napríklad Kongregácia pre náuku viery a spomínané dikastérium zaoberajúce sa legislatívnymi textami.“
Koordinátor iniciatívy Vittorio Alberti odpovedal aj na otázku, prečo oznámili zriadenie tejto komisie práve v deň blahorečenia Rosaria Livatina:
„Blahorečenie Livatina je skutočne epochálnou udalosťou, pretože je prvým sudcom v histórii Cirkvi, ktorý sa stal blahoslaveným a ide o laika, autentického laika.
Potom i uznanie zo strany Svätej stolice, univerzálnej Cirkvi, mučeníctva sudcu, ktorý zakročil proti mafiám, je veľmi silným posolstvom pre potvrdenie, že mafia nemá nič spoločné s evanjeliom a teda ani s Cirkvou.
To, čo nám leží na srdci je predovšetkým potvrdiť raz a navždy, že na svete nie je možné patriť k mafiám a byť súčasťou Cirkvi. Z tohto východiska chceme budovať novú pastoráciu, nový program v zmysle kultúry, ktorý sa bude týkať predovšetkým obetí, čoho súčasťou bude aj práca vo väzeniach, rozhovory s odsúdenými a ich sprevádzanie na ceste nádeje.“
Bol vymenovaný nový kancelár Lazaristkej Akadémie sv. Ľudovíta IX. kráľa Francúzska.
REV.MO ARCHIMANDRITA CHIHADE ABBOUD, CHLJ
NOMINATO NUOVO CANCELLIERE ELL’ACCADEMIA LAZZARITA SAN LUIGI IX RE DI FRANCIA

Il Rev.mo Archimandrita Chihade Abboud, Apocrisario di Sua Beatitudine Youssef Absi presso la Santa Sede e Rettore della Basilica di Santa Maria in Cosmedin, è stato nominato nuovo Cancelliere dell’Accademia Lazzarita San Luigi IX Re di Francia.
Padre Chiahade Abboud è nato il 21 Ottobre 1978 in Jdaydet Artouz (Siria). Entrato nel seminario minore nel 1990 a Damasco, ha in seguito frequentato il seminario maggiore dal 1996 in Libano. Ha completato i suoi studi in filosofia e teologia presso l’Istituto di St. Paul per la Filosofia e la Teologia a Harissa in Libano.
Ordinato dall’Arcivescovo Isidoro diacono nella Cattedrale di Nostra Signora Al-niah il 9 Maggio 2004, e sacerdote da Sua Beatitudine il Patriarca Gregorio III Laham il 2 luglio 2004 nella sua città natale di Jdaydet Artouz. Nominato parroco di Nostra Signora della Pace in Harasta.
Inviato a specializzarsi in materia di diritto canonico della Chiesa latina, ha conseguito la laurea presso l’Istituto San Pio X a Venezia, associata con l’Università della Santa Croce a Roma, ha ottenuto il titolo di dottorato in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Lateranense in Roma.
Ha svolto l’incarico di Giudice presso il Tribunale Ecclesiastico e di Segretario della Conferenza Episcopale Siriana fino al 19 maggio 2018, quando è stato elevato al rango di Archimandrita da Sua Beatitudine Youssef Absi Patriarca della Chiesa Cattolica Greco-Melkita e nominato Rettore della Basilica di Santa Maria in Cosmedin – Roma ed Apocrisario di Sua Beatitudine presso la Santa Sede.
E’ membro dell’Ordine dal 2019 presso il Gran Baliato di Sicilia, al cui insediamento ha assistito in rappresentanza del Patriarca Protettore dell’Ordine.
Ostrov sv. Lazara pri Benátkach.
L’ISOLA DI SAN LAZZARO A VENEZIA

(L’isola di San Lazzaro – Venezia)
E’ il 2 aprile 1715: all’approdo degli Alberoni, dinanzi a Venezia, arriva una piccola imbarcazione, piuttosto malandata, dopo la lunga traversata dal Peloponneso fino alle sponde veneziane, la San Cirillo. Una nave adoperata per i commerci tra Venezia e l’Oriente, che a volte trasporta anche passeggeri.
Questa volta ci sono, sul ponte, dodici monaci, dalle lunghe barbe nere. Sono guidati dal padre Pietro Manouk, detto Mechitar, ossia il consolatore, sono armeni e hanno alle spalle molte traversie. Ma ora sono felici: la laguna, in quell’ora dorata del tramonto, appare loro come una visione, una promessa di pace e serenità.
(Mechitar di Sebaste)
La lontana Armenia è stata abbandonata per via di minacce e persecuzioni messe in atto dall’impero ottomano e anche da contrasti tra armeni apostolici e armeni cattolici. Mechitar è riuscito rocambolescamente a sfuggire agli attacchi, a imbarcarsi per Venezia per raggiungere la Serenissima. La speranza è di poter fondare un monastero e poter qui, nel cuore della laguna, ridare un volto e un corpo, sia pure in miniatura, della patria perduta. Ancora di più: da qui, da un lembo di terra veneziana, ridare forza e vigore all’idea di nuova Armenia. Una patria spirituale e culturale che niente e nessuno potesse più colpire, disgregare, disperdere.
Sarà proprio l’isola di san Lazzaro l’epicentro della rinascita della cultura e della spiritualità armena, che si irradierà in tutto il mondo.
Quella piccola isola aveva anch’essa una storia travagliata. Nel IX secolo ci erano vissuti i benedettini di Sant’Ilario. In seguito, l’isola fu trasformata in ospizio per malati, poi a lebbrosario e prese il nome di San Lazzaro, protettore dei lebbrosi e titolare del nostro Ordine. Un luogo di pena e di dolore. Venne abbandonata e si ridusse in uno stato di totale abbandono fino ai primi anni del 1700, quando la Repubblica di Venezia concesse a padre Mechitar e ai confratelli dell’Ordine da lui fondato di stabilirsi sull’Isola di San Lazzaro, che peró in quel tempo era in grave stato di abbandono. I monaci risistemarono tutto e trasformarono le strutture già esistenti in un bellissimo convento.
Venezia aveva deciso di concedere ai monaci fuggiaschi finalmente un porto sicuro e loro riuscirono a raggiungerlo, dopo tanti affanni. Ma perché proprio Venezia, per ricominciare? La Serenissima, in quel tempo, era uno dei più importanti centri di stampa d’Europa, e compito dei padri era quello di preservare la cultura di un popolo, quello armeno, perseguitato da sempre. Vi fondarono una tipografia poliglotta, che divenne nel tempo un importante centro di cultura. Del resto, erano antichissimi e solidi i rapporti tra il popolo armeno e i veneziani, e non solo per motivi di commercio. Padre Mechitar vi sviluppò le sue iniziative di carità e di cultura, raccogliendo giovani armeni, istruendoli e provvedendo anche alla diffusione del sapere nel lontano Oriente con l’invio delle migliori opere ascetiche, letterarie e scientifiche, tradotte dalle varie lingue in armeno, poi stampate nella tipografia nata nel 1789.
(Ordinazione Episcopale di Mons. Boghos Levon Zekiyan, Arcieparca di Costantinopoli
Delegato pontificio per la Congregazione mechitarista di Venezia)
L’isola crebbe velocemente in fama e importanza. Diventò una meta per intellettuali, artisti, religiosi. Di qui passò anche il grande poeta inglese Lord Byron, che si fermò ben due anni per studiare l’armeno, prima di partire alla volta della Grecia e combattere assieme ai greci per l’Indipendenza dai turchi.
Oggi, visitando il monastero, si è avvolti da un’atmosfera mistica e serena. Quando la giornata è serena, dal giardino dell’isola lo sguardo spazia tutt’intorno, dai profili del Lido a quelli delle cupole della città, mentre il riflesso del sole si rinfrange sulle brevi onde del mare. Difficile che la mente non riesca a volare oltre l’orizzonte e varchino le soglie di un paese lontano, reale e fantastico allo stesso. L’Armenia è qui, in questi scampoli di giardino, in questi cortili raccolti, corridoi, chiostri, mentre un monaco accompagna i visitatori a scoprire i tesori qui custoditi. Ma l’Armenia è oltre queste mura, si estende oltre le mura di San Lazzaro e oltre Venezia. Da qui, da questa piccola, luminosa oasi è possibile partire per un viaggio nella lunga e tempestosa storia di questa prima nazione cristiana, nella sua cultura plurimillenaria.
Grande 7.000 mq. San Lazzaro degli Armeni ha al suo centro un complesso ecclesiastico con un grande chiostro, una chiesetta, una biblioteca che contiene 170.000 volumi e 4.500 manoscritti, una tipografia fondata nel 1789 che stampa ancor oggi in 36 lingue, un grande giardino dove accanto ai cipressi amava sostare Byron e un roseto dai cui petali di rosa i padri mechitaristi ottengono una delicata marmellata di rose che vendono ai visitatori. Nel cortile interno è esposta una serie di interessanti diapositive che testimoniano il genocidio che la popolazione armena subì ad opera dell’Impero Ottomano tra il 1915 e il 1916. Furono deportate e massacrate quasi 2 milioni di persone. L’eco di quella strage non si spegne, anche se si vuole ignorarla o sottovalutarla, e ancora il popolo armeno soffre, come dolorosamente la cronaca registra ancora una volta.
Ricca di storia e di misteri, di arte, di cultura, di architetture, leggende e curiosità, l’isola è tornata alla ribalta nelle ultime settimane per il riavvio del processo di beatificazione del suo fondatore, il coraggioso e visionario abate Mechitar.
Poďakovania za podporu a pomoc.
V prílohe pripájame niekoľko ďakovných listov za časť pomoci a podpory najmä v oblasti vzdelávania základným a stredným školám a inštitúcií pôsobiacich na Slovensku v oblasti školstva na Slovensku v rokoch 2020 a 2021.
Osobitné poďakovanie Veľkopriorovi Capt. Ing. Mgr. Stanislavovi Holákovi PhD. GCLJ
Scany ďakovných listov z rokov 2020 a 2021
scan0024 scan0025 scan0026 scan0027 scan0028
foto : Špitálnik Veľkopriorátu Slovensku pri odovzdávaní učebných pomôcok riaditeľovi Strednej priemyselnej školy v Spišskej Novej Vsi RNDr. Ladislavovi Ruttkayovi.
V rámci Rímskokatolíckej cirkvi Biskupstvo Spišské Podhradie úspešne pôsobí Školský úrad , ktorý má v zodpovednosti cca 50 škôl. V rokoch 2020 a 2021 Veľkopriorát Slovensko podporil vzdelávací proces darovaním študijných materiálov pre podporu výuku anglického jazyka. Na fotografii v strede je diecézny administrátor J.E. Mons. ThDr. ICLic. Ján Kuboš PhD, vpravo J.E. Mons. Andrej Imrich emeritný pomocný biskup spišskej diecézy , vľavo je špitálnik Veľkopriorátu Slovensko Lt. Col. Ing Ján Vitko CLJ pri symbolickom odovzdávaní daru .
Poďakovanie za učebné pomôcky na výuku anglického jazyka od SEŠ zo Spišskej Novej Vsi – jún 2021
Kostol sv. Lazara so sarkofágom sv. Lazara
Trojlodní bazilika vystavěna před pol
Pozdrav a posolstvo Veľmajstra Vojenského a špitálskeho rád sv. Lazara k Veľkej noci 2021.
MESSAGGIO PER LA PASQUA 2021
DEL GRAN MAESTRO
DELL’ORDINE DI SAN LAZZARO DI GERUSALEMME

(S.E. Don Francisco de Borbon graf von Hardenberg, GCLJ-J, 50° Gran Maestro dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme)
Di seguito è possibile visionare il video con il messaggio di Pasqua del Gran Maestro dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme.
https://vimeo.com/user128437824
KRISTUS VSTAL Z MŔTVYCH!
CRISTO È RISORTO!
MEDITAZIONE PER LA PASQUA DEL VESCOVO ORDINARIO
DELLA CHIESA CATTOLICA NORDICA
DELEGATO DELL’UNIONE DI SCRANTON IN EUROPA

(Resurrezione di Cristo, Piero delle Francesca, 1465, Museo Civico di Sansepolcro)
Cari confratelli e consorelle dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme!
Il Salmista nella sua profezia sul giorno di Pasqua (Sal. 118,24) dice: „Questo è il giorno che il Signore ha fatto“. Anche se ogni giorno „è fatto per gioire“ (Sal. 90,14), il giorno della risurrezione lo è ancora di più. È il „giorno del Signore“, come ci dice San Giovanni Evangelista, che apre un nuovo futuro all’umanità (Apoc. 1,10).
Sant’Ignazio, il Padre della Chiesa, sviluppa lo stesso tema della centralità del giorno di Pasqua nella sua lettera ai Magnesiani, affermando che „nel giorno del Signore è sorta la nostra vita per mezzo di Cristo e abbiamo ricevuto la fede e la speranza“ (IX, 1). Paradossalmente, il tempo stesso è redento da un evento della storia che dà alla vita un nuovo fondamento.
Così che, nel quadro del racconto della creazione della Genesi, la resurrezione prende ora il posto del sabato ebraico. Il giorno del Signore è allo stesso tempo il primo giorno e l’ottavo giorno. Dio ha dato riposo a tutte le cose e ha fatto l’inizio di un altro mondo. San Barnaba, un altro Padre della Chiesa, acconsente e conclude: „Perciò celebriamo con gioia l’ottavo giorno in cui Gesù è risorto dai morti“ (XV: 8f). Fin dai tempi più antichi la Chiesa cristiana ha celebrato il primo giorno della settimana l’Eucaristia come segno vitale della risurrezione di Cristo (Atti 20:7).
Così la domenica di Pasqua è ancora considerata come la domenica di tutte le domeniche. È il giorno più celebrativo dell’anno perché in quel giorno Dio ha compiuto le sue promesse attraverso suo Figlio Gesù Cristo, il nostro Salvatore.
Buona Pasqua – nonostante la pandemia!
+ Roald Nikolai, GCLJ
Vescovo Ordinario della Chiesa Cattolica Nordica
Delegato per l’Europa dell’Unione di Scranton
(Resurrezione di Cristo, Raffaello Sanzio, 1501-1502, Museo d’arte di San Paolo in Brasile)
Dear Brothers and Sisters of the Order of St. Lazarus of Jerusalem!
The Psalmist in his prophecy about Easter Day (Ps 118:24) says: «This is the day the Lord has made.» Even if every day «is made to rejoice in» (Ps 90:14), the day of the resurrection is all the more so. It is the «Lord’s day», as St. John the Evangelist tells us, opening up a new future for mankind (Apoc 1:10).
St. Ignatius, the Church Father, develops the same theme of the centrality of Easter Day in his letter to the Magnesians, stating that «on the Lord’s day our life sprang up through Christ and we received faith and hope» (IX:1). Paradoxically, time itself is redeemed by an event in history giving life a new foundation.
So that, within the framework of the Genesis account of creation, the resurrection now takes the place of the Hebrew Sabbath. The Lord’s day is at the same time the first day and the eight day. God gave rest to all things and made the beginning of another world. St. Barnabas, another Church Father, assents and concludes: «Therefore we celebrate with gladness the eight day in which Jesus rose from the dead» (XV: 8f). From the earliest times the Christian Church has on the first day of the week celebrated the Eucharist as a life giving sign of Christ’s resurrection (Acts 20:7).
Thus Easter Sunday is still set aside as the Sunday of all Sundays. It is the most celebratory day of the year for on that day God fulfilled his promises through his Son Jesus Christ, our Saviour.
Happy Easter – in spite of the pandemic!
+ Roald Nikolai, GCLJ
Ordinary Bishop of the Nordic Catholic Church
Delegate for Europe of the Union of Scranton
MESSAGGIO PER LA PASQUA 2021 DELL’ARCHIMANDRITA CHIHADE ABBOUD APOCRISARIO PRESSO LA SANTA SEDE DEL PATRIARCA MELKITA DI ALESSANDRIA PROTETTORE SPIRITUALE DELL’ORDINE DI SAN LAZZARO SUA BEATITUDINE YOUSSEF ABSI
MESSAGGIO PER LA PASQUA 2021 DELL’ARCHIMANDRITA CHIHADE ABBOUD APOCRISARIO PRESSO LA SANTA SEDE DEL PATRIARCA MELKITA DI ALESSANDRIA PROTETTORE SPIRITUALE DELL’ORDINE DI SAN LAZZARO SUA BEATITUDINE YOUSSEF ABSI

Carissimi Confratelli e Consorelle dell’Ordine di san Lazzaro di Gerusalemme,
La Santa Pasqua di Risurrezione di Gesù Cristo Nostro Signore è la festa delle feste, perciò gioiamo sorelle e fratelli, avendo l’immagine del risorto davanti ai nostri occhi spirituali. Rallegriamoci perché la nostra natura umana mortale ha già ricevuto la possibilità di risorgere all’immortalità.
Facendo tesoro della vita divina nel nostro essere ricordiamo tutti coloro che ci hanno preceduto nella vita eterna risorgendo con Cristo.
Cito la catechesi di San Giovanni Crisostomo:
“Tutti godete il banchetto della fede. Tutti godete la ricchezza della bontà.
Nessuno lamenti la propria miseria, perché è apparso il nostro comune regno.
Nessuno pianga le proprie colpe, perché il perdono è sorto dalla tomba.
Nessuno tema la morte, perché la morte del Salvatore ci ha liberati.
Stretto da essa, egli l’ha spenta. Ha spogliato l’Ade, colui che nell’Ade è disceso. Lo ha amareggiato, dopo che quello aveva gustato la sua carne.
Ciò Isaia lo aveva previsto e aveva gridato: L’Ade è stato amareggiato, incontrandoti nelle profondità.
Amareggiato, perché distrutto.
Amareggiato, perché giocato.
Amareggiato, perché ucciso.
Amareggiato, perché annientato.
Amareggiato, perché incatenato.
Aveva preso un corpo, e si è trovato davanti Dio.
Aveva preso terra e ha incontrato il cielo.
Aveva preso ciò che vedeva, ed è caduto per quel che non vedeva.
Dov’è, o morte il tuo pungiglione?
Dov’è, o Ade, la tua vittoria?
È risorto il Cristo, e tu sei stato precipitato.
È risorto il Cristo, e i demoni sono caduti.
È risorto il Cristo, e gioiscono gli angeli.
È risorto il Cristo, e regna la vita.
È risorto il Cristo, e non c’è più nessun morto nei sepolcri.
Perché il Cristo risorto dai morti è divenuto primizia dei dormienti. A lui la gloria e il potere per i secoli dei secoli. Amen.”
A nome di Sua Beatitudine Youssef Absi ed a nome mio, auguro a tutti i nostri Cavalieri e Dame in questa santa Pasqua di Risurrezione di vivere come figli della Luce, gioiosi e lieti, fieri di essere figli della risurrezione.
Invoco la benedizione del Risorto su tutti Voi e su tutte le Vostre famiglie nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amin.
Roma, 4 aprile 2021
Archimandrita Chihade Abboud, ChLJ
Apocrisario di Sua Beatitudine Youssef Absi presso la Santa Sede
Rettore della Basilica di Santa Maria in Cosmedin
Posolstvo poslednej večere 2021.
MESSAGGIO PER LA PASQUA 2021 DEL GRAN PRIORE ECCLESIATICO DELL’ORDINE DI SAN LAZZARO DI GERUSALEMME

(Resurrezione di Cristo – affresco XIV sec. – Cripta del Duomo di Castelbuono – Palermo)
Carissimi Confratelli e Consorelle dell’Ordine di san Lazzaro di Gerusalemme,
“Gesù è risorto, è vivo, è ancora con noi”. È questo l’annuncio gioioso di Pasqua che da due millenni la Chiesa proclama davanti al mondo, annuncio antico ma sempre nuovo, che torna a squarciare la notte oscura – oggi ancora di più a causa del Coronavirus – di un mondo che vive momenti drammatici col suo bagaglio di morte, malattie, paure, insicurezze economiche, incertezze sul proprio futuro.
Un’antica omelia definisce la Pasqua: “Festività comune di tutti gli esseri, invio nel mondo della volontà del Padre, aurora divina di Cristo sulla terra, solennità perenne degli Angeli e degli Arcangeli, vita immortale del mondo intero, nutrimento incorruttibile per gli uomini, anima celeste di tutte le cose”.
A partire dalla Pasqua di Cristo vogliamo ridire a tutti che la nostra vita, anche se attraversa momenti difficili, non è oppressa dalla mancanza di speranza. Noi cristiani abbiamo la consapevolezza che Dio è presente nella storia, anche quando la sua presenza non viene percepita. Cristo risorto non ha tolto il male dal mondo, ma lo ha vinto alla radice, opponendo alla prepotenza del male, l’onnipotenza del suo Amore.
La resurrezione di Cristo è l’inizio di una nuova “nuova creazione” che apre una vita profondamente nuova e getta una luce nuova non solo sulla figura di Gesù di Nazareth ma anche sulla nostra vita, sul nostro presente e sul nostro futuro. La resurrezione di Cristo non è finita, sarà completata solo quando tutti parteciperemo con lui alla gloria del Padre nella celeste Gerusalemme.
Nell’annuncio della resurrezione di Gesù hanno una particolare missione gli angeli. Da loro è comunicato alle donne e dalle donne è arrivato agli Apostoli ed anche a noi attraverso una catena ininterrotta di testimoni autorevoli.
Anche tutti noi membri dell’Ordine di san Lazzaro abbiamo ricevuto la missione di «angeli», messaggeri della resurrezione di Cristo, testimoni della sua vittoria sul male e sulla morte, portatori del suo amore divino. La speranza cristiana che deriva dalla Resurrezione di Cristo deve essere testimoniata nella vita di ogni giorno caratterizzata dalla gioia, dall’amore, dall’umiltà, dalla mitezza, dalla capacità di perdono e di misericordia.
L’annuncio che Cristo è risorto, al cui ritmo batte perennemente il cuore della Chiesa, ci dà la garanzia che i nostri peccati sono perdonati, le nostre lacrime sono asciugate, la nostra solitudine esistenziale è superata, la nostra noia mortale è vinta.
Oppressi e angustiati da tanti problemi, personali e mondiali, da tante promesse illusorie, abbiamo bisogno di una speranza non illusoria. Se Gesù Cristo non fosse risorto, la speranza umana resterebbe una povera speranza e le ingiustizie, le violenze, l’illegalità, la corruzione e la morte continuerebbero a dominare inesorabili. La nostra speranza non è un’utopia ma è una Persona: il Signore Gesù che riconosciamo vivo e presente in noi, nella Chiesa e nel mondo.
Nella Pasqua Cristo ci riconcilia con Dio nostro Padre ricco di misericordia, con il nostro prossimo, con il creato, di cui siamo chiamati a rispettare e a valorizzare le risorse a servizio dell’uomo.
La notizia della risurrezione di Cristo apre orizzonti sul senso ultimo della nostra vita e sul destino dell’universo. Dobbiamo scrollarci di dosso la tristezza e la rassegnazione, per aprirci al coraggio della speranza e lavorare nella concordia per il bene comune.
Tutto questo esige una novità di vita. Se noi siamo ancora nei nostri peccati allora Cristo è morto invano per noi, allora non è risorto per noi, allora per noi non è Pasqua, allora è inutile scambiarci gli auguri.
Noi Cristiani siamo chiamati a confrontarci con gli avvenimenti della vita di questo ultimi giorni, gravata dal pesante bagaglio di sofferenza, di dolore e di morte e ne dobbiamo offrire una lettura “pasquale” alla luce della morte e della risurrezione di Cristo.
In questa Pasqua lasciamoci rinnovare dalla certezza della misericordia di Dio, che come un fiume possa irrigare i deserti del nostro mondo e possa renderci messaggeri di questa misericordia, impegnati a far fiorire la giustizia e l’amore.
Auguro che la luce di Gesù Cristo Risorto illumini la vita di ogni membro dell’Ordine di San Lazzaro chiamato a contribuire alla guarigione dei lebbrosi e delle persone colpite da ogni specie di malattie, per portare la speranza di un futuro di libertà, giustizia e pace al mondo intero.
Monreale, 3 aprile 2021
+ Michele Pennisi Arcivescovo di Monreale
Gran Priore Ecclesiastico dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme
Posolstvo Zeleného štvrtku a Veľkého piatku
RIFLESSIONE PER IL GIOVEDÌ E VENERDI’ SANTO DEL REV.DO RUSSEL G. RUFFINO
PARROCO DELLA CHIESA ANGLICANA DELLA SANTA CROCE IN PALERMO

(L’ultima cena – affresco XIV sec. – Cripta del Duomo di Castelbuono – Palermo)
Perchè Gesù ha sofferto ed è morto sulla croce?
Io penso che la risposta della maggioranza dei cristiani, dei sacerdoti, di quasi tutti, sarebbe la stessa. Dio infinito è offeso dai nostri peccati e suo Figlio è diventato uomo per soffrire e morire sulla croce per pagare per i nostri peccati passati e futuri.
Gesù era l’Agnello sacrificale che ha sparso il suo sangue per noi e per tutto il mondo sull’altare della croce per soddisfare Dio infinito e offeso. Gesù è venuto nel mondo per soffrire e morire. Questo è stato il messaggio che noi cristiani abbiamo insegnato al mondo e predicato per molti secoli.
Questo messaggio, però, è terribilmente e tragicamente sbagliato.
Chi è questo Dio assetato di sangue che ha domandato tale pagamento di sangue per la nostra salvezza? Chi può amare un tale Dio con tutta la nostra mente, con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra forza? Chi è questo Dio il cui nome è Amore (Deus caritas est)?
Io offro un’altra e molto differente risposta ai cristiani dappertutto, ai preti, ai predicatori ed al mondo. Dio non domandò nessun pagamento, nessun riscatto, per i peccati del mondo. Gesù è venuto in questo mondo non per soffrire e morire, ma per vivere come nessun altro ha mai vissuto e per amare come nessun altro ha mai amato, e nella pienezza della sua vita e nella perfezione del suo amore ha rivelato al mondo il Dio vivente e che ama.
(La crocifissione – affresco XIV sec. – Cripta del Duomo di Castelbuono – Palermo)
Gesù conosceva la volontà di Dio Padre per lui, superare la sofferenza e la morte con il potere dello Spirito di Dio che abitava in lui, e così rivelare perfettamente al mondo la presenza e il potere di Dio, il Dio-con-Noi, l’Emmanuele, in cui ogni cosa è possible. La croce è diventata la luce perenne in cui il mondo può vedere e credere nel potere dell’amore di Dio e può capire quale è la vera volontà di Dio per tutti noi e, cioè, la vita, la vita abbondante e la vita eterna.
Con il potere di Dio Amore, sulla croce Gesù è entrato nella gloria. Con lo stesso potere tutti noi possiamo superare ogni cosa, anche la morte, e possiamo diventare tutto ciò che siamo chiamati a diventare, e tutta la creazione partecipa nello stesso destino. Siamo salvati non per un sacrificio di sangue, ma per il dono del potere divino di amare rivelato nella vita e nell’amore di Gesù e finalmente e perfettamente nella vittoria di Gesù sopra la sofferenza e la morte. Per quel dono Dio non ha chiesto nessun tributo. Quello di Dio è un dono.
O Cristo, ti adoriamo e ti benediciamo, perché per la tua vita e per il tuo amore, nella tua vittoria sopra la sofferenza e la morte, tu hai rivelato perfettamente la presenza e il potere dello Spirito di Dio che abitava in te e abita nel mondo e in tutti noi, e perchè in forza della speranza infallibile e della visione gloriosa che tu offri, e per la fede che tu ispiri, tu sei il nostro Salvatore.
Rev. Russell G. Ruffino
Chiesa Anglicana della Santa Croce
Palermo
INSEDIATO A ROMA IL REV.MO PRESBITERO PROF. DR. IVAN STOYANOV IVANOV (KYUMURDZHIYSKI) RAPPRESENTANTE IN ITALIA DEL PATRIARCATO ORTODOSSO DI BULGARIA
INSEDIATO A ROMA IL REV.MO PRESBITERO PROF. DR. IVAN STOYANOV IVANOV (KYUMURDZHIYSKI)
RAPPRESENTANTE IN ITALIA DEL PATRIARCATO ORTODOSSO DI BULGARIA

(La solenne liturgia di insediamento del Rev.mo Prof. Ivan Ivanov a Roma)
La nomina a rappresentante diplomatico ecclesiastico della Chiesa Ortodossa Bulgara presso la Santa Sede del sacerdote Ivan Ivanov, che nel prossimo mese di luglio riceverà l’investitura nel Gran Baliato di Sicilia dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme, ha un grosso peso specifico particolare, posto che la Chiesa Ortodossa Bulgara è sempre stata considerata tra le più impermeabili al dialogo, non prendendo parte nemmeno agli incontri della Commissione mista internazionale per il Dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa
L’incarico del sacerdote Ivanov è legato alla metropolia dell’Europa Occidentale e Centrale della Chiesa Ortodossa Bulgara, guidata dal metropolita Antonio, che sta lavorando moltissimo sul fronte del dialogo con la Santa Sede.
Dopo la Messa di inizio del mandato, sono stati molti gli incontri istituzionali del Rev.mo Prof. Ivanov in Vaticano, accompagnato dal metropolita Antonio. Tra questi, va ricordato quello con il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, avvenuto insieme a Bogdan Patashev, ambasciatore di Bulgaria presso la Santa Sede.
Tra i temi discussi, la tradizionale visita della delegazione bulgara in Vaticano per la festa dei Santi Cirillo e Metodio il 24 maggio. La visita non è avvenuta lo scorso anno per via della pandemia, ma è un appuntamento che dura da diversi decenni, cui recentemente si è aggiunta anche la rappresentanza della Macedonia del Nord.
Al di là della possibilità delle delegazioni di visitare il Vaticano, il Cardinale Parolin ha acconsentito a celebrare una Messa a San Clemente nel giorno dei Santi Cirillo e Metodio, lì dove si trovano le reliquie di Cirillo.
(L’incontro tra il Rev.mo Prof. Ivan Ivanov, il Cardinale Pietro Parolin ed il Metropolita Antonio)
Altri temi di discussione, le questioni attuali relative al funzionamento delle parrocchie nella diocesi dell’Europa occidentale e centrale della Chiesa Ortodossa di Bulgaria e al trasferimento delle chiese cattoliche romane ad uso delle comunità ecclesiali bulgare, nonché la possibilità, per teologi ortodossi bulgari, di specializzarsi nelle università pontificie.
L’incontro con il Cardinale Parolin, il 15 marzo, è avvenuto il giorno successivo all’ingresso del sacerdote nella parrocchia del Patriarcato che a Roma ha sede presso la chiesa di San Paolo alla Regola, sorta sul luogo dove visse San Paolo prima di essere condannato a morte a Roma. La comunità ortodossa bulgara a Roma conta appena circa 3 mila persone dichiarate, e la parrocchia di Roma aveva inizialmente sede presso la chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio (dal 2003 al 2014).
L’ingresso in San Paolo alla Regola, alla presenza del Cardinale Francesco Monterisi, titolare della chiesa, è avvenuto in una Divina Liturgia celebrata in bulgaro e in italiano, con il Credo pronunciato in entrambe le lingue. Al termine della Messa, il Metropolita Antonio ha presentato ai membri della comunità ecclesiastica bulgara il sacerdote Ivan Ivanov.
Dopo l’incontro con il Cardinale Parolin, il metropolita Antonio e il sacerdote Ivanov nel corso della scorsa settimana hanno incontrato anche il Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani; il Cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali; il Cardinale Miguel Angel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso; e il Cardinale Angelo de Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma.
Oltre alla cura dei bulgari a Roma, il Sacerdote Ivan Ivanov curerà la comunità degli ortodossi bulgari a Nettuno.
28. marec, Kvetná nedeľa
28 MARZO 2021 DOMENICA DELLE PALME
“DA OSANNA ALLA CROCIFISSIONE – LA GIOIA E LE LACRIME DI CRISTO PER LA DOMENICA DELLE PALME”

(Ingresso di Gesù a Gerusalemme, mosaico del Duomo di Monreale, 1172-1267)
Osanna al figlio di Davide!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Osanna nel più alto dei cieli!
(Matt. 21, 9)
Molte volte, durante la sua vita terrena, il Signore Gesù Cristo andò a Gerusalemme. Come un neonato di quaranta giorni, sua Madre sempre Vergine Maria, secondo la legge di Mosè, Lo portò al Tempio di Gerusalemme ed, in seguito, quando crebbe, visitò la città santa ogni anno nella festa di Pasqua. Iniziando il suo ministero pubblico come Maestro e Operatore di miracoli, non dimenticò Gerusalemme, ma spesso lo visitò accompagnato dagli apostoli.
Cosa ha attirato il Salvatore a Gerusalemme? Gerusalemme è la città santa per ogni ebreo; Gerusalemme è la dimora della Gloria di Dio; c’era l’unico Tempio sulla terra costruito in onore dell’Unico Vero Dio; lì predicavano e insegnavano gli antichi profeti che nelle loro profezie predissero in modo più chiaro e vivido la venuta del Messia e descrissero in dettaglio la Sua persona. Durante tutti questi tempi, Gerusalemme fu visitata da ebrei di tutta la terra, ma nella festa della Pasqua ebraica, dovevano adorare a Gerusalemme superando tutti gli ostacoli.
Еd еcco, nell’anno della crocifissione di Cristo, di nuovo per la festa di Pasqua, decine di migliaia di ebrei vennero a Gerusalemme per adorazione nel Tempio. Pochi giorni prima di questa festa, il Signore Gesù Cristo ha resuscitato il Lazzaro morto di quattro giorni a Betania, un miracolo che ha colpito tutti. Pertanto, quando si sparse la voce che Cristo sarebbe venuto a Gerusalemme, volendo vedere Lui e il risorto Lazzaro, tutti uscirono per incontrarlo. Alcuni stesero i loro vestiti per terra, altri gettarono rami di palma sulla strada, da dove sarebbe passato Cristo, ei bambini cantarono: “Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!” (Matt. 21, 9). Questa moltitudine di molte migliaia era il terreno più favorevole per la predicazione, e il Signore pronunciò il Suo sermone, un sermone non solo di parole ma di lacrime.
Vedendo i problemi del popolo ebraico, che era caduto nella superstizione, nell’ipocrisia, nell’orgoglio e nell’arroganza, nell’odio e nella vendetta, il Signore Gesù Cristo versò lacrime e pianse, dicendo: “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!” (Matt. 23, 37). Quindi, in mezzo a tutta la gioia e il trionfo, il Signore Gesù Cristo pianse profondamente nel suo cuore. Il popolo lo accolse come Re dei Giudei: “Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!“ (Luca 19:38), ma il Signore Gesù vide il destino di Gerusalemme e la sua imminente distruzione. Sapeva che questo popolo, che ora Lo chiama „Osanna“, avrebbe gridato solo in tre giorni: „Crocifiggilo! Crocifiggilo!“. Il dolore del Signore fu acuito dal fatto che Gerusalemme non conosceva il tempo della sua salvezza, che il popolo ebraico, insieme ai suoi capi, avrebbe rigettato il vero Messia e non avrebbe compreso il significato spirituale della Sua venuta, e che il Suo regno non è di questo mondo.
Da un altro punto di vista, si può interpretare che il saluto popolare testimonia che Cristo è stato accolto come vero Dio, perché „osanna“ significa „salva“, e la salvezza appartiene solo all’Onnipotente Dio. Questo entusiasmo popolare non era un frutto puramente spirituale. Infettati dall’orgoglio nazionale, molti ebrei presumevano che in quel momento le loro aspettative politiche si stessero avverando, che fosse giunto il momento tanto atteso per proclamare Cristo loro re.
Negli ultimi giorni della Quaresma, attraverso i particolari servizi e preghiere liturgiche, la Santa Chiesa ha costantemente chiamato tutti i cristiani al pentimento, al digiuno e alla preghiera. Ha steso su di noi il suo abbraccio misericordioso nel sacramento della penitenza e ci ha animati unendoci ai santi misteri di Cristo.
In questa Domenica delle palme la Santa Chiesa celebra solennemente la commemorazione dell’ingresso solenne del Signore a Gerusalemme, dove il Salvatore non venne per sedersi sul trono del profeta e del re Davide e prendere il potere dai Romani, ma per dirigere i suoi passi verso il maestoso tempio di Gerusalemme, per mostrare che il regno di Cristo „non è di questo mondo“. Dio è un vero Re, ma non dell’una o dell’altra nazione, ma il Sovrano dell’intero Universo, Capo del Regno Spirituale, il Regno di Dio e la Sua Chiesa, acquistata con il Suo sangue (cfr. Atti 20-28). Entrando nel Tempio di Gerusalemme, il Signore espulse da esso tutti coloro che profanavano il santuario, e allo stesso tempo mostrò grande misericordia ai veri credenti: guarì gli storpi, i ciechi e i sordi che risiedevano costantemente nel tempio. Quindi il Salvatore iniziò di nuovo a insegnare al popolo riguardo al Regno dei Cieli e indicò chiaramente a Se Stesso di essere il Messia promesso tramite i profeti.
Ricordando oggi questo grande evento nella vita del nostro Signore Gesù Cristo, portiamo i nostri pensieri e sentimenti in questo tempo lontano e allo stesso tempo vicino alle nostre anime credenti e uniamoci alla moltitudine che accompagna l’ingresso solenne di Cristo nel tempio di Gerusalemme.
Celebriamo la gioia davanti al calice della sofferenza, celebriamo il rapimento prima dei giorni del dolore e della redenzione, celebriamo la festa del ricevimento del Signore a Gerusalemme prima della Sua crocifissione, la morte e la santa risurrezione. Con fiori, palme e rami di ulivo, uniamoci al popolo che esclama „Osanna!“ e inginocchiamoci per chiedere di essere onorati di accogliere Colui che viene nel nome del Signore. Così, insieme ai bambini sulla terra e agli angeli del cielo, cantiamo ad una voce: Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!
Rev.mo Prof. Ivan Ivanov
Rappresentante diplomatico ecclesiastico della Chiesa Ortodossa Bulgara presso la Santa Sede
27. marec, Sviatok Lazarovej soboty.
27 MARZO 2021 FESTA DEL SABATO DI LAZZARO

(La Resurrezione di Lazzaro — XV secolo. Scuola di Novgorod. 72 x 60 cm. Museo di Stato russo di San Pietroburgo)
Il Sabato di Lazzaro nella Chiesa ortodossa, e nelle Chiese Cattoliche di rito orientale che seguono il Rito bizantino, è la festività che precede la Domenica delle Palme, cui è collegato dal punto di vista liturgico e della datazione annuale. Celebra la resurrezione di Lazzaro di Betania, narrata nel Vangelo secondo Giovanni (Gv 11:1-45).
Il Sabato di Lazzaro e la Domenica delle Palme sono strettamente collegati nell’anno liturgico, quali giorni di festa e trionfo dopo la penitenza della Grande Quaresima e il „lutto“ della Settimana Santa, senza trascurare la conclusiva Resurrezione di Gesù Cristo.
Seguendo la tradizione ebraica, anche per la Chiesa Ortodossa il tramonto segna la fine del giorno corrente e l’inizio del successivo. E così il la liturgia del Sabato di Lazzaro inizia al tramonto del Venerdì. Il Sabato di Lazzaro è quindi introdotto già dal primo sticheron cantato ai Vespri per la sera del giorno prima: «Dopo aver terminato i quaranta giorni che recano beneficio alla nostra anima, ti imploriamo nel Tuo amore per il genere umano: concedici anche di vedere la settimana Santa della tua Passione, cosicché in essa potremo glorificare i tuoi potenti atti e la tua dispensazione ineffabile per amor nostro, cantando con una sol cuore e una sola anima: O Signore, Gloria a Te.» (Sticheron ai Vespri del Venerdì)
L’antica origine di questa commemorazione, tanto cara al nostro Ordine, è testimoniata da san Giovanni Crisostomo (349-407), da sant’Agostino d’Ippona (354-430), e altri. Nel VII e VIII secolo furono composti inni speciali da sant’Andrea di Creta, san Cosma di Maiuma e san Giovanni Damasceno, ancora suonati nel corso della liturgia del XXI secolo.
La festività del Sabato di Lazzaro è celebrata nel medesimo giorno dalla Chiesa apostolica armena.
La festività è presente nella Chiesa ortodossa serba e nella Chiesa ortodossa bulgara, con i nomi locali di Vrbica‘ (Врбица) o Lazareva Subota (Лазарева Субота), in bulgaro Lazarovden (Лазаровден).
21 MARZO 2021 V DOMENICA DI QUARESIMA IL CHICCO DI GRANO
21 MARZO 2021 V DOMENICA DI QUARESIMA IL CHICCO DI GRANO

Che Dio ci ha amato per primo è ribadito con forza nel vangelo di oggi. Non è che non si sappia, ma una certa spiritualità punta maggiormente sulla necessità di amare Dio, più che sul fatto che siamo amati da Lui. Giovanni sottolinea la realtà dell’amore di Dio rivelato nell’azione salvifica del Figlio: “In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ha amato noi ed ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1Gv 4,9-10).
La priorità dell’amore che Dio ha per noi implica da parte di Dio la misericordia per il peccato e la debolezza degli uomini. E’ caratterizzante la fede del cristiano. D’altra parte Giovanni afferma: “Da questo abbiamo conosciuto l’amore: Egli ha dato la sua vita per noi” (1Gv 3,16).
Credere questo è talmente importante da diventare determinante per la nostra fede: “Noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi”. E non si tratta di una situazione passeggera, ma di una costante necessaria: “Dio è amore e chi sta nell’amore sta in Dio e Dio è in lui” (1Gv 4,16).
Il conflitto tra luce e tenebre rivela il conflitto della vita cristiana. Il cristiano si trova dinanzi ad una scelta che non può eludere.
Nella prima lettura di questa domenica ci viene presentata l’infedeltà di Israele: “Tutti i capi di Giuda, i sacerdoti e il popolo moltiplicavano le loro infedeltà”. L’ira di Dio provoca la distruzione del tempio e la deportazione in Babilonia di coloro che erano sfuggiti al massacro.
Ma il Signore è Dio di amore e, settanta anni dopo, Ciro, re di Persia, fa ricostruire il tempio e permette a tutti coloro che appartengono al popolo di Dio di tornare a Gerusalemme.
Lo stato di sofferenza del popolo di Israele è l’immagine di ogni sofferenza, quindi anche della nostra, di questo momento. Il salmo che viene messo sulle labbra del popolo e che oggi è proposto anche a noi esprime in modo meraviglioso i sentimenti di Israele ai quali si possono unire i nostri: “Come cantare i canti del Signore in terra straniera? Se ti dimentico Gerusalemme, si paralizzi la mia destra” (Sal 136). In ogni situazione non dobbiamo cessare mai di lodare e ringraziare il Signore con la certezza che ci ama!
Il cristiano ha un modo per ricordare l’amore di Dio per lui: “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in Lui abbia la vita eterna” (Gv 3,14).
Innalzare la croce con il Crocifisso è il simbolo per eccellenza del cristiano, perché siamo nati dalla Croce. La Croce apparirà per prima al momento del giudizio finale e non può essere che il punto di riferimento della vita del cristiano, come dice san Paolo: “Non mi glorio di nient’altro che della Croce del Signore Nostro Gesù Cristo in cui è vita, salvezza e santificazione”.
E’ facile comportarsi da “nemici della Croce di Cristo”, perché la Croce capovolge ogni criterio di giudizio umano. Per il cristiano la vittoria non è la sconfitta del nemico, ma l’amore per lui; la riuscita non è il successo, ma il fallimento; segno della vittoria non è la “bandiera sanguinante” del sangue del nemico, ma la Croce dello sconfitto. Dio, che ha detronizzato i potenti, innalza gli umili e mentre disperde i superbi nei pensieri del loro cuore, sostenta gli affamati e rimanda i ricchi a mani vuote. Innalzare la Croce è credere alla potenza dell’amore di Dio che salva l’uomo da ogni male.
La nostra quaresima di Pandemia è sicuramente una occasione di grazia per penetrare il Mistero della Croce di Cristo fino alla convinzione profonda che dalla Croce non si scende, ma si risorge.
+ Mons. Giuseppe Mani, Arcivescovo Emerito di Cagliari
BOLA VYDANÁ NOVÁ KNIHA TEOLOGICKEJ FAKULTY SICÍLIE O PAMIATKACH MESTA PALERMO
La Facoltà Teologica di Sicilia ha pubblicato un libro a cura del prof. Francesco Armetta: „Rosario La Duca, I monumenti della città di Palermo, S. Sciascia ed, 2020“.
Il libro fa parte della serie di pubblicazioni „Centro per lo studio della storia e della cultura di Sicilia Mons. Travia”, ed è interessante anche l’apparato iconografico del passato e del presente.
Dalla Presentazione: „Questo libro offre al lettore palermitano, ma non solo palermitano, un ulteriore stimolo a rileggere la storia della città attraverso una particolare ottica che lega inestricabilmente il monumento – statua, gruppo plastico, obelisco, stele, ecc. – ai luoghi pubblici di Palermo che pertanto vengono connotati dalle pregevoli testimonianze figurative e storiche al tempo stesso“.
La conoscenza dei nostri monumenti rinsalda certamente l’amore alla nostra cultura.
Princ z Walesu ďakuje zamestnancom NHS Škótska
Prince of Wales ďakuje tým, ktorí pracujú pre NHS Škótsko, vzdávajú hold svojmu ′′ mimoriadnemu úsiliu ′′ počas celej pandémie ochorenia COVID-19
https://www.facebook.com/HRHThePrinceOfWales/posts/3753340034720008
14. MARCA 2021 IV NEDEĽA PÔSTU
14 MARZO 2021
IV DOMENICA DI QUARESIMA
DIO CI HA AMATO PER PRIMO

Che Dio ci ha amato per primo è ribadito con forza nel vangelo di oggi. Non è che non si sappia, ma una certa spiritualità punta maggiormente sulla necessità di amare Dio, più che sul fatto che siamo amati da Lui. Giovanni sottolinea la realtà dell’amore di Dio rivelato nell’azione salvifica del Figlio: “In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ha amato noi ed ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1Gv 4,9-10).
La priorità dell’amore che Dio ha per noi implica da parte di Dio la misericordia per il peccato e la debolezza degli uomini. E’ caratterizzante la fede del cristiano. D’altra parte Giovanni afferma: “Da questo abbiamo conosciuto l’amore: Egli ha dato la sua vita per noi” (1Gv 3,16).
Credere questo è talmente importante da diventare determinante per la nostra fede: “Noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi”. E non si tratta di una situazione passeggera, ma di una costante necessaria: “Dio è amore e chi sta nell’amore sta in Dio e Dio è in lui” (1Gv 4,16).
Il conflitto tra luce e tenebre rivela il conflitto della vita cristiana. Il cristiano si trova dinanzi ad una scelta che non può eludere.
Nella prima lettura di questa domenica ci viene presentata l’infedeltà di Israele: “Tutti i capi di Giuda, i sacerdoti e il popolo moltiplicavano le loro infedeltà”. L’ira di Dio provoca la distruzione del tempio e la deportazione in Babilonia di coloro che erano sfuggiti al massacro.
Ma il Signore è Dio di amore e, settanta anni dopo, Ciro, re di Persia, fa ricostruire il tempio e permette a tutti coloro che appartengono al popolo di Dio di tornare a Gerusalemme.
Lo stato di sofferenza del popolo di Israele è l’immagine di ogni sofferenza, quindi anche della nostra, di questo momento. Il salmo che viene messo sulle labbra del popolo e che oggi è proposto anche a noi esprime in modo meraviglioso i sentimenti di Israele ai quali si possono unire i nostri: “Come cantare i canti del Signore in terra straniera? Se ti dimentico Gerusalemme, si paralizzi la mia destra” (Sal 136). In ogni situazione non dobbiamo cessare mai di lodare e ringraziare il Signore con la certezza che ci ama!
Il cristiano ha un modo per ricordare l’amore di Dio per lui: “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in Lui abbia la vita eterna” (Gv 3,14).
Innalzare la croce con il Crocifisso è il simbolo per eccellenza del cristiano, perché siamo nati dalla Croce. La Croce apparirà per prima al momento del giudizio finale e non può essere che il punto di riferimento della vita del cristiano, come dice san Paolo: “Non mi glorio di nient’altro che della Croce del Signore Nostro Gesù Cristo in cui è vita, salvezza e santificazione”.
E’ facile comportarsi da “nemici della Croce di Cristo”, perché la Croce capovolge ogni criterio di giudizio umano. Per il cristiano la vittoria non è la sconfitta del nemico, ma l’amore per lui; la riuscita non è il successo, ma il fallimento; segno della vittoria non è la “bandiera sanguinante” del sangue del nemico, ma la Croce dello sconfitto. Dio, che ha detronizzato i potenti, innalza gli umili e mentre disperde i superbi nei pensieri del loro cuore, sostenta gli affamati e rimanda i ricchi a mani vuote. Innalzare la Croce è credere alla potenza dell’amore di Dio che salva l’uomo da ogni male.
La nostra quaresima di Pandemia è sicuramente una occasione di grazia per penetrare il Mistero della Croce di Cristo fino alla convinzione profonda che dalla Croce non si scende, ma si risorge.
+ Mons. Giuseppe Mani, Arcivescovo Emerito di Cagliari
7 MARZO 2021 III DOMENICA DI QUARESIMA IL VERO TEMPIO DI DIO
7 MARZO 2021 III DOMENICA DI QUARESIMA IL VERO TEMPIO DI DIO

La Quaresima è un tempo di conversione e rinnovamento che è una conseguenza del nostro incontro con Cristo risorto, segno supremo dell’amore di Dio per la nostra vita.
Le letture della liturgia ci presentano la resurrezione di Gesù Cristo, nuovo tempio che gli uomini hanno distrutto ma che Dio ha fatto risorgere.
L’amore di Dio esige da noi una risposta di fede e di amore totale ed esclusiva. Dio è l’unico che ci salva: noi possiamo seguire altri dei (denaro, successo, carriera, piacere). Dio ci ama con un amore esclusivo: non possiamo spartire il suo culto con gli idoli.
Il nostro amore totale al Signore si esprime attraverso la fedeltà alla sua alleanza, l’osservanza dei suoi comandamenti. Essi sono i segni della nostra totale appartenenza al Signore, non limitano la nostra libertà, ma ci aiutano a realizzare la nostra vera libertà, perché sono come i binari che permettono ad un treno di arrivare a destinazione. Essi ci aiutano a dare una direzione ed un senso alla nostra vita, proprio per questo il salmista non parla del decalogo come di un peso o di una imposizione, ma come un dono grande, „una luce per i passi dell’uomo“.
La conversione ed il rinnovamento che la Parola di Dio esige da noi deve avvenire, innanzitutto, a livello della nostra mentalità, che deve farsi guidare dalla sapienza della Croce di Cristo, che se è uno scandalo per i benpensanti e sapienti di questo mondo, per noi è sapienza e potenza di Dio.
Gesù Cristo crocifisso e risorto rende a noi possibile l’osservanza della legge nuova basata sull’amore. La legge di Cristo non è meno esigente dell’antica, anzi lo è molto di più ma è una legge interiore che non si limita a prescrivere il bene da fare ed il male da evitare ma opera in noi, piegando il nostro cuore ai comandamenti. La sapienza cristiana esige che ad un culto formalistico e legalistico, che vuole accaparrarsi di Dio come sé si trattasse di un portafortuna, venga sostituito un culto in spirito e verità, basato sulla nostra fede in Cristo morto e risorto e sul fare la volontà di Dio nella concretezza della nostra vita.
Dio non sa che farsene della nostra offerta e della nostra preghiera se, quando usciamo fuori non rispettiamo i genitori, facciamo violenza ai deboli, sfruttiamo gli altri, portiamo rancore, viviamo nella menzogna e nell’avarizia, corriamo dietro ai desideri sfrenati della carne. La purificazione del tempio operata da Gesù vuole essere l’inaugurazione di un nuovo culto.
Dentro il tempio di Gerusalemme, Gesù trova mercanti di bestiame e cambiamonete seduti ai tavoli. Gesù chiude un tempio divenuto luogo di mercato dove si baratta qualcosa per qualcos’altro e riapre la vera relazione e comunione con il Dio che dona liberamente sé stesso nel Figlio. Non è violenza la sua, ma gesto appassionato d’amore per l’umanità.
Il tempio è casa del Padre suo; per questo lo purifica dalla profanazione del commercio. Il Padre vuole un culto spirituale e interiore, fatto d’amore, non di animali e compravendite.
Non adottiamo con Dio la legge scadente della compravendita, la logica del baratto dove tu dai qualcosa a Dio (una Messa, un’offerta, una rinuncia…) perché lui dia qualcosa a te. Dio non si compra e non si vende ed è di tutti.
Il tempio di Dio che Gesù difende con forza, non è solo l’edificio del tempio, ma ancor più è l’uomo, la donna, l’intero creato, che non devono, non possono essere sottomessi alle regole del mercato, secondo le quali il denaro vale più della vita.
Questo è il rischio più grande: profanare l’uomo è il peggior sacrilegio che si possa commettere, soprattutto se povero, se bambino, se debole, «Casa di Dio siete voi, se conservate libertà e speranza» (Eb 3,6) dice l’autore della lettera agli Ebrei. Casa, tempio di Dio sono uomini e donne che custodiscono nel mondo il fuoco della speranza e della libertà, la logica del dono, l’atto materno del dare. Tempio di Dio sono l’uomo e la donna creati ad immagine e somiglianza di Dio: non facciamone mercato!
Non fare mercato del cuore! Sacrificando i tuoi affetti sull’altare del denaro. Non fare mercato di te stesso, vendendo la tua dignità e la tua onestà per briciole di potere, per un po‘ di profitto o di carriera o di piacere. Ma l’esistenza non è questione di affari ma di ricerca di felicità vera e duratura che solo Cristo risorto può dare.
Ai giudei che chiedono un segno, Gesù promette quello più grande in assoluto: la sua risurrezione. Un miracolo ben più grande di un tempio distrutto e ricostruito in tre giorni! Se prima il luogo della presenza di Dio in mezzo al suo popolo era il tempio, ora è il corpo del Risorto il segno reale della presenza del Dio-con-noi; Gesù è il nuovo santuario di Dio.
Gesù, presente nell’eucaristia, è il nuovo tempio di Dio di cui anche noi siamo le pietre vive che devono offrire al Signore il nostro culto spirituale gradito a Dio.
A Lui, Gesù Cristo, Pietra angolare, ci stringiamo fiduciosi rinnovando il proposito di impegnarci per la purificazione e la pulizia interiore della Chiesa edificio spirituale, di cui ognuno di noi è parte viva in forza del Battesimo.
+ Michele Pennisi
Arcivescovo di Monreale
Gran Priore Spirituale dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme
AMMISSIONE NELL’ORDINE MILITARE ED OSPEDALIERO DI SAN LAZZARO DEL REV.MO PRESBITERO PROF. DR. IVAN STOYANOV IVANOV (KYUMURDZHIYSKI) RAPPRESENTANTE IN ITALIA DEL PATRIARCATO ORTODOSSO DI BULGARIA
AMMISSIONE NELL’ORDINE MILITARE ED OSPEDALIERO DI SAN LAZZARO DEL REV.MO PRESBITERO
PROF. DR. IVAN STOYANOV IVANOV (KYUMURDZHIYSKI) RAPPRESENTANTE IN ITALIA DEL
PATRIARCATO ORTODOSSO DI BULGARIA

(Il Rev.mo Ivan Ivanov con Papa Francesco durante il viaggio in Bulgaria, 5 maggio 2019)
Quando Papa Francesco è andato al Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Bulgara, c’era un diacono sempre vicino a lui. Era Ivan Ivanov, professore ordinario della Facoltà di Teologia all’Università di Sofia “San Clemente di Ohrida”, il quale aveva seguito tutto il processo di preparazione dell’incontro.
Il diacono (ora Presbitero) Ivanov è stato traduttore speciale della visita di Giovanni Paolo II a Sofia, si è formato a Roma al Pontificio Istituto Orientale e all’Almo Collegio Capranica, è stato presente agli incontri preparativi e poi alle visite in Bulgaria dei cardinali Parolin, Sandri e Kasper, ai quali ha fatto da interprete, e ha partecipato a numerosi incontri con il nunzio apostolico e la sua squadra per la futura visita di Papa Francesco. È il referente per la nunziatura apostolica di Bulgaria per promuovere i rapporti con la Chiesa ortodossa bulgara.
Ivan Stoyanov Ivanonv Kyumurdhiyski è nato il 10 febbraio 1972 a Sofia, in Bulgaria.
E’ Rappresentante ecclesiastico e diplomatico della Chiesa Ortodossa Bulgara in Italia e rettore della Comunità Ortodossa Bulgara „Sveti Sedmochislenizi“ a Roma (con sede liturgica nella chiesa di San Paolo alla Regola).
E’ stato ordinato diacono nel 1999 da Sua Eminenza il Metropolita Ilarion Dorostolski e Presbitero da Sua Eminenza il Metropolita Antonio dell’Europa Occidentale e Centrale alla Chiesa Ortodossa Bulgara – Patriarcato Bulgaro.
Autore di 6 libri, compilatore e caporedattore di 4 collezioni scientifiche, autore di più di 160 pubblicazioni, autore di consulenze scientifiche, recensioni e interviste, da sempre è impegnato nel dialogo ecumenico ed, in particolare, tra la chiesa ortodossa e quella cattolica, rivestendo la qualifica di membro del consiglio scientifico della facoltà di teologia ortodossa dell’Università di Alba Iulia di Romania; è membro dell’Associazione per la ricerca in diritto canonico ed ecclesiastico „Colloqui dionisiani“ di Catanzaro, membro del Consiglio Scientifico dell’Associazione „Insieme per Athos“ di Roma, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sociale di pubblica utilità „Dialogus et Caritas“; membro dell’Associazione mondiale dei liturgisti (Societas Orientalium Liturgiarum), USA; membro della Fondazione „Ortodossia Bulgaria“; consulente sulla teologia liturgica della Chiesa ortodossa alla Radio Vaticana.
Il Rev.mo Prof. Ivan Ivanov riceverà l’investitura il prossimo 9 – 10 luglio presso la Chiesa Capitolare del Sacro Cuore a Monreale.
28. FEBRUÁRA 2021 II PÔSTNA NEDEĽA, CESTA NA TABOR
28. FEBRUÁRA 2021 II PÔSTNA NEDEĽA ,CESTA NA TABOR

Dopo essere stati con Gesù nel deserto, il Signore ci invita a salire insieme a Lui sul monte Tabor per una esperienza necessaria per affrontare la vita. Nel deserto ci siamo riconosciuti tentati dal diavolo, con la triste possibilità di soccombere alle sue tentazioni; oggi siamo invitati a salire per scoprire chi realmente siamo, perché il rischio di dimenticarcelo incombe continuamente su di noi. Gesù invita Pietro, Giacomo e Giovanni a salire con Lui per manifestare loro la Sua gloria.
Sarebbero stati loro i testimoni della sua passione mortale nel Getsemani. Vedere il proprio Capo gemente, che suda sangue dalla paura, caduto nella tristezza, non è lo spettacolo più incoraggiante per un seguace. Era quindi necessario che si rendessero conto chi realmente era e avessero dal Padre la conferma: “Questi è il mio Figlio prediletto nel quale mi sono compiaciuto: ascoltatelo!”. Avrebbero dovuto affrontare la prova terribile della sua crocifissione, tanto che soltanto uno di loro rimane con Lui fino alla fine, mentre gli altri, anche se saranno poi capaci di subire il martirio per Lui, in quella circostanza sono fuggiti.
Non dovevano dimenticare l’esperienza fatta, il desiderio di rimanere sempre sul monte con Lui, la inebriante presenza dentro la nube. Mai dimenticarsi che era Figlio di Dio anche se non trasfigurato, ma sfigurato dalle sofferenze della Crocifissione.
Gesù rivela l’uomo all’uomo, quando realmente è capace di “rinnegare se stesso, prendere la sua croce e seguirlo”. La pandemia ha rivelato il vero volto dell’umanità. Il vero volto dell’uomo sfigurato dalla sofferenza e fiaccato dalla malattia. E’ per questo e in questi momenti di verità che ciascuno deve sentirsi dire: “Questo è il mio Figlio prediletto”. Perché mai l’uomo si rivela Figlio come quando nell’incertezza della fede (“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato”), manifesta tutto il suo bisogno di Dio: è veramente povero. E’ in quel momento che si trasfigura, le sue vesti riappaiono candide come quelle del battesimo.
Ero rientrato a casa con il consueto ritardo quando Suor Bonfilia, la cugina di Don Tonino Bello, mi comunicò che don Tonino era ricoverato al Policlinico Gemelli in gravissime condizioni. In breve tempo raggiungemmo l’ospedale e ci trovammo nella stanza dove era ricoverato. C’erano i suoi due fratelli e ci accolse esprimendo grande gioia con quelle poche forze che gli erano rimaste. Alla fine dell’incontro gli chiesi la benedizione. Si rifiutò, chiedendola lui a me. Ma io mi misi in ginocchio al suo capezzale e la stessa cosa fecero tutti i presenti nella stanza. Don Tonino allora allargò le braccia e con gli occhi rivolti al cielo disse: “Dall’alto della Croce vi benedice Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo”. Era trasparente, “si potevano contare le sue ossa”, era sfigurato, no, trasfigurato, quel don Tonino che si stava avvolgendo di quella gloria “che aveva presso Dio, prima che il mondo fosse”.
I medioevali hanno rivestito di gloria i loro crocifissi, convinti che “Regnavit a ligno Deus”, Dio regna dalla croce. Francesco di Assisi, invece, li ha di nuovo liberati da tutti gli abiti regali per vedere Gesù nudo e desiderare di essere come Lui, cosa che il Signore gli concesse sul monte de La Verna quella notte del 17 settembre, quando gli donò le sue stimmate. Al processo umano di sfigurazione corrisponde quello di trasfigurazione e la pandemia, se vissuta con fede come una grande esperienza umana può trasfigurare l’uomo restituendolo alla sua verità. Questo sarà il “dopo pandemia”: l’uomo più buono, perché più vero, più umano. Più povero.
+ Mons. Giuseppe Mani Arcivescovo Emerito di Cagliari
Potom, čo sme boli s Ježišom na púšti, nás Pán pozýva, aby sme s ním šli hore na horu Tábor za zážitkom nevyhnutným pre život. Na púšti sme spoznali, že sme pokúšaní diablom, so smutnou možnosťou podľahnúť jeho pokušeniam; dnes sme vyzvaní, aby sme išli hore, aby sme zistili, kto vlastne sme, pretože riziko zabudnutia na nás neustále visí. Ježiš pozýva Petra, Jakuba a Jána, aby išli s ním hore, aby im preukázali svoju slávu.
Boli by svedkami jeho smrteľnej vášne v Getsemane. Vidieť stonať niekoho, potiť krv od strachu, upadať do smútku, nie je pre nasledovateľa tým najpríjemnejším pohľadom. Bolo preto nevyhnutné, aby si uvedomili, kým v skutočnosti bol, a mali potvrdenie od Otca: „Toto je môj milovaný Syn, v ktorom sa mi veľmi páči: počúvajte ho!“. Museli by čeliť strašnej skúške jeho ukrižovania, a to až tak, že s ním do konca zostane iba jeden z nich, zatiaľ čo ostatní, aj keď za neho budú neskôr schopní utrpenia umučiť, utiekli za týchto okolností.
Nemali by zabúdať na skúsenosti, ktoré zažili, na túžbu zostať s ním vždy na vrchu, na opojnú prítomnosť vo vnútri oblaku. Nikdy nezabudnite, že bol Božím synom, aj keď nebol premenený, ale znetvorený utrpením Ukrižovania.
Ježiš zjavuje človeka človeku, keď je skutočne schopný „zaprieť sám seba, vziať svoj kríž a nasledovať ho“. Pandémia odhalila pravú tvár ľudstva. Pravá tvár človeka znetvoreného utrpením a oslabeného chorobami. Práve preto a v týchto chvíľach pravdy musí každý počuť, ako hovorí: „Toto je môj milovaný Syn“. Pretože človek sa nikdy neprejavuje ako Syn, akoby v neistote viery („Môj Bože, môj Bože, prečo si ma opustil“), prejavuje všetku svoju potrebu Boha: je skutočne chudobný. V tom okamihu, keď je premenený, sa jeho oblečenie znovu objaví také biele ako pri krste.
Domov som sa vrátil s obvyklým oneskorením, keď mi sestra Bonfilia, sesternica dona Tonina Bella, oznámila, že dona Tonina hospitalizovali na poliklinike Gemelli za veľmi vážnych podmienok. Za krátky čas sme dorazili do nemocnice a ocitli sme sa v miestnosti, kde bol hospitalizovaný. Boli tam jeho dvaja bratia a privítal nás, keď sme vyjadrili veľkú radosť z tej malej sily, ktorá mu zostala. Na konci stretnutia som ho požiadal o požehnanie. Odmietol a požiadal ma o to. Ale padol som na kolená k jeho posteli a rovnako tak aj všetci v miestnosti. Don Tonino potom roztiahol ruky a s očami obrátenými k nebu povedal: „Z vrchu kríža ťa žehná Boh všemohúci, Otec, Syn a Duch Svätý.“ “ Bol priehľadný, „jeho kosti sa dali spočítať“, bol znetvorený, nie, premenený,
Stredovekí ľudia obliekli svoje krucifixy slávou v presvedčení, že „Regnavit a ligno Deus“, Boh vládne z kríža. František z Assisi ich na druhej strane opäť oslobodil od všetkých kráľovských šiat, aby videli Ježiša nahého a chceli byť ako on, čo mu Pán udelil na hore La Verna v tú noc 17. septembra, keď mu dal svoje stigmata. Ľudský proces znetvorenia zodpovedá procesu transfigurácie a pandémie, ak sa žije s vierou ako veľká ľudská skúsenosť, môže človeka premeniť tým, že ho prinavráti k jeho pravde. Bude to „post-pandémia“: najlepší človek, pretože je pravdivejší a ľudskejší. Chudák.
+ Mons. Giuseppe Mani emeritný arcibiskup Cagliari
21 FEBBRAIO 2021 I DOMENICA DI QUARESIMA IL DILUVIO, L’ACQUA E LE TENTAZIONI

Niente di più attuale dell’argomento del diluvio che Dio ha mandato per punire l’umanità. E’ naturale pensarlo nella condizione di pandemia: è Dio che ce l’ha mandata per punirci e per ripulire questa umanità fatta di egoismi e di peccato. Niente di più falso. Quando la bibbia parla di peccato lascia sempre aperta la porta alla salvezza. Più che parlarci di diluvio la parola di Dio vuole assicurarci da parte di Dio “Stabilisco la mia alleanza con voi; non sarà più distrutto nessun vivente dalle acque del diluvio, né più il diluvio devasterà la terra”. “Il mio arco che pongo sulle nubi sarà segno dell’alleanza tra me e la terra”.
L’Arcobaleno che ci assicura l’amore e il perdono di Dio è Gesù Cristo. Siamo al sicuro, Dio non manda nessuna punizione “non vuole la morte del peccatore ma che si converta e viva”. Oggi il Signore ci annuncia la Buona Novella che Lui non ha mandato il coronavirus ma che Dio è più potente di ogni virus e anche se Lui non lo ha mandato può liberarci da questa peste e noi chiedere la liberazione attraverso la preghiera umile e fiduciosa. Questi sono i principi fondamentali per vivere con fede questo tempo particolarmente difficile.
Il diluvio è l’acqua che distrugge la terra come anche ai nostri tempi ci capita di assistere ai vari tzunami che devastano intere regioni.
Oggi il Signore comincia a parlarci dell’acqua che non sarà più mezzo di distruzione e componente del diluvio ma strumento di grazia come vedremo la notte di Pasqua, “figura del battesimo che salva voi; esso non è rimozione di sporcizia del corpo, ma invocazione di salvezza rivolta a Dio che parte da una buona coscienza, in virtù della Resurrezione di Gesù Cristo”. Ogni malattia, nella Bibbia, è immagine del peccato, in particolare la lebbra, per cui diventa quasi naturale nella malattia desiderare il perdono dei propri peccati, essere lavati dalla misericordia di Dio, vivere con coscienza libera e serena la sofferenza della malattia e della prova non fosse altro pensando ad un eventuale giudizio di Dio che potrebbe avvicinarsi e a cui è bene prepararsi avvolti dalla misericordia e dal perdono di Dio.
Il Vangelo di questa prima domenica ci presenta Gesù che si ritira nel deserto, dove fa il suo lockdown di quaranta giorni. Niente di più assimilabile alla nostra condizione in cui i colori della protezione civile stabiliscono i confini del nostro deserto.
Gesù nel deserto viene tentato dal diavolo. Ovviamente lo ha fatto per noi, per dirci ché nel nostro deserto il demonio lavora e ci tenta. Certamente il lockdown è luogo della tentazione. Gesù fu tentato sul modo con cui avrebbe realizzato la sua missione: satana non poteva tollerare che Dio entrasse nel suo campo e come nel cavallo di Troia, facesse saltare tutto per aria dall’interno. Noi ci tenta in altro modo. Le statistiche hanno rivelato che durante questa pandemia c’è stato un aumento straordinario di uso della pornografia e tanti films pornografici sono sati messi a disposizione gratuitamente e abbondantemente utilizzati. È sconvolgente vedere l’uso che le persone fanno di questo materiale che demolisce la propria capacità di amare e profana ciò che l’uomo ha di più sacro: la propria capacità di generare, di dare la vita. Per molti la pornografia è diventata una droga e il pensiero che milioni di giovani possano passare il loro tempo è preoccupante, come è preoccupante che si siano chiusi i campi di allenamento sportivo ignorando da che cosa sono sostituiti.
L’altra tentazione è contro la pazienza. Vivere sempre in casa, magari in un piccolo spazio con le medesime persone, siano essere pure dei familiari, consuma i rapporti e gli rende più fragili. Sono state pubblicate le statistiche della Cina in cui si rivela che durante questo periodo sono aumentati molto le separazioni e i divorzi.
Far saltare una famiglia è sicuramente una delle vittorie più grandi del demonio.
Un’ultima tentazione è sicuramente quella contro la fede: se Dio ci fosse dovrebbe intervenire e così viene chiamato Dio in giudizio per una cosa che Lui non ha fatto e per cui soffre con noi e per noi. Sottoporre Dio al proprio giudizio, chiedergli spiegazioni sul suo operato, domandargli delle prove se vuole essere ammesso nella nostra società è la stessa tentazione a cui il demonio sottopose Gesù nel deserto: “Se sei veramente Figlio di Dio dì a queste pietre che diventino pane, gettati dal pinnacolo del tempio…….
Anche per noi, come per Gesù il lockdown è tempo di prova e di tentazione, ma Dio non permette mai che siamo tentati al di sopra delle nostre forze per cui con Gesù continuiamo il nostro deserto non soltanto provati dal demonio ma anche accompagnati da Gesù che ci garantisce dal diluvio, ci salva con i sacramente e ci accompagna nella solitudine del deserto della vita.
+ Mons. Giuseppe Mani Arcivescovo Emerito di Cagliari
MESSAGGIO PER LA QUARESIMA 2021 DEL GRAN PRIORE ECCLESIATICO DELL’ORDINE DI SAN LAZZARO DI GERUSALEMME
MESSAGGIO PER LA QUARESIMA 2021 DEL GRAN PRIORE ECCLESIATICO DELL’ORDINE DI SAN LAZZARO DI GERUSALEMME

(Flagellazione di Cristo – affresco XIV sec. – Cripta del Duomo di Castelbuono – Palermo)
Cari fratelli e sorelle,
Fede, speranza e carità sono tre aspetti strettamente uniti che, a partire dall’insopprimibile desiderio di Dio iscritto nel cuore dell’uomo, esprimono la vita teologale del cristiano che risponde liberamente alla grazia, che nell'“evento“ Gesù Cristo realizza la promessa divina. La stretta relazione fra fede e speranza è espressa da Dante che cita la lettera agli Ebrei al versetto 11,1: “Fede è sustanza di cose sperate e argomento de le non parventi” (Paradiso XXIV, anche quest’anno a causa del perdurare della pandemia ci prepariamo a vivere una quaresima priva di manifestazioni esteriori. Tuttavia, questo non ci impedisce di seguire Gesù verso Gerusalemme, per sperimentare la gioia della Pasqua di Resurrezione, fondamento della nostra speranza.
Il Santo Padre Francesco, nel Messaggio per la Quaresima 2021, prendendo spunto dalle parole con cui Gesù annunzia la sua passione ai discepoli “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme…” (Mt 20,18), ci invita a vivere la Quaresima come tempo favorevole per rinnovare le virtù teologali della fede, speranza e carità.
Scrive il Papa: “In questo tempo di conversione rinnoviamo la nostra fede, attingiamo l’acqua viva della speranza e riceviamo a cuore aperto l’amore di Dio che ci trasforma in fratelli e sorelle in Cristo. […] Il digiuno, la preghiera e l’elemosina, come vengono presentati da Gesù nella sua predicazione (cfr Mt 6,1-18), sono le condizioni e l’espressione della nostra conversione. La via della povertà e della privazione (il digiuno), lo sguardo e i gesti d’amore per l’uomo ferito (l’elemosina) e il dialogo filiale con il Padre (la preghiera) ci permettono di incarnare una fede sincera, una speranza viva ed una carità operosa”.
Fede, speranza e carità sono tre aspetti strettamente uniti che, a partire dall’insopprimibile desiderio di Dio iscritto nel cuore dell’uomo, esprimono la vita teologale del cristiano che risponde liberamente alla grazia, che nell'“evento“ Gesù Cristo realizza la promessa divina. La stretta relazione fra fede e speranza è espressa da Dante che cita la lettera agli Ebrei al versetto 11,1: “Fede è sustanza di cose sperate e argomento de le non parventi” (Paradiso XXIV, 64).
(Charles Pierre Péguy. 1873 – 1914)
Il rapporto fra le tre virtù teologali è colto da Charles Péguy in modo poetico. La fede è paragonata a una sposa fedele, la carità ad una madre o a una sorella maggiore, la speranza a “una bambina da nulla” che sta nel mezzo e “si tira dietro le sue sorelle più grandi” (cfr. C. Péguy, Il Portico del mistero della seconda virtù).
Anche nell’attuale contesto di preoccupazione per il futuro, in cui tutto sembra incerto, noi cristiani siamo chiamati a “sperare contro ogni speranza” (Rm 4,18). In un tempo nel quale non ci sono state risparmiate sofferenza, paura, incertezza sul futuro, morti di persone care, con l’allentarsi della diffusione del coronavirus e l’avviarsi del piano delle vaccinazioni, si incomincia a vedere la luce in fondo al tunnel, non per ripartire da ciò che si è sempre fatto, ma per ricominciare in vista di una conversione pastorale della nostra Chiesa.
“Il tempo di Quaresima – scrive Francesco – è fatto per sperare, per tornare a rivolgere lo sguardo alla pazienza di Dio, che continua a prendersi cura della sua Creazione, mentre noi l’abbiamo spesso maltrattata (cfr. Laudato si‘, 32-33.43-44). È speranza nella riconciliazione, alla quale ci esorta con passione San Paolo:
«Lasciatevi riconciliare con Dio» (2 Cor 5,20)”. Papa Francesco ci esorta: “Nella Quaresima, stiamo più attenti a «dire parole di incoraggiamento, che confortano, che danno forza, che consolano, che stimolano, invece di parole che umiliano, che rattristano, che irritano, che disprezzano“ (Fratelli tutti, 223). A volte, per dare speranza, basta essere «una persona gentile, che mette da parte le sue
preoccupazioni e le sue urgenze per prestare attenzione, per regalare un sorriso, per dire una parola di stimolo, per rendere possibile uno spazio di ascolto in mezzo a tanta indifferenza“ (ib., 224). […] Vivere una Quaresima con speranza vuol dire sentire di essere, in Gesù Cristo, testimoni del tempo nuovo, in cui Dio
«fa nuove tutte le cose» (cfr Ap 21,1-6). Significa ricevere la speranza di Cristo che dà la sua vita sulla croce e che il Padre risuscita il terzo giorno, «pronti sempre a rispondere a chiunque [ci] domandi ragione della speranza che è in [noi]» (1Pt 3,15)“.
Lo scorso 8 dicembre, Papa Francesco con la Lettera apostolica “Patris corde”, scritta per celebrare il 150° anniversario della dichiarazione di San Giuseppe quale patrono della Chiesa universale, ha indetto “L’Anno di San Giuseppe”. Nella Lettera il Santo Padre, dopo avere definito San Giuseppe “Padre amato, padre nella tenerezza, padre nell’obbedienza, padre nell’accoglienza, padre del coraggio creativo, padre lavoratore, padre nell’ombra”, invita ad “accrescere l’amore verso questo grande Santo, per essere spinti a implorare la sua intercessione e per imitare le sue virtù e il suo slancio”.
La benedizione di Cristo Risorto ci accompagni nel cammino verso la luce pasquale. L’appello a vivere questa Quaresima come percorso di conversione, preghiera e condivisione dei nostri beni, ci aiuti a rivisitare, nella nostra memoria comunitaria e personale, la fede che viene da Cristo vivo, la speranza animata dal soffio dello Spirito e l’amore la cui fonte inesauribile è il cuore misericordioso del Padre.
Vi esorto ad accompagnare con la preghiera i catecumeni che riceveranno i sacramenti dell’iniziazione cristiana nella prossima Pasqua.
Monreale, 17 febbraio 2021 – Mercoledì delle Ceneri
+ Michele Pennisi Arcivescovo di Monreale
Gran Priore Ecclesiastico dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme
Svätý otec František upravuje kalendár a vkladá doň pamiatku sv. Lazara na deň 29.júla.
PAPA FRANCESCO MODIFICA IL CALENDARIO
ROMANO GENERALE ED INSERISCE LA MEMORIA
DI SAN LAZZARO

(I Santi Marta, Lazzaro e Maria – dipinto di un maestro spagnolo – 1480 – 1500, Valencia
Museo Lázaro Galdiano, Madrid)
Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione del Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti a iscrivere nel Calendario Romano Generale la memoria di San Lazzaro insieme a quella delle sorelle Marta e Maria, che sarà celebrato il 29 luglio. Finora nel Calendario Romano Generale figurava la memoria della sola Marta.
“La tradizionale incertezza della Chiesa latina – spiega nel decreto il Cardinale Sarah – circa l’identità di Maria che decise l’iscrizione della sola Marta il 29 luglio nel Calendario Romano, ha trovato soluzione in studi e tempi recenti, come attestato dall’odierno Martirologio Romano che commemora in quello stesso giorno anche Maria e Lazzaro. Inoltre, in alcuni Calendari particolari i tre fratelli sono celebrati insieme in tale giorno”.
Sottolineando la loro importante testimonianza evangelica il Papa ha disposto che il 29 luglio figuri nel Calendario Romano Generale la memoria dei santi Marta, Maria e Lazzaro.
Voľný preklad
PÁPEŽ FRANTIŠEK UPRAVUJE
VŠEOBECNÝ RÍMSKY KALENDÁR A VKLADÁ PAMÄŤ
ZO SAN LAZZARO

(Svätá Marta, Lazár a Mária – maľba španielskeho majstra – 1480 – 1500, Valencia
Múzeum Lázaro Galdiano, Madrid)
Pápež František splnomocnil Kongregáciu pre Boží kult a kázeň sviatostí, aby do všeobecného rímskeho kalendára zapísala pamiatku svätého Lazara spolu s jeho sestrami Martou a Máriou, ktorá sa bude sláviť 29. júla. Až doteraz bola spomienka na samotnú Martu zahrnutá do všeobecného rímskeho kalendára.
„Tradičná neistota latinskej cirkvi – vysvetľuje vo výnose kardinál Sarah – o totožnosti Márie, ktorá sa 29. júla rozhodla zaregistrovať do rímskeho kalendára iba Martu, našla v nedávnych štúdiách a dobách riešenie, čo dokazuje dnešný rímsky martyrológia, ktorá si v ten istý deň pripomína aj Máriu a Lazára. Ďalej sa v niektorých konkrétnych kalendároch slávia v tento deň traja bratia “.
Pápež zdôraznil svoje dôležité evanjeliové svedectvo a nariadil, aby sa 29. júla do všeobecného rímskeho kalendára zahrnula spomienka na svätých Martu, Máriu a Lazára.
Kardinál Turkson podporuje sociálne začlenenie pacientov s leprou . Posolstvo pri príležitosti 68 . výročia svetového dňa pacientov s leprou.
IL CARDINALE TURKSON PROMUOVERE L’INCLUSIONE
SOCIALE DEI MALATI DI LEBBRA
Posolstvo pri príležitosti 68. výročia svetového dňa pacientov s leprou .

(La cura dei malati di lebbra in India)
“Promuovere l’inclusione di tutte le persone nella società e assicurarne l’integrazione nella comunità rimangono delle priorità.
Inoltre, il sostegno finanziario e le opportunità di impegnarsi attivamente nel lavoro e nella vita economica sono essenziali per le persone affette da lebbra e per le loro famiglie”. Lo scrive il Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson nel messaggio in occasione della 68^ Giornata Mondiale per i Malati di Lebbra (Morbo di Hansen): Il tema del 2021 è “Sconfiggere la lebbra”, e “la lebbra è una malattia curabile, ma sconfiggerla implica più di una semplice lotta sul piano medico; cerca anche di eliminare lo stigma sociale che accompagna questa difficile malattia e, alla fine, prevede la riabilitazione della persona umana in modo integrale”. Un aspetto importante è quello della “mancanza di inclusione sociale” che “può avere un impatto profondamente negativo sull’autostima e sulla visione della vita di una persona, rendendola alla fine vulnerabile alla malattia mentale”. In questo senso “La comunità sanitaria in particolare, e la società nel suo insieme, offrono un enorme servizio al bene comune quando aiutano a facilitare questo processo di integrazione personale per coloro che sono stati colpiti dalla lebbra e per le loro famiglie. Non tutti avranno le capacità o le competenze per curare fisicamente il morbo di Hansen, ma tutti sono in grado di promuovere quella cultura dell’incontro che porta alla guarigione e al benessere mentale di coloro che sono stati colpiti da questa angosciante malattia”.
(Il Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Arcivescovo emerito di Cape Coast in Ghana)
Il messaggio si conclude con il grazie “a tutti coloro che si dedicano a „sconfiggere la lebbra“ (tra i quali l’Ordine di San Lazzaro e le sue strutture sanitarie) e offrono guarigione e speranza a quanti soffrono del morbo di Hansen. Essi ci mostrano, in modi molto pratici, che la lebbra è curabile, che l’incontro umano può eliminare lo stigma e che il benessere mentale è parte essenziale della salute integrale”.
Posolstvo Veľkopriora Rádu sv. Lazara Jeruzalemského v týždni modlitieb za jednotu kresťanov.

Carissimi Confratelli e Consorelle dell’Ordine di san Lazzaro,
il nostro Ordine, di natura ecumenica, ha la missione di partecipare ai momenti di preghiera per l’Unità dei cristiani ed altre iniziative caritatevoli soprattutto in favore dei malati e dei lebbrosi.
La sofferenza, la malattia, la morte, le difficoltà economiche, la distanza che ci separa, non diminuiscano la forza di essere uniti in Cristo Gesù. In questi mesi di dolore e di grande bisogno abbiamo visto moltiplicarsi la solidarietà, che ci ha fatto scoprire quanto sia vero che “c’è più gioia nel dare che nel ricevere” (cfr. Atti 20,35). La gratuità del dono ci ha aiutato a riscoprire la continua ricchezza e bellezza della vita cristiana, inondata dalla grazia di Dio, che siamo chiamati a comunicare con maggiore generosità a tutti. Non ci siamo lasciati vincere dalla paura, ma, sostenuti dalla presenza benevola del Signore, abbiamo continuato a sostenere i poveri, i malati, gli anziani, privati spesso della vicinanza di familiari e amici.
Le nostre Chiese e comunità hanno trovato unità in quella carità, che è la più grande delle virtù e che rimarrà come sigillo della nostra comunione fondata nel Signore Gesù. Desideriamo, intensificare la preghiera gli uni per gli altri, per i malati, per coloro che li curano e per tutti coloro che soffrono in questo tempo di pandemia. La nostra preghiera gli uni per gli altri è fonte di unità.
Il tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2021 è: “Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto, (cfr Gv 15, 5-9).
Gesù ha detto ai discepoli: „Rimanete nel mio amore“ (Gv 15,9). Egli dimora nell’amore del Padre (Gv 15, 10) e non desidera altro che condividere con noi questo amore: “Io vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutto quello che ho sentito dal Padre mio” (Gv 15, 15b). Innestati nella vite, che è Gesù stesso, il Padre diventa il nostro vignaiolo che ci pota per farci crescere. Dimorare in Cristo è un atteggiamento interiore che si radica in noi nel tempo, ma richiede spazio per crescere. Noi siamo chiamati a dimorare in Cristo per portare frutto. Non possiamo portare frutti da soli. Non possiamo portare frutti separati dalla vite. La linfa vitale di Gesù che scorre in noi produce frutti di amore.
Rimanere in Gesù vuol dire rimanere nel suo amore. Quell’amore che ci spinge a prenderci cura dei malati e dei sofferenti. Soprattutto in questa settimana viviamo e celebriamo la nostra unità nella preghiera comune.
Un fraterno saluto a tutti nell’amicizia che deriva dalla nostra unione con Gesù Cristo.
Monreale 17 gennaio 2021
✠ Michele Pennisi, GCLJ, Arcivescovo di Monreale e Gran Priore Ecclesiastico
Preklad do slovenského jazyka urobil Mons. Michal Baláž
Posolstvo Veľkopriora Rádu sv. Lazara Jeruzalemského v týždni modlitieb za jednotu kresťanov
Drahí spolubratia a spolusestry z rádu svätého Lazara,
náš rád ekumenickej povahy, má poslanie zúčastňovať sa na modlitbách za jednotu kresťanov a na ďalších charitatívnych iniciatívach, najmä v prospech chorých a malomocných.
Utrpenie, choroba, smrť, ekonomické ťažkosti, vzdialenosť, ktorá nás rozdeľuje, neznižujú silu zjednotenia v Kristovi Ježišovi. V týchto mesiacoch bolesti a veľkej núdze sme videli prehĺbenie solidarity, ktorá nás prinútila objaviť to, čo je pravda, že „viac radosti je z dávania ako z prijímania“ (porov. Sk 20,35). Bezodplatnosť daru nám pomohla znovuobjaviť neustále bohatstvo a krásu kresťanského života zaplaveného Božou milosťou, o ktorej sme povolaní komunikovať s väčšou štedrosťou voči všetkým. Nenechali sme sa premôcť strachom, ale podporovaní neustálou prítomnosťou Pána sme pokračovali v podpore chudobných, chorých, starších ľudí, často zbavených blízkosti rodiny a priateľov.
Naše cirkvi a spoločenstvá našli jednotu v tej charite, ktorá je najväčšou z cností a ktorá zostane ako pečať nášho spoločenstva založeného na Pánovi Ježišovi. Chceme zintenzívniť modlitby za seba, za chorých, za tých, ktorí ich liečia a za všetkých, ktorí v tejto pandemickej dobe trpia. Naša modlitba jeden za druhého je zdrojom jednoty.
Téma Týždňa modlitieb za jednotu kresťanov 2021 znie: „Zostaňte v mojej láske: prinesiete veľa ovocia (porov. Jn 15,5-9).
Ježiš povedal učeníkom: „Zostaňte v mojej láske“ (Jn 15,9). On prebýva v láske svojho Otca (Jn 15, 10) a nechce nič iné, ako sa s nami o túto lásku podeliť: „Nazval som vás priateľmi, pretože som vám oznámil všetko, čo som počul od svojho Otca“ (Jn 15, 15b ). Naštepený na vinič, ktorým je sám Ježiš, sa Otec stáva našim vinohradníkom, ktorý nás orezáva, aby sme rástli. Prebývanie v Kristovi je vnútorný postoj, ktorý sa v nás zakorení v priebehu času, ale vyžaduje si priestor na svoj rast. Sme povolaní zostať v Kristovi a prinášať ovocie. Nemôžeme prinášať ovocie sami. Nemôžeme prinášať ovocie oddelene od viniča. Ježišova krv, ktorá v nás prúdi, prináša ovocie lásky.
Zostať v Ježišovi znamená zostať v jeho láske. Tá láska, ktorá nás pohýna v starostlivosti o chorých a trpiacich. Najmä v tomto týždni žijeme a slávime našu jednotu v spoločnej modlitbe.
Bratský pozdrav všetkým v priateľstve, ktoré vyplýva z nášho spojenia s Ježišom Kristom.
Monreale 17. januára 2021
✠MichelePennisi, GCLJ, Arcibiskup, v Monreale a cirkevný Veľkoprior
Zjavenie Pána. sviatok nádeje a odvahy.
Originál
Slovenský preklad
Posolstvo J.E. kardinála M. Penissiho k Novému roku 2021.
MESSAGGIO PER IL NUOVO ANNO 2021 DEL GRAN PRIORE ECCLESIASTICO DELL’ORDINE DI SAN LAZZARO

Cari fratelli e sorelle,
In quest’ultimo anno abbiamo sofferto sentimenti contraddittori come lo scoraggiamento e la speranza. È stato un anno particolarmente difficile, pieno di afflizioni a causa della diffusione del coronavirus, che consideravamo più un intruso ostile che un ospite gradito; un anno che ci ha imposto una maschera sul viso, ma che ci ha fatto cadere molte altre maschere – la falsa sicurezza, il mito del progresso infallibile, l’idea di essere al riparo dalle grandi tempeste.
Ci siamo trovati vulnerabili ed esposti a rischi che non erano sotto il nostro controllo e abbiamo imparato tutti di nuovo a pronunciare parole come incertezza, fragilità, solitudine, paura. In questi mesi imprevedibili e sconvolgenti, siamo stati testimoni delle molte morti e sofferenze della nostra gente e delle conseguenze devastanti della crisi economica.
Ma il 2020 non è stato solo questo. Momenti di fraternità, solidarietà e servizio da parte di operatori sanitari, volontari, forze dell’ordine, sacerdoti e semplici cittadini hanno illuminato il nostro tempo e aperto i nostri cuori alla speranza.
Il 2021 vede l’ingresso del tanto atteso vaccino che fa sperare in un ritorno di quelle attività che sono rimaste sospese. Anche nell’ora scioccante della prova abbiamo avuto la dolce esperienza di essere protetti sotto le ali della Provvidenza di Dio.
Non sappiamo cosa ci riserva il 2021. Con il passare dei giorni del nuovo calendario, vogliamo sognare giorni di pace, di fraternità e di rinnovata amicizia. Ma di una cosa siamo sicuri: Dio non mancherà di starci vicino ogni giorno, inondandoci della sua Misericordia. Lavoriamo tutti insieme per avanzare verso un nuovo orizzonte di amore e di pace, di fraternità e di solidarietà, di mutuo sostegno e di reciproca accettazione.
Che il nuovo anno sia un anno felice per ciascuno di voi e per le vostre famiglie, nella certezza che Dio non mancherà di starci accanto ogni giorno, inondandoci del suo amore misericordioso.
FELICI ANNI DI PACE E DI BELLEZZA DI DIO
Monreale 31 dicembre 2020
+ Michele Pennisi, Arcivescovo
Dear brothers and sisters,
This past year we have suffered contradictory feelings such as discouragement and hope. It has been a particular difficult year, full of affliction due to the spread of the coronavirus, which we considered more as a hostile intruder than a welcomed guest; a year that imposed a mask on our face, but dropped many other masks – false security, the myth of infallible progress, the idea of being sheltered from great storms.
We found ourselves vulnerable and exposed to risks that were not within our control and we have all again learned to pronounce words like uncertainty, frailty, loneliness, fear. In these unpredictable and shocking months, we have witnessed the many deaths and sufferings of our people and the devastating consequences of the economic crisis.
But 2020 wasn’t just that. Moments of fraternity, solidarity and service on the part of health workers, volunteers, law enforcement officers, priests and ordinary citizens have illuminated our time and opened our hearts to hope.
2021 sees the entry of the long-awaited vaccine which gives hope for a return of those activities that have remained suspended. Even in the shocking hour of trial we have had the sweet experience of being protected under the wings of God’s Providence.
We do not know what 2021 has in store for us. As the days of the new calendar go by, we want to dream of days of peace, fraternity and renewed friendship. But of one thing we are sure: God will not fail to be close to us every day, flooding us with His Mercy. Let us all work together to advance towards a new horizon of love and peace, of fraternity and solidarity, of mutual support and mutual acceptance.
May the new year be a happy year for each of you and for your families, in the certainty that God will not fail to be by our side every day, showering us with His merciful love.
HAPPY YEAR OF PEACE AND GOD’s BLESSING
Monreale 31 December 2020
+ Michele Pennisi, Archbishop
Voľný preklad
POSOLSTVO K NOVÉMU ROKU 2021 EKLESIASTICKÉHO RADU SV. LAZARA

Minulý rok sme zažili protichodné pocity, ako sú skľúčenosť a nádej. Bol to obzvlášť ťažký rok, plný trápenia kvôli šíreniu koronavírusu, ktorý sme považovali skôr za nepriateľského votrelca ako za vítaného hosťa; rok, ktorý nám nasadil masku na tvár, ale zhodil mnoho ďalších masiek – falošné zabezpečenie, mýtus o neomylnom pokroku, myšlienka ochrany pred veľkými búrkami.
Zistili sme, že sme zraniteľní a vystavení rizikám, ktoré sme nemali pod kontrolou, a všetci sme sa opäť naučili vyslovovať slová ako neistota, krehkosť, osamelosť, strach. V týchto nepredvídateľných a šokujúcich mesiacoch sme boli svedkami mnohých úmrtí a utrpenia našich obyvateľov a ničivých následkov hospodárskej krízy.
Rok 2020 však nebol len taký. Chvíle bratstva, solidarity a služby zo strany zdravotníckych pracovníkov, dobrovoľníkov, strážcov zákona, kňazov a bežných občanov osvetlili náš čas a otvorili naše srdcia nádeji.
V roku 2021 je uvedený na trh dlho očakávaná vakcína, ktorá dáva nádej na návrat tých aktivít, ktoré zostali pozastavené. Aj v šokujúcej hodine skúšky sme zažili sladkú skúsenosť s ochranou pod krídlami Božej prozreteľnosti.
Nevieme, čo nás čaká rok 2021. S pribúdajúcimi dňami nového kalendára chceme snívať o dňoch pokoja, bratstva a obnoveného priateľstva. Sme si však istí jednou vecou: Boh nikdy nebude chýbať , aby bol blízko nás každý deň a doprial nám svoje Milosrdenstvo. Spolupracujme všetci na ceste k novému horizontu lásky a mieru, bratstva a solidarity, vzájomnej podpory a vzájomného prijatia.
Nech je nový rok šťastným rokom pre každého z vás a pre vaše rodiny s istotou, že Boh nebude chýbať , aby bol blízko nás a bude stáť po našom boku a bude nás zahrňovať svojou milosrdnou láskou.
ŠŤASTNÝ ROK POKOJA A BOŽIEHO POŽEHNANIA
Monreale 31. decembra 2020
+ Michele Pennisi, arcibiskup
Meditácia o Epifánii Rev. Do Dona Nicola Gaglio , ACHLJ, Farára Katedrály Monreale.
MEDITAZIONE SULL’EPIFANIA DEL REV.DO DON NICOLA GAGLIO, ACHLJ,PARROCO DEL DUOMO DI MONREALE

(Adorazione dei Magi, Mosaico 1174 – 1189, Duomo di Monreale)
Nella solennità dell’Epifania continuiamo a contemplare il grande mistero del Natale del Figlio di Dio. La memoria dell’arrivo dei Magi a Betlemme, nella liturgia antica, veniva unita al ricordo del Battesimo di Cristo al Giordano e al miracolo delle di nozze di Cana. Nella parete sovrastante il grande arco settentrionale del santuario della cattedrale di Monreale si vedono i tre episodi evangelici rappresentati uno accanto all’altro: epifania ai Magi, al Giordano e a Cana di Galilea; tre eventi che manifestano il Figlio “nato per noi” come il Salvatore di tutte le genti, l’atteso Messia di Israele e il Dio fattosi uomo.
Abbiamo sempre ascoltato, sin da bambini, il racconto dei Magi narrato dall’evangelista Matteo, con grande suggestione e stupore. E’ un avvenimento che stimola la nostra immaginazione, questa ha dato origine a tante e varie creazioni iconografiche.
(Adorazione dei Magi, Galleria Regionale, Palermo)
Desidero soffermarmi su qualche elemento della narrazione.
I Magi, questi misteriosi ed affascinanti personaggi erano probabilmente dei sapienti che scrutavano il cielo, uomini che partono dai loro paesi, da oriente, e si mettono “in ricerca”. Erano persone certe che nella creazione esiste quella che potremmo definire la “firma” di Dio; infatti, afferma il salmista: “i cieli narrano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l’opera sua”. La stella accompagna il cammino di ricerca dei Magi, la creazione si pone loro come testo da leggere. E’ questa luce apparsa in cielo che li incuriosisce e li sprona a mettersi in cammino. Infatti, appena arrivati a Gerusalemme, chiederanno “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo”; il firmamento ha annunziato loro l’evento accaduto.
Arrivati a Gerusalemme, i Magi saranno messi a conoscenza dai sommi sacerdoti e dagli scribi del popolo, chiamati dal re Erode, sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli fu risposto “a Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele”. I Magi apprendono ora, dal libro della Scrittura, il luogo dove doveva nascere il Messia. Illuminati dalla Parola di Dio, escono dalla città e riprendono il cammino, non rimangono soddisfatti dalla sola notizia appresa, non ritornano indietro; non si acquieta il desiderio della loro ricerca, vanno sino in fondo alla meta che si erano prefissata. La Parola delle Scritture ricevuta, al pari della luce della stella, illumina di più la loro via.
(Adorazione dei Magi, Castello Ursino, Catania)
Riprendendo il cammino, e uscendo dalla grande città di Gerusalemme, lontani dal frastuono e dai palazzi del potere, con nel cuore la Parola di Dio, rivedono la stella. A questa visione aggiunge Matteo: “essi provarono una grandissima gioia”. E’ colmi di gioia che i Magi vanno verso la meta. La stella si fermò “sopra il luogo dove si trovava il Bambino (…) Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono”.
La manifestazione del Signore ai Magi ci invita a fare delle riflessioni e a prendere qualche impegno per la nostra vita di credenti.
Considerare, come afferma il Santo Padre Francesco, nel Messaggio per la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, citando San Bonaventura, che “il creato è il primo “libro” che Dio ha aperto davanti ai nostri occhi, perché ammirandone la varietà ordinata e bella fossimo ricondotti ad amare e lodare il Creatore. In questo libro, ogni creatura ci è stata donata come una “parola di Dio”. I Magi guardando la stella guardano il Cielo.
Approfondire il nostro rapporto con la Parola di Dio, quale lampada che guida il nostro quotidiano cammino, verità che ci dice chi siamo e dove andiamo, per costruire la nostra esistenza, insieme agli altri, sulla roccia e non sulla sabbia. I Magi aiutati dalle Scritture trovano un cammino sicuro, certo.
Vivere la nostra partecipazione all’eucarestia con la fede adorante dei Magi, consapevoli di stare alla presenza del Verbo che si fa nostro cibo. Come il Bambino in braccio a sua Madre che lo ha generato, che gli ha dato la nostra natura umana, viene offerto all’adorazione dei Magi, così ogni eucarestia vede quel “verum corpus natum de Maria Virgine” offerto dalla stessa Madre di Dio a ciascuno di noi, per adorarlo e come nostro nutrimento.
Voľný preklad
MEDITÁCIA O EPIFÁNII REV. DO DON NICOLA GAGLIO, ACHLJ, FARÁR KATEDRÁLY MONREALE

(Klaňanie troch kráľov, mozaika 1174 – 1189, katedrála v Monreale)
O slávnosti Zjavenia Pána pokračujeme v kontemplácii veľkého tajomstva narodenia Božieho Syna. Spomienka na príchod troch kráľov v Betleheme sa v starej liturgii spojila so spomienkou na Kristov krst v Jordáne a zázrak svadby v Káne. . V stene nad veľkým severným oblúkom svätyne katedrály v Monreale sú vidieť tri evanjelikálne epizódy zastúpené vedľa seba: epifánia pre troch kráľov, Jordán a Kana Galilejský; tri udalosti, ktoré manifestujú Syna „narodeného pre nás“ ako Spasiteľa všetkých národov, očakávaného izraelského Mesiáša a Boha, ktorý sa stal človekom.
Od detstva sme vždy s veľkým šarmom a úžasom počúvali príbeh Troch kráľov, ktorý vyrozprával evanjelista Matúš. Je to udalosť, ktorá stimuluje našu fantáziu, čo viedlo k vzniku mnohých a rôznych ikonografických výtvorov.
(Klaňanie troch kráľov, Regionálna galéria, Palermo)
Rád by som sa zameral na niektoré prvky príbehu.
Mudrci, tieto záhadné a fascinujúce postavy, boli pravdepodobne múdri muži, ktorí skúmali oblohu, muži, ktorí odchádzajú zo svojich krajín, z východu a začínajú „hľadať“. Boli si istí, že pri stvorení existuje to, čo by sme mohli definovať „podpis“ Boha; žalmista v skutočnosti tvrdí: „Nebesá hovoria o sláve Božej a obloha oznamuje jeho dielo“. Hviezda sprevádza mágovu cestu výskumu, tvorba sa im predstavuje ako text na čítanie. Práve toto svetlo, ktoré sa zjavilo v nebi, ich zaujíma a pobáda ich vydať sa na cestu. Hneď po príchode do Jeruzalema sa v skutočnosti opýtajú: „Kde sa narodil židovský kráľ? Videli sme jeho hviezdu stúpať a prišli sme sa mu pokloniť “; obloha im oznámila udalosť.
Keď už budú v Jeruzaleme, budú o nich Magi informovaní veľkňazmi a zákonníkmi ľudu, ktorých povolal kráľ Herodes, na miesto, kde sa mal narodiť Mesiáš. Odpovedali mu „v judskom Betleheme, pretože tak píše prorok: A ty, Betlehem, judská krajina, nie si v skutočnosti najmenším hlavným mestom Judska: vyjde z teba v skutočnosti náčelník, ktorý bude pásť môj ľud, Izrael. „. Mudrci sa teraz dozvedajú z knihy Písma miesto, kde sa mal narodiť Mesiáš. Osvietení Božím slovom opúšťajú mesto a pokračujú v ceste, neuspokojujú ich správy, ktoré sa dozvedeli sami, nevracajú sa späť; túžba po ich výskume neutícha, idú až k cieľu, ktorý si stanovili. Prijaté Slovo Písma, ako svetlo hviezdy, viac osvetľuje ich cestu.
(Klaňanie troch kráľov, hrad Ursino, Catania)
Pokračujúc na svojej ceste a opúšťajúc veľké mesto Jeruzalem, ďaleko od hluku a palácov moci, s Božím Slovom v srdci, znova vidia hviezdu. K tejto vízii Matthew dodáva: „Cítili veľmi veľkú radosť“. Je plná radosti, že mágovia idú smerom k cieľu. Hviezda sa zastavila „nad miestom, kde bolo Dieťa (…) vstupujúce do domu, videli dieťa s Máriou, jeho matkou, padli a klaňali sa mu.“
Zjavenie Pána pred mágmi nás pozýva, aby sme uvažovali a prijali určitý záväzok pre náš veriaci život.
Zvážte, ako tvrdí Svätý Otec František, v Posolstve k Svetovému dňu modlitieb za starostlivosť o stvorenie, citujúcom svätého Bonaventúru, že „stvorenie je prvou„ knihou “, ktorú Boh otvoril pred našimi očami, pretože obdivuje jej rozmanitosť usporiadaní a krásni sme boli vedení späť k láske a chvále Stvoriteľa. V tejto knihe nám bolo každé stvorenie dané ako „Božie slovo“. Mudrci pozerajúci sa na hviezdu pozerajú na oblohu.
Prehĺbiť náš vzťah k Božiemu slovu ako lampy, ktorá vedie našu každodennú cestu, pravdy, ktorá nám hovorí, kto sme a kam smerujeme, aby sme spolu s ostatnými vybudovali našu existenciu na skale a nie na piesku. Mudrci, ktorým Písmo pomáha, samozrejme našli bezpečnú cestu.
Prežívanie našej účasti na Eucharistii s adorujúcou vierou troch kráľov, vedomých si prítomnosti v Slove, ktoré sa robí našim pokrmom. Ako je Dieťa v náručí svojej Matky, ktorá ho vygenerovala a ktorá mu dala našu ľudskú prirodzenosť, ponúkané na uctievanie Troch kráľov, tak každá eucharistia vidí, že „verum corpus natum de Maria Virgine“ ponúkané samotnou Matkou Božou každý z nás ho uctievať a ako svoju výživu.
Silvestrovské posolstvo
MESSAGGIO DI CAPODANNO 2021 DEL GRAN BALÌ DI SICILIA DELL’ORDINE MILITARE E OSPEDALIERO
DI SAN LAZZARO DI GERUSALEMME

(Giove folgora i Giganti ribelli, Pietro Bonaccorsi detto Perin del Vaga, XVI secolo, Villa del principe Doria a Fassolo)
Carissimi Confratelli e Consorelle,
si chiude un anno che difficilmente avremmo creduto di potere vivere, nel quale dolore e speranza si sono alternati in uno con un profondo senso di sconforto e di rinnovata solidarietà, un triste momento che per tutti rimarrà indelebilmente scolpito nella mente con il nome di COVID 19; contemporaneamente se ne apre uno gravido di speranze e qualche certezza.
Eppure, non è la prima volta che l’umanità si ritrova a dovere affrontare momenti simili (l’ultima era stata esattamente cento anni fa), nei quali l’infinitamente piccolo aveva ricordato, a coloro i quali spesso tentano di ergersi a dio in terra – come i giganti ribelli del mito che osarono scalare l’Olimpo e sfidare Giove –, che l’Universo non gli appartiene e che anche loro possono essere distrutti in un batter d’ali e spazzati via con un soffio di vento.
Ma l’uomo, come sovente nella sua storia, è portato a rimuovere tutto ciò che gli ricorda la sua piccolezza e, quando la ragione si addormenta, si inebria del suo io e persegue disegni di effimera gloria, ergendosi a signore della vita e della morte, fino a quando quest’ultima non gli ricorda che anche lui è mortale.
Così, in un anno che ha visto un’umanità in ginocchio ed impotente, terrorizzata per il suo incerto destino, non si sono fermati né guerre, né attentati, né stragi, né violenze di ogni tipo capaci di offendere la sacralità della vita sin dal suo primo nascere e persino il boia, in varie parti della terra, ha continuato ad adoperarsi per riaffermare, insensatamente, che l’uomo è signore di se stesso, signore della vita e della morte, signore del mondo.
L’augurio che mi sento di rivolgere a tutti è, pertanto, che l’esperienza che abbiamo vissuto ed in fondo alla quale cominciamo ad intravedere la luce della rinascita, ci aiuti ad essere diversi, a sentirci veramente membri di un’unica famiglia e figli di un solo Padre, a riconoscere la nostra pochezza di fronte al creato ed a dare un senso alla nostra vita che non sia solo il perseguimento di successo, denaro, ricchezze, passioni e potere, ricordando a noi stessi, ogni giorno, che “il segreto dell’esistenza umana non è vivere per vivere, ma avere qualcosa per cui vivere” (Fëdor Dostoevskij), che per noi cristiani è il sentirsi parte ed assecondare il grande disegno di Dio per l’umanità.
Dio ci benedica e Buon 2021 a tutti!
Pino Zingale, GCLJ-J
Gran Balì di Sicilia dell’Ordine Militare e Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme
Priore del Capitolo dei Cavalieri di San Lazzaro in Monreale
Voľný preklad do slovenského jazyka
NOVOROČNÉ POSOSTVO 2021 GRAN BAILI SICÍLIE VOJENSKÉHO A ŠPITÁLSKEHO RÁDU SVÄTÉHO LAZARA JERUZALEMSKÉHO

(Jupiter burcuje povstaleckých obrov, Pietro Bonaccorsi známy ako Perin del Vaga, 16. storočie, Villa del Principe Doria vo Fassole)
Drahí bratia a sestry,
končí rok, v ktorý by sme len ťažko verili, že dokážeme žiť, v ktorom sa bolesť a nádej striedali v jednom s hlbokým pocitom zúfalstva a obnovenej solidarity, smutný okamih, ktorý zostane v mysli nezmazateľne vrytý menom COVID 19 ; zároveň sa človek otvára plný nádeje a určitej istoty.
Nie je to však prvýkrát, čo ľudstvo musí čeliť podobným momentom (posledný bol presne pred sto rokmi), v ktorých nekonečne malí pripomínali tých, ktorí sa často snažia vstať k Bohu v r. zem – ako povstaleckí obri mýtov, ktorí sa odvážili vystúpiť na Olymp a vyzvať Jupitera -, že Vesmír im nepatrí a že aj ony môžu byť v mihnutiach krídel zničené a odfúknuté dychom vetra.
Ale človek je tak často vo svojej histórii vedený k odstráneniu všetkého, čo mu pripomína jeho maličkosť, a keď rozum zaspí, omámi sa svojím egom a sleduje plány pominuteľnej slávy, stúpajúcej k pánovi života a smrť, až kým mu druhá nepripomenie, že aj on je smrteľný.
Takže za rok, ktorý videl ľudstvo na kolenách a bezmocné, vystrašené jeho neistým osudom, sa nezastavili ani vojny, ani útoky, ani masakry, ani násilie akéhokoľvek druhu, schopné uraziť posvätnosť života. jeho prvé narodenie a dokonca aj kat na rôznych miestach zeme sa naďalej nezmyselne znovu utvrdzovali v tom, že človek je pánom seba, pánom života a smrti, pánom sveta.
Prianie, ktoré, podľa môjho názoru, môžem adresovať každému, je preto, aby skúsenosť, ktorú sme prežili, a na konci ktorej začali vidieť svetlo znovuzrodenia, pomohla nám odlíšiť sa, cítiť sa skutočne členmi jednej rodiny a deti jediného Otca, uvedomiť si našu maličkosť tvárou v tvár stvoreniu a dať nášmu životu zmysel, ktorý nie je len snahou o úspech, peniaze, bohatstvo, vášne a moc, pripomínajúc si každý deň, že “ tajomstvom ľudskej existencie nie je žiť, aby sme žili, ale aby sme mali pre čo žiť “(Fjodor Dostojevskij), čo pre nás kresťanov je cítiť sa súčasťou a podporovať Boží veľký plán pre ľudstvo.
Boh nám žehnaj a všetkým šťastný rok 2021!
Pino Zingale, GCLJ-J
Veľký Bali na Sicílii vojenského a špitálskeho rádu San Lazzaro di Gerusalemme
Pred kapitolou rytierov v San Lazzaro v Monreale
Oblúk rytierov v kostole Najsvätejšieho srdca v katedrále Monreale na Sicílii v sídle Veľkého Baiwilicku na Sicílii.
L’ARCO DEI CAVALIERI
NELLA CHIESA CAPITOLARE DEL SACRO CUORE
DELL’ORDINE DI SAN LAZZARO DI GERUSALEMME

(Arco dei Cavalieri, ingresso della sagrestia della Chiesa Capitolare del Sacro Cuore)
È stato inaugurato l’Arco dei Cavalieri nella Chiesa Capitolare del Sacro Cuore, sede del Gran Baliato di Sicilia e del Capitolo dei Cavalieri di San Lazzaro in Monreale, che raccoglie, realizzati con la tecnica dell’affresco, gli stemmi di alcuni dei cavalieri del Gran Baliato.
(Affresco con lo stemma dell’attuale Gran Balì di Sicilia)
Gli stemmi sono realizzati dal Maestro Luca Crivello, il quale è pure autore del grande affresco dei Martiri Idruntini sull’altare laterale accanto all’Arco.
Luca Crivello è nato a Palermo il 1° Febbraio 1992, pittore, vive e opera a Bagheria, in provincia di Palermo. Dopo aver conseguito la maturità Scientifica, decide di dare seguito al suo interesse preponderante nei confronti dell’arte visiva frequentando l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Nel 2015 vince una borsa di studio presso la Florence Academy of Fine Art di Firenze e nel 2017 ottiene la laurea magistrale in Arte Sacra Contemporanea con il massimo dei voti con una tesi sulle nuove metodologie dell’affresco dal titolo: “L’affresco – Un Approccio Romantico”; ha collaborato in alcuni progetti di restauro tra i quali quello per il recupero di quattro pale d’altare nella chiesa di San Francesco Saverio (Palermo).
La sua prima mostra personale si svolge a Palermo, nella chiesa di San Domenico, in occasione dell’ottocentesimo anniversario della fondazione dell’Ordine domenicano.
E’ docente di arte sacra contemporanea presso l’accademia di belle arti di Catania e membro dell’Accademia Lazzarita San Luigi IX Re di Francia.

(Arco dei Cavalieri, ingresso della sagrestia della Chiesa Capitolare del Sacro Cuore)
È stato inaugurato l’Arco dei Cavalieri nella Chiesa Capitolare del Sacro Cuore, sede del Gran Baliato di Sicilia e del Capitolo dei Cavalieri di San Lazzaro in Monreale, che raccoglie, realizzati con la tecnica dell’affresco, gli stemmi di alcuni dei cavalieri del Gran Baliato.
(Affresco con lo stemma dell’attuale Gran Balì di Sicilia)
Gli stemmi sono realizzati dal Maestro Luca Crivello, il quale è pure autore del grande affresco dei Martiri Idruntini sull’altare laterale accanto all’Arco.
Luca Crivello è nato a Palermo il 1° Febbraio 1992, pittore, vive e opera a Bagheria, in provincia di Palermo. Dopo aver conseguito la maturità Scientifica, decide di dare seguito al suo interesse preponderante nei confronti dell’arte visiva frequentando l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Nel 2015 vince una borsa di studio presso la Florence Academy of Fine Art di Firenze e nel 2017 ottiene la laurea magistrale in Arte Sacra Contemporanea con il massimo dei voti con una tesi sulle nuove metodologie dell’affresco dal titolo: “L’affresco – Un Approccio Romantico”; ha collaborato in alcuni progetti di restauro tra i quali quello per il recupero di quattro pale d’altare nella chiesa di San Francesco Saverio (Palermo).
La sua prima mostra personale si svolge a Palermo, nella chiesa di San Domenico, in occasione dell’ottocentesimo anniversario della fondazione dell’Ordine domenicano.
E’ docente di arte sacra contemporanea presso l’accademia di belle arti di Catania e membro dell’Accademia Lazzarita San Luigi IX Re di Francia.
MESSAGGIO DI NATALE 2020 DEL GRAN PRIORE ECCLESIASTICO DELL’ORDINE MILITARE E OSPEDALIERO DI SAN LAZZARO DI GERUSALEMME

(Natività di Gesù, 1526, Gagini, Duomo di Pollina)
Carissimi Confratelli e Consorelle,
Ci potremmo domandare che senso ha celebrare il Natale in questo periodo di pandemia dal covid-19, in una società caratterizzata dalla mancanza di speranza, dal ripiegamento individualistico, dall’incertezza per il presente e il futuro e dalla diffidenza del prossimo, da desideri individuali trasformati in diritti a prescindere dai doveri, da libertà senza responsabilità.
La pandemia facendoci scoprire le nostre false sicurezze e la nostra incapacità di vivere insieme, tuttavia ci aiuta a comprendere che abbiamo bisogno gli uni degli altri e di Qualcuno che dia un senso profondo alla nostra vita. Anche per noi c’è il rischio di considerare il Natale come una festa tradizionale che dimentica il festeggiato. Nulla uccide l’amore più dell’abitudine, nulla ci distoglie dalla fede più della pigrizia spirituale e di una religiosità disincarnata dalla vita reale.
(L’Annunciazione, 1545, Gagini, Chiesa di Sant’Oliva ad Alcamo)
Dio non permane relegato tra le nuvole, ma si fa uomo con gli uomini e nostro compagno di viaggio per intraprendere con noi un cammino che dà senso alla vita e alla morte. Il Natale, che ci presenta il paradosso di un Dio che si rende visibile in un bambino nato da una donna, non è un evento del passato, ma un mistero che si è reso presente nella storia e che continua, è l’annunzio della nascita di un uomo nuovo, che è venuto a ricostruire un mondo nuovo, dove c’è spazio per tutto ciò che è autenticamente umano, per la santità quotidiana che ci dà la gioia di fare in modo straordinario le cose di tutti i giorni.
Come cristiani siamo chiamati a diffondere la bellezza della musica del Natale che non può esaurirsi nei tradizionali canti natalizi, nei rintocchi delle campane che suonano a festa per riecheggiare il canto degli angeli, ma deve continuare nella testimonianza di una vita rinnovata alla luce della bella notizia dell’amore di Dio per l’umanità. Per papa Francesco “se la musica del Vangelo smette di vibrare nelle nostre viscere, avremo perso la gioia che scaturisce dalla compassione, la tenerezza che nasce dalla fiducia, la capacità della riconciliazione che trova la sua fonte nel saperci sempre perdonati-inviati. Se la musica del Vangelo smette di suonare nelle nostre case, nelle nostre piazze, nei luoghi di lavoro, nella politica e nell’economia, avremo spento la melodia che ci provocava a lottare per la dignità di ogni uomo e donna” (Fratelli tutti, n.277).
Il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio ci dice che la nostra vita è inserita in quella di Dio e ci aiuta a fare memoria della tenerezza e della grandezza dell’amore di Gesù, che ci ama fino a unirsi a noi, perché anche noi possiamo unirci a Lui. Gesù bambino ci porta il sorriso di Dio, venuto a partecipare alle nostre piccole gioie ad asciugare le nostre lacrime. Quel sorriso è la più grande energia per ricominciare a costruire una società a misura d’uomo aperta al futuro, perché conforme al disegno di Dio. A partire dal mistero del Natale siamo invitati a coinvolgerci nella storia della salvezza, a sentirci contemporanei di Gesù Cristo, che è vivo e presente in questo terzo millennio dopo la sua nascita.
Ognuno di noi per rendere credibile il mistero del Natale è chiamato ad essere annunciatore di questa Bella Notizia a tutti, testimoniando il suo amore con concrete azioni di misericordia a servizio dei fratelli e nelle sorelle più bisognosi ed in particolare degli ammalati, secondo la tradizione del nostro Ordine.
Il Natale fonda quella che papa Francesco chiama “la mistica della fraternità”, perché ci dà la certezza e la gioia che Dio è con noi e noi siamo con Lui, tutti figli dello stesso Padre e fratelli e sorelle fra di noi, perché fratelli e sorelle di quel Bambino Figlio di Dio e della Vergine Maria, che genera noi ora ad una novità di vita.
Michele Pennisi
Arcivescovo di Monreale
Gran Priore Ecclesiastico dell’Ordine Militare e Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme
Reverend Dr. Jonathan Farrugia bol menovaný vedeckým riaditeľom Akadémie sv.Lazara, vedúci Katedry cirkevných dejín, patológie a starokresťanskej archeologickej patrológie na teologickej fakulte Maltskej univerzity.
NOMINA A CONDIRETTORE SCIENTIFICO DELL’ACCADEMIA LAZZARITA SAN LUIGI IX RE DI FRANCIA
DEL REV.DO DR. JONATHAN FARRUGIA
CAPO DEL DIPARTIMENTO DI STORIA DELLA CHIESA, PATOLOGIA E PATROLOGIA ARCHEOLOGIA PALEOCRISTIANA PRESSO LA FACOLTÀ DI TEOLOGIA
DELL’UNIVERSITÀ DI MALTA

Il Rev. Dr Jonathan Farrugia è nato il 19 settembre 1978.
Ha conseguito il Bachelor of Arts in italiano (2000) ed in Teologia e Studi Umani (2004) presso l’Università di Malta, laureandosi successivamente, e conseguendo pure la licenza, presso il medesimo Ateneo, in Sacra Teologia (2007 e 2009.)
Ha ottenuto il Dottorato in teologia e Scienze Patristiche presso l’Institutum Patristicum „Augustinianum“ di Roma nel 2016.
Ordinato sacerdote nel 2008 ha prestato servizio presso la Basilica della Natività di Maria in Senglea (Malta) e nel 2011 è stato nominato Canonico del Capitolo Collegiale della Basilica della Natività di Maria a Senglea (Malta).
Dal 2019 è capo Capo del Dipartimento di storia della Chiesa, patologia e patrologia
Archeologia paleocristiana presso la Facoltà di Teologia dell’Università di Malta.
E’ stato Segretario generale della Soċjetà Patristika Maltija dal 2015 al 2019 e dal 2018 è Membro della Commissione Dottrinale della Conferenza Episcopale Maltese nonché, dal 2019, del Comitato di Redazione della Facoltà di Teologia per la rivista Melita Theologica e dal 2020 Membro del Comitato di etica della ricerca della Facoltà di Teologia dell’Università di Malta.
E’ membro dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme ed e’ uno dei Cappellani della giurisdizione ecumenica del medesimo Ordine che si chiama Gran Commanderia del Castello, con sede a Malta.
Newsletter 2020
1220 newsletter – FINAL[15862]
Vianočné pozdravy z Veľkopriorátu Talianska, Veľkopriorátu Maltézskych ostrovov a Medzinárodného Veľkobailiwiku
Merry Christmas from all the Members of the International Grand Bailiwick
Vianočný pozdrav Veľkopriora pre Vianoce 2020 . Nech anjel dobrých správ prinesie dobré správy všetkým ľuďom dobrej Vôle.
Vianočný pozdrav Veľkopriora 2020
Posolstvo dobrej zvesti anjela dobrých správ , nech prinesie pokoj , nádej a dobré správy všetkým ľuďom dobrej vôle.
Arcibiskup Washingtonu J.E. Mons. Wilson Daniel Gregory EGCLJ bol vysvätený svätým otcom za kardinála.
ATTRIBUITO IL TITOLO PRESBITERALE DI SANTA MARIA IMMACOLATA A GROTTAROSSA AL CARDINALE MONS. WILTON DANIEL GREGORY, GCLI, ARCIVESCOVO DI WASHINGTON
ATTRIBUITO IL TITOLO PRESBITERALE DI SANTA MARIA IMMACOLATA A GROTTAROSSA
AL CARDINALE MONS. WILTON DANIEL GREGORY, GCLI,
ARCIVESCOVO DI WASHINGTON

L’arcivescovo di Washington, Sua Eminenza Mons. Wilton Daniel Gregory, Gran Croce Ecclesiastica dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme, primo cardinale afro-americano nella storia della Chiesa, ha ricevuto il 28 novembre 2020 la berretta cardinalizia dalle mani di Papa Francesco ed il titolo presbiterale di Santa Maria Immacolata a Grottarossa.
(Stemma cardinalizio di Mons. Wilton Daniel Gregory)
Quello dell’Immacolata Concezione di Maria a Grottarossa (in latino: Titulum Immaculatae Conceptionis Mariae ad Saxa Rubra) è un titolo cardinalizio istituito da papa Giovanni Paolo II con la bolla pontificia Purpuratis Patribus del 3 maggio 1985.
La chiesa su cui insiste il titolo fu eretta canonicamente in parrocchia il 4 giugno 1937 e fu affidata al clero diocesano di Roma. Il luogo di culto fu costruito nel 1935 per venire incontro alle esigenze spirituali dei lavoratori provenienti dalle regioni del Nord e del Centro Italia. Sorge lungo la Via Flaminia, „ad Saxa Rubra“, dove, nell’anno 312, avvenne la storica battaglia tra gli eserciti di Costantino I e Massenzio.
Prima di Mons. Wilton Daniel Gregory l’unico cardinale a portare quel titolo era stato Mons. Henryk Roman Gulbinowicz, Arcivescovo Metropolita di Breslavia fino al 2004, dal 25 maggio 1985 al 16 novembre 2020, data della sua morte.
Slovenský preklad textu urobil Mons.Michal Baláž SChLJ
Pridelenie kostola Nepoškvrneného Počatia Panny Márie v Grottarosse kardinálovi mons. Wiltonovi
Danielovi Gregorymu, GCLI, arcibiskupovi Washingtonu
Arcibiskup Washingtonu, Jeho Eminencia mons. Wilton Daniel Gregory, držiteľ veľkokríža rádu
Svätého Lazara Jeruzalemského, prvý afroamerický kardinál v histórii Cirkvi, si prevzal kardinálsky
klobúk z rúk pápeža Františka 28. novembra 2020 a bol mu pridelený kostol Nepoškvrneného počatia
Panny Márie v Grottarosse.
(Kardinálsky erb biskupa Wiltona Daniela Gregoryho)
Názov Nepoškvrneného Počatia Panny Márie v Grottarosse (latinsky Titulum Immaculatae
Conceptionis Mariae ad Saxa Rubra) je hlavný titul, ktorý ustanovil pápež Ján Pavol II. pápežskou
bulou Purpuratis Patribus z 3. mája 1985.
Kostol, ktorý nesie tento názov, bol konsekrovaný vo farnosti 4. júna 1937 a bol zverený rímskemu
diecéznemu kléru. Miesto kultu bolo zriadené v roku 1935, aby uspokojilo duchovné potreby
pracovníkov z oblastí severného a stredného Talianska. Nachádza sa pozdĺž Via Flaminia „ad Saxa
Rubra“, kde sa v roku 312 odohrala historická bitka medzi vojskami Konštantína I. a Maxentia.
Pred mons. Wiltonom Danielom Gregoryom bol jediným kardinálom, ktorému bol tento kostol
pridelený od 25. mája 1985 do 16. novembra 2020 v deň svojej smrti, mons. Henrykovi Romanovi
Gulbinowiczovi, arcibiskupovi – metropolitovi, ktorý bol vo Wroclawe do roku 2004.
Sicília, Kolegiálna bazilika sv. Šebastiána v Acireale , sídlo kapituly rytierov sv. Lazara.
LA BASILICA COLLEGIATA DI SAN SEBASTIANO IN ACIREALE SEDE DELLA DELEGAZIONE DEL CAPITOLO DEI CAVALIERI DI SAN LAZZARO IN SICILIA ORIENTALE
LA BASILICA COLLEGIATA DI SAN SEBASTIANO IN ACIREALE SEDE DELLA DELEGAZIONE DEL CAPITOLO DEI CAVALIERI DI SAN LAZZARO IN SICILIA ORIENTALE

Il Vescovo di Acireale, Mons. Antonino Raspanti, membro del nostro Ordine, con decreto del 12 novembre 2020 ha autorizzato la costituzione presso la Diocesi di Acireale di una Delegazione del Capitolo dei Cavalieri di San Lazzaro di Gerusalemme in Monreale, l’ente di diritto canonico che raccoglie tutti i cavalieri di San Lazzaro di fede cattolica appartenenti al Gran Baliato di Sicilia, assegnandogli come sede la Basilica Collegiata di San Lazzaro.
La Basilica di San Sebastiano è il monumento più importante di Acireale, dichiarato monumento nazionale. Nel dicembre del 1990 papa Giovanni Paolo II l’ha elevata alla dignità di basilica minore.
(La Basilica Collegiata di San Sebastiano in Acireale)
Il primo cantiere venne aperto nel 1609 e la chiesa completata nel 1644 con sussidi del municipio e offerte dei fedeli. Il tempio venne largamente ristrutturato dopo il terremoto del 1693, tra il 1699 e1705, assumendo l’aspetto attuale. La chiesa fu elevata a collegiata con bolla pontificia del 20 novembre 1924.
(Abside della Basilica Collegiata di San Sebastiano in Acireale)
La facciata, realizzata su disegno di Angelo Bellofiore, intarsi di Diego e Giovanni Flavetta, ha più ordini e presenta un fregio con quattordici putti che reggono festoni. La chiesa è preceduta da una balaustra realizzata nel 1754 da Giovan Battista Marini su progetto di Pietro Paolo Vasta, arricchita da statue raffiguranti personaggi dell’antico testamento: Giuditta, Giaele, David, Giosuè, Mosè, Aronne, Giuda Maccabeo, Gedeone, Sansone.
L’interno, a croce latina, è ricco di affreschi di Pietro Paolo Vasta, realizzati tra il 1732 e il 1736, nel transetto e nel coro con alcune scene della vita del santo, nella cappella del Santissimo Sacramento con scene della vita del Cristo, e nel tamburo della cupola. Precedentemente al terremoto del 1693 le fonti riportano l’esistenza nella chiesa di opere pittoriche di Baldassarre Grasso, maestro del Vasta. La cappella laterale sinistra è affrescata da Alessandro D’Anna.
La Delegazione sarà retta dal Prof. Avv. Antonino Longo, KCLJ, attuale Segretario Generale del Gran Baliato di Sicilia.
Slovenský Preklad
Kolegiálna Bazilika sv. Sebastiána v Acireale sa stala sídlom kapituly rytierov sv. Lazara na východnej Sicílii
Sebastiano Lipari • 18. novembra 2020
Biskup v Acireale Mons. Antonino Raspanti, člen nášho rádu, dekrétom z 12. novembra 2020 potvrdil zriadenie Kapituly rytierov sv. Lazara z Jeruzalema v Monreale v diecéze Acireale, inštitúciu Kánonického práva, do ktorej patria všetci rytierisv. Lazara katolíckej cirkvi patriaci k veľkému Oddielu na Sicílii a pridelil im za sídlo kolegiálnej baziliky sv. Sebastiána.
Bazilika sv. Sebastiána je najdôležitejšou pamiatkou v Acireale, vyhlásenou za národnú pamiatku. V decembri 1990 ju pápež Ján Pavol II. povýšil na baziliku minor.
História Kolegiálnej baziliky Sv. Sebastiána v Acireale
So stavbou sa začalo v roku 1609 a kostol bol dokončený v roku 1644 pomocou dotácií od radnice a darov od veriacich. Chrám bol z veľkej časti zrekonštruovaný po zemetrasení v roku 1693, medzi rokmi 1699 a 1705, kedy nadobudol aj súčasnú podobu. Kostol bol povýšený na kolegiálny pápežskou bulou z 20. novembra 1924.
Apsida kolegiálnej baziliky sv. Sebastiána v Acireale
Fasádu, navrhol Angelo Bellofiore, intarzie Diego a Giovanni Flavetta, má niekoľko slohov a okrasy so štrnástimi anjelmi držiacimi ovenčenie. Pred kostolom sa nachádza balustráda, ktorú postavil v roku 1754 Giovani Battista Marini podľa návrhu Pietra Paola Vastu a bola obohatená o sochy znázorňujúce postavy zo Starého zákona: Judita, Joel, Dávid, Jozue, Mojžiš, Áron, Judáš Makabejský, Gedeon Samson.
Interiér v tvare latinského kríža je bohatý na fresky Pietra Paola Vastu z rokov 1732 až 1736, v priečnej lodi a na chóre s výjavmi zo života svätca, v kaplnke Najsvätejšej sviatosti s výjavmi zo života Krista v strede kupoly. Pred zemetrasením v roku 1693 pramene uvádzajú tiež existenciu obrazov, ktoré namaľoval Baldassarra Grassa, ktorý bol majstrom Vasta. Ľavá bočná kaplnka je ozdobená freskami od Alessandra D’Anna.
Zodpovedným bude prof. Antonino Longo, KCLJ, súčasný generálny sekretár Veľkopriorátu na Sicílii.
Preložil Mons. Michal Baláž SChLJ
November Newsletter 2020
1120 newsletter FINAL[13990] (1)
SPRÁVA VEĽKOŠPITÁLNIKA RÁDU SV. LAZÁRA JERUZALEMSKÉHO .
SPRÁVA VEĽKOŠPITÁLNIKA RÁDU SV. LAZÁRA JERUZALEMSKÉHO O CHARITATÍVNYCH AKTIVITÁCH RÁDU V ROKU 2020

Profesor Charles Savona-Ventura, GCLJ, Veľkošpitálnik Rádu sv. Lazára
Táto správa bola v roku 2020 zverejnená celosvetovo.
Rád svätého Lazára vznikol na začiatku 5. storočia. Členovia tohto Rádu budovali za múrmi mesta Jeruzalem miesta (Lazarety), ktoré slúžili obetiam chorým na malomocenstvo. Po prvej križiackej výprave v roku 1099 sa Rád stal špitálnickým mníšskym Rádom. Tieto jeho nemocničné aktivity pokračovali počas celého 12. – 13. storočia a táto jeho činnosť sa rozšírila po celej vtedajšej kresťanskej Európe. Stanovy Rádu z tohto obdobia uvádzajú, že v „ jeruzalemskom kláštore bude umiestnených päťdesiatdva chorých spolubratov a okrem nich by malo byť prijatých minimálne toľko chorých, koľko je tam spolubratov. …. Dostanú šatstvo a jedlo až kým nezomrú “.
Epidémie čierneho moru v 14. storočí zaznamenali pokles počtu chorých na malomocenstvo. Spolu so zmenou postoja k malomocným to viedlo k zníženiu počtu potrebných zariadení pre chorých na malomocenstvo. V Anglicku bolo do nemocnice pre malomocných St. Giles v Holborne umiestnených 40 väzňov. V roku 1345 sa starali ôsmi opatrovatelia o 14 malomocných, zatiaľ čo v roku 1402 sa starali už iba o štyroch takto postihnutých. V roku 1479 bolo zariadenie Burton Lazars v Anglicku povinné podporovať 14 malomocných, ktorým, ak neboli umiestnení v tomto zariadeni, bola vyplácaná „ týždenne suma peňazí na potreby ich života“.
Leprosarium sv. Lazára v Rapalle, 15. storočie, zľava sv. Ján, sv. Lazár, Panna Mária s dieťatom zo San Biagia
Politické nepokoje v 16. storočí spôsobili, že sa Rád rozdelil na regionálne zložky, ktoré boli lojálne voči miestnym vládcom. Rád okrem toho postupne nadobudol vo väčšej miere vojenský charakter a do konca 16. storočia sa stal čestným rytierskym Rádom odmeneným týmto titulom za služby poskytované francúzskym kráľom. Nemocničný charakter si však Rád zachovával aj počas nasledujúcich storočí. Správa z roku 1690 o príjmoch z majetku Rádu vo Francúzsku uvádza značný počet nemocníc – špecializovaných na liečenie malomocných a hospicov / hotel-Dieu /. V roku 1722 sa francúzsky kráľ pokúsil posilniť nemocničnú funkciu Rádu a umiestnil všetky kráľovské nemocnice pod správu Rádu.
Francúzska revolúcia postavila charatívnu činnosť všeobecne do úzadia. V roku 1830, po obnove dynastie Bourbonovcov, ale strate kráľovskej ochrany vo Francúzsku, však Rád prevzal, ako dôvod svojej existencie, na seba novú úlohu a to podporu charitatívnych aktivít vo Svätej zemi. V roku 1910 bola táto jeho úloha následne zapracovaná aj do stanov Rádu – „ Rytieri – špitálnici plnia svoje poslanie kedykoľvek je to možné, otvorení sú k svojmu svedomiu, a so súcitom dávajú seba do služby Cirkvi, chudobným, malomocným, iným chorým ľuďom a prichádzajúcim pútnikom. Patriarcha svojou autoritou zabezpečuje, aby sa dary rozdávali medzi rádové hospice, ustanovizne, na činnosť Rádu, pre slávu Svätej cirkvi, evanjelizáciu neveriacich a pre zázemie pre chudobných a chorých. “
Príkladom toho je široká škála charitatívnych aktivít opísaných v teto správe Veľkošpitálnika Rádu, ktorú si môžete stiahnuť kliknutím na ikonu pod textom.
voľne preložil
Chev. Ing. Ján Stanek KLJ
kancelár Rádu
![]() |
OdpovedaťOdpovedať všetkýmPreposlať
|
voľne preložil
Chev. Ing. Ján Stanek KLJ
kancelár Rádu
Veľký špitálnik Rádu prof. Charles Savona-Ventura GCLJ napísal k histórii aj súčasnosti Rádu.


(Professor Charles Savona-Ventura, GCLJ, Grande Ospedaliere ad interim dell’Ordine di San Lazzaro)
È stato pubblicato il Rapporto Ospedaliero Internazionale del 2020.
L’Ordine di San Lazzaro vide le sue origini all’inizio del V secolo come un’istituzione situata fuori dalle mura di Gerusalemme al servizio delle vittime della lebbra. Dopo la prima crociata del 1099, l’istituto divenne un Ordine monastico ospedaliero. Questa funzione ospedaliera continuò per tutto il XII-XIII secolo, ampliando il suo ruolo in tutta l’Europa cristiana. Gli statuti dell’Ordine in questo periodo menzionano che nel „monastero di Gerusalemme ci saranno cinquantadue confratelli malati e, in aggiunta a questi, si dovrebbero ammettere almeno altrettanti malati quanti sono gli spazi lasciati dai confratelli. …. Ad essi saranno dati abiti e cibo dalla Casa fino alla morte“.
Le epidemie di peste nera del XIV secolo hanno visto un’apparente diminuzione del numero di lebbrosi. Insieme ad un cambiamento di atteggiamento nei confronti dei lebbrosi, questo portò a una diminuzione del numero di istituzioni lebbrose necessarie. In Inghilterra il lebbrosario di San Giles a Holborn ospitò 40 detenuti quando fu trasferito alla direzione dell’Ordine. Nel 1345, il personale di otto badanti si occupava di 14 lebbrosi, mentre nel 1402 si occupava solo di quattro vittime. Nel 1479, a Burton Lazars in Inghilterra, l’Istituto era obbligato a sostenere 14 lebbrosi che, se non istituzionalizzati, erano sostenuti pagando loro „una somma di denaro settimanale per le necessità della vita“.
(Lebbrosario di San Lazzaro a Rapallo, Sec. XV, con, da sinistra, San Giacomo, San Lazzaro, la Vergine con Bambino e San Biagio)
I disordini politici del XVI secolo hanno visto l’Ordine diviso in componenti regionali con fedeltà ai governanti locali. Inoltre, gradualmente assunse un ruolo più militare per diventare, entro la fine del XVI secolo, un ordine cavalleresco onorifico premiato per i servizi resi dal re di Francia. Tuttavia, il ruolo di Ospedaliere è stato mantenuto anche durante questi tremendi secoli. Un rapporto del 1690 sulle entrate provenienti dai possedimenti dell’Ordine in Francia elenca un numero significativo di strutture ospedaliere – maladerie, hôpitaux e maison/hôtel-Dieu. Nel 1722 il re di Francia cercò di rafforzare la funzione ospedaliera dell’Ordine e di porre tutti gli ospedali del regno sotto la gestione dell’Ordine.
La Rivoluzione Francese mise la filantropia in secondo piano. Tuttavia, in seguito alla restaurazione borbonica e alla perdita della protezione reale nel 1830, l’Ordine francese assunse un nuovo ruolo ospedaliero a sostegno delle attività filantropiche in Terra Santa – una ragion d’essere che si è poi consolidata negli statuti dell’Ordine del 1910 – „i cavalieri ospedalieri adempiono alla loro missione. Quando possibile, e senza alcun obbligo per la loro coscienza, e con pietà donano la loro persona al servizio della Chiesa, ai poveri, ai lebbrosi e ad altri malati, ai viaggiatori e ai pellegrini. … L’autorità patriarcale assicura che i doni siano distribuiti tra i loro ospizi, le missioni e le opere per la maggior gloria della Santa Chiesa, l’evangelizzazione degli infedeli e il conforto dei poveri e dei malati“ con una prospettiva internazionale.
Ciò è esemplificato dalla vasta gamma di attività filantropiche descritte nel Rapporto del Grande Ospedaliere che può essere scaricato cliccando sul seguente pulsante.
SPRÁVA VEĽKOŠPITÁLNIKA RÁDU SV. LAZÁRA JERUZALEMSKÉHO O CHARITATÍVNYCH AKTIVITÁCH RÁDU V ROKU 2020

Profesor Charles Savona-Ventura, GCLJ, Veľkošpitálnik Rádu sv. Lazára
Táto správa bola v roku 2020 zverejnená celosvetovo.
Rád svätého Lazára vznikol na začiatku 5. storočia. Členovia tohto Rádu budovali za múrmi mesta Jeruzalém miesta (Lazarety), ktoré slúžili obetiam chorým na malomocenstvo. Po prvej križiackej výprave v roku 1099 sa Rád stal špitálnickym mníšskym Rádom. Tieto jeho nemocničné aktivity pokračovali počas celého 12. – 13. storočia a táto jeho činnosť sa rozšírila po celej vtedajšej kresťanskej Európe. Stanovy Rádu z tohto obdobia uvádzajú, že v „ jeruzalemskom kláštore bude umiestnených päťdesiatdva chorých spolubratov a okrem nich by malo byť prijatých minimálne toľko chorých, koľko je tam spolubratov. …. Dostanú šatstvo a jedlo až kým nezomrú “.
Epidémie čierneho moru v 14. storočí zaznamenali pokles počtu chorých na malomocenstvo. Spolu so zmenou postoja k malomocným to viedlo k zníženiu počtu potrebných zariadení pre chorých na malomocenstvo. V Anglicku bolo do nemocnice pre malomocných St. Giles v Holborne umiestnených 40 väzňov. V roku 1345 sa starali ôsmi opatrovatelia o 14 malomocných, zatiaľ čo v roku 1402 sa starali už iba o štyroch takto postihnutých. V roku 1479 bolo zariadenie Burton Lazars v Anglicku povinné podporovať 14 malomocných, ktorým, ak neboli umiestnení v tomto zariadeni, bola vyplácaná „ týždenne suma peňazí na potreby ich života“.
Leprosarium sv. Lazára v Rapalle, 15. storočie, zľava sv. Ján, sv. Lazár, Panna Mária s dieťatom zo San Biagia
Politické nepokoje v 16. storočí spôsobili, že sa Rád rozdelil na regionálne zložky, ktoré boli lojálne voči miestnym vládcom. Rád okrem toho postupne nadobudol vo väčšej miere vojenský charakter a do konca 16. storočia sa stal čestným rytierskym Rádom odmeneným týmto titulom za služby poskytované francúzskym kráľom. Nemocničný charakter si však Rád zachovával aj počas nasledujúcich storočí. Správa z roku 1690 o príjmoch z majetku Rádu vo Francúzsku uvádza značný počet nemocníc – špecializovaných na liečenie malomocných a hospicov / hotel-Dieu /. V roku 1722 sa francúzsky kráľ pokúsil posilniť nemocničnú funkciu Rádu a umiestnil všetky kráľovské nemocnice pod správu Rádu.
Francúzska revolúcia postavila charatívnu činnosť všeobecne do úzadia. V roku 1830, po obnove dynastie Bourbonovcov, ale strate kráľovskej ochrany vo Francúzsku, však Rád prevzal, ako dôvod svojej existencie, na seba novú úlohu a to podporu charitatívnych aktivít vo Svätej zemi. V roku 1910 bola táto jeho úloha následne zapracovaná aj do stanov Rádu – „ Rytieri – špitálnici plnia svoje poslanie kedykoľvek je to možné, otvorení sú k svojmu svedomiu, a so súcitom dávajú seba do služby Cirkvi, chudobným, malomocným, iným chorým ľuďom a prichádzajúcim pútnikom. Patriarcha svojou autoritou zabezpečuje, aby sa dary rozdávali medzi rádové hospice, ustanovizne, na činnosť Rádu, pre slávu Svätej cirkvi, evanjelizáciu neveriacich a pre zázemie pre chudobných a chorých. “
Príkladom toho je široká škála charitatívnych aktivít opísaných v teto správe Veľkošpitálnika Rádu, ktorú si môžete stiahnuť kliknutím na ikonu pod textom.
voľne preložil
Chev. Ing. Ján Stanek KLJ
kancelár Rádu
Opustil nás J.E. Mons. vladyka Milan Šášik CM , EGCLJ.
J.E. vladyka Mons.Milan Šášik CM sa narodil 17. septembra 1952 v Lehote , zomrel 14.júla 2020 v Užhorode na Ukrajine . Bol grékokatolícky eparcha Mukačevskej grékokatolíckej eparchie na Ukrajine , člen Misijnej spoločnosti sv. Vincenta de Paul a členom Vojenského špitálneho Rytierskeho rádu sv. Lazara Jeruzalemského v hodnosti Cirkevného Veľkokríža .
V rokoch 1971 – 1976 študoval na Rímskokatolíckej – cyrilometodskej bohosloveckej fakulte v Bratislave a Kňazskom seminári sv. Cyrila a Metoda v Bratislava . V roku 1971 tajne vstúpil do Misijnej kongregácie otcov lazaristov ( vincentínov ) kde v roku 1973 zložil večné sľuby .
Kňazskú vysviacku prijal 6. júna 1976 z rúk biskupa a apoštolského administrátora Trnavskej arcidiecézy Júliusa Gábriša . Pôsobil v Trnavskej arcidiecéze ako diecézny kňaz , najprv ako kaplán v Leopoldove, Preseľanoch a Stupave a neskôr ako farský administrátor , resp. farár v Banskej Belej, Vysokej a Jacovciach .
V roku 1990 ho provinciál slovenskej provincie Misijnej spoločnosti sv. Vincenta de Paul vyslal na ďalšie teologické štúdia do Ríma, kde v rokoch 1990 – 1992 absolvoval štúdium na Pápežskom teologickom inštitúte Teresianum.
Pôsobil na Apoštolskej nunciatúre na Ukrajine v Kyjeve v rokoch 1992 – 1998. Od roku 2000 pracoval ako rímskokatolícky farár v ukrajinskom Perečine.
Dňa 12. novembra 2002 ho pápež sv. Ján Pavol II. vymenoval za apoštolského administrátora Mukačevskej eparchie. Na Slávnosť Zjavenia Pána dňa 6. januára 2003 prijal ako rímskokatolícky kňaz biskupskú konsekráciu spolu s vladykom jánom Babjakom SJ z rúk pápeža sv. Jána Pavla II. v Bazilike sv. Petra vo Vatikáne. Pápež Benedikt XVI. ho 17, marca 2010 povýšil za riadneho eparchiálneho biskupa Mukačevskej eparchie.
Zomrel náhle a nečakane zaopatrený sviatosťami v utorok 14. júla 2020 vo večerných hodinách na krčové žily a trombózu . Pochovaný bol 20. júla 2020 v krypte Katedrály Povýšenia svätého kríža v Užhorode . Pohrebné obrady viedol prešovský arcibiskup metropolita Mons. Ján Babjak SJ. Ukrajinský prezident Volodymyr Olkesandrovič Zelenskyj udelil v deň pohrebu vladykovi Milanovi štátne vyznamenanie Za zásluhy II. stupňa In memoriam. Zádušná svätá omša za dušu zosnulého vladyku Milana bola odslúžená v jeho rodnej obci Lehota, nitrianskym biskupom Mons. Viliamom Judákom a v Kostole sv. Vincenta de Paul v Bratislave, predsedom Konferencie biskupov Slovenska Mons. Stanislavom Zvolenským.
Dňa 25. septembra 2020 prezident Zelenskyj po svojom návrate zo Slovenska sa poklonil pamiatke vladyku Milana pri jeho hrobe v Užhorode.
2020 International Hospitaller Report
Príhovor Veľmajstra Rádu sv. Lazára Jeruzalemského
Je mi cťou, ako Veľmajster Rádu sv. Lazára Jeruzalémskeho, predstaviť vám túto správu o činnosti Rádu za rok 2019 a vzdať hold profesorovi Bretoovi Delahuntovi ONZM GCLJ MD. Jeho práca od roku 2015 v pozície Veľkošpitálnika bola výnimočná. Vďaka jeho úsiliu sa táto správa stala prémiovou v publikačnej činnosti Rádu za rok 2019 a poukazovala na široký okruh charitatívnej práce pod vedením jednotlivých jurisdikcií nášho Rádu.
Naše jurisdikcie, aj vzhľadom na pokračovanie poskytovania pomoci ľuďom trpiacim na chorobu lepry, charakteristického z histórie Rádu podnes, poskytovali významnú paliatívnu starostlivosť a pomoc pre starších a chorých ľudí, pomoc pre deti a rodiny v núdzi. Naši členovia Rádu tiež vo všeobecnosti podporovali miestne a medzinárodné projekty. Ako významná časť tejto správy je predstavená päťročná charitatívna činnosť Rádu, ktorá poukazuje na aktivity vo viacerých oblastiach. Taktiež správa poukazuje na významnú darcovskú a prispievateľskú činnosť Rádu. Naši členovia Rádu vo všeobecnosti vykonávali charitatívnu prácu a úsilie ako dobrovoľníci.
Počas celého roku 2019 členovia naších jurisdikcií preukazovali súnaležitosť s luďmi v rámci celého sveta. Ako sa rok 2019 chýlil ku koncu, zasiahla nás v plnej sile pandémia vírusu Covid-19. Naši členovia Rádu, okrem tradičnej charitatívnej práce, prijali výzvu pomáhať tým, ktorí boli týmto vírusom postihnutí. Toto je potvrdenie kresťanských hodnôt, na ktorých Rád sv. Lazára stál pri jeho založení a stojí dodnes.
Atavis et Armis
Francesco de Borbón
50. Veľmajster Rádu Gróf von Hardenberg
Volne preložil
Chev. Ing. Ján Stanek KCLJ
kancelár Rádu
2020 International Hospitaller Report rev
Moderné ortodoxné patriarcháty.
MODERNÉ PATRIARCHÁTY ORTHODOX

(Jeho Svätosť Neofyt, patriarcha celého Bulharska a metropolita Sofie)
Poslednou publikáciou sme ukončili cestu do starovekej Pentarchie medzi katolíckym a pravoslávnym svetom a nadišiel čas ilustrovať moderné pravoslávne patriarcháty.
Prvý moderný pravoslávny patriarchát je bulharský v Sofii.
Bulharská pravoslávna cirkev je autokefálna pravoslávna kresťanská cirkev, ktorá sa narodila v roku 864, keď bol pokrstený bulharský kráľ Boris I. Michal. Má 6,5 milióna veriacich v Bulharsku a niekoľko veriacich medzi 1,5 a 2,0 miliónmi vo zvyšných európskych krajinách, v Amerike a Austrálii.
Skutočnosť, že bulharská cirkev je spojená s pravoslávím, vyplýva zo skutočnosti, že počas konštantínopolského koncilu (869 – 870) prevažovala východná väčšina účastníkov a bol to Konštantínopol a nie Rím, ktorý vyslal nových kňazov a vysvätil nového biskupa v Bulharsku. , ktorého kostol sa oficiálne narodil v roku 870.
Uznanie autokefálie bulharského patriarchátu konštantínopolským patriarchátom v roku 927 robí z bulharskej pravoslávnej cirkvi najstaršiu autokefálnu slovanskú pravoslávnu cirkev, ktorá sa ako prvá pripojila k Pentarchii (rímski patriarcháti, Konštantínopol, Alexandria, Antiochia a Jeruzalem) a gruzínskej pravoslávnej autokefálnej apoštolskej cirkvi.
Po vzostupoch a pádoch v devätnástom storočí bulharská pravoslávna cirkev znovu vyhlásila svoju autokefáliu (1872-1945) za exarchát, Konštantínopol ju však uznal až v roku 1945. Väčšina pravoslávnych cirkví ju považovala za kacírsku, pretože vyznávala filetizmus, doktrínu, ktorá systematizuje súčasnú prax vo vzťahoch medzi cirkvami: keď národ získa politickú nezávislosť, jeho pravoslávna cirkev tiež získa autokefiu. Táto ekleziologická prax, hoci je rozšírená a upevnená, nie je oficiálne vyznávaným článkom viery.
V roku 1953 bol teda obnovený patriarchát a v roku 1992, po skončení komunistického režimu, došlo v cirkvi k rozporom proti patriarchovi Massimovi, obvinenému zo spolupráce s bývalým komunistickým režimom. V roku 1996 došlo k rozkolu so zrútením „Alternatívnej synody v Bulharsku“, ktorú podporovala aj bulharská vláda, až do roku 2002, keď bol prijatý výnos, ktorý uznáva oficiálnu ako jedinú bulharskú pravoslávnu cirkev, zatiaľ čo alternatívna synoda sa postupne rozpadá.
Bulharská pravoslávna cirkev je v súčasnosti v spojení s ostatnými pravoslávnymi cirkvami a je uznávaná Ruským patriarchátom aj Ekumenickým patriarchátom. Hlavou bulharskej cirkvi je patriarcha Neofyt, bývalý arcibiskup v Ruse, zvolený Svätou synodou 24. februára 2013.
Druhým je patriarchát gruzínskej pravoslávnej autokefálnej apoštolskej cirkvi, jeden z najstarších kresťanských cirkví, ktorého počiatky siahajú k apoštolovi Ondrejovi v prvom storočí. Bola to oficiálna gruzínska cirkev od 4. storočia a v súčasnosti je v kaukazskej krajine väčšinovým náboženstvom.
(Jeho Svätosť Eliáš II., Neofyt, patriarcha celého Gruzínska Catholicos a arcibiskup Mtskheta a Tbilisi)
Patriarcha gruzínskej cirkvi nesie titul Catholicos patriarcha celého Gruzínska a arcibiskup Mtskheta a Tbilisi.
Podľa tradície to bol apoštol Andrew, ktorý priniesol evanjelium do kaukazských oblastí zodpovedajúcich dnešnému Gruzínsku (Kolchis a Iberia) a niesol nestvorenú ikonu svätej matky (ikona Panny Márie, ktorá sa podľa tradície nevyrábala rukami) človek).
Prvú gruzínsku eparchiu založil v Askuri (juhozápadné Gruzínsko) tradične apoštol Andrew. Najstarší gruzínsky kostol bol postavený na začiatku 3. storočia v dedine Nastakisi.
V roku 303 sa v Gruzínsku začalo kázanie svätého Ninea, neskôr vyhlásené za rovnocenné s apoštolmi a vďaka jeho práci v roku 327 bolo kresťanstvo kráľom Mirianom III a kráľovnou Nanou vyhlásené za oficiálne náboženstvo Iberského kráľovstva (obe boli následne posvätené).
Západné Gruzínsko, súčasť Rímskej ríše, bolo pokresťančené postupným procesom, ktorý bol zavŕšený až v 6. storočí. Egrisiho kráľovstvo na západe vyhlásilo kresťanstvo za štátne náboženstvo v roku 523. Krajina prijala Svätého Juraja za svojho patróna. Gruzínska pravoslávna tradícia tiež vníma krajinu pod zvláštnym sprievodom a na príhovor Márie, Ježišovej matky.
Gruzínske kresťanstvo bolo historicky ovplyvnené cirkvou Byzantskej ríše. Od 20. rokov 20. storočia bola gruzínska pravoslávna cirkev pod jurisdikciou Antiochijského apoštolského stolca a stala sa autokefálnou (nezávislou) v roku 466, keď antiochijský patriarchát povýšil biskupa Mtskheta na katolikotskú hodnosť v Kartli.
V roku 1010 bol Catholicos Melchizedek I. povýšený na patriarchu, čím získal titul Catholicos z celého Gruzínska.
Invázie Džingischána v trinástom storočí a Tamerlánu medzi štrnástym a pätnástym storočím boli pre gruzínske kresťanstvo tvrdými údermi. Od 15. storočia do 18. storočia sa Cirkev, ako aj krajina, rozdelili na dve, západnú a východnú, a preto bolo vedenie vedené osobitne dvoma katolicko-patriarchami. V roku 1801 bolo Kartl-Kachetské kráľovstvo (východné Gruzínsko) obsadené a pripojené k Ruskej ríši. O desať rokov neskôr, v roku 1811, ruský úrad zrušil status autokefálie, ktorá napriek silnému gruzínskemu odporu vystavila Cirkev ruskej pravoslávnej cirkvi. Gruzínska liturgia bola potlačená a nahradená ruskou.
V marci 1917, po februárovej revolúcii, gruzínski biskupi jednostranne obnovili autokefiu gruzínskej pravoslávnej cirkvi. Tieto zmeny neprijala ruská cirkev, ktorá samostatnosť uznala až v roku 1943.
V roku 1989 konštantínopolský patriarchát uznal a schválil autokefáliu gruzínskej pravoslávnej cirkvi (vykonávanú alebo nárokovanú od 5. storočia), ako aj patriarchálnu česť katolikosom.
Nezávislosť Gruzínskej republiky v roku 1991 dala Cirkvi novú vitalitu.
Súčasným patriarchom, ktorý je vo funkcii od roku 1977, je Eliáš II.
Tretím je moskovský patriarchát, predtým v spoločenstve so všetkými chalcedónskymi pravoslávnymi cirkvami, medzi ktorými obsadil piate miesto po Konštantínopolskom ekumenickom patriarcháte, gréckom pravoslávnom patriarcháte v Alexandrii, gréckej pravoslávnej cirkvi v Antiochii a Grécka pravoslávna cirkev v Jeruzaleme.
Od roku 2018 už nie je na základe rozhodnutia synody ruských biskupov v spoločenstve iba s konštantínopolským patriarchátom, ktorý je medzi pravoslávnymi patriarchami „prvý medzi rovnými“, a to v nadväznosti na jeho rozhodnutie prijať Cirkev k plnému spoločenstvu. Ukrajinská pravoslávna cirkev (Kyjevský patriarchát) na čele s Filarete Denisenkovou, ktorá sa predtým odlúčila od Moskovského patriarchátu a bola za to exkomunikovaná.
(Jeho Svätosť Cyril I., patriarcha Moskvy a celého Ruska)
Ruská cirkev pochádza z krstu kyjevského kniežaťa Vladimíra I. v roku 988. Cirkevná provincia bola založená v Kyjeve pod jurisdikciou konštantínopolského patriarchátu. Kyjevský metropolita sa následne musel presťahovať k Vladimírovi a Moskve, a to v rokoch 1299 a 1325. Ten bol prepustený a vyhostený v roku 1441 v nadväznosti na odmietnutie prijatia Florentského zväzu Pomestnij Soborom ruskej cirkvi. V roku 1448 (po odmietnutí prijatia florentského zväzu) nastúpil prostredníctvom delegátov Pomestnij Sobora ruskej cirkvi do stavu autokefálie. Ryazanský biskup Jonáš bol zvolený za metropolitu v Moskve a v celom Rusku bez súhlasu Konštantínopolu. Až v roku 1589 formuloval konštantínopolský patriarcha Jeremiáš II. Tranos svojím dekrétom,
Patriarchát bol zrušený Petrom Veľkým 25. januára 1721 a nahradený inštitúciou svätej vládnej synody na čele s cisárskym prokurátorom.
28. októbra (17.11.) 1917 bol patriarchát obnovený. Prvý patriarcha po dlhom synodálnom období bol zvolený 5. novembra Tichona, ktorý bol už v júni zvolený za moskovského metropolitu (potom bol dosadený na trón 4. decembra).
Po októbrovej revolúcii bola Cirkev prenasledovaná, pretože bola považovaná za súčasť antiboľševickej frakcie a veľa členov duchovenstva bolo novým režimom uväznených alebo zabitých. Po smrti patriarchu Tichona v roku 1925 zostal post patriarchu voľný. Až v roku 1943 bol novým patriarchom Sergiom I.
1. februára 2009, po smrti patriarchu Alexisa II. V novembri 2008, bol metropolita Kaliningrad a Smolensk Cyril I. zvolený za nového patriarchu Moskvy a celého Ruska.
Potom nasleduje srbský patriarchát v Belehrade (Srbská pravoslávna cirkev).
(Jeho Svätosť Irinej, arcibiskup Peć, metropolita v Belehrade a Karlovci a srbský patriarcha)
Srbská pravoslávna cirkev je šiestou najdôležitejšou pravoslávnou jurisdikciou po Konštantínopole, Alexandrii, Antiochii, Jeruzaleme a Moskve. Patria k nej veriaci, ktorí žijú v Srbsku, Čiernej Hore, Bosne a Hercegovine, Macedónsku a Chorvátsku.
Pramene svedčia o masových krstoch medzi Srbmi už v 7. storočí, za vlády cisára Herakleia (610-641), definitívne obrátenie však začalo, keď bol srbským kráľom Mutimir a Macedónčan Basil bol byzantským cisárom (812-886). ). V roku 878 mal Belehrad prvého biskupa Sergia.
Jedným z rozhodujúcich faktorov upevnenia kresťanstva na Balkáne bolo kázanie misionárov v jazyku ľudu. V Panónii existovala latinská cirkevná štruktúra vytvorená salzburskou misiou a podporovaná nemeckými okupantmi v regióne: z tohto dôvodu knieža Rastislav požiadal Konštantínopol o zaslanie východných rehoľníkov. Potom prišli bratia Cyril a Metod, ktorí boli Gréci, ale ovládali slovanský jazyk.
Srbská cirkev bola arcibiskupstvom od roku 1219 do roku 1346. V roku 1346 sa v Skopje stretol koncil, ktorého sa zúčastnili bulharský patriarcha Simeon, arcibiskup Mikuláš Ohridský, opáti z Athosu a biskupi diecéz, ktoré sa stali súčasťou Srbska. po posledných výbojoch Dušana. Rada rozhodla, že srbské arcibiskupstvo bude povýšené na dôstojnosť patriarchátu a Joanikije I. bol prvým patriarchom Srbska a námorných krajín. O týždeň neskôr patriarcha vysvätil Dušana za cisára Srbov a Grékov.
Bulharsko a despotát Srbska padli do tureckých rúk v roku 1459, Bosna v roku 1463, Hercegovina v roku 1482 a Čierna Hora v roku 1496. Srbský pravoslávny kostol postihol rovnaký osud ako jeho obyvateľov. Srbi pod osmanskou nadvládou nemali žiadne zákonné práva, ale iba právo na život, ak zaplatili sultánovi osobitnú daň. Počas tureckej vlády sa biskupi nemohli stretnúť, aby vymenovali patriarchu, takže posledným zvoleným bol Arsenio II., Ktorý zomrel v roku 1463.
Srbský ľud bol po celé storočia podriaďovaný osmanskej správe. Jednou z najrozšírenejších praktík Turkov bol nábor mladých Srbov. Boli zhromaždení, prevezení do Istanbulu, konvertovaní na islam a znovu zjednotení v polovojenskom zbore janičiarov, alebo mohli získať prístup aj k vysokým politickým funkciám, ako bol napríklad vezír. Janičiari tvorili elitnú pechotu osmanskej armády, boli vyzbrojení harquebusmi a pravidelne dostávali plat. Najhoršími masakrami proti podrobenému obyvateľstvu (často rovnakému, z ktorého pochádzali) bola práca janičiarov, až také populárne srbské príslovie znelo: „Konvertita je horšia ako Turek“.
(Komorník sultána Murada IV. So sprievodom Janičiarov)
V polovici šestnásteho storočia boli oblasti obývané Srbmi využívané Turkami na dosah na dobyté územia smerom na Západ. Osmanské úrady sa teda rozhodli zaviesť voči obyvateľom politiku relaxácie, ktorá urobí veľkorysé ústupky pravoslávnej cirkvi. Srb Mehmed Sokolović urobil kariéru v radoch osmanskej správy, až kým sa nestal veľkovezírom: bol to práve on, kto zo svojej pozície zohral dôležitú úlohu pri obnove patriarchátu v roku 1557 a vytvoril tak svojho brata Macaria ako patriarchu. Bulharské a maďarské cirkvi boli podriadené jurisdikcii znovuzrodeného Pećského patriarchátu, ako aj cirkví, ktoré už pred tureckým dobytím patrili k srbskej cirkvi. Odvtedy bolo z Maďarska do Albánska podrobených trónu Svätá Sáva viac ako 40 diecéz. Bola povolená výstavba nových kláštorov a obnova zničených; patriarcha bol považovaný za významnú osobnosť a bol vybavený ozbrojeným sprievodom.
Po veľkých migráciách z konca sedemnásteho storočia sa srbské obyvateľstvo výrazne znížilo; pokračovali únosy mladých ľudí, ktorí mali byť začlenení do janičiarskeho zboru, a nútené konverzie. Duchovenstvo bolo pod kontrolou osmanskej správy a autoritu malo iba v rámci kláštorov. Konštantínopolský ekumenický patriarchát to využil a získal z moci pašu privlastniť si pečský patriarchát. Posledným srbským patriarchom bol Vasilije Brkić (1763-1765): bol vyhlásený za nepriateľa Osmanskej ríše a vyhostený na Cyprus; jeho nástupca, Grék Kalinik II (1765-1766), rezignoval a spolu s ďalšími 5 biskupmi požiadal konštantínopolského patriarchu o zrušenie pećského patriarchátu. Ten druhý presvedčil sultána, aby vyhlásil, že uplynula (11. septembra 1766).
Situácia sa zmenila až v 19. storočí, keď sa Turci, hnaní revoltami, ktoré viedli v roku 1804 Karađorđe Petrović a v roku 1815 Milošom Obrenovićom, rozhodli vytvoriť autonómne srbské kniežatstvo v rámci Osmanskej ríše. Obnovená srbská autonómia bola začiatkom znovuzrodenia Národného patriarchátu. V roku 1831 ekumenický patriarcha súhlasil s uznaním autonómie srbskej cirkvi a odvolal grécke duchovenstvo do Carihradu.
Prvým metropolitom obnovenej cirkvi bola Melentije Pavlović (1831-1833); bol tiež prvým metropolitom srbskej cirkvi, opäť autokefálnym (1879). Počas balkánskych vojen (1912-1913) a prvej svetovej vojny (1914-1918) utrpela Cirkev vážny smútok a rozsiahle škody. Po rozpade Osmanskej ríše a zrodení Juhoslovanského kráľovstva došlo v roku 1918 aj k opätovnému založeniu srbského patriarchátu.
Prvým patriarchom bol Dimitrije (vlastným menom Dimitrije Pavlović), belehradský arcibiskup zvolený v roku 1920: pod jeho apoštolátom metropoly Čiernej Hory a Karlovca, kostoly v Dalmácii, Bosne a Hercegovine a Macedónska. V rokoch 1930 až 1937 bol patriarchom Varnavou (vlastným menom Varnava Rosić): v tomto období bolo vybudované súčasné sídlo patriarchátu v Belehrade. Varnava sa dôrazne postavil proti vláde, ktorá v roku 1935 podpísala so Svätou stolicou konkordát na udeľovanie práv katolíckym veriacim. V rokoch 1938 až 1950 sedel na tróne San Saba Gavrilo V.
Po Gavrilovi stáli traja patriarchovia srbskej cirkvi: Vikentije II (1950-1958), Nemec (1958-1990) a Pavle (1990-2009). 23. januára 2010 srbská cirkev oznámila meno nového patriarchu: je ním biskup Irinej (79) z Nišskej eparchie, rodiska rímskeho cisára Konštantína I.
Napokon najaktuálnejším patriarchátom je patriarchát Rumunskej pravoslávnej cirkvi, ktorý je spomedzi všetkých pravoslávnych cirkví na druhom mieste za ruskými pravoslávnymi cirkvami.
(Jeho Svätosť Daniel, patriarcha celého Rumunska)
Od 12. septembra 2007 je patriarchom rumunskej pravoslávnej cirkvi Daniel, ktorý v tejto funkcii vystriedal teoktistu, ktorý zomrel 30. júla 2007 po 20.
rokov patriarchátu. Daniel je šiestym rumunským pravoslávnym patriarchom.
V roku 1859 sa rumunské kniežatstvá Moldavska a Valašska spojili a vytvorili dnešné Rumunsko. Pravoslávna cirkevná hierarchia sledovala tieto dva štáty v procese ich fúzie. Krátko nato, v roku 1872, sa pravoslávne cirkvi dvoch kniežatstiev (Metropolia Ungrovlahia a Metropolia Moldavska) rozhodli spojiť a vytvoriť rumunskú pravoslávnu cirkev. V tomto procese sa kanonicky oddelili od jurisdikcie konštantínopolského patriarchátu a rumunská pravoslávna cirkev sa vyhlásila za autokefálnu. V tom istom roku bola ustanovená samostatná synoda.
Konštantínopolský patriarchát uznal autokefiu rumunskej pravoslávnej cirkvi až v roku 1885. Cirkev, ktorá bola najskôr organizovaná v Metropolie, sa stala patriarchátom v roku 1925, pričom expanzia nasledovala po vytvorení Veľkého Rumunska.
Komunistická vláda zákonom kultov z roku 1948 zaviedla prísnu štátnu kontrolu nad Cirkvou. Kláštory sa zmenili na remeselnícke dielne a mníchov povzbudzovali, aby sa venovali laickej práci.
Vedúci predstavitelia cirkevnej hierarchie udržiavali dobré vzťahy s komunistickým režimom, ale bolo veľa členov duchovenstva, ktorí s tým nesúhlasili: do roku 1963 bolo uväznených viac ako 2 500 kňazov a mníchov a ďalších 2 000 mníchov bolo prinútených opustiť mníšsky život.
Až po rumunskej revolúcii v roku 1989 a po nástupe demokracie v krajine bola Cirkev zbavená štátnej kontroly, hoci štát naďalej financuje duchovenstvo vyplácaním platov.
V roku 1948 bola rumunská gréckokatolícka cirkev postavená mimo zákon a všetok jej majetok vrátane kostolov bol odovzdaný pravoslávnej cirkvi. Po skončení komunistickej éry požadovali gréckokatolíci návrat svojich cirkví, ale doteraz sa katolíkom vrátilo iba 16 z nárokovaných 2 600 cirkví. Existujú náznaky, že veľa starogréckokatolíckych kostolov bolo zbúraných počas správy pravoslávnej cirkvi.
Rumunská pravoslávna cirkev je jedinou pravoslávnou cirkvou, ktorá v božskej liturgii používa románsky jazyk.
V byzantských náboženských záznamoch sa tiež spomína pôvodná forma diecézy v regióne – nazývaná ako episkopát alebo biskupský štát – ako kontrapunkt k známejším náboženským centrám veľkých miest. Dá sa to prirovnať k „kláštorným biskupom“ v Írsku, ktorí spojili funkcie opáta s funkciami okresného biskupa pre región, ktorý ešte nemal episkopát.
COVID booklet Final september 2020.
COVID booklet FINAL printed (1)
Profesor Paolo Scollo OLJ , vykonal úspešne prvú transplantáciu maternice v Taliansku.
IL PROF. PAOLO SCOLLO, OLJ
ESEGUE IL PRIMO TRAPIANTO DI UTERO IN ITALIA

(Il Prof. Paolo Scollo con il Gran Maestro Emerito, il Duca di Siviglia, il giorno dell’investitura)
Il primo trapianto di utero in Italia è stato eseguito al Centro Trapianti del Policlinico di Catania, in collaborazione con l’Azienda ospedaliera Cannizzaro. L’equipe composta dai professori Paolo Scollo, Giuseppe Scibilia, Pierfrancesco e Massimiliano Veroux, ha effettuato il delicato intervento su una paziente di 30 anni alla quale è stato trapiantato l’organo. La donna, siciliana, è in buone condizioni di salute.
Nel 2018, l’Istituto Superiore di Sanità e il Centro nazionale Trapianti hanno approvato il protocollo inerente il primo programma sperimentale di trapianto di utero da donatore deceduto. L’iter diagnostico prevede un primo step da effettuare nell’unità operativa di ginecologia e ostetricia dell’ospedale Cannizzaro, diretta dal Prof. Paolo Scollo, e successivamente nel centro trapianti del Policlinico di Catania. La valutazione prevede di verificare l’idoneità clinico-strumentale tipica per i pazienti da sottoporre al trapianto di un organo solido, unitamente a una valutazione psicologica volta a valutare l’aderenza al processo trapianto ed alla successiva terapia immunosoppressiva.
Di particolare rilievo il fatto che la tipologia di intervento ha ottenuto il via libero del comitato etico ed anche per parte cattolica non sono state sollevate riserve nelle sedi competenti.
Il Prof. Paolo Scollo, OLJ, è direttore della Divisione di Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda Ospedaliera Cannizzaro.
Nel 1995 ha conseguito il Diploma Europeo di Eccellenza in Ostetricia e Ginecologia bandito dall’European Board in Obstetric and Gynecology, dall’UPIGO e dall’UEMS. Ha frequentato dal 1.4.1988 al 30.4.1988 la Clinica Ginecologica dell’Università di Ljubljana, partecipando come componente dell’équipe operatoria a numerosi interventi.Nu
Ha frequentato dal 25.08.1993 al 04.09.1993 la Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università di Edimburgo, dal 06.09.1993 al 18.09.1993 la Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università di Erlangen (Germania), prendendo parte a numerosi interventi di chirurgia ginecologica, e dal 09 04 96 al 19.04.96 il Dipartimento di Oncologia Ginecologica degli Ospedali St Bartholomew’s e Royal Marsden di Londra.ov
Paolo Scollo, ginecologo di livello internazionale, è stato presidente della Società Italiana di Oncologia Ginecologica e della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia.o
E’ membro dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme dal 2019.
J.E. Veľký Baili Sicílie bol ocenený vyznamenaním Svätého Gregora Veľkého kríža .
IL GRAN BALI’ DI SICILIA
INSIGNITO COMMENDATORE CON PLACCA
DELL’ORDINE DI SAN GREGORIO MAGNO

(S.E. il Cavaliere di Gran Croce di Giustizia Pino Zingale, Gran Balì di Sicilia dell’Ordine di San Lazzaro)
S.E. il Cavaliere di Gran Croce di Giustizia Pino Zingale, Gran Balì di Sicilia dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme, è stato insignito, dal Sommo Pontefice Francesco, Commendatore con Placca dell’Ordine di San Gregorio Magno ed autorizzato all’uso dell’onorificenza dal Presidente del Consiglio dei Ministri.
L’Ordine di San Gregorio Magno è stato fondato da papa Gregorio XVI il 1º settembre 1831, dopo appena sette mesi dalla sua elezione, mediante il breve Quod summis, ed è ancora oggi uno dei cinque Ordini pontifici della Chiesa cattolica. Secondo il cerimoniale diplomatico è un Ordine di prima classe.
L’Ordine è riservato a uomini e donne di religione cattolica (rarissimi sono i casi di conferimento a non cattolici) in riconoscimento per il loro servizio alla Chiesa, per impieghi straordinari in supporto alla Santa Sede e per il loro buon esempio presso le comunità e nel paese. È riservato a cattolici di distinta condizione, anche se non sono richiesti requisiti nobiliari. È concesso anche ai militari solo a partire dal grado di maggiore e gode del privilegio del saluto militare da parte delle Guardie Svizzere.
(Insegne di Commendatore con placca dell’Ordine di San Gregorio Magno)
Il motto dell’Ordine è Pro Deo et Principe (letteralmente: „Per Dio e per il Sovrano“, dove si gioca sulla duplice valenza del titolo latino „princeps“ tra sovrano dello Stato – inteso nella figura del papa regnante – e princeps apostolorum, „principe degli apostoli“, titolo riconosciuto a San Pietro, primo papa).
I membri dell’Ordine tuttora godono di precedenze durante le cerimonie pontificie.
J.E. Profesor Charles Ventura GCLJ sa stal členom Veľkej Rady.
IL PROF. CHARLES SAVONA-VENTURA, GCLJ GRANDE OSPEDALIERE AD INTERIM DELL’ORDINE DI SAN LAZZARO DI GERUSALEMME

(S.E. il Cavaliere di Gran Croce Prof. Charles Savona-Ventura, GCLJ)
L’incarico di Grande Ospedaliere dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme è stato assunto, ad interim, da S.E. il Cavaliere di Gran Croce Prof. Charles Savona-Ventura, GCLJ, Accademico Ordinario dell’Accademia Lazzarita San Luigi IX Re di Francia, Membro del Royal College of Obstetricians & Gynaecologists del Regno Unito, del Royal College of Physicians d’Irlanda e del Royal College of Physicians di Edimburgo, subentrando a S.E. il Cavaliere di Gran Croce Prof. Brett Delahunt, GCLJ, neozelandese, che lo aveva ricoperto per molti anni.
Il Prof. Charles Savona-Ventura attualmente è Professore e Capo del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia, nonché Professore presso la Facoltà di Scienze della Salute (Dipartimento di ostetricia) dell’Università di Malta, nonché Direttore del Centro di Medicina Tradizionale Cinese presso l’Università di Malta e Membro del Consiglio della Fondazione HUMS (Humanities, Science and Medicine) dell’Università di Malta.
Ricopre la carica di Grande Archivista e Storico dell’Ordine Militare e Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme ed è autore di numerose pubblicazioni sulla storia dell’Ordine.
Výzva o pomoc pre Bejrút .
APPELLO PER BEIRUT DEL PATRIARCA GRECO MELKITA DI ANTIOCHIA PROTETTORE SPIRITUALE DELL’ORDINE DI SAN LAZZARO
APPELLO PER BEIRUT
DEL PATRIARCA GRECO MELKITA DI ANTIOCHIA
PROTETTORE SPIRITUALE DELL’ORDINE DI SAN LAZZARO

Ocenenia pre Profesora Paolo Scollo OLJ.
PROFESOR. PAOLO SCOLLO, OLJ OCENENÝ CENTROM KRESŤANSKEJ KULTÚRY A DUCHOVNOSTI „SALVATORE ZUPPARDO“ A ZDRUŽENIE „GELA“ „BETÁNIA“
PROFESOR. PAOLO SCOLLO, OLJ OCENENÝ CENTROM KRESŤANSKEJ KULTÚRY A DUCHOVNOSTI „SALVATORE ZUPPARDO“ A ZDRUŽENIE „GELA“ „BETÁNIA“

(Prof. Paolo Scollo počas slávnostného odovzdávania cien)
Počas slávnostného ceremoniálu odovzdávania vedeckých literárnych cien pomenovaných po Biance Cannizzarovej, rodinnej lekárke a reumatológke z Gelese, ktorej sa v akademickom roku 2019 zúčastnili študenti zapísaní na magisterský kurz medicíny a chirurgie na univerzite v Catanii. – 2020, ktorá sa pred pár dňami konala v Gele vo Villa Peretti, bola udelená špeciálna cena prof. Paolovi Scollovi, OLJ, za prvú transplantáciu maternice v Taliansku, ktorá sa uskutočnila v Transplantačnom centre polikliniky v Catanii v spolupráci s Nemocnica Cannizzaro.
Paolo Scollo, OLJ, riaditeľ pôrodníckej a gynekologickej divízie v nemocnici Cannizzaro, je od roku 2019 členom rádu San Lazzaro di Gerusalemme.
Patriarcháty Pentarchie 4. Patriarchát Jeruzalemu .
I PATRIARCATI DELL’ANTICA PENTARCHIA
4. IL PATRIARCATO DI GERUSALEMME

(Stemma del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini)
Attualmente tra vescovi di diverse chiese portano il titolo di Patriarca di Gerusalemme: il Patriarca greco-ortodosso, il Patriarca dei Latini ed il Patriarca Armeno.
Il Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme fa parte della Chiesa greco-ortodossa che riconosce al patriarca ecumenico di Costantinopoli il titolo di „primus inter pares”. Alla Chiesa ortodossa di Gerusalemme spetta il titolo di Chiesa madre delle Chiese cristiane di Gerusalemme.
L’attuale Patriarca, che porta il titolo di Patriarca della Città Santa di Gerusalemme e di tutta la Palestina, la Siria, l’Arabia, l’oltre Giordano, Cana di Galilea e la Santa Sion, è il 140º successore di Giacomo il Giusto, il primo vescovo di Gerusalemme di cui si parla negli Atti degli Apostoli, titolo, quello di successore dell’apostolo Giacomo, oggi riconosciutogli anche dalla Chiesa Cattolica.
La Chiesa di Gerusalemme, pur essendo la culla della cristianità, nei primi secoli non aveva goduto di particolari distinzioni e, fino al V secolo, era rimasta una semplice sede suffraganea di Cesarea Marittima e dipendente dal patriarcato di Antiochia.
Prima Chiesa cristiana istituita direttamente da Gesù Cristo nell’Ultima Cena, nel I secolo era considerata il più importante centro di riferimento spirituale dalle comunità cristiane dell’età apostolica. Nella Liturgia di San Giacomo, suo primo vescovo, era celebrata come la „Santa e gloriosa Sion, madre di tutte le Chiese“. Dopo il martirio di San Giacomo nel 62, le Guerre giudaiche portarono in primo piano le altre sedi apostoliche di Antiochia, Alessandria d’Egitto e Roma: fino al V secolo, Gerusalemme rimase una diocesi suffraganea di Cesarea Marittima, a sua volta dipendente dal patriarcato di Antiochia.
(Teofilo III, Patriarca della Città Santa di Gerusalemme e di tutta la Palestina, la Siria, l’Arabia, l’oltre Giordano, Cana di Galilea e la Santa Sion)
L’Editto di Milano emanato da Costantino I (313), sulla libertà di culto nell’Impero Romano, segnò una ripresa dei pellegrinaggi a Gerusalemme. Il Primo Concilio di Nicea nel 325 riconobbe a Gerusalemme speciali privilegi ecclesiastici, ma non lo status di metropolia, il più alto esistente all’epoca per una sede episcopale.
Fu per merito del vescovo Giovenale che, nel Concilio di Calcedonia (451), la sede di Gerusalemme fu separata da Antiochia e dichiarata patriarcato. Durante la settima sessione, fu anche dichiarata Chiesa autocefala, indipendente da qualsiasi altro vescovo con più ampia giurisdizione. In questo modo l’intera provincia di Syria Palaestina, con 58 sedi vescovili, venne a far parte del nuovo patriarcato, che, nell’ordine delle gerarchie, occupava il quinto posto della cosiddetta Pentarchia, dopo Roma, Costantinopoli (eretta a patriarcato al Concilio di Efeso nel 431), Alessandria e Antiochia. Nei secoli successivi la Chiesa di Gerusalemme godette di un particolare splendore: furono costruite chiese e basiliche, e la sua terra fu meta di pellegrini ed eremiti.
Con l’invasione dei Persiani del 614 e con quella degli Arabi del 636, la Chiesa di Gerusalemme vide aprirsi un’epoca di declino e persecuzione. Il patriarca Zaccaria fu deportato in Persia, molti cristiani furono uccisi o fuggirono, e per anni la sede patriarcale rimase vacante.
Nel 1099 Gerusalemme fu liberata dai crociati e per tutto il tempo della durata del regno latino i cristiani godettero delle più ampie libertà. Il patriarcato dovette però subire la latinizzazione della sua chiesa: i crociati infatti instaurarono un patriarca latino che soppiantò quello greco, il quale dovette fuggire a Costantinopoli. Caduta Gerusalemme nel 1187 in mano agli arabi, il patriarca fece ritorno sulla sua sede, ma da questo momento le sorti della Chiesa palestinese saranno sempre più legate a quella di Bisanzio.
Nel 1517 la Palestina cadde in mano ai Turchi ottomani: da allora in avanti il patriarcato di Gerusalemme cessò di essere una Chiesa autonoma e per quattro secoli fu completamente sottomesso alla gerarchia greca di Costantinopoli. Segno di questa trasformazione fu l’instaurazione di una gerarchia greca che soppiantò quella araba locale: i patriarchi e gli altri metropoliti furono da questo momento greci.
All’inizio del XX secolo, in concomitanza con la fine del dominio turco e la nascita del protettorato inglese, il confronto fra gerarchia greca e il clero e i fedeli arabi degenerò in aspre dispute.
Il patriarca ortodosso di Gerusalemme è assistito da un sinodo di 18 membri ed è scelto tra i membri di una confraternita monastica, la Fratellanza del Santo Sepolcro, che nel 2007 contava circa 90 religiosi di origine greca e quattro palestinesi. La sede del patriarcato si trova nella Basilica del Santo Sepolcro, dove sono la cattedrale e la cattedra patriarcale, il Catholicon.
L’attuale Patriarca è Teofilo III. Insediatosi il 24 novembre 2005, nel 2007 ha ricevuto il riconoscimento dello stato di Israele e il conseguente ritiro di quello della Giordania. Il precedente Patriarca, Ireneo I, deposto dal Santo Sinodo per l’alienazione indebita di immobili del patriarcato, non ha riconosciuto la propria dimissione e l’elezione del successore e ritiene di essere tuttora il vero Patriarca.
La Chiesa greco-ortodossa in Terrasanta conta circa 200.000 fedeli in Israele, 150.000 nei Territori palestinesi, compresa Gerusalemme Est), e 150.000 nella diaspora.
Il 15 luglio 1099 Gerusalemme fu conquistata dai Crociati, che inaugurarono così il Regno di Gerusalemme che durò per quasi 200 anni.
Fino a quel momento tutti i cristiani in Terra Santa erano stati sotto la giurisdizione del Patriarca ortodosso di Gerusalemme, ma i crociati non accettarono di essere sottoposti a un religioso di rito bizantino, membro di una Chiesa separata da quella di Roma dopo il Grande Scisma del 1054 tra Oriente e Occidente. Perciò, il 1º agosto 1099 i religiosi crociati crearono il Patriarcato di Gerusalemme dei latini e ne nominarono primo titolare Arnolfo di Roeux.
Simone II, il Patriarca greco di Gerusalemme, finì per rifugiarsi a Costantinopoli attorno al 1107, e un suo successore non rivedrà Gerusalemme che nel 1187.
Fu istituita una gerarchia ecclesiastica latina, di rito romano: durante l’esistenza del Regno di Gerusalemme il patriarcato latino era diviso in quattro arcidiocesi a capo delle quali vi erano l’arcivescovo di Tiro, l’arcivescovo di Cesarea, l’arcivescovo di Nazaret e l’arcivescovo di Petra; aveva come diretti suffraganei i vescovi di Lidda-Ramla, Betlemme, Ebron e Gaza e gli abati del Tempio, Monte Sion e Monte degli Ulivi.
Il patriarca latino controllava inoltre il Quartiere latino della città di Gerusalemme (il Santo Sepolcro e le immediate vicinanze).
Dopo la caduta di Gerusalemme nel 1187, la sede del patriarcato fu trasferita a Tiro, poi a San Giovanni d’Acri nel 1191. Il patriarca tornò a Gerusalemme nel 1229, quando la città fu restituita ai Crociati, poi di nuovo a San Giovanni d’Acri nel 1244. San Giovanni d’Acri aveva una sua diocesi, ma le due furono unite nel 1261.
(Pierbattista Pizzaballa O.F.M., Arcivescovo titolare di Verbe ed Amministratore “sede vacante” del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini)
Quando, con la caduta di San Giovanni d’Acri nel 1291, le ultime vestigia del Regno furono conquistate dai Mamelucchi, la storia del patriarcato, che corrispondeva approssimativamente al territorio del Regno di Gerusalemme, terminò.
Tuttavia, la Chiesa cattolica continuò a nominare patriarchi di Gerusalemme titolari che, dopo il 1374, ebbero la loro sede nella Basilica di San Lorenzo fuori le mura a Roma.
Nel XIV secolo, oltre a questa basilica, il patriarca mantenne la competenza su numerosi domini orientali rimasti in mani latine (le isole greche di Cipro, Lesbo, Chio, Creta, Rodi, Nasso, ed altre minori), ma questi possedimenti diminuirono con il progredire, nel tempo, delle conquiste turche.
Nel 1842, la Chiesa anglicana istituì un vescovo anglicano di Gerusalemme, subito dopo fu la Chiesa ortodossa russa ad inviare una missione in Palestina.
Il 23 luglio 1847 papa Pio IX con il breve Nulla celebrior decise di ripristinare il Patriarcato di Gerusalemme dei latini, ma con un significato diverso rispetto al Patriarcato crociato: non veniva più messo in discussione il fatto che il Patriarca greco-ortodosso fosse il legittimo successore del primo vescovo di Gerusalemme. Il 4 ottobre fu annunciato che l’Impero ottomano autorizzava il reinsediamento, con competenza estesa su Palestina e Cipro.
Per evitare coinvolgimenti in questioni a carattere nazionale furono nominati solo patriarchi italiani fino al 1987, quando il cambiamento di questa politica fu segnato dalla nomina di Michel Sabbah, il primo arabo palestinese a portare il titolo.
La basilica del Santo Sepolcro fu eretta a cattedrale del patriarcato latino. Tuttavia, il patriarca latino può celebrarvi solo nei tempi e negli spazi assegnati alla comunità francescana della Custodia di Terra Santa dallo Statu Quo e secondo gli accordi con la stessa. Lo Statu Quo è un firmano ottomano del 1852, tuttora in vigore anche per effetto dell’Accordo Fondamentale tra la Santa Sede e lo Stato di Israele del 1993, che assegna i diritti sul Santo Sepolcro alle varie confessioni cristiane presenti: oltre ai francescani, vi sono gli Armeni, i copti, i siri e i greco-ortodossi, il cui patriarca ha al centro della stessa basilica la propria cattedra ed il Katholikon, ossia la propria cattedrale. La cattedra del patriarca latino non può essere collocata nella basilica del Santo Sepolcro e si trova quindi nella concattedrale del Santissimo Nome di Gesù, chiesa madre della diocesi, dove egli celebra normalmente. La residenza del patriarca è presso la concattedrale.
Dal 2016 la sede è vacante ed è retta da un Amministratore Apostolico, Padre Pierbattista Pizzaballa O.F.M., Arcivescovo titolare di Verbe ed ex Custode di Terra Santa.
Il Patriarcato armeno di Gerusalemme, noto anche come „Sede Apostolica di San Giacomo a Gerusalemme“, è una diocesi patriarcale appartenente alla Chiesa apostolica armena, fondata nell’anno 638.
Nel 638, quando il patriarca di Gerusalemme Sofronio I morì, gli arabi del califfo Omar non permisero l’elezione di un nuovo patriarca, che sarebbe avvenuta solo nel 692. Allora la Chiesa armena cominciò a nominare propri vescovi per le necessità dei propri fedeli.
(Nurhan Manougian, Patriarca Armeno di Gerusalemme)
Nel 1311 la diocesi divenne patriarcato quando i monaci del monastero di San Giacomo non accettarono alcune riforme decretate dal concilio armeno di Sis del 1307. Il vescovo armeno della città decretò per sé il titolo di patriarca.
La giurisdizione del patriarcato si estende ai fedeli armeni di Israele, Palestina e Giordania. Oltre all’antico monastero di San Giacomo, appartengono al patriarcato alcuni settori della basilica del Santo Sepolcro, il santuario edificato sulla casa di Anna e Caifa. La sede del patriarca è il quartiere armeno della Città Santa.
L’attuale patriarca è Nurhan Manougian, eletto il 24 gennaio 2013 come 97º Patriarca Armeno di Gerusalemme.
La Comunità Armena di Gerusalemme è per la maggior parte composta da profughi e sopravvissuti al Genocidio Armeno avvenuto in Turchia a partire dal 1915 infatti molti trovarono rifugio proprio nel Monastero Armeno di Gerusalemme. La popolazione armena di Gerusalemme raggiunse allora 25.000 persone. Ma l’instabilità politica ed economica nella regione negli anni successivi ridussero drasticamente il numero. La maggior parte degli armeni di Gerusalemme oggi vivono dentro e intorno al Monastero Armeno, tanto grande da occupare la maggior parte del quartiere armeno della Città Vecchia. Oltre a Gerusalemme, ci sono comunità armene a Jaffa, Haifa e Nazareth, e nei territori palestinesi. La maggior parte degli armeni che vivevano in precedenza in Cisgiordania, tuttavia, hanno lasciato il paese.
L